Direttore. Per gli amici: il direttore di ChrL. Pugliese del nord, si trasferisce a Roma per seguire i libri e qui rimane occupandosi di organizzazione di eventi e giornalismo declinato in modo culturale e in salsa enogastronomica. Fugge, poi, nella Food Valley dove continua a rincorrere le sue passioni. Per ChrL legge tutto ma, come qualcuno disse: "alle volte soffre un po' di razzismo culturale" perché ama in modo spasmodico il Neorealismo italiano e i libri per ragazzi. Nel 2005 fonda la rubrica di Letteratura di Chronica.it , una "vetrina critica" per la piccola e media editoria. Dopo questa esperienza e il buon successo ottenuto, il 10 novembre 2010 nasce ChronicaLibri, un giornale vero e proprio tutto dedicato ai libri e alle letterature, con occhio particolare all'editoria indipendente. Uno spazio libero da vincoli modaioli, politici e pubblicitari. www.giuliasiena.com

“Odio la matematica!”, il problema di non saper risolvere i problemi

chronicalibri_recensione_odio matematicaROMA “La maestra ha detto che se mi esprimessi in matematica con la stessa abilità con cui mi esprimo in italiano, sarei il primo della classe. Ecco la dimostrazione che la maestra Flora ha una fissa per questa materia: anche quando usa gli aggettivi anziché pescare tra quelli qualificativi, sceglie i numerali.”

 

Leo ha quasi undici anni e il suo grosso problema sono i problemi di matematica; lui odia trovare soluzioni numerali a quesiti matematici. “Odio la matematica!” di Emanuela Da Ros (già autrice di “Avventure in cucina” e “Ricette per ridere”) e pubblicato dalle Nuove Edizioni Romane, è un simpatico volumetto che tratta un piccolo “dramma” quotidiano con semplicità e spensieratezza.

Leo adora la maestra Flora nonostante quest’ultima sia così affascinata e presa dai numeri da non accorgersi che a lui questi “scarabocchi” non vanno proprio giù. Ma, con il tempo, Leo imparerà che anche la matematica ha qualcosa di comprensibile e che la maestra Flora non è solo una maestra, ma una donna con la propria sensibilità e i suoi grandi e piccoli problemi.

Bologna Children’s Book Fair, l’appuntamento della Letteratura per Ragazzi

chronicalibri fiera per ragazziBOLOGNA – Ventimila metri quadri per la più grande Fiera di Letteratura per ragazzi, in programma fino al 22 marzo. Stiamo parlando di Bologna Children’s Book Fair, riconosciuta in tutto il mondo come l’evento da non perdere per tutti coloro che si occupano di contenuti culturali per ragazzi, alla Fiera del Libro sono ammessi unicamente gli operatori del settore: editori, autori, illustratori, traduttori, agenti letterari, business developer, licensor e licensee, packager, stampatori, distributori, librai, bibliotecari, insegnanti, fornitori di servizi editoriali.
Gli operatori del mercato globale del copyright possono trovare in questa Fiera l’ambito ideale in cui sviluppare al meglio le proprie attività quali vendere e acquistare copyright, scegliere i migliori contenuti dell’offerta editoriale e multimediale globale per ragazzi, sviluppare nuovi contatti e consolidare rapporti professionali, scoprire nuove opportunità di business e confrontarsi con le nuove tendenze del settore.

Il Portogallo é il Paese ospite d’onore alla Mostra degli Illustratori 2012; una partecipazione di forte interesse, che offre agli operatori professionali dell’editoria per ragazzi, a Bologna per la quarantanovesima edizione della  FIERA DEL LIBRO PER RAGAZZI, l’opportunità di conoscere meglio la produzione del più occidentale  dei Paesi Europei. Un’occasione importante di riflessione sulla cultura portoghese, di tradizione iberica, meno conosciuta internazionalmente della cultura spagnola, ma assolutamente non meno importante per il suo contributo letterario e per la sua storia.

