Meridiano Zero: “Il romanzo di Matilda”, la vita e le imprese di una donna tenace

il romanzo di Matilda_Meridiano Zero _ chronicalibriGiorgia Sbuelz
ROMA – Il romanzo di Matilda di Elisa Guidelli pubblicato da Meridiano Zero, rispolvera la figura storica della Grancontessa di Canossa, nota ai posteri per la parte da mediatrice che ebbe nel periodo delle lotte per le investiture e, soprattutto, per l’episodio che riguarda l’umiliazione del sovrano Enrico IV di Franconia, nell’ormai celeberrima rappresentazione che lo ritrae penitente al cospetto di papa Gregorio VII. Ma Matilda di Canossa fu molto di più e Elisa Guidelli, dopo una ricerca storiografica durata ben dieci anni, ci restituisce il ritratto di una donna sorprendentemente moderna, dalle eccezionali abilità politiche, conscia della sua femminilità e fiera della sua genealogia.

Il romanzo si apre con uno scorcio sulla sua infanzia: la figura del padre, Bonifacio, margravio di Toscana, rinomato fra le genti come un tiranno, ma adorato dalla sua terzogenita Matilda come un genitore generoso e un prode eroe. La madre di lei, Beatrice di Lorena, forte dei suoi nobili natali, donna integerrima e salda figura di riferimento per i figli; scorrono così i primi anni di Matilda, all’insegna della libertà e spensieratezza. Eppure, tempi bui erano in agguato. Nella profezia di una strega incontrata per caso nel bosco, è tracciato il percorso di un destino glorioso e quanto mai avverso:

“Avrai una vita lunga, grandiosa, costellata da successi. Vedrai il mondo e sarai amata e rispettata da tanti, ma ricorda: per ogni vittoria c’è un prezzo da pagare, e il fato ha deciso che il tuo sarà altissimo. Per questo motivo sarai una regina scalza e senza corona”.

La morte del padre, caduto in un’imboscata, spezza l’incanto della sua infanzia e la trascina a forza in un gioco politico che subisce e sovverte in fasi alterne della sua esistenza. Per primo l’esilio a Bodsfeld alla corte di Enrico III, padre di quell’Enrico suo cugino, con cui si scontrerà per tutta la vita e da cui subirà affronti e angherie fin dal principio. In seguito sposa, suo malgrado, di un uomo rozzo e deforme, Goffredo il Gobbo, da cui avrà una figlia morta in fasce. Infine, la devozione per la Chiesa e l’appoggio del papa Gregorio VII, che segretamente amò e di cui fu saggia consigliera, mentre per tutta la vita fronteggiò o armò eserciti: tutto per difendere le terre ereditate dal padre, su cui una donna del Medioevo non aveva diritto di regnare.

“Per te è pronta un’armatura con cui combatterai fino all’ultimo respiro: è il tuo destino che deve compiersi.”

Matilda fu la silenziosa regina sulla scacchiera di un’intricata trama politica, vittima di maldicenze e, allo stesso tempo, acclamata eroina. Il suo compito fu sempre quello di proteggere il territorio italiano dalle pretese della corona Salica, arrivando perfino a sposare, già quarantenne, un ragazzino goffo e impacciato. Battaglie vinte e perse, amori stroncati dalla guerra e dal tempo, esecutrice di un compito tanto più arduo perché nata donna, in tempi in cui alle donne era concesso esclusivamente il compito di partorire figli.
Emblematica la visione che Matilda ha in un momento di sconforto. Da una sirena bicaudata, posta al centro di un labirinto, ode le parole:

“Non avere paura e non tentennare, poiché la natura femminile collega mondi tra loro differenti, unisce la terra e l’acqua, resta sospesa tra la carne e lo spirito. La donna è una dea, un passaggio tra più mondi, un tramite tra la vita e la morte.”

Questo fu Matilda, Grancontessa di Canossa. Tenace nelle battaglie, passionale negli affetti, vivida nell’intelletto. Una figura a cui la Guidelli rende giustizia in una narrazione minuziosa dei fatti che accosta alla ricostruzione psicologica di una fine mediatrice politica e soprattutto di una donna. La ricchezza dei particolari consente l’immersione nelle atmosfere dell’epoca, senza smorzare la suggestione della trama, lasciando tutto il gusto di una lettura vivace, che espone con chiarezza un momento storico tra i più complessi, visto alla luce di una figura chiave che l’ha determinato e scritto.

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