10 Libri delle Donne: le letture di Daniela D’Angelo

10 Libri delle DonneROMA – L’idea è nata proprio parlando con lei, quasi pensata per lei, Daniela D’Angelo; lettrice attenta, editor sensibile e ufficio stampa instancabile del Consorzio Milonga (Avagliano, Fermento e Nobel). Incuriosita dalle pagine che ci appassionano oltre alle letture per “dovere”, le ho chiesto i suoi 10 Libri delle Donne. Le concediamo 11 titoli per i suoi 10 Libri delle Donne, solo perché oggi è anche il suo compleanno. Auguri da ChronicaLibri!

1. Diario di una scrittrice, Virginia Woolf
2. Deserti luoghi,  Marina Cvetaeva
3. L’amante, Marguerite Duras
4. Ieri, Agota Kristof
5. Anna Karenina, Lev Tolstoj
6. Il gioco dei padri, Anna Maria Sciascia
7. Maschiette e filosofi, F.S. Fitzgerald
8. Diari, Sylvia Plath
9. Il risveglio, Kate Chopin
10. Donne che corrono coi lupi, Clarissa Pinkola Estés
11. Suite francese, Irene Nemirovsky

“Conigli bianchi”, il talismano dell’infanzia

conigli bianchi_topipittoriGiulia Siena
ROMA
“Ogni mese, il primo del mese, bisogna dire prima di ogni altra cosa “white rabbits!”, conigli bianchi. Se ci si ricorda di farlo, si è fortunati per il mese intero.” White rabbits, conigli bianchi, una “formula magica” da pronunciare ogni mattina di ogni primo giorno del mese. E’ questo che fa la piccola Margherita da quando Bridget le dice che in queste due piccole parole è custodito il talismano dei neozelandesi.

Da qui il titolo del libro di Margherita Emo pubblicato nella collana Gli anni in tasca di Topipittori.

“Conigli Bianchi” è l’autobiografia dell’infanzia dell’autrice, trascorsa in Veneto negli anni Ottanta. Erano gli anni della crescita per Margherita, gli anni delle vacanze a Londra – nella casa della nonna – gli anni dei giochi con Cate e della nascita di Angelo. Gli anni dei capricci e del festival nella grande villa, gli anni in cui tutto cambiò, anche l’atteggiamento della piccola Margherita di fronte ai cambiamenti. Un giorno, dopo che il padre decise che la grande villa sarebbe diventata un hotel, promise che non si sarebbe mai più affezionata a una casa. Ha inizio dalla fine di questo libro, quindi da questa promessa alle soglie dell’adolescenza, il peregrinare di Margherita per il mondo.

Oggi l’autrice vive a Bruxelles e ha trovato il suo habitat ideale in una casa editrice di libri illustrati per bambini, forse ripetendo ogni mese “white rabbits”!”…pare davvero porti fortuna…

“I 10 Libri delle Donne”, le letture di Alessia

Alessia Sità
ROMA – In occasione della Festa delle donne ho voluto selezionare 10 Libri che parlano di donne: donne coraggiose, donne tormentate, donne innamorate… Spero che questa personale classifica possa essere un valido spunto di lettura e di riflessione
1. Se non ora quando di Eve Ensler, Piemme
2. Il quaderno di Maya di Allende Isabel, Feltrinelli
3. Le Donne del Peccato di Samar Al-mogren, Castelvecchi
4. Dieci Donne di Marcela Serrano, Feltrinelli
5. Un lungo Silenzio di Ángeles Caso, Marcos Y Marcos
6. Il Colore del Cuore di una Donna di Casey S. Leasure, Auralia edizioni
7. Antropologia di una ragazza di Hilary Thayer Hamann, Fandango
8. Un diamante da Tiffany di Karen Swan, Newton e Compton
9. Forte è la donna di Pinkola Estés Clarissa, Frassinelli
10. Martha Quest di Doris Lessing, Feltrinelli

 

 

10 Libri delle Donne: le letture di Sara Deodati

ROMA – Sono molte le donne dell’editoria che hanno accettato l’invito di ChronicaLibri in vista dell’8 marzo. Il nostro giornale ha voluto aprire le sue pagine telematiche alle donne che ogni giorno lavorano alla pubblicazione di un libro.
Sara Deodati, ufficio stampa della Casini Editore, ci suggerisce i suoi 10 Libri delle Donne.