Il Portogallo porta in mostra a Bologna Como as cerejas (Come le ciliegie) che propone una selezione di opere di artisti già affermati nell’ambito dell’illustrazione per ragazzi e di giovani talenti, che consentiranno di apprezzare le più attuali espressioni della scuola portoghese. Evocativo il titolo della mostra: “Como as cerejas”, come le ciliegie, infatti, ogni tavola in mostra spinge il visitatore alla successiva, accendendo la curiosità di scoprire un altro tassello della straordinaria cultura portoghese.  La Mostra é ospitata al Centro Servizi del Quartiere fieristico di Bologna, luogo tradizionalmente dedicato all’illustrazione, animato, nelle giornate di fiera anche dal ricco programma di incontri che si susseguono al Caffè degli Illustratori, con  illustratori, autori e protagonisti del mondo dell’editoria

L’Editoriale: VerbErrando, cronaca delle parole

ChronicaLibri editorialeROMA – Parte oggi VerbErrando, cronaca delle parole, uno nuovo spazio dedicato agli eventi, rassegne, incontri e appuntamenti letterari. A raccontarci cosa succede sulla scena editoriale romana e italiana c’è la scrittrice Veruska Armonioso; attraverso la sua penna conosceremo i libri e gli scrittori che popolano il variopinto mondo culturale di questo periodo. Con una scrittura descrittiva, coinvolgente e spensierata, Veruska ci porterà in viaggio alla ricerca delle parole.

 

A spasso per Monti, mi presento
Che arriva la primavera non te ne accorgi dal calendario, ma dalle porte aperte.
Quando, dopo aver aperto la porta, non fai caso a richiuderla perché tanto non c’è freddo da bloccare all’entrata, ecco… quello è il momento.
Così, piano piano, le strade si popolano di passeggiatori che, senza una meta precisa, si aggirano per vicoli, piazze, alla ricerca di nuove scoperte. Il Rione Monti è un Barrio, speciale in questo. Solo lì recuperi una parte di te che non hai altrove, la parte della città che non sarà mai di nessun viaggiatore occasionale. Monti è di chi a Roma ci viene per restare, di chi se ne è perdutamente innamorato e proprio non riesce a starne senza. La casa di appuntamenti all’aperto più romantica che ci sia, dove l’arte si mette in mostra in tutte le sue declinazioni per farsi scegliere e portare a casa. Dove c’è posto per ogni pensiero, dal più pudico al più spregiudicato, dove le clandestinità si condividono tra sconosciuti per appartenenze, con una birra ghiacciata in mano e un libro nella tasca. In una serata come questa, passeggiando per via Leonina, trovi Orlando e Ofelia. Non so se Ludovico Ariosto e William Shakespeare avrebbero mai fatto incontrare questi due epici paladini dell’amore folle, ma Roma lo ha fatto accadere attraverso una porta aperta, al civico 85. Non entrare è impossibile, sei attratto da una forza magnetica che ti trascina dentro e di colpo ti trovi in un luogo curioso, un luogo di libri; arte figurativa per lo più, e poi, man mano che procedi attraverso le sale, scopri che non è un luogo ma una casa, una casa dell’arte. C’è una veranda vestita a serra dove si beve e ci si intrattiene al chiar di luna, una botola che, attraverso una scala a chiocciola, ti fa scivolare in un sottoscala umido e freddo, completamente bianco, dove alloggia una mostra di pittura. Risalgo e trovo, seduto su una poltrona (non si sa se vintage o antica ma, di fatto, non nuova) Claudio Morici che legge le filastrocche di Maurizio Ceccato impegnato, intanto, con una bomboletta spray oro, a rivestire la porta d’entrata con un’illustrazione tratta dal suo libro “Non capisco un’acca” (ed. Hacca 2012).
Assaporo ogni passaggio di questa delizia dei sensi, dove le parole giocano a servire le immagini di Ceccato in un rebelot di identità stornate, rielaborate e poi riassegnate che fanno di questo libro un prezioso oggetto da sfogliare con parsimonia, centellinandone ogni centimetro quadrato.

