Giulia Siena
PARMA – Arriva in libreria La bambina con il fucile, storia vera di Pratheepa, ex bambina-soldato tamil restituita alla vita. Il libro è una testimonianza intensa – raccolta e rielaborata dalla scrittrice e ghostwriter Susanna De Ciechi – ed è stato voluto dall’associazione no profit Auxilia Onlus.
Doctor Max, Massimiliano Fanni Canelles, incontra Pratheepa in Sri Lanka. E’ il 2010 e questa donna dallo sguardo da bambina alla quale è stato tolta l’adolescenza insieme a qualsiasi sogno è detenuta in carcere. Ferita da quella guerra che doveva combattere, Pratheepa ha affrontato il dolore, ha guardato la morte negli occhi, le carcasse, le macerie, il dolore. Ha visto morire ogni cosa. Pratheepa, però, all’inizio di tutto aveva quindici anni ed era una ragazza come tante; viveva in un villaggio che non aveva nulla se non una manciata di capanne, l’unica cosa bella era la scuola. Ed è qui, in biblioteca, che si è consumato il rapimento: la ragazza insieme ai suoi compagni viene sequestrata e trascinata nella giugla. La normalità si interrompe, quell’amore agli albori tra lei e Basil viene stroncato sul nascere, ora è la guerra a fare irruzione.
Tre mesi di esercitazioni, di confusione; giorni in cui trovava il fucile pesante, scomodo da maneggiare, un ferro a cui era legata la sua vita, la sua salvezza o la sua morte. “Uccidere era niente. Morire era diverso”. Così Pratheepa sta alle regole del gioco: corre, si nasconde, marcia, prende la mira, spara spesso sotto l’effetto di quella droga che il caposquadra distribuisce a tutti loro, soldati inconsapevoli. Partheepa è pedina; è assuefatta al dolore, alle droghe, a quella vita; Pratheepa è vittima e carnefice; è combattente e ferita. Pratheepa prova a scappare, ma la sua guerra dura anni, combatte per anni. Viene catturata, incarcerata.
Da un’altra parte nel mondo Max è un medico in continua combutta con il Natale, la società e i suoi ritmi. E’ il 2004 quando alla radio ascolta del disastroso tsunami in Sri Lanka: migliaia le vittime travolte da quell’onda, in una terra ancora martoriata dalla guerra. Max è parte di @uxilia onlus, l’associazione da lui fondata e che dal 2003 si impegna in attività di volontariato a tutela dell’infanzia e delle donne in Italia e nei paesi in via di sviluppo, per questo decide di partire e di recarsi nel sud del paese, quello maggiormente segnato dal disastro. Deve prestare soccorso ai bambini resi organi dallo tsunami, ma la situazione che si trova di fronte è anche peggiore: i bambini non hanno tutele, anzi, vengono sfruttati, vessati, violentati.
Ed è qui che il Doctor Max incrocia gli occhi stanchi di Pratheepa.
“Le divise e i fucili avevano fatto volare la fantasia dei suoi compagni. E i discorsi, le cose che avevano detto! Avevano promesso la libertà, l’autonomia, più benessere e meno sfruttamento, nessuna restrizione all’istruzione, libertà di movimento.
Soprattutto avevano martellato su un concetto: era importante contribuire, partecipare alla lotta armata. Tutti potevano essere utili alla causa di liberazione, anche i giovani,
anche le femmine. Basil era rimasto […]”