NEO: Enrico Prevedello e il suo primo romanzo

Calpestare il cielo per trovarsi

Giulia Siena
Perdere le proprie instabili certezze e ritrovarsi in un mondo al rovescio. Sembra che ci capiti spesso, ogni volta che ci sentiamo frustrati, fraintesi, inascoltati. Quando tutto cade – di solito – è il cielo (orizzonte o stelle) a ridarci la rotta; anche per Antonio – forse – era sempre stato così, nonostante la perdita, nonostante i silenzi e quella strana creatura che continuava a tormentarlo. Ma quando, in un caldo e caotico pomeriggio in città, si ritrova a ingurgitare una pastiglia di paracetamolo dopo l’altra sorseggiando birra, anche le più scontate certezze vengono a mancare. Al risveglio, Antonio è trascinato in quel baratro di cui spesso aveva assaggiato i contorni. Antonio scopre così che nulla è più come prima; per guardare il cielo deve letteralmente abbassare lo sguardo: il pavimento è sopra la sua testa e spesso deve schivare porte che si sfilano dai cardini e oggetti che ruzzolano da quello che, in precedenza, era il luogo in cui si muovevano sornione le nuvole. Quel prima che aveva odiato, in cui si sentiva spesso estraneo e intrappolato, non c’è. L’ora è un mondo tutto da comprendere e riscrivere.

Le stelle mobili del sottosuolo (NEO EDIZIONI), il romanzo d’esordio di Enrico Prevedello (veneto classe 1984), è la storia di un mondo che si disfa, metafora dello straniamento quotidiano in cui vita e morte si confondono.
Nel momento in cui Antonio stava rinunciando alla propria vita, questa si è trasformata. Intanto che Tiziano, Vito e Mauro venivano cancellati dal nuovo ordine delle cose, Ctonio rimaneva come unica compagnia in quell’apocalisse senza tempo. Ctonio, un avvoltoio che Antonio pensava di aver scacciato insieme al ricordo dell’amore, si nutriva della fobia del suo ospite, di quell’angoscia costante e tesa, dei corpi dilaniati dalla rottura del limite. Antonio è in quel baratro e deve imparare un nuovo linguaggio per parlare con sé, affrontare il bordo tagliente delle cose, cercare viveri e altre vite. Sormonta radici rovesciate, attraversa case disabitate per raggiungere una nuova comunità e nuove sfide. Quanto coraggio, però, ci vorrà per costruire nuovamente qualcosa?

Diviso in quattro sezioni, Le stelle mobili del sottosuolo è un romanzo densissimo di fantasia, riflessioni, sarcasmo e sensibilità. La storia che qui si dispiega è composta da tanti elementi, frutto di un’osservazione attenta della società e delle sue evoluzioni. La narrazione, poi, rende davvero giustizia alla trama: la scrittura di Prevedello gioca con lo stupore, la tensione e pizzica continuamente la curiosità del lettore.

Ho girato nella stanza come un cane senza coda, ho provato a prendermi a schiaffi, ho guardato fuori dalla finestra decine di volte e ogni volta le cose stavano così: il mondo è al contrario, e le sirene delle auto incastrate nel parcheggio continuano a strillare sulla mia testa. Sto camminando sul soffitto. Sopra di me c’è il pavimento di legno da cui ogni tanto si stacca una lista di parquet.

Informazioni su Giulia Siena

Direttore. Per gli amici: il direttore di ChrL. Pugliese del nord, si trasferisce a Roma per seguire i libri e qui rimane occupandosi di organizzazione di eventi e giornalismo declinato in modo culturale e in salsa enogastronomica. Fugge, poi, nella Food Valley dove continua a rincorrere le sue passioni. Per ChrL legge tutto ma, come qualcuno disse: "alle volte soffre un po' di razzismo culturale" perché ama in modo spasmodico il Neorealismo italiano e i libri per ragazzi. Nel 2005 fonda la rubrica di Letteratura di Chronica.it , una "vetrina critica" per la piccola e media editoria. Dopo questa esperienza e il buon successo ottenuto, il 10 novembre 2010 nasce ChronicaLibri, un giornale vero e proprio tutto dedicato ai libri e alle letterature, con occhio particolare all'editoria indipendente. Uno spazio libero da vincoli modaioli, politici e pubblicitari. www.giuliasiena.com
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