Si impara solo dall’errore, a ogni età.

Fatatrac: una storia di Corinna Luyken

Giulio Gasperini
AOSTA – Sugli errori, esiste una quantità spropositata di proverbi e detti popolari: segno evidente che sia questione fondante e imprescindibile dell’umanità stessa. C’è chi è più intransigente e chi più comprensivo, esistono situazioni e situazioni rispetto alle quali valutare un errore: quel che è certo è che l’errore esiste e non se ne scappa. Il testo di Corinna Luyken, Il libro degli errori, edito in Italia da Fatatrac, è una splendida storia illustrata che ci racconta proprio questo: dall’errore può sempre nascere un’occasione. Sta a noi decidere se e come.

“Tutto è cominciato da un errore”: così inizia questa narrazione fatta di linee che si animano, che prendono vita, di colori che affollano le pagine, di palloncini che ci portano in alto, di altri errori che si sommano ai precedenti senza rovinare nulla ma, anzi, implementando quest’accelerazione della fantasia che ci conduce in campi inattesi, inaspettati, nuovi e deliziosi.

Le pagine si popolano di visioni e prospettive sempre nuove – dove il sogno può finalmente farsi concreto e reale, dove nulla si può temere, nemmeno il contrario di ciò che ci saremmo sperati. Gli errori si affollano, esattamente come la nostra mente, le visioni, le immagini evocative: da un errore parte una riscossa – l’errore si dimentica come tale e si fa elemento fondamentale per proseguire, per passare oltre, per riconfigurare. L’errore non è una sconfitta: come ogni crisi, l’errore è opportunità. La narrazione di Luyken ci prende per mano e pagina dopo pagina aggiunge un tassello e ci fa esperire concretamente ciò che si può ipotizzare col pensiero.

E si scopre, alla fine, che l’errore fa un giro, o magari di più; tutto torna all’origine perché quello che conta veramente è il percorso che si è realizzato. Gli errori sono accidenti, momenti che ci cadono addosso e ci costringono a riadattare e ripensare la nostra abitudine.

Informazioni su Giulio Gasperini

Laureato in italianistica (e come potrebbe altrimenti), perdutamente amante dei libri, vive circondato da copertine e costole d’ogni forma, dimensione e colore (perché pensa, a ragione, che faccian anche arredamento!). Compratore compulsivo, raffinato segugio di remainders e bancarelle da ipersconti (per perenne carenza di fondi e per passione vintage), adora perdersi soprattutto nei romanzi e nei libri di viaggio: gli orizzonti e i limes gli son sempre andati stretti. Sorvola sui dati anagrafici, ma ci tiene a sottolinare come provenga dall’angolo di mondo più delizioso e straordiario: la Toscana, ovviamente. Per adesso vive tra i 2722 dello Zerbion, i 3486 del Ruitor e i vigneti più alti d’Europa.
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