“La cucina delle stagioni in città”: i segreti di una cucina fresca e raffinata

Alessia Sità
ROMA – Oggi giorno trovare frutta e verdura fuori stagione è facilissimo. Basta fare un giro al supermercato per tornare a casa con una busta piena di zucchine, pomodori, peperoni, fragole, ciliegie in ogni periodo dell’anno. Sulle nostre tavole però non sempre si trovano prodotti sicuri al cento per cento, ma la maggior parte delle volte contengono additivi e conservanti. Mangiare prodotti in contemporaneità con i ritmi della natura è importante per la nostra salute e anche per il nostro portafoglio.

Per conoscere tutti i segreti della cucina fresa e raffinata, seguite i consigli de “La cucina delle stagioni in città”, di Passalacqua Francesco e Giacobino Federica, edito nel 2011 Blu Edizioni, nella collana Diogene. Troverete un itinerario gastronomico desunto dalla città e lungo tutto l’arco dell’anno.

Dopo il successo dei due volumi “La cucina contemporanea di montagna” e “In cucina con l’orto, il bosco e il prato di montagna”, gli acquerelli di Federica Giacobino tornano ad illustrare ricette sane e naturali. Questa volta le ricette provengono dalla città, da un rinomato ristorante milanese – «Pane e Acqua» di Rossana Orlandi – di cui lo chef Francesco Passalacqua svela i segreti per una cucina fresca e allo stesso tempo raffinata. Anche nella metropoli italiana per eccellenza è possibile cucinare con ingredienti genuini e di stagione, seguendo i ritmi della natura.

"Italia Buon Paese", Clara e Gigi Padovani fanno un regalo all’Italia: ne raccontano la storia culinaria

Giulia Siena 

ROMA “Non solo una storia sociale della gastronomia nell’Italia unita, ma anche uno sguardo curioso e documentato sulla nostra memoria culinaria.” È questo lo scopo di Clara e Gigi Padovani in “Italia Buon Paese. Gusti, cibi e bevande in 150 anni di storia”. Il libro, pubblicato da Blu Edizioni, è un vero e proprio prontuario che percorre la storia d’Italia attraverso le tradizioni agroalimentari, le innovazioni culinarie e le ricette simbolo di ogni decenni trascorso. Mentre si cercava di dare unitarietà a una Nazione spossata dalle forti diversità linguistiche, culturali e sociali, l’Italia si è costruita a tavola. Sicuramente sono state e sono tante le differenze alimentari di ogni regione, ma la pasta, le conserve, i ristoranti e i grandi marchi sono quelli che poco a poco hanno creato la grande cucina degli ultimi tempi. Infatti, “negli anni Duemila, il crescente successo della cucina ha affiancato il primato della moda e del design di fine Novecento.” Ed è in quest’ultimo periodo – dalla fine degli anni Novanta –  che l’Italia, da Paese della buona cucina, è diventata la Nazione delle certificazioni alimentari di qualità: DOC, DOCG, IGP, DOP sono oggi sinonimo di innovazione, cultura e qualità. Ma il lavoro di “unificazione” alimentare è stato costruito sinergicamente sia negli anni di stenti che in quelli di crescita economica. Sicuramente, i primi anni della neonata Nazione furono i più difficili, ma con il tempo e con la diffusione dei mezzi di comunicazione, l’unificazione a tavola è stata quella più efficace. Infatti, con il boom economico negli anni Sessanta del Novecento arrivarono le pubblicità e i grandi marchi alimentari poterono puntare su una larga diffusione dei propri prodotti: Cinzano, Barilla, Cirio, Lavazza, San Pellegrino e molti altri divennero la prova della piccola “globalizzazione” all’italiana. Inoltre, i professionisti dell’arte culinaria furono  importanti per la diffusione e la crescita della cucina come “arte”; tra questi gli autori fanno un excursus ricordando Amedeo Pettini (capocuoco del Re e definito dagli autori chefstar ante litteram), Giovanni Vialardi (pasticciere della casa reale), Pellegrino Artusi, Nino Bergese, Peppino Cantarelli, Guido Alciati, Angelo Paracucchi, Gianluigi Morini, Gualtiero Marchesi, Ezio Santin, Alfonso Iaccarino e Mauro Uliassi. 
Così l'”Italia Buon Paese” festeggia i 150 di Unità nazionale partendo dalle tavole grazie alle quali la storia si è costruita e tramandata.