Elena Mearini, costruire un romanzo per scrivere l’assenza
Il rumore è quello di passi veloci. L’esigenza è quella di porre una distanza – tanta – e la voglia è quella di cancellare. Bisogno di ricominciare. Annientare il passato per fare posto al futuro. Ma quale?
Le domande che Agata si pone sono tante e si affollano nella sua testa da tanto tempo, da anni, da quando sua madre, in una sera qualsiasi, decise di indossare un abito elegante, scarpe comode e il suo solito pesante make-up per fuggire. Voleva scappare da una famiglia “normale”, da un marito e una figlia spesso lasciati soli, a sera, per rifugiarsi tra le braccia di qualcuno, tra i rumori di un locale, tra le luci di una ribalta che non era mai arrivata.
I passi di mia madre è il nuovo romanzo di Elena Mearini, pubblicato da Morellini Editore nella collana Varianti diretta da Sara Rattaro.
Quel vuoto, quella voragine aperta sul buio, oggi fa ancora molto male ad Agata. Era solo una ragazzina e ora, nonostante sia un’editor di quarant’anni, nonostante abbia creato a fatica una piccola e apparente indipendenza, il suo quotidiano è segnato da quella fuga senza risposte. Negli anni Agata ha cercato di rattoppare gli strappi con la presenza sfuggente di Samuele e un rapporto malsano con il cibo. Agata ha fame, ingurgita i giorni per poi vomitarli, placa il tormento con dosi di calmanti che le permettono di restare a galla mentre tutto cerca di attirarla nell’abisso dell’incompiutezza. Dipende dagli appuntamenti che le concede Samuele, si astrae in parentesi sentimentali con Marco e continua a dipendere economicamente da quel padre che vive e respira il suo stesso abbandono. Agata però cerca il motivo di quell’assenza; vuole conoscere dove sia sparita quella donna a cui pesava così tanto il ruolo di madre; vuole ripercorrere i suoi stessi passi. E lo fa nella maniera che le è più consona: la protagonista della penna di Mearini comincia la propria ricerca riscrivendo una storia. “Scrivere – afferma l’autrice – può essere un modo per ritrovare i propri resti, quelli caduti a lato del trauma. Ricomporsi così, parola dopo parola”. Ed è proprio questo che Agata fa. Comincia a ricostruirsi come piccoli resti dopo una deflagrazione. Mette in fila le parole, le fa diventare concetti, frasi e storia. Una storia che la porterà in Liguria, la porterà alla luce.
Elena Mearini – milanese, autrice e docente di scrittura creativa e poesia – con I passi di mia madre ci regala una intensa prova narrativa sotto forma di lettera-romanzo in cui il rapporto madre/figlia viene scandagliato con parole intense e poetiche. Mearini ha scritto tanto e tutte le volte che mi è capitato di leggerla mi ha sempre confermato la prima impressione: la parola, per l’autrice milanese, “è una combattente schierata”, capace di tutto. In questo caso capace di ricomporre, purificare, salvare.
Scriverò la storia di mia madre. Devo capire cosa l’ha spinta a rimuovermi dalla sua vita come fossi stata una di quelle macchie d’unto attorno ai fornelli che lei proprio non sopportava. Forse aveva bisogno di cancellarmi per cancellarsi e nessuno di noi si è mai accorto di quanto odiasse ogni singola riga della sua vita.