NPE: Dylan Dog e Sherlock Holmes, due modi opposti di vivere l’Incubo

dylan-dog_edizioni-npe_chronicalibriDaniela Distefano
CATANIALuigi Siviero, classe 1977, è autore del blog sui fumetti “House of Mystery”, collabora con i portali “Fumetti di Carta” e “Lo spazio Bianco” e con la rivista “Fumo di China”. Nel suo saggio critico Dylan Dog e Sherlock Holmes: Indagare l’incubo. Il tramonto del detective nell’opera di Tiziano Sclavi (Edizioni NPE), si premura di sviscerare il dietro le quinte di un fumetto per palati raffinati, un caleidoscopio di fobie e tentennamenti, un frigorifero di emozioni forti, un’altalena di catarsi e dannazione.
Ma da dove partire per ricostruire la genesi del personaggio Dylan Dog?
“Elementare”, da Sherlock Holmes.
Occorre confrontare queste due creazioni leggendarie su temi come il caso, il fallimento e la mancanza di confini fra realtà, sogno e finzione.

Nei fumetti di Dylan Dog sono presenti svariati indizi dai quali si ricava che l’indagatore dell’incubo è l’antitesi di Sherlock Holmes.
Sherlock Holmes è il capostipite del detective deduttivo: è figlio del positivismo filosofico in voga nella seconda metà dell’Ottocento. Dylan Dog è il suo opposto, è infatti figlio della crisi del positivismo, è imperfetto e fallisce; le sue indagini sono condizionate dalla casualità…

Tutto affidato all’Imponderabile? In realtà, nei fumetti di Dylan Dog gli avvenimenti si incastrano come gli ingranaggi di un orologio. Sclavi, il suo ideatore, esercita un controllo totale sulle storie. Nulla è fuori posto, prevale un’attenzione maniacale ai dettagli.
Ma chi è il papà di Dylan Dog?
Tiziano Scalvi è nato nel 1953 a Broni, in provincia di Pavia da madre insegnante e padre segretario comunale.
Un’infanzia – la sua – trascorsa nelle cittadine nebbiose e silenziose della provincia pavese. Tra i sei e i sette anni legge tutte le opere di Edgar Allan Poe.
Parallelamente all’attività di fumettista, Sclavi tenta di intraprendere la carriera di romanziere. Nel 1977 inizia a lavorare per il “Corriere dei piccoli”.
L’uscita di “Dylan Dog” n.1 nell’ottobre del 1986 segna una svolta nella sua già ben avviata carriera.
Qualche chicca per spiegarne l’attività visionaria?
Tiziano Sclavi: “Tre cose che mi fanno orrore? Mi spiace, ne ho una sola: tutto”.
E questo “tutto” è immerso nell’universo di Dylan Dog, connaturato al suo respiro,
un messaggio morale da parte di un autore che prova disgusto per una società nella quale non si riconosce e dalla quale si sente distante ed estraneo.

Numerose fobie e debolezze affliggono Dylan Dog: ha paura dell’aereo, soffre di vertigini, di mal di mare, è terrorizzato dai pipistrelli, a volte è depresso..
Sclavi in un’intervista ha dichiarato di aver indebolito Dylan Dog “Per non farne un vincente, un superuomo alla Tex”.

Lui è uno che qualche volta perde, oppure se vince, non vince mai completamente.
Un essere di eccezionale normalità.
Questo saggio impartisce una lezione di disciplina della fantasia, dell’immaginazione, dell’estro creativo, sottesi a un fumetto che si innalza a opera dalla fruizione piramidale: amata dal pubblico di ogni età e formazione culturale.

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