È questo il duplice scopo del viaggio del leggendario Jupiter nel 2001: un lungo percorso nella memoria di luoghi, incontri, sentimenti di ieri da confrontare con le emozioni scaturite dai nuovi vissuti di viaggio.
Categoria: guide e saggi
Vagando tra i tesori della Puglia con "101 cose da fare in Puglia almeno una volta nella vita"
ROMA – Sembra sarà la regina dell’estate. Infatti, quest’anno la Puglia è candidata ad essere una delle mete preferite dai turisti italiani e stranieri. Allora non partite senza il libro “101 Cose da fare in Puglia almeno una volta nella vita” di Rossano Astremo e pubblicato da Newton Compton. Dalla Daunia al Salento, passando per la Terra di Bari, la Puglia è una terra che ha saputo fondere in un paesaggio unico al mondo le influenze greche, romane, francesi, spagnole e austriache che, nel tempo, l’hanno attraversata. “101 cose da fare in Puglia almeno una volta nella vita” è un invito a un viaggio in questa meravigliosa regione per perdersi tra i suoi tesori.
È una Puglia tutta da scoprire quella raccontata in questa guida insolita e sentimentale. Un libro che parla della bellezza delle cattedrali romaniche e della magnificenza degli edifici barocchi, dell’originalità dell’artigianato della cartapesta e di quello della ceramica, della bontà delle orecchiette con le cime di rapa e del sapore indimenticabile del riso con patate e cozze. Di avventura in avventura, Rossano Astremo vi accompagnerà sulle spiagge animate dalla musica reggae e nei paesi travolti dal ritmo della Taranta, raccontandovi le vicende di donne e uomini che hanno scelto questo angolo di mondo per lasciare un segno indelebile nella storia e illuminando di aneddoti e curiosità il volto di una regione sempre da riscoprire.
La Puglia come non l’avete mai vista!
Ecco alcune delle 101 esperienze:
– Incontrare il Pollock del Salento al casello della stazione di Tricase
– Cercare la cartapesta tra le vie del centro di Lecce
– Farsi mordere dal ritmo della Taranta
– Canticchiare Nel blu dipinto di blu a Polignano a Mare
– Fotografare la luce delle case bianche di Ostuni
– Percorrere la salita in discesa di Statte
– Mangiare una frisella pensando agli anni che furono
Scoprite le "101 cose da fare nelle Marche almeno una volta nella vita"
E poi la tradizione eno-gastronomica: dai vincisgrassi alle olive all’ascolana, dallo stoccafisso al ciauscolo, senza dimenticare il brodetto e il mosciolo selvatico di Portonovo! Di giorno c’è da perdersi in escursioni di ogni tipo, attività in riva al mare, percorsi alla riscoperta dell’artigianato locale: imparerete a fare cappelli di paglia, a lavorare il merletto o la ceramica e a produrvi da soli il vino di visciole. Potrete scendere nel ventre della terra alle Grotte di Frasassi e di notte immergervi nella movida, dalla Riviera delle Palme salendo fino alla storica Baia Imperiale di Gabicce. Lasciatevi prendere dalla passione di Paolo e Francesca tra le mura del castello di Gradara, abbuffatevi di tartufo ad Acqualagna, rabbrividite di paura nella Chiesa dei Morti di Urbania e andate a caccia di fate, streghe e regine nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Poi riposatevi all’ombra di un albero, davanti a un paesaggio incantato, fatto di colline, montagne, mare e fortezze.
"Il Vino e il Mare. Guida alla vite difficile delle piccole isole"
ROMA – E’ stato presentato qualche giorno fa, presso la Libreria l’Argonauta di Roma, il libro di Andrea Gabbrielli “ Il Vino e il Mare- Guida alla vite difficile delle piccole isole” pubblicato dalle Edizioni Iacobelli. Alla conferenza stampa sono intervenuti Riccardo Cotarella, uno dei più affermati enologi italiani e docente dell’Università della Tuscia, Andrea D’Ambra di D’Ambra Vini d’Ischia 1888, una delle più antiche cantine delle isole minori italiane, Marco Sabellico giornalista del Gambero Rosso e Marcello Fioretti, presidente del Consorzio di tutela dei vini dell’Elba Luigi Veronelli li chiamava “angeli matti” perché rincorrevano – e rincorrono tuttora – un sogno combattendo contro ogni genere di avversità geografica e climatica. Di loro parla Andrea Gabbrielli nel suo libro, passando in rassegna le piccole isole di Toscana, Lazio, Sardegna, Campania, Sicilia e Veneto. Al centro della pubblicazione i vignaioli di Pantelleria, Vulcano, Salina, Ischia, Giglio, Capraia, Sant’Antioco, Sant’Erasmo nella Laguna Veneta e tanti altri ancora che oltre a produrre vini unici per intensità ed aromi, con il loro lavoro svolgono un ruolo fondamentale per la manutenzione del paesaggio insulare continuando una tradizione produttiva millenaria.
Il libro vuole essere anche un racconto del nostro grande patrimonio storico e naturalistico descritto attraverso i vini e le cantine, insomma un libro guida che fa venire voglia di sole e vacanze, di contatto con la natura vera e le sue sfide, di esperienze lontane dalle grandi rotte e dal consumismo, un libro tutto da gustare dedicato ad un pubblico “slow” che unisce al culto del buon bere e del buon mangiare il piacere della scoperta.
