Giulia Siena
PARMA – Leggere un libro non è quasi mai un percorso che parte dal titolo. Tieni tra le mani Le affacciate, il romanzo di Caterina Perali pubblicato da Neo Edizioni, e ti chiedi quale sia il senso di questo titolo. Per spiegarlo – soggettivamente, sia chiaro – devi procedere con la lettura e incontrare quattro donne molto differenti tra loro; ognuna di esse si è posta in maniera differente alla vita. Ognuna di esse è giunta dove voleva? E Nina, la protagonista?
Nina conta i chiodi conficcati nella trave del suo soffitto. Siamo in appartamento di Milano, in una di quelle case a ringhiera a pochi passi dal celebre “bosco verticale”. Nina adora questo quartiere, anche se a casa ci sta poco. E tutto quello che è legato a quel palazzo, a quelle scale, alle sue stesse travi, lei lo conosce poco. Ha sempre passato il tempo tra una e-mail e un’altra, tra un cliente e un altro, tra un evento e un altro. Quando ha alzato lo sguardo su quello che le stava attorno era solo perché non poteva fare altrimenti. Eppure il conteggio dei chiodi è diventato il suo nuovo luogo; qui si rifugia per non sentire il senso di inadeguatezza che le è piombato addosso da quando le hanno detto di rimanere a casa. Lei, lei che non ha fatto errori, che non ha mai sbagliato outfit, che non ha insultato nessun fornitore. Lei, che ha un’opinione su tutto, vanta centinaia di like ad ogni post sui social, lei non ha più il rassicurante lavoro che le toglieva tempo per riflettere, incontrare e ascoltare. Nina è stata licenziata, ma chi ha detto che questo debbano saperlo tutti? Nella sua vita precaria e così totalmente dedita all’apparenza (con i colleghi, sui social e con gli amici) si trova, all’improvviso, spiazzata. Per la prima volta ha uno sguardo vivido sul mondo e la consapevolezza che sarebbe bello capirci qualcosa di quello che non ha mai osservato. Mentre pensa questo e risponde freneticamente alle chat con la sua amica Anna, si scontra con la vita reale e il passato di tre donne molto differenti tra loro: Agata, Teresita e Svetlana.
Malinconia, ironia, inadeguatezza si mescolano in questo romanzo in cui la narrazione è intervallata e coadiuvata da dialoghi fulminei e dissacranti via chat che la Perali utilizza per introdurre nella storia un rapporto/non rapporto. L’amicizia viene rappresentata nella sua modalità più contemporanea: è condivisione mai totale, è sfogo ma non confidenza, è sentirsi senza mai dirsi troppo. Un’amicizia, quella tra Nina e Anna, molto differente tra quelle delle tre donne del palazzo del quartiere Isola. E in questo modo Le affacciate plana anche su sentimenti differenti e tutti fortemente attuali.
Caterina Perali con Le affacciate dà prova di un’ottima osservazione del mondo e del tempo: guardiamo al passato con interesse forse perché il presente non merita, nella nostra convinzione, di essere osservato. Nel presente siamo confusi e distratti da altri schermi. Quelli che ci schermano anche dalla rabbia e dalla paura e dalla gioia vera.