Cucinare con Sonia senza portare il portatile in cucina…

ROMA – Nuove ricette, ancora più facili, ancora più buone. Dopo il successo de “Le mie migliori ricette”, Sonia Peronaci, la fantastica cuoca di Giallo Zafferano, pubblica altri 100 imperdibili piatti per rallegrare lo spirito e la tavola degli italiani.
Giallo Zafferano è il sito di cucina più cliccato del web (500.000 visitatori unici al giorno), oltre che il fenomeno più fresco e croccante dell’invasione dei libri relativi al cibo. Sonia Peronaci ha dimostrato che il passaggio da internet alla libreria non solo è possibile, ma può rivelarsi un successo!
Lo scorso Natale è stato fra i ricettari più venduti, contendendosi la vetta della classifica con giganti quali la Clerici e la Parodi.
La ragione del suo successo sta nell’eccezionale rapporto di fedeltà con i suoi utenti, principalmente donne, che hanno scoperto che dietro il grembiule da cuoca c’è un’amica brava e sincera.
Ogni ricetta è infatti impreziosita da considerazioni e aneddoti personali di Sonia che rendono ancora più piacevole l’atto del cucinare.

Inoltre sulla pagina Facebook di Sonia e di Giallozafferano è possibile condividere immagini e ricette delle proprie creazioni. Se siete appassionate di cucina potete addirittura aprire un blog e condividere quotidianamente la vostra esperienza.

 

“Auf Wiedersehen Claretta”- davvero un uomo avrebbe potuto salvare la Petacci e Mussolini?

Marianna Abbate

ROMA – La Seconda Guerra Mondiale ha affidato all’Italia un ruolo decisamente ambiguo: se prima della guerra sembrava che fossero tutti d’accordo con il pensiero fascista, nel momento della sconfitta si ritrovarono tutti felici dell’arrivo dei nuovi Alleati. Ad un certo punto si è addirittura tentato di riscrivere la storia- dipingendo gli italiani come un popolo di partigiani antifascisti. Ovviamente, come sempre la realtà è nel mezzo. La guerra contro lo straniero si è trasformata in guerra civile tra partigiani e fascisti, con esiti cruenti e spaventosi.

Ma, se da una parte nella storia la figura del fascista si pone come immagine nettamente negativa, dall’altra parte i partigiani non possono assolutamente essere dipinti con tinte rosate. Ed uno dei motivi è sicuramente l’atteggiamento barbaro e il comportamento crudele che hanno avuto nei confronti delle popolazioni inermi- e motivo sicuramente molto scenografico, il terribile assassinio del duce e della sua compagna, seguito dall’accanimento sui loro cadaveri.

Per una volta, quindi, ci troviamo a leggere la testimonianza di un nazifascista Gunther Langes– l’autista che portò la Petacci da Merano a Gargnano, sul lago di Garda. Il diario viene presentato integralmente, con una premessa del sociologo napoletano Nico Pirozzi.

Auf Wiedersehen Claretta” può essere considerato quasi un documentario. E’ un po’ come sbirciare nell’auto dei due amanti e scoprire i loro segreti.  Il tutto con gli occhi del “privilegiato” autista, un po’ innamorato della Petacci.

Un punto di vista diverso su una storia di cui ci sembra di conoscere già tutto, il libro Edizioni Cento Autori ci mostra nella sua grottesca logica il pensiero di un nazista.

 

“Bodas de sangre”, Lorca e le nozze insanguinate.

Marianna Abbate

ROMA – Un’atmosfera magica, inquietante e un tantino afosa- quella delle tragedie di Garcia Lorca. Uno dei miei autori preferiti, sia per la sua lirica pesante e carica di duende, sia per i versi più riflessivi, ma soprattutto per il suo teatro. Nel tempo in cui in Italia Pirandello cercava con impeto un autore per i suoi personaggi, molti personaggi avevano trovato il loro autore in Garcia Lorca. Un uomo piccolino, scuro e introverso- ma passionale, forte e rivoluzionario. Ha osato sfidare il regime, un po’ in stile manzoniano- raccontando la storia contemporanea vestita di passato, e questa sfida è venuta a costargli la vita. Bodas de sangre- Le nozze di sangue, sono solo un pretesto per avvicinarsi alla sua letteratura teatrale. Un mondo popolato da donne, dipinte in ogni sfaccettatura: deboli e prive di diritti, ma forti delle tradizioni, del coraggio e di un desiderio di sopravvivenza che gli uomini sembrano avere perduto, in qualche lontana battaglia per una Libertà senza volto.

In un mondo in cui il razionalismo sembra aver preso potere su tutto, in cui in tutto il mondo si celebra la guerra, unica pulizia, la Spagna sembra galleggiare in uno spazio-tempo lontano, astruso. Che vede protagonista il surrealismo di Dalì e Bunuel, e il ritorno in auge del Cante Jondo e della magia Andalusa.