1. Antonia Arslan, La masseria delle allodole
2. Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio
3. Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi Contini
4. Gustave Flaubert, Emma Bovary
5. Anna Frank, Il diario
6. Gabriel Garcia Marquez, L’amore ai tempi del colera
7. Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere
8. Alberto Moravia, Gli indifferenti
9. Azar Nafisi, Leggere Lolita a Teheran
10. Bram Stoker, Dracula

 

Editoria e letteratura alle nuove frontiere: ChronicaLibri intervista il “Progetto Letterario Alga”

Giulio Gasperini
ROMA – Abbiamo già presentato il “Progetto Letterario Alga” dalle pagine di questa rivista, settimane fa. Adesso, però, per spiegare meglio e dare un valore aggiunto alle nostre misere parole, a prendere voce è direttamente uno dei protagonisti di quest’esperienza, Massimo Moscaritolo, uno degli artefici e degli indefessi organizzatori di un progetto che, come abbiamo scritto, appare tanto coraggioso e innovativo da meritare di parlarne, in ogni dove.

Non posso rinunciare a una prima domanda scontata e prevedibile: dalla tua “viva voce” vorrei sentir spiegato in cosa consiste questo “Progetto Alga” che avete avviato, tre anni fa, a Torino. So che tra sito e social network è tutto ampiamente spiegato e descritto, ma sempre meglio sentirlo da chi fu uno dei protagonisti e degli artefici dell’ardita impresa, no?!?
Il “Progetto Letterario Alga” nasce circa tre anni fa con l’intenzione di essere un premio letterario diverso da quelli già esistenti. Tra gli aspetti caratteristici del progetto rientra senza dubbio l’attenzione che viene riservata al feedback dei lettori. Ogni libro, infatti, consente attraverso un codice di esprimere due commenti e due voti sul sito internet, www.premioalga.it. Il lettore può, scegliendo di votare, diventare così parte della giuria popolare che decreterà il vincitore a fine anno! Sul sito è possibile trovare la locandina e la quarta di copertina di ogni libro e nella sezione “vota” leggere i commenti di chi prima di voi ha letto il libro. Inoltre abbiamo anche pensato che leggere un libro non debba essere un peso, riferendoci al lato economico: tutti i nostri libri, infatti, sono venduti al prezzo di 3 euro.

Mi puoi parlare un po’ del vostro gruppo? Da dove venite, chi siete, dove andate, direbbe Paul Gauguin…
Le Alghe sono cinque amici torinesi che tre anni fa hanno deciso di unire la loro passione per la lettura con la volontà di fornire un’alternativa a un sistema per nulla dinamico e giovane. Seppur impegnati tra studi (master, dottorati, università) e lavoro, le energie e la passione iniziali sono ancora forti, soprattutto grazie alle risposte degli autori e dei lettori: è grazie a loro che continuiamo a impegnarci per far cresce il progetto, ma anche noi stessi: sappiamo da dove siamo partiti e sicuramente il Premio Alga è il nostro traghetto per il futuro.

Il vostro traghetto contempla anche una casa editrice, sebbene un po’ sui generis. Sul sito ho visto che avete, nella distribuzione del “prodotto libro”, battuto due diverse strade: da una parte avete preferito, fisicamente, una distribuzione che premiasse i libri indipendenti o, addirittura, luoghi dove di solito i libri non si trovano; dall’altra, avete tutti i libri disponibili per esser scaricati e letti sull’e-book reader. Com’è stato, come casa editrice, scegliere di aderire, in maniera preponderante, alla nuova forma tecnologica della editoria che evolve?
Crediamo che l’e-book sia il futuro, negli USA le copie digitali hanno raggiunto quelle cartacee e crediamo che pian pianino anche nel nostro paese, nel giro di qualche anno, avremo un gran numero di lettori “digitali”. La tecnologia è il futuro e noi vogliamo essere pronti!

E cosa ne pensate della figura e del ruolo del libraio? Ve lo domando perché, in effetti, sono un po’ sensibile all’argomento, considerando la professione del librario una delle più affascinanti e “utili” che possano esistere, soprattutto al giorno d’oggi. L’e-book porterà, infatti, a una progressiva scomparsa di questa figura che, innegabilmente, svolge un importantissimo ruolo anche culturale…
Come tu stesso dici è sicuramente una delle professioni più affascinanti che esistano! La loro è una situazione difficile, causata dalla grande distribuzione che con i suoi grandi quantitativi può fare prezzi troppo concorrenziali per loro, però il piacere di parlare e farsi consigliare dal “saggio libraio” vale sicuramente la differenza di prezzo!

Tornando al concorso, che novità credi che il “Progetto letterario Alga” possa portare al mondo editoriale italiano? Dove pensi che si possa spingere? Quali sono i buoni propositi del gruppo “Alga”?
Ovviamente di buoni propositi ne abbiamo molti, vogliamo crescere portano con noi le caratteristiche che ci contraddistinguono, ci piace essere molto vicini agli scrittori e al pubblico e che la giuria popolare sia uno dei punti di forza insieme al voler vendere i nostri libri ad un prezzo basso. Piccoli dettagli che sommati creano una realtà differente.

