NPE: Dylan Dog e Sherlock Holmes, due modi opposti di vivere l’Incubo

dylan-dog_edizioni-npe_chronicalibriDaniela Distefano
CATANIALuigi Siviero, classe 1977, è autore del blog sui fumetti “House of Mystery”, collabora con i portali “Fumetti di Carta” e “Lo spazio Bianco” e con la rivista “Fumo di China”. Nel suo saggio critico Dylan Dog e Sherlock Holmes: Indagare l’incubo. Il tramonto del detective nell’opera di Tiziano Sclavi (Edizioni NPE), si premura di sviscerare il dietro le quinte di un fumetto per palati raffinati, un caleidoscopio di fobie e tentennamenti, un frigorifero di emozioni forti, un’altalena di catarsi e dannazione.
Ma da dove partire per ricostruire la genesi del personaggio Dylan Dog?
“Elementare”, da Sherlock Holmes. Continua

Dylan Dog, tra esistenza, orrore e filosofia

Stefano Billi
ROMA – Se un buon libro si riconosce dalla copertina, allora “Dylan Dog. Esistenza, orrore e filosofiadi Roberto Manzocco (per Mimesis Edizioni) denota subito un appeal accattivante.

Ma oltre ai risvolti grafici, è il contenuto del testo che vanta un merito particolare. Infatti, “Dylan Dog. Esistenza, orrore e filosofia” si propone come una riscoperta filosofica di una tra le serie di vertice della Bonelli Editore, Dylan Dog per l’appunto. Perché le tavole del celeberrimo “indagatore dell’incubo” non si colorano solo di avventura, mistero, passione, umorismo, quotidianità, orrore. Tra le linee di china nera prendono vita orizzonti di pensiero e riflessioni esistenziali che rendono quel centinaio di pagine dell’albo mensile dylandoghiano un appuntamento imperdibile.

Allora, l’opera di Roberto Manzocco è un appiglio validissimo nel rileggere sotto una chiave filosofica i preziosi spunti disseminati da Tiziano Sclavi e colleghi nelle sceneggiature di Dylan Dog.

L’autore, come un moderno Virgilio dantesco, accompagna il lettore tra i significati più reconditi e le sfumature più sottili delle “zone del crepuscolo” ed altri luoghi noti al mondo dylandoghiano, svelando poi le contingenze, le affinità e i numerosi punti di contatto tra il buon vecchio detective dell’incubo e filosofi immensi (Heiddeger e Sartre, solo per citarne alcuni).

Non solo, poiché le avventure dell’inquilino di Craven Road 47 non rimangono un mero punto d’arrivo, ma piuttosto un punto di partenza per considerazioni ulteriori, che rendono il libro di Manzocco un ottimo saggio sul pensiero contemporaneo in merito a tematiche quali ad esempio l’amore, la morte, la verità, il destino.

Complice alla piacevolezza del testo è poi un tratto stilistico semplice e colloquiale, che rende ogni pagina scorrevole e di facile comprensione, caratteristica rara da scovare nei saggi che trattano di filosofia.

Comunque “Dylan Dog. Esistenza, orrore e filosofia” è un libro per tutti i palati, non soltanto per gli appassionati del fumetto bonelliano: anzi, proprio questo libro può essere l’occasione per esplorare una serie fumettistica italiana di notevole pregio come Dylan Dog, sulle scene ormai dal lontano ottantasette ma certamente insostituibile, soprattutto per tutti i suoi fans.