Eventi: Modena, regno della fiaba

Dall’11 al 13 settembre il Festival della Fiaba, narrazioni e idee

MODENA – La fiaba non è solo un genere per intrattenere i bambini. Dall’11 al 13 settembre Modena ospita il Festival della Fiaba, una manifestazione pensata per un pubblico adulto; con lo scopo di approfondire questo genere narrativo attraverso un’indagine intellettuale, antropologica e culturale. Tre giorni di narrazioni in voce semplice, performance, spettacoli, mostre, concerti e tante iniziative dedicate quest’anno al tema della Baba Jaga, ovvero la “Grande Madre”

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Festival della Fiaba: dal 14 al 16 giugno Modena città della narrazione

MODENA – Approfondire il genere narrativo della Fiaba attraverso un’indagine intellettuale, antropologica e culturale: a giugno torna a Modena – in una nuova versione itinerante presso il circolo culturale Filatoio e varie location nel quartiere adiacente al Museo casa Enzo Ferrari – il Festival della Fiaba. Un appuntamento unico sul territorio nazionale perché si rivolge al pubblico adulto e consapevole. Tre giorni di narrazioni in voce semplice, conferenze, performance, spettacoli, Workshop e tante iniziative dedicate quest’anno al tema della “Follia”.

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Una Fiaba per ASROO: “Il bambino che sapeva amare” tra i partecipanti al Concorso Letterario Nazionale “IL DONO”

LAURA MOSCATELLI
Il bambino che sapeva amare – C’era una volta, sperduta fra i verdi prati di campagna, in un luogo collinare, una casa dove viveva un bambino che portava in se un grande amore per tutte le persone del mondo e per il Creato. Rispettava ogni vita, che fosse quella di un animale, di un insetto, di una pianta o di un fiore, lui la rispettava. Diceva: “La vita è vita per tutti, e a ognuno è cara la sua, non bisogna distruggerla, ma rispettarla.”
Questo bambino si chiamava Josè Maria. Egli amava molto la natura, amava tutto il Creato, gli animali, le piante, il sole e la luna. Amava guardare sempre il cielo e le sue stelle, che brillavano di una luce intensa. Quando le guardava, restava senza fiato, tanto erano belle e luminose. Si stupiva ogni volta come se fosse la prima volta che le guardava. Rimaneva incantato e desiderava il cielo con tutto se stesso. Diceva: “un giorno io andrò lassù, in cielo, da Gesù, con i suoi angeli”.
Di giorno osservava i colori del cielo e la disposizione delle nuvole che davano vita a forme straordinarie. Diceva che il cielo assomigliava a una tela su cui Dio dipingeva ogni giorno nuove forme e nuovi colori per allietare gli uomini sulla terra. Di notte amava guardare le stelle, conoscere le costellazioni e chiamarle per nome. Sapeva che Dio le conosceva una per una e le chiamava al suo servizio.
Amava osservare i fenomeni della natura, che fosse un arcobaleno dai colori brillanti o le forme dei cristalli dei fiocchi di neve. Continua

Una Fiaba per ASROO: “Cadò” tra i partecipanti al Concorso Letterario Nazionale “IL DONO”

FRANCESCA DI BITETTO
Cadò – Sbuf sbuf. Questo ripete Batuf ogni giorno d’inverno.
È bianco e freddo, un piccolo batuffolo di neve cui non piace cadere quando arriva la stagione. È un’eccezione del Cielo, rara quanto una Cicogna senza Dono.
Sua madre Acqua gli ha spiegato che è normale cadere. Accade a chiunque, è naturale come sciogliersi, parte del ciclo della vita.
Batuf però non dorme. Sogna di essere diverso e trascorre le notti disturbando il sonno dei suoi nonni, Nubi e Nuvole.
“Voglio un colore, un odore, un sapore. Un altro destino e un’altra vita a primavera” pensa e ripensa Batuf.
Se proprio deve cadere che non sia sull’asfalto. Non per la paura del buio… Solo perché è tanto sporco. Il massimo per Batuf sarebbe scivolare in una gola: oltre quella soglia dicono ci sia una montagna russa spettacolare – altro che le curve delle bufere!
Batuf vuole partecipare alla vita umana. Gli piacciono i cittadini. Li vede dall’alto: piccolissimi puntini colorati, tiepidi e rumorosi. Loro vanno pazzi per la neve e dicono molto più di sbuf sbuf!
Suo padre Ghiaccio gli ha ricordato che essere un buon fiocco di neve significa rendere felici i Natali – truccare i tetti, vestire le montagne, pulire le strade, congelare il traffico, chiamare il sale fuori dalle cucine, apparecchiando tutti insieme l’Atmosfera magica per far giocare grandi e piccoli sulla Terra. Continua

Una Fiaba per ASROO: “La casa di Nora” tra i partecipanti al Concorso Letterario Nazionale “IL DONO”

