Una Fiaba per ASROO: “Il bambino che sapeva amare” tra i partecipanti al Concorso Letterario Nazionale “IL DONO”

LAURA MOSCATELLI
Il bambino che sapeva amare – C’era una volta, sperduta fra i verdi prati di campagna, in un luogo collinare, una casa dove viveva un bambino che portava in se un grande amore per tutte le persone del mondo e per il Creato. Rispettava ogni vita, che fosse quella di un animale, di un insetto, di una pianta o di un fiore, lui la rispettava. Diceva: “La vita è vita per tutti, e a ognuno è cara la sua, non bisogna distruggerla, ma rispettarla.”
Questo bambino si chiamava Josè Maria. Egli amava molto la natura, amava tutto il Creato, gli animali, le piante, il sole e la luna. Amava guardare sempre il cielo e le sue stelle, che brillavano di una luce intensa. Quando le guardava, restava senza fiato, tanto erano belle e luminose. Si stupiva ogni volta come se fosse la prima volta che le guardava. Rimaneva incantato e desiderava il cielo con tutto se stesso. Diceva: “un giorno io andrò lassù, in cielo, da Gesù, con i suoi angeli”.
Di giorno osservava i colori del cielo e la disposizione delle nuvole che davano vita a forme straordinarie. Diceva che il cielo assomigliava a una tela su cui Dio dipingeva ogni giorno nuove forme e nuovi colori per allietare gli uomini sulla terra. Di notte amava guardare le stelle, conoscere le costellazioni e chiamarle per nome. Sapeva che Dio le conosceva una per una e le chiamava al suo servizio.
Amava osservare i fenomeni della natura, che fosse un arcobaleno dai colori brillanti o le forme dei cristalli dei fiocchi di neve.
La sua dolce mamma, donna molto previdente, gli aveva insegnato a rispettare ogni cosa e ogni persona e a dire le preghiere mattino e sera, in segno di ringraziamento, affidando al Signore, Re del cielo e della terra, i propri sogni, le proprie speranze e tutte le persone che amava. Così ogni volta che vedeva una persona in difficoltà, egli la osservava e la guardava con compassione, poi chiudeva gli occhi come se stesse esprimendo un desiderio e pregava per quella persona, dicendo una semplice frase rivolta a Dio. Aveva imparato che le preghiere dei bambini arrivano direttamente al cuore di Dio.
La mamma gli aveva insegnato che quando era nato, Dio gli aveva assegnato uno straordinario compagno di vita, un meraviglioso Angelo Custode. Egli lo pregava di proteggerlo sempre da ogni avversità. Gli diceva: “Grazie Angelo mio, ti amo tanto”.
Tutte le volte che era in difficoltà lo chiamava: “Angelo mio, aiutami ti prego. Grazie”.
Non mancava mai di ringraziarlo.
Un giorno Josè Maria si ammalò. All’improvviso si sentì male e i suoi genitori dovettero portarlo dal dottore, il quale lo visitò e dopo avergli fatto accurati esami, gli disse che doveva curarsi e prendere delle medicine per guarire. Passavano i giorni ma il bambino non guariva. La mamma era molto preoccupata e lui di quando in quando la sentiva piangere perché il suo piccolo bambino non guariva.

Josè Maria che conosceva l’importanza della preghiera e sapeva che ogni preghiera viene ascoltata dal Signore Gesù. Un giorno si alzò dal letto, si mise in ginocchio e pregò rivolto verso il sole, dicendo: “Caro Gesù, io ti amo tanto e so che anche tu mi ami. Hai visto, mi sono ammalato? Tu puoi guarirmi se vuoi. Ti prego, ho bisogno del tuo aiuto. Puoi venire in mio soccorso? Affiderò questa preghiera al mio Angelo Custode, perché possa portartela in cielo. Ti prego aiutami”.
Josè Maria sapeva che Dio in cielo, dal suo trono santo vede e sente ogni cosa e accoglie ogni preghiera, esaudisce però quelle fatte col cuore. La sua era fatta col cuore in totale umiltà e semplicità, era la preghiera più bella agli occhi di Dio, la più dolce per le sue orecchie.
Qualche giorno dopo, era nel suo letto e dalla finestra vide arrivare una luce bianco azzurra intensa e brillante, come non ce ne sono sulla terra. Si affrettò ad alzarsi e corse verso la finestra, si affacciò e li sospeso nel cielo, di fronte a lui c’era un Angelo bellissimo fatto di cristallo e di luce, che emetteva i colori dell’arcobaleno dal suo cuore. Lo osservò stupefatto, i suoi occhi si spalancarono e la sua bocca si aprì rimanendo senza parole. Aveva l’espressione di uno che stava vedendo una cosa straordinaria e assolutamente speciale. Dio lo aveva esaudito, gli aveva mandato uno splendido angelo dal cielo. Lo aveva inviato per guarirlo. Aveva visto il suo grande amore per tutte le creature del mondo e per le persone, aveva visto che lui diceva preghiere anche per chi non conosceva, salvando spesso queste persone, senza nemmeno saperlo. Le sue preghiere erano salite al cielo e lui aveva ricevuto grazia.
L’angelo gli sorrise e gli disse: “Josè Maria, Dio ti manda a dire che ti ama molto e vuole esaudire le tue preghiere. Ti sia dato ciò che chiedi”.
L’angelo fece un cenno con la mano e dal suo cuore uscì una luce splendente, fatta di arcobaleno, avvolse il bambino in un abbraccio, ed egli guarì.
Poi l’angelo si inchinò in segno di saluto e gli disse: “Ora torno da Colui che mi ha mandato da te, un giorno sarai anche tu in paradiso, nel più bel posto che tu possa immaginare. Dio ti ama. A presto”.
Josè Maria, fissò il cielo fino a quando l’angelo scomparve nell’infinito blu celeste, divenne come un puntino luminoso simile a una stella brillante e poi scomparve.
Josè Maria, corse dalla mamma tutto trafelato e gli disse: “Mamma, mamma! Un angelo di Dio è venuto dal cielo e mi ha guarito!”
La mamma che lo amava molto cercò di assecondarlo dicendo: “certo amore! Adesso torna a letto e riposati che devi guarire”.
Allora Josè Maria, tirò il vestito della mamma per cercare la sua attenzione e le disse: “Mamma, Dio mi ha guarito!”
Lei si chinò verso di lui, lo guardò in faccia e gli accarezzò il viso dolcemente, ma notò nei suoi occhi una luce diversa, così si fermò a riflettere un attimo, lo guardò meglio e gli sembrava che il suo bambino fosse diverso. Lo portò dal dottore, che gli fece degli esami e con suo grande stupore, diedero esito negativo. Josè Maria era davvero guarito.
I dottori non sapevano come spiegarselo e la madre era senza parole, le lacrime gli solcavano il viso, erano quelle le sue parole.
Tornarono a casa e vollero dirlo a tutti. Una guarigione santa va festeggiata e testimoniata.
Lui era il bambino che amava molto e per il suo amore Dio lo premiò guarendolo. Gli aveva fatto il Dono della guarigione. L’amore lo aveva guarito.
Da amore ad amore.

 

Questa storia è dedicata a un bambino speciale di nome Josè Maria

“Il bambino che sapeva amare” di Laura Moscatelli
Tra i primi dieci classificati al concorso nazionale Il Dono – ASROO

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