“La vera agricoltura sostenibile, oggi tanto di moda, è l’unica presente (nelle piccole isole) a tal punto che la produzione è talmente integrata con la manutenzione del territorio da identificarsi con la natura dei luoghi stessi” scrive il prof . Attilio Scienza nell’introduzione al libro dove Andrea Gabbrielli racconta di territori in prevalenza di origine vulcanica legati da problematiche simili e, spesso, anche dalle stesse difficoltà: mancato rinnovo degli impianti vitati, scarsa remuneratività della sola produzione delle uve, mancato ricambio generazionale.
Sino a qualche anno fa, la vitivinicoltura insulare stava scomparendo, ora piccoli tentativi affiancati da importanti investimenti stanno segnando una nuova fase della sua storia e rappresentano una limitata seppur significativa inversione di tendenza. In più, oggi, è anche in crescita la nicchia dei consumatori disposta a spendere per vini dotati di personalità e di carattere come quelli insulari.
Se, quindi, l’analisi delle isole come zone vinicole di grande pregio, di alto valore storico,
ambientale, paesaggistico, sociale e turistico, e al contempo con particolari e delicate morfologie territoriali è valida, è necessario che queste colture, definite “eroiche”, vengano incentivate e sostenute dalle istituzioni al fine di garantire una adeguata tutela e alla possibilità di impulso per le aziende.
Un libro quindi che evidenzia l’attualità di questa produzione vitivinicola e al tempo stesso vuole essere un omaggio agli “angeli matti”, che ogni giorno continuano a coltivare la vite e a produrre vino per la gioia, il piacere e il godimento di tutti.
“Il vino e il mare – Guida alla vite difficile delle piccole isole”
di Andrea Gabbrielli
Iacobelli Editore -Pagine 192 -Prezzo euro 15,00.
Dove acquistarlo: sul sito della casa editrice www.iacobellisrl.com, nelle edicole e nelle librerie
delle piccole isole.
"Le vie dell’orto" sono infinite
Giulia Siena
ROMA – “Non c’è un orto uguale all’altro, l’orto è come lo specchio della persona, l’orto esprime il carattere, il buon gusto, la volontà di una persona, tutte queste buone cose che se non ci sono è meglio lasciar perdere, che facciano gli altri!” Sono tanti i personaggi che popolano “Le vie dell’orto”. Infatti, nel libro di Pia Pera pubblicato da Terre di Mezzo Editore, i protagonisti sono donne e uomini che voltivano con passione e pazienza il proprio orto. Naturalmente, a questi personaggi determinati ma allo stesso tempo secondari, si aggiungono le vere star del volume: le piante. Di ogni forma, colore, odore, sapore, stagionalità, fioritura ed esigenze, le piante raccontate dalla penna di Pia Pera sono quelle che con la giusta accortezza possiamo portare in tavola seguendo i ritmi della natura. Allora apriamo “Le vie dell’orto” per cimentarci con terreno, innafiatoi e concime e conosciamo subito le erbe selvatiche, il carciofo e il topinambur del signor Angelo, i pomodori di Massimo, le melanzane e i peperoni di Franco, i profumi delle piante aromatiche di Luisa e i lamponi di Emanuela. Scopriremo così un mondo fatto di lavoro, cura, costanza e gioia perché l’orto “deve essere un grembo dentro a un grembo. Deve esprimere la nostra umile operosità a contatto con la natura selvatica.”
“Chiedi al Dottor Chopra” la valida guida per migliorare la propria salute
"Dormire Low Cost", la guida che ti fa spendere poco senza rinunciare alla qualità
Regione per regione, vengono proposti alberghi, B&B, locande e ostelli che vincono la sfida di una spesa ridotta senza rinunciare alle comodità indispensabili a un soggiorno di qualità.
La selezione degli indirizzi è accompagnata da 60 box che racchiudono suggerimenti su itinerari naturalistici e culturali, artigianato, fiere, eventi e manifestazioni, mentre 20 riquadri regionali forniscono i principali portali dove trovare le informazioni turisistiche.
“Viaggi di miele. Mete romantiche e alternative per amanti, fidanzati, sposi.” Un pratico manuale per la prima fuga romantica, edito da Polaris
ROMA – Il viaggio di nozze, comunemente definito anche come Luna di Miele, ha origini antichissime. Infatti, era tradizione che, dopo il rito nuziale, le coppie appena sposate bevessero uno sciroppo chiamato idromele, considerato da molti un rimedio per favorire la fertilità.
"Montalcino e il suo Brunello" all’insegna della tradizione e della qualità
Roma – E’ la storia di un indiscusso successo quella ripercorsa da Ilio Raffaelli in “Montalicino e il suo Brunello”. Il volume, pubblicato da Vanzi Editrice, rivela, ancora una volta, il vivo interesse dell’autore per il territorio di Montalcino e si colloca in quel costante lavoro di ricerca che lo ha da sempre appassionato, tanto da renderlo un attento e fedele testimone delle vicende vinicole della zona. L’ascesa del Brunello viene riproposta nelle tappe più importanti. Dal suo “pioniere”, Riccardo Paccagnini, autore di un Trattato teorico pratico di enologia pubblicato nel lontano 1906, alla prima onorificenza del signor Santi, fino alle medaglie ricevute alle mostre mercato del 1933 e del 1935, quando il Brunello viene ritenuto “degno di stare a confronto coi migliori tipi di Chianti classico”.
La valle del vino etrusco
Una complessa ritualità, di origine greco-orientale, deve quindi aver trovato una felice accoglienza in questa terra, dove il vino si è imposto, a poco a poco, come protagonista di cerimonie religiose e parte integrante dei rapporti sociali, attraverso il rito del simposio.