 

L’affabulazione del suo gioco ti proietta in una dimensione di onirica visionarietà, fluttui in un’aria rarefatta, sospeso tra i suoi vedononvedo, attraversato dai suoi vagoni… percepisci con ogni cellula del tuo corpo le possibilità, infinite e indefinibili, che la mente può riservarti. Una casa dell’immaginazione spregiudicata, raccontata con poesia semiotica in tutte le sue forme.
Uscire da quel luogo ha il sapore amaro dell’addio… meno male che c’è Monti fuori ad aspettarmi…il mio luogo…quel che mi manca quando sono altrove… il luogo che parla di me, fatto della mia gente, di gente come me… esploratori pagani alla ricerca di scoperte nuove… e di nuove immaginazioni.
Orlando e Ofelia, via Leonina 85, Rione Monti, Roma.
“Non capisco un’acca” di Maurizio Ceccato, ed. Hacca 2012

 

Veruska Armonioso per ChrL

Vintage: l’eterna Poesia di Sandro Penna

ROMA – Fu poeta dalla vena lirica potente e intensa, Sandro Penna, colorata e umile nello scegliere la parole. Ma estremamente raffinata nel legarle, nell’allacciarle in isole di significati e di suoni che ci fanno scoprire quanto la realtà fisica sia importante, ci fanno sorprendere di quanto i colori siano fondamentali, ci fanno esagerare quanto l’orizzonte possa spingersi ancora un po’ più oltre del nostro sguardo. E di quanto la semplicità possa essere la forma più intensa di ricchezza ed eleganza.

Buona vita e buon risveglio a tutti!

 

La vita… è ricordarsi di un risveglio
triste in un treno all’alba: aver veduto
fuori la luce incerta: aver sentito
nel corpo rotto la malinconia
vergine e aspra dell’aria pungente.
Ma ricordarsi la liberazione
improvvisa è più dolce: a me vicino
un marinaio giovane: l’azzurro
e il bianco della sua divisa, e fuori
un mare tutto fresco di colore.

Sandro Penna – Poesie (1927-1938)

Da Feltrinelli “La cucina del buon gusto”

ROMA Feltrinelli pubblica “La cucina del buon gusto”, un libro di Maria Rosario Lazzati e Simonetta Agnello Hornby per celebrare la gastronomia italiana. “Brillat-Savarin è stato per noi una scoperta recente. Avevamo già deciso di scrivere un libro di cucina per esprimere la profonda gioia che ci dà il cucinare e il grande conforto che ne abbiamo tratto vivendo all’estero. Volevamo celebrare la gastronomia e i piaceri dei sensi che si incontrano nel preparare il cibo, nel servirlo e nel mangiarlo. Cucinato, condiviso, consumato da soli, regalato; occasione d’incontro, simbolo di appartenenza a gruppi e a religioni, nutrimento del corpo e della psiche, il cibo è potentissimo antidoto contro l’isolamento e la tristezza. Ce ne siamo rese conto quasi per caso. Rosario, da bambina, nella cucina di casa si incantava a osservare la trasformazione degli ingredienti in pietanza; da adulta, all’estero, cucinava per mantenere la propria identità e ha cominciato ad apprezzare dettagli che danno piacere, come organizzare e riordinare la dispensa, fare la spesa nei mercati del quartiere e cucinare con i fiori del terrazzo. Molte alunne della sua scuola di cucina londinese frequentano i corsi da anni, perché hanno imparato che cucinare aiuta a stare meglio. Simonetta, cuoca per tradizione familiare e per necessità, ha sperimentato attraverso le vicissitudini della vita il valore catartico della cucina. Per lei, la cucina e la tavola, oltre a essere elementi fondamentali dell’esistenza, costituiscono un trionfo dei sensi, della bellezza e dell’ospitalità.” (Simonetta Agnello Hornby e Maria Rosario Lazzati)

“La linea di minor resistenza”, l’ultimo scritto di Carlo Fruttero

gallucci_frutteroROMA “La linea di minor resistenza”, l’ultimo scritto del grande Carlo Fruttero, è stato appena pubblicato da Gallucci Editore. Questo titolo, che tanto affascinò lo scrittore recentemente scomparso, racchiude un poemetto di riflessioni sulla vita e sulla fine di essa. La linea di minor resistenza è quella che segue la materia per progredire ed evolvere, così come la vita che scorre e trascorre per poi finire.