Le nozze combinate, contro la volontà di una sposa innamorata, non possono avere luogo. Perché l’amore vero e la passione preferiscono la morte e la tragedia ad una vita spenta e non voluta. I protagonisti sono spinti da forze occulte, molto più grandi di quelle che guidano e regolano la società contemporanea. Forze che sono metafora della poesia, della passione della libertà. Quelle stesse forze che porteranno gli spagnoli nelle piazze a combattere. E ridaranno ai poeti il loro posto nel mondo.

Wilwoosh: quando Youtube sbarca in libreria

Marianna Abbate

ROMA – Youtube pullula di divi di piccole e medie dimensioni. Ci sono personaggi divenuti famosi per i tutorial su qualsiasi cosa, persone che insegnano a truccarsi, a vestirsi, che danno consigli sulla vita sociale, sul benessere e sull’alimentazione.. E poi ci sono i divi. In Italia sono due, in particolare, quelli più famosi: Clio Makeup e Wilwoosh. Entrambi sono approdati in libreria, e hanno scalato spavaldamente ogni classifica di vendita.

Qual’è il segreto del loro successo? Sicuramente avere un bell’aspetto aiuta. Ma Wilwoosh, al secolo Guglielmo Scilla, non è solo un bel ragazzo da copertina. E’ autoironico, simpatico allegro e semplice. E con tutte queste qualità da bravo ragazzo, riesce anche a non essere noioso. Anzi, i suoi video sono veramente divertenti ed anche un po’ folli. Se non ci credete, potete visitare tranquillamente il suo Canale Youtube.

Il suo primo libro è edito da Kowalski, e si intitola 10 regole per fare innamorare. Un titolo che è anche un omaggio a quei tutorial sconclusionati che lo hanno reso famoso. Perchè l’amore, è un po’ come la Cocacola, la cui formula rimane un segreto. E qui il nostro temeraio Wilwoosh, si lancia nel tutorial estremo: quello dell’innamoramento.

Non so se seguendo le sue 10 regole riuscirete mai a far innamorare qualcuno, ma sicuramente leggendo il libro vi farete qualche sana risata.

E dopo aver letrto il suo libro, seguite un tutorial di Clio e andate tranquille al vostro appuntamento. Youtube non vi permetterà di fallire.

Lo shopping, la nuova frontiera della meditazione

Marianna Abbate
ROMA “Meditazioni sullo shopping” è questo il titolo allettante del libricino rosa edito da Mimesis, che vedete nella foto. Ma se sperate in una storia di amore e shopping alla Kinsella, avete sbagliato copertina. Questa è roba seria: si tratta di Filosofia. La maiuscola nella parola filosofia è voluta, perché non vi sto parlando di filosofia come stile di vita, ma di quella scienza che ha visto sviluppare la teoria della maieutica e ucciso Socrate con un bicchierino di cicuta. Orbene, vi direte, nulla di strano. Qualche donna fashion si è dedicata allo studio degli antichi filosofi e trovando l’argomento un po’ superato ha pensato bene di dedicarsi ad un argomento più allegro producendosi in un’analisi sociologica dell’acquisto compulsivo. Niente di più sbagliato.

L’autore è un UOMO!, un filosofo di nome Seiffart Achim, che approccia l’argomento da profano. Achim si è trovato incuriosito dall’argomento osservando la sua assistente, una ragazza che ritiene essere molto intelligente. La suddetta, della quale per onore alla privacy non sappiamo nulla, indossa abitualmente un abbigliamento elegante che il filosofo ha valutato circa 3000 euro, di cui un migliaio solo per la borsa, esclusi gioielli. La domanda nata spontaneamente nella testa di questo filosofo, che ci piace immaginare un po’ sgangherato e sgualcito, è stata: perché questa ragazza spende tutto questo denaro in abbigliamento, se non ha bisogno di affermarsi socialmente in quanto ha già un ruolo importante dovuto al suo lavoro?

Oh innocenza della filosofia! E’ evidente che Achim non abbia mai provato il bisogno di fare una buona prima impressione, o che non ha mai pensato che i capelli unti sono il peggior biglietto da visita.

Se volete scoprire quale sia la teoria finale, vi invito alla divertente lettura del suo libello. Ma non posso esimermi dal condividere con voi la mia personale teoria sulla scienza dello shopping.

Ecco, chiunque mi conosca un pochino, sa che amo fare acquisti. E sa anche quale è la mia personale opinione sull’intelligenza. Se sei un genio, non è necessario che sottolinei la tua “nerdaggine” con un abbigliamento trasandato e occhiali spessi un dito. Anzi, la mancata cura del tuo aspetto è sintomo di una mancata intelligenza sociale. Un aspetto curato ed elegante aumenta esponenzialmente il valore delle tue parole.

Per questo sconsiglio vivamente di mangiucchiarsi le unghie e indossare sacchi di iuta: nerd correte a a fare shopping, con il beneplacito della filosofia.


