"Dell’amore e di altri demoni", il romanzo del 1994 di Gabriel Garcia Marquez

Alessia Sità
ROMA – Se amate Gabriel Garcìa Màrquez e avete letto “Cent’anni di solitudine” e “L’amore ai tempi del colera” , di sicuro apprezzerete anche “Dell’amore e di altri demoni” pubblicato da Mondadori (prima edizione nel 1994), nella Collana letteratura Internazionale.
Dalla prefazione, apprendiamo che il libro prende spunto dal ritrovamento di un’antica tomba, rinvenuta presso lo storico convento delle clarisse. La singolare scoperta riportò alla mente di Màrquez un’antica leggenda, incentrata su una marchesina di dodici anni particolarmente venerata nei paesi dei Caraibi per i suoi miracoli. L’opera venne composta nel 1994 e nonostante l’intervallo di tempo che la separa dai lavori precedenti, lo scrittore sudamericano riesce, ancora una volta, a ricreare le atmosfere surreali e magiche dei due capolavori sopracitati.
Nella suggestiva Cartagena de Indias, fra l’ingiustizia dell’Inquisizione della Chiesa e antiche credenze popolari, si svolge la vicenda di Sierva Marìa de Todos Los Angeles, sospettata di aver contratto la rabbia in seguito al morso di un cane, e di Cayetano Delaura, il giovane prete chiamato ad esorcizzarla, che però resta vittima del mal d’amore.
Attraverso una scrittura essenziale e limpida, Gabriel Garcìa Màrquez ci regala una struggente fiaba dalle sfumature inquietanti e magiche allo stesso tempo.
Il lettore non può che restare affascinato dal continuo mescolarsi del sacro con il profano, dall’inesauribile passione che i personaggi riescono a scaturire, dall’amore che lascia lentamente il posto al demone latente che si cela in ognuno di loro.
Travolgendo i nostri sensi, “Dell’amore e di altri demoni” ci trascina in una tormentata storia d’amore che travalica la realtà, ma che comunque riesce ad emozionare fino al punto da lasciarci col fiato sospeso.