“Le parole gli uscivano rapide, una dietro l’altra, senza pause, senza incertezze. E via via prendeva forma una ballata lunga una vita, la sua vita. Non si interruppe mai, se non per accendersi una sigaretta, non mi chiese mai di rileggere il testo e così, di getto, nacque La linea di minor resistenza. Quando smise mi guardò e mi chiese: – Allora, che te ne pare? L’avevo in testa da vent’anni, ma non ero mai riuscito a scriverlo. Forse perché non era ancora il momento.” Maria Carla Fruttero

ChronicaLibri intervista Emanuele Ponturo, autore de “L’odio. Una storia d’amore”

Giulia Siena
ROMA
– Sguardo deciso e risposta diretta. Questo è Emanuele Ponturo, avvocato penalista di professione e scrittore per diletto, necessità e analisi. L’autore di “L’odio. Una storia d’amore” (Fermento) è il protagonista odierno della nostra intervista.

 

Come e quando è nata l’idea de “L’odio. Una storia d’amore”?
Una notte d’inverno,  in montagna, davanti al camino, bevendo vino rosso per scaldarmi mentre fuori  era tutto neve e freddo. Mi aveva colpito un fatto di cronaca: una violenza subita da una ragazza in un bosco. Avevo finito di leggere in quei giorni “La fine di Alice” di A.M. Homes.

Dopo i racconti Emanuele Ponturo passa al romanzo, una nuova sfida e un esercizio di scrittura diverso. Come ti sei approcciato a questa avventura?

In realtà è avvenuto tutto in modo naturale. Avevo in mente una storia ricca di sfaccettature in cui il punto di vista mutava, una storia che si snodava tra passato e presente. La forma del racconto non sarebbe stata idonea a questa narrazione; mi occorreva un passo più lungo, un respiro più ampio per contenere tutto l’intreccio e ricamarlo. Mentre scrivevo, i personaggi mi conducevano ogni volta sempre un po’ più in là… In questo modo è stato possibile mettere in rilievo i loro stati d’animo. La sfida è stata non priva di fatica e di imprevisti, ma ne è valsa la pena.
intervista emanuele ponturo ChronicaLibriScontata e un po’ provocatoria la domanda sul rapporto tra la tua professione e la tematica del romanzo: un avvocato penalista alle prese con un romanzo dalle tinte fosche. Moda o bisogno?
Entro in contatto con le realtà più dure e disperate, per esigenze legate alla mia professione: violentatori e donne vittime di stupro; sfruttatori e prostitute; spacciatori, rapinatori e vittime di soprusi. Di certo questo “mondo” di storie nere mi ha condizionato nella scrittura. Me ne sono servito sia per indagare il mistero del  male che si agita dentro l’uomo, sia per esorcizzarlo, questo male. Nel mio lavoro di scrittura, inoltre, mi hanno guidato scrittori come Patrick McGrath e Joyce C. Oates con le loro tematiche legate alla psiche, al torbido, all’oscuro, a qualcosa che corteggia anche il perverso, elementi tutti così vicini alle mie corde.
Il protagonista, per vendicare il suo amore, diventa il “lupo” di questa favola moderna. E’ così labile – quasi irriconoscibile – il confine tra amore, disperazione e vendetta?
Infatti il titolo stesso, “L’odio – una storia d’amore”, contiene questa ambivalenza. Il confine è labile perché i sentimenti spesso hanno sfumature non distinte. Amore, disperazione, vendetta,  questi i sentimenti che volevo affrontare: l’amore di  Monica vissuto in attesa di Stefano;  l’amore di Stefano nutrito inizialmente con gli occhi lirici dell’adolescenza, e la disperazione per un altro amore mai corrisposto; la vendetta che si trasformerà in gesto definitivo, ecco, tutti questi elementi, cioè i sogni e le conseguenze che derivano dall’impossibilità di realizzarli, muovono i personaggi ed è difficile stabilire confini tra i loro sentimenti spesso in contrasto.
Odio e Amore sono valori assoluti e distinti o due modi diversi di esercitare la propria volontà sull’altro?
Per me, Odio e Amore possono diventare due modi diversi di esercitare la volontà sull’altro. Avviene quando il sentimento, che continua ad essere ancora molto forte, diventa ostile; spesso accade che un grande amore, quando finisce, si trasforma in odio.
“L’odio. Una storia d’amore” è un romanzo fatto di sentimenti contrastanti: violenza e amore, sofferenza e sogni; una sorta di noir romantico. Quali sono gli ingredienti per un romanzo di questo tipo?
Giocare con le luci e le ombre.