E infatti son proprio codesti “piccoli dettagli” che stupiscono: abituati, probabilmente, alle grandi “filiere editoriali” e a un’editoria “mercificata” la semplicità e la schiettezza (sul prodotto) paion orpelli inutili; anzi, addirittura limitanti. Complimenti ancora ragazzi! Anche se, come nota personale, speriamo che il futuro dell’editoria non arrivi tanto presto!

10 Libri: Le Donne dei Libri suggeriscono i Libri alle Donne

ROMA –  In occasione della FESTA DELLA DONNA 2012,
ChronicaLibri propone alle donne dell’editoria di suggerire i 10 Libri delle Donne.
10 Libri che parlino di donne, alle donne, con le donne.
Libri che, per ognuna, sono simbolo di sfide, ricordi e speranza. Perché la sensibilità delle donne possa emergere attraverso pagine significative e perché l’editoria è sempre più donna.

10 Libri delle Donne, le letture di Lara

ROMA Lara Tini Brunozzi,  operatrice editoriale della romana ATS Italia, ci suggerisce i suoi 10 Libri delle Donne.

1. Il sesso inutile di Oriana Fallaci
2. Il linguaggio segreto dei fiori di Diffenbaugh Vanessa
3. Un uomo di Oriana Fallaci
4. I love shopping di Sophie Kinsella
5. I passi dell’amore di Nicolas Sparks
6. Lettera ad un bambino mai nato di Oriana Fallaci
7. Un diamante da Tiffany di Karen Swan
8. La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano
9. La Cappella Sistina. Una visita per immagini di Sonia Gallico
10. Caravaggio. Un artista per immagini di Andrea Pomella

“La magnifica stronza. Perché gli uomini lasciano le brave ragazze”: il nuovo libro di Sherry Argov

Alessia Sità

ROMA – Dopo il successo di “Falli Soffrire” e “Falli Soffrire 2.0”, Sherry Argov torna in libreria con un nuovo lavoro pubblicato per Piemme editore: “La magnifica stronza. Perché gli uomini lasciano le brave ragazze”. Al centro della riflessione della brillante scrittrice e commediografa americana, è ancora una volta l’universo maschile e femminile, analizzato in un’ottica sempre più proiettata al matrimonio. Fin da subito, la Argov sottolinea che ‘la magnifica stronza non è un altro  di quei libri su come si accalappia un marito’, piuttosto vuole essere una sorta di ‘breviario’, ricco di spunti e consigli utili, per le donne che desiderano imparare a relazionarsi con la propria anima gemella, evitando però di trasformarsi in un misero zerbino solo per arrivare all’altare.
Con il suo stile pungente, ironico e lineare come sempre, Sherry Argov traccia il profilo tipico della ‘stronza’, puntualizzando come di consueto che non si tratta di una ‘donna cattiva o meschina’, ma di una donna sicura di sé e completamente autonoma, sia nella vita privata che in quella di coppia. Dalle numerose ricerche e interviste, rivolte principalmente a un pubblico maschile, emerge che in realtà ‘gli uomini non sono refrattari all’impegno, desiderano l’amore e il matrimonio proprio come le donne’.
In modo divertente e talvolta sarcastico, Sherry Argov spiega perché gli uomini sposano le stronze e non le brave ragazze; pagina dopo pagina, la scrittrice insegna al gentil sesso il modo migliore per approcciarsi col proprio partner, rivelando piccoli segreti e ‘perle di saggezza’ per essere sempre felici.  Basta passare ore e ore a preparare manicaretti per lui. Basta credere alla favola del principe azzurro. Basta essere sempre concilianti e annullare i propri interessi per fidanzati o spasimanti. Non dimenticate mai la regola numero 75: ‘Un uomo non sposa la donna che lo mette sul trono. Sposa la donna che dimostra di essere una sua pari… una donna speciale con la quale può condividere tutti i momenti speciali della sua vita’.