Nulla due volte accade, né accadrà…

Marianna Abbate

ROMA – Per tal ragione nasciamo senza esperienza, moriamo senza assuefazione. E’ morta senza assuefazione, senza routine, la poetessa polacca premio Nobel alla Letteratura. Wislawa Szymborska, Lei che della morte non aveva paura e la sfidava in poesie ironiche e sorridenti. Che in un museo, guardando gli oggetti esposti, ricordava le persone cui erano appartenuti. Perché delle persone rimangono piatti, fedi, corone e guanti- ma non rimane la fame, la fiducia, il potere e la sfida. Io vivo, credetemi, diceva mentre continuava a lottare contro un vestito a fiori che voleva necessariamente sopravviverle. Se non avete letto le sue poesie, fatelo ora. Non vi annoierete, ma magari potrete scoprire un granello di sabbia in un paesaggio.

Quel vestito probabilmente finirà in un museo, ma le sue poesie non varcheranno mai quella soglia. Staranno lì poggiate sui vostri scaffali, in attesa di vivere ancora ogni qual volta sfoglierete quelle pagine- ogni volta che cercherete su Google il suo nome. Guadagnarsi l’eternità non è cosa da poco, di questi tempi.

E così per non lasciarvi affamati senza sapere dove cercare vi lascio dei consigli su come compilare un curriculum. Consigli da premio Nobel.

Scrivere un curriculum (Wislawa Szymborska)

Che cos’e’ necessario?
E’ necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si e’ vissuto
e’ bene che il curriculum sia breve.
E’ d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di piu’ chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perche’.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio in vista.
E’ la sua forma che conta, non cio’ che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

 

 

Intervista ad un autore “Clandestino”

Marianna Abbate
ROMA – Vi ricordate la recensione del “Clandestino” (Edizioni Sonda) che ho pubblicato a novembre? E’ inutile che annuiate, andate a rinfrescarvi la memoria e poi tornate su questa pagina a leggere la simpatica intervista all’autore, che serve fondamentalmente a dimostrare che io non ho capito nulla delle intenzioni dello scrittore. Ma d’altronde non è forse questo il destino di ogni critico che si rispetti? Chissà cosa ne penserebbero Dante e Leopardi di tutte le dietrologie prodotte sulle loro opere. Allora perché non approfittare del fatto che l’autore possa risponderci di persona e non correre a intervistarlo? Ecco a voi Ferdinando Albertazzi.

Quali sono gli ingredienti di un buon giallo?
Tono, brillanza e purezza son gli “ingredienti” che differenziano qualsivoglia colore dai suoi “gemelli”. Vale dunque anche per il giallo, che sia colore o… genere letterario.

Perché ha scelto di scrivere per i ragazzi?
Non scrivo affatto per i ragazzi. Non in esclusiva, almeno. Il fatto che nelle mie storie ci siano ragazzi in pagina non significa che siano destinate unicamente a loro. Altrimenti là dove in pagina ci sono invece cani, gatti o maiali, dovremmo considerarle storie per cani, gatti e maiali… Scrivo, questo sì, i ragazzi, indagati soprattutto lungo il frastagliato  percorso verso l’adultità e quindi insieme ai “grandi”. Se una storia che “punta” preferenzialmente i ragazzi non ha almeno qualche valenza anche per gli adulti, è una storia da cestinare.

Quali sono le differenze tra un noir per ragazzi e uno per adulti?
Per come si stanno differenziando le generazioni, per certe impensabili disinvolture “guardonesche” e non solo che mostrano i ragazzi, direi che, paradossalmente, un noir anche per ragazzi deve essere assai meno ingenuo di quello che va a infoltire il catalogo “per adulti”.

Lei insegna in un corso di scrittura creativa: quali consigli si sente di dare a chi vuole iniziare a scrivere, in particolare per i ragazzi?
Non aver paura di avere il coraggio di provarsi, di scommettere contro la pagina bianca. Senza smettere, al contempo, di leggere tanto e senza accontentarsi dei risultati che si pensano già raggiunti. Usare insomma molto il cestino della carta straccia, nella consapevolezza che il difficile non è cominciare bensì durare e che  il temperamento e la qualità letteraria sono tra i fattori decisivi della durata.

Che rapporto ha con i suoi lettori? Le scrivono, vengono alle presentazioni? Come sono, insomma, i giovani lettori?
Durante gli incontri, quelli che hanno la lettura nel DNA sono curiosi e avidi, desiderosi di farsi prendere dalle narrazioni. Quelli che, al contrario, si avvicinano alle storie in pagina con scarso entusiasmo o sono addirittura refrattari,  si lasciano però catturare dai laboratori musicali che Gabriella Perugini ha ideato e realizza per i miei libri. Diversi a seconda delle storie, ovviamente. Sono per lo più proprio quei ragazzi lì, quelli che non leggono volentieri o non leggono affatto, ad apprezzare gli incontri attraverso i laboratori musicali (soltanto così, d’altronde, parlo dei miei libri con i ragazzi), dove sono peraltro artefici. “Ah, ma se si può leggere così, allora…”, commentano stupiti e invogliati. Ed è una conquista davvero promettente, quella che principia dai loro sguardi magari di ironica sufficienza, via via accesi da un incredulo interesse…