Nella revisione di questo libro ti sei avvalso della collaborazione di Daniela D’Angelo. Quali sono stati i cambiamenti che ha apportato il lavoro di editing alla tua scrittura?
Daniela D’ Angelo è l’editor che ho fortemente voluto per il mio romanzo; le ho  fatto leggere alcuni miei racconti e li ha  apprezzati, allora mi ha chiesto “L’odio” che in quel momento era alla sua seconda stesura. E’ riuscita ad entrare dentro la storia e a renderla incandescente; attraverso un lavoro di maieutica, la trama si è definita e arricchita. Insieme siamo andati nei luoghi in cui si svolge la storia (la Magliana, la scuola di Stefano e di Barbara, l’albergo, il bosco); ma il mio editor è anche una bravissima poetessa; nel libro, le lettere di Stefano, evocative, liriche, perverse, hanno richiesto un lavoro separato dal testo.

Le tre parole che preferisci?
Isola, corpo, notte.

 

foto di Mario D’Angelo

“Premio Zucca – Spirito Noir Collection”, dal 12 marzo per scrittori e appassionati

Premio zucca 2012_chronicalibriROMA – “La notte”, il più classico ma anche uno dei temi più suggestivi del mondo noir, sarà il fil rouge a cui dovranno ispirarsi i racconti degli aspiranti scrittori che parteciperanno al “Premio Zucca – Spirito Noir Collection”, il concorso rivolto ai talenti emergenti del noir. Il “Premio Zucca – Spirito Noir Collection” prende il via dal 12 marzo 2012: il concorso è rivolto a scrittori esordienti, giovani scrittori, studenti e appassionati italiani ed europei dai 18 anni in su che si vogliano cimentare nella composizione di un’opera breve di narrativa noir. Le opere, che dovranno imprescindibilmente avere come elemento guida del racconto il tema “la notte”, dovranno essere inedite e in lingua italiana, non precedentemente premiate né presentate in altri concorsi o già pubblicate, anche parzialmente, o presenti sul web. I racconti dovranno rispettare i parametri e i formati indicati nel bando di concorso e avere una lunghezza massima di 15 cartelle dattiloscritte. Ogni autore potrà partecipare con massimo 3 opere.I racconti  dovranno essere fatti pervenire entro e non oltre il 15 maggio 2012  all’indirizzo https://www.facebook.com/rabarbaro.zucca, dove saranno fornite tutte le indicazioni per l’iscrizione e la partecipazione al concorso e sarà consultabile il regolamento ufficiale.Gli aspiranti “noiristi” avranno dunque 2 mesi di tempo per comporre e presentare un racconto che li rappresenti e che sarà valutato da una giuria d’eccezione, anch’essa rigorosamente noir: Giorgio Gosetti, Condirettore del Courmayeur Noir in Festival, il geniale Andrea Pinketts, scrittore “da paura”, i romani Manetti Bros, coppia di registi stracult e il cinemaniaco Gianni Canova, critico cinematografico e scrittore di noir.

