Giulia Siena
PARMA – Puntazza è l’avventura di una notte. Puntazza è un’altalena ferma nel passato. Puntazza è il luogo dell’infanzia, un parco desolato in un paese qualsiasi. Puntazza è il punto di partenza, l’ultima spiaggia, la speranza riposta in una ragazzata fatta da uomini adulti. Adulti solo all’apparenza. Luciano, il Lungo e Fonema non sono cattivi fino in fondo; quando architettano il “colpo” alla tabaccheria sono mossi solamente da una disperazione che alla fine li mette uno contro l’altro. Puntazza potrebbe essere un romanzo a sé, – tutti questi racconti sono romanzi in embrione – invece è il primo degli otto racconti (e dà il titolo alla raccolta) del libro di Simone Innocenti pubblicato da L’Erudita – Giulio Perrone.
Innocenti, giornalista del Corriere Fiorentino, ci mette del suo e quello che tira fuori è un ottimo esercizio narrativo.
In ogni racconto una nuova storia. Il registro cambia: arriva la poesia e la leggerezza de “L’àncora”, la scrittura concitata de “Il calcolatore”; la semplicità mai banale della storia di Rita, Tommaso e un amore estivo nato nella corsia di un supermercato deserto; la solitudine dell’uomo che osserva il cammino dei tir; la crudeltà de “Il traffico di animali”.
Storie impeccabili – per scrittura e piglio narrativo – che sedimentano nella memoria di chi legge perché sono essenza dell’occhio attento del cronista unito a una asfissiante passione per i dettagli, per il bello, per il ritmo, per il colore. Tutti i sentimenti concentrati in queste pagine sono scelti con cura: la gelosia, la disperazione, la passione, la crudeltà, l’amore consumato, l’amore tradito, la sofferenza, l’assenza. Sentimenti ascoltati e addomesticati all’esigenza. Sentimenti che passano attraverso la vista, la sensibilità, e si fermano su carta con una nuova vita.
“Quello che il cielo ha da dire alla terra si sente, ma nessuno sa ripeterlo. Non c’è chi possa riferire a un altro la bestemmia del tuono, le bugie della pioggia alla zone aride, il crepitio sconcio del fulmine nell’aria grassa di nubi”.