ROSARIA MARCANTONIO
La casa di Nora – C’era una volta Nora e la sua casa. Nora era una vecchina buona e la sua casa, la Casa dei Cuori. Chiunque fosse privo di cuore, poteva andare da Nora e chiederne uno. E Nora con grande gioia sceglieva il cuore più adatto a ogni avventore. Del resto si sa, non tutti i cuori sono uguali. Ognuno ha bisogno del cuore giusto. Del suo cuore. Non di un altro. A una mamma ad esempio serve un cuore grande, a un papà un cuore forte, a un medico un cuore generoso, a un giudice un cuore giusto, a una maestra un cuore paziente e così via dicendo. A ognuno il proprio. E Nora non sbagliava mai. Mai aveva assegnato per errore un cuore duro a una sposa novella oppure un cuore allegro a un vecchio avaro. Quando arrivavano alla sua porta in cerca di un cuore, le bastava guardarli negli occhi per intuire quale fosse quello giusto. Soltanto una volta aveva esitato: si trattava di sua figlia Lisette. Si sa che il giudizio di una mamma è obbiettivo fino a un certo punto: una mamma sa, conosce i propri figli, ma a volte si impone di guardare altrove. Il petto di Lisette non poteva ospitare un cuore gentile eppure Nora, non volendo dare a sua figlia il cuore malvagio che meritava, le diede un cuore gentile. Il risultato fu terribile. Lisette, la cui indole malvagia non tollerava tanta profusione di gentilezza, impazzì. Continua

Una Fiaba per ASROO: “I sette nanetti” tra i partecipanti al Concorso Letterario Nazionale “IL DONO”

COSTANZA CERROTTA
I sette nanetti – C’erano una volta sette nanetti. Ti sembra di conoscerli? Beh, caro piccolo lettore, ti anticipo subito che non ti sto raccontando di quei sette nanetti che incontrarono la bellissima ragazza dalla pelle candida come la neve. A me piacciono i personaggi meno noti, quelli che per diventare degli eroi non devono essere per forza famosi. Io che ti scrivo non sono famosa e tu che leggi non sei probabilmente famoso. Ma siamo comunque preziosi io e te! Tu sicuramente sei super prezioso perché credi nei tuoi sogni. E continua a farlo! Ma ora ecco che riprendo la mia storia per te: c’erano una volta sette nanetti. Vivevano in una radura incantata dove tutto era bellissimo: un fiume limpido, fiorellini colorati ovunque, scoiattolini che saltellavano felici di qua e di là. Tutto bello come in un sogno! E poi c’erano loro: sette piccoli nani che regalavano sorrisi! Non avevano molto da donare se non questo: la gioia di un luminoso sorriso per chiunque passasse a trovarli. Continua

Una Fiaba per ASROO: “Il mostro di Allegropoli” vince la sezione Ragazzi del Concorso Letterario Nazionale “IL DONO”

LUIGI PUZZOLANTE
Il mostro di Allegropoli – C’era una volta una città, Allegropoli, dove tutti erano gioiosi: adulti e bambini sorridevano sempre, anche se venivano licenziati o prendevano brutti voti. Ma viveva nel bosco di Tristezia, in una grotta, un mostro a due teste, quattro braccia e sette gambe; era tutto nero e si chiamava Tristgull. Era sempre preso in giro dagli abitanti di Allegropoli; ma con il tempo il mostro di questo si stancò. Un giorno, preso dalla rabbia, rubò l’allegria a tutte le persone della città.

Quello stesso giorno, a teatro, si stava esibendo un famoso comico che si chiamava Ridolin, ma quando iniziò a parlare sentì che dalla bocca gli uscivano solo offese e pettegolezzi di cattivo gusto. Continua

UNA FIABA PER ASROO, arriva il concorso letterario che fa del bene. Tema “IL DONO”

PARMA – Donare v. tr. e intr. [lat. dōnare, der. di donum «dono»] (io dóno, ecc.). – 1. tr. a.
Dare ad altri liberamente e senza compenso cosa utile o gradita.

Un racconto può portare lontano; un racconto che sia una fiaba e abbia come il tema il dono è già un piccolo regalo che ogni aspirante scrittore può fare a sé stesso e agli altri. Una fiaba, infatti, può fare miracoli: donare speranza, sorriso e spensieratezza, tutti doni di cui ogni bambino ha bisogno per crescere e credere. E le fiabe possono fare del bene poiché “la fiaba – come disse Gianni Rodari – è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo”.

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“Quando gli animali andavano a piedi”: le fiabe che non hanno mai confini

Giulio Gasperini
AOSTA – Le fiabe non hanno mai confini. Lo sa bene il maestro elementare Franco Lorenzoni, che ha elevato la narrazione collettiva a strumento didattico imprescindibile nelle sue classi. Quando gli animali andavano a piedi, la storia che ha pubblicato per Orecchioacerbo editore, accompagnata dalle splendide illustrazioni di Eva Sànchez Gòmez, è una fiaba di una ricchezza tracimante e incontenibile, che conferiscono alla Natura una forza tellurica e dirompente.
La storia è quella che Yusif, pastore immigrato in Italia per lavorare con le pecore, racconta a suo figlio Teoramin. È una fiaba che, come tutte le fiabe importanti, si carica di simbologie universali ed esemplari, scontornando i volti dei (presunti) protagonisti e assumendo i connotati e le fisionomie di ogni lettore, presunto o immaginario, che abbia la dolcezza e la delicatezza di avvicinarsi a una storia come questa.
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“Il lupo che saltò fuori da un libro”: le avventure del lupo prima di incontrare Cappuccetto Rosso

Il lupo che saltò fuori da un libro_VALENTINA EDIZIONI_chronicalibriGiulia Siena
PARMA“Dentro la sua storia il lupo era feroce, nero come la pece e aveva i denti appuntiti. Ma solo soletto nella stanza di Zoe, si sentiva molto impaurito”. 
Impaurito sì… il Lupo, infatti, di solito, se ne stava tranquillo nel bosco aspettando di vestire i panni del cattivo. Ora, invece, caduto dalle pagine del libro, fuori da quella storia, tutto è diverso.
Il lupo che saltò fuori da un libro è il nuovo e poetico libro di Thierry Robberecht illustrato da Grégoire Mabire e pubblicato da Valentina Edizioni. Continua