Il racconto vincitore verrà pubblicato in un prestigioso volume di narrativa noir di una qualificata casa editrice nazionale in collaborazione con Rabarbaro Zucca – Spirito Noir. Il libro entrerà a far parte della collana “Spirito Noir Collection” che sarà presentata insieme al vincitore del Premio Zucca Spirito Noir  durante l’edizione  2012 del Courmayeur Noir in Festival.

LA NOTTE E IL NOIR

Del resto tutto l’immaginario noir, letterario e cinematografico, si nutre di atmosfere notturne, suggestive, avvolgenti e misteriose. La notte è il tema tra i più classici, ancora assolutamente affascinanti della cultura a tinte nere, in molti casi presente nelle varie opere sin dal titolo: “I trafficanti della notte” di Jules Dassin, una delle vette del cinema nero, “Egli camminava nella notte” di Alfred L. Werker e ancora “Bersaglio di notte” di Arthur Penn e il noir dei sentimenti on the road “Luci nella notte” di Cédric Kahn, solo per citarne alcuni. Dal grande schermo alla pagina scritta la notte è ancora grande protagonista: “A che punto è la notte” della geniale coppia letteraria Fruttero & Lucentini, “L’odore della notte” del maestro Camilleri, “Ancora una notte” di Raymond Chandler papà letterario del celebre ispettore Marlowe, il noir tutto italiano di Paolo Franchini “Soprattutto la notte” e “Tenera è la notte” di Fitzgerald, per Fernanda Pivano forse “l’opera più ambiziosa” dello scrittore, ma la lista è infinita. Il noir è nel Dna di Zucca l’aperitivo “nero”  per definizione che, con l’iniziativa “Premio Zucca – Spirito Noir Collection”, si fa supporter e promotore della passione dei tanti fan delle atmosfere a tinte nere

Artusi, “La scienza in cucina”. Il libro più longevo della cucina italiana

ROMA – “La cucina è una bricconecella; spesso e volentieri fa disperare; ma dà anche piacere perché quelle volte che riuscite o che avete superata una difficoltà, provate compiacimento e cantate vittoria.” Diede inizio così, Pellegrino Artusi, alla rivoluzione della cucina italiana. Era il 1891 quando il cuoco di Forlimpopoli intraprese un ambizioso progetto gastronomico e linguistico che racchiudeva 475 ricette e molti suggerimenti sull’igiene domestica. “La scienza in cucina e l’Arte di mangiare bene. Manuale pratico per le famiglie” venne stampato in 1000 copie e si perfezionò nel ventennio successivo, il “ventennio artusiano”, fino a diventare il libro più longevo dell’editoria italiana. A 100 anni dalla morte del celebre chef, Giunti  in collaborazione con Casa Artusi e il comune di Forlimpopoli, ripropone la prima edizione de “La scienza in cucina”. 464 pagine di ricette, storia e vita di Artusi si arricchisono dei contributi di Giovanna Frosini, Massimo Bottura, Massimo Montanari e Alberto Capatti.

Un volume unico, testimone moderno di una passione antica, splendido nella sua veste grafica originale.

“Diffidate dai libri che trattano di quest’arte; sono la maggior parte fallaci o incomprensibili[…]”

10 Libri delle Donne: le letture di Maria Elisa

10 Libri delle donneROMA – Le donne su ChronicaLibri possono aprirsi e condividere le proprie letture. Maria Elisa Dinolfi, redattore di Data Tv, ci suggerisce i suoi 10 Libri delle Donne
1. Falli soffrire di Sherry Argov, Piemme
2. Il corpo della Dea di Selene Ballarini, Atanor
3. Il risveglio della Dea di Vicki Noble, Tea edizioni
4. La dea doppia di Vicki Noble, Venexia edizioni
5. Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estés, Frassinelli
6. Dalla parte delle streghe di Vanna De Angelis, Piemme
7. Il libro nero della caccia alle streghe di Vanna De Angelis, Piemme
8. Quando Dio era una donna di Merlin Stone, Venexia Edizioni
9. I nomi della dea di AA. VV. Astrolabio Ubaldini
10. Le Dee viventi di Marija Gimbutas, Medusa Edizioni