Giulio Gasperini
AOSTA – 61 anni fa, a Marcinelle, in un incidente di miniera, morirono 262 minatori, di cui 136 italiani. Oramai sono considerati eroi, simboli di un’Italia che andava a lavorare all’estero, piuttosto che morire di fame, in cerca di un futuro migliore. Ma, in realtà, i grandi esodi degli italiani – perché di esodi si tratta, essendo partiti quasi 30 milioni di persone dall’Unità di Italia a oggi – sono stati tutt’altro che eroici. Spesso gli italiani (e Sciascia ce lo svela con la sua leggendaria profondità nel racconto “Il mare color del vino”) venivano attratti verso un supposto e ipotetico Eldorado da falsi volantini e procacciatori di esseri umani (essì, anche in passato esistevano i trafficanti e la carne da contrattazione erano nostri connazionali). Parimenti, però, numerose associazioni ed enti benefici cominciarono a scrivere una serie di guide, per aiutare i connazionali che volevano partire e, soprattutto, sopravvivere nelle nuove terre oltremare. Hermann W. Haller ha raccolto, nell’interessantissimo volume Tutti in America, edito da Franco Cesati Editore, alcune delle “guide elaborate per gli emigranti italiani durante il periodo del grande esodo”. Continua
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La Patagonia rebelde degli anni Venti.
Giulio Gasperini
AOSTA – Una storia leggendaria, quella della Patagonia degli anni Venti, popolata di peones, gauchos e sindacalisti anarchici, in una terra lontana dai luoghi del potere, sferzata da un vento e da un freddo impossibili, ma fondamentale per la stabilità e la conservazione politica ed economica. Il giornalista argentino Osvaldo Bayer ha indagato e raccontato le vicende drammatiche che portarono al massacro di circa 1500 tra campesinos e sindacalisti nel 1922 in questo libro da sempre perseguitato e censurato: Patagonia Rebelde, riproposto in Italia dalla casa editrice Elèuthera in una versione ridotta, a causa dell’imponenza della versione originale. Le indagini di Bayer, dipanatesi per lunghi anni, hanno prodotto un’edizione originale in quattro volumi, per un totale di 1600 pagine: impossibile, dunque, da leggere e fruire per un pubblico che non fosse argentino. Continua