Il “Cantico dei Cantici”: il giorno che non valse l’universo intero

Giulio Gasperini
ROMA – Nei nostri appena archiviati anni Zero, in epoca di feisbuc-addicted e di nuove socialità sul web, in cui i messaggi durano il tempo di un errore e la fiducia è costantemente sotto pressione, nessuno avrebbe mai potuto rinvenire la giusta ispirazione per comporre il “Cantico dei Cantici”, il canto-per-eccellenza (unica forma di superlativo che la lingua ebraica conosca). Ad oggi, dopo millenni di poeti e di pennivendoli, codesto poema rimane il più alto e inarrivabile canto d’amore che l’umanità abbia partorito. O che abbia mai potuto godere, leggendo e rileggendolo senza mai stancarsi della perfezione del ritmo e dell’armonia delle sillabe.
Invocazioni ed esortazioni d’amore di uno sposo e una sposa che si scambiano perfette parole d’amore, plasmando immagini d’inaudita sensualità e sentimento che prende fiato e carne, che si appropria di un corpo e si costruisce un’anima per rimanere immortale come l’autore presunto di questo testo, il re Salomone. “Bàciami con i baci della tua bocca”, “Attirami a te, corriamo!”, “Corri, mio Diletto, / sii simile alla gazzella / o al cucciolo dei cervi, / sui monti dei balsami!”.
Nella nuova traduzione della Bibbia, edita nel 2008, le parole poetiche si son scrollate di dosso la polvere del tempo e dell’usura e son tornare a risplendere di tutta la loro potenza, di significante e di significato. Alcuni passi, addirittura, hanno così leggermente, ma consistentemente, modificato il loro significato da apparire quasi nuovi, come se il cantico fosse stato composto adesso, fresco di mente e di ispirazione. Il passo, ad esempio, che recita: “Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, / se trovate l’amato mio / che cosa gli racconterete? / Che sono malata d’amore!” corregge l’antica traduzione “che sono morta d’amore!”, reintroducendo un rapporto più paritario tra sposa e sposo che giova alla perfezione del Cantico stesso.
Il Cantico dei Cantici è erotismo allo stato puro, scevro di ogni volgarità e bassezza umana, perché l’amore stesso è considerata la perfezione più pura di erotismo: sicché “eros” – “amor” per Origene – è sia l’amore mentale che il trasporto fisico, in una perfetta sovrapposizione di significati da non esser mai stata più così raggiunta, in nessun’altra opera umana. Il Cantico è un libro della Bibba, ma mai si nomina Dio. Per questa sua anomalia (e scomodità) fu sottoposto alle interpretazioni più ardite, nell’ansia di giustificarne l’esistenza; fu salvato dai Padri della Chiesa soltanto attraverso una violenta interpretazione allegorica. Ma il Cantico dei Cantici non conosce soltanto spiragli per un’ipotetica giustificazione religiosa. È un canto che condivide immagini e suoni con altre culture, che attinge a un medesimo sostrato antropologico e figurativo: l’amante arriva rapido come gazzella, in una potente e sconvolgente immagine che già compariva in alcune, rare, poesie d’amore egiziane.
Al di là di chi l’abbia scritto, con quali intenti, quale vero e reale significato scorra sotto le immagini e le parole e le potenzi tangibilmente, l’opera non conosce rivali, né potrà mai temere confronti. Come ebbe a dire un rabbino nel II secolo d.C.: “L’universo intero non vale il giorno in cui Israele ebbe il Cantico dei Cantici”.

Ricordi situati in “via Case di Dozza”

Silvia Notarangelo
ROMA – Emozioni, ricordi, speranze. Gli appunti di Romea Sportelli Mirri, classe 1915, racchiusi nei suoi quaderni, sono stati raccolti in “via Case di Dozza”, un volume pubblicato dall’Editrice La Mandragora e capace di riservare una semplicità tutta da scoprire.

Via Case di Dozza è la strada dove Romea abita da ragazza, una via “più unica che rara”, una via dove tutti si conoscono, in cui la condivisione non è solo un buon proposito ma la realtà di tutti i giorni. Terza di sei figli, Romea non si sente “né carne né pesce”, ha una mamma, Ermelinda, che adora e un babbo, Antonio, innamorato forse più dei suoi canarini che dei suoi stessi figli.
Personaggi ed episodi di vita si susseguono tra le pagine dei ricordi. Un posto particolare spetta alla signorina Baldinotti, maestra di quella scuola elementare tanto rimpianta perché abbandonata troppo presto, ma c’è spazio anche per gli incantevoli carri del Carnevale, per i riti del giorno dei morti, per una rissa improvvisa in cui la protagonista, suo malgrado, si ritrova coinvolta.
Romea si affaccia prestissimo nel mondo del lavoro, prestando servizio presso botteghe e famiglie agiate, con esiti, purtroppo, non sempre piacevoli né gratificanti. Ha appena diciassette anni quando il tempo e le esperienze vissute la portano a definirsi “attenta, furba e scantata”.
Nella sua esistenza non mancheranno vicende tristi e lutti difficili da superare, ma anche un amore vero per il suo “Biondo” e un profondo affetto per le sue tre figlie.