Fuga in punta di piedi: colori, amicizia e colpi di scena

Daniela Palumbo e Francesca Carabelli nella nuova graphic Sinnos

Giulia Siena
Partire! Ogni anno Alfio e Adele partono. Da dieci anni, cascasse il mondo, prendono il treno il 30 luglio e tornano il 30 agosto. Trascorrono quel mese di vacanza nella loro dimora in montagna, Casa Stretta, che li accoglie nel più suggestivo relax. E’ il 30 luglio e stanno per partire; tutto è pronto: telo, taccuino, occhiale, cannocchiale, altalena, lampada, crema… ma Adele si ferma. C’è tutto, eppure manca qualcosa! Adele non trova la sua scarpa e non si può mica partire con una sola scarpa! Di quelle preferite, poi! Ma non è in nessun luogo! Cerca, cerca, niente; cerca in Chiesa: tra i banchi, in fila, sull’altare, ovunque, niente. E intanto il treno parte e loro, in attesa che spunti fuori la “disgraziata”, cominciano stravolgere i propri piani.

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Alfabeto di Quarantena

Le parole: alfabeto di quarantena, G – gioia

Giulia Siena
PARMA
– Sembra che la normalità stia facendo capolino nelle nostre vite. Timidamente abbiamo ricominciato (per chi aveva dovuto smettere) a mettere il naso fuori da casa – ma dentro la mascherina- , riprogettare la quotidianità e le occasioni sociali. Abbiamo dovuto archiviare le titubanze e rimodulare le nostre abitudini in base alle esigenze dell’oggi. Quell’oggi che abbiamo atteso tra paure e consapevolezze ora è qui; ora possiamo tornare a guardarci, a sorridere insieme, a raccontarci i tanti progetti che abbiamo accantonato, le piccole conquiste, le ricette riuscite, le paure e tutti i film che siamo (o non siamo) riusciti a vedere.

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Arkadia: Valentina Di Cesare, il suo secondo romanzo è un’ottima prova narrativa

Giulia Siena
PARMA
“Solo un po’ di stanchezza negli occhi, lo sguardo inargentato di luna calante, il sorriso un battito in ritardo rispetto agli altri, e poi un’inquietudine lenta, serpentina, trasmessa dagli occhi alle ossa e al respiro, un’ondulazione iterata del pensiero, una specie di aritmia esistenziale”. Bartolo ascolta tutti. Lui c’è sempre, ma in quest’ultimo anno, in questi mesi, è successo qualcosa: i suoi occhi sono distanti, le sue spalle si chiudono arrese, il suo corpo si trascina stanco. Bartolo però non ne parla, lui è un ottimo ascoltatore ma è discreto, anche con i suoi amici. Non vuole dare preoccupazioni, non vuole esternare la sua decisione.

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“Ranocchio è un eroe” perché l’amicizia rende tali

ranocchioeroecopROMA – “L’acqua era gelida, ma Ranocchio non ci badava. Pensava solo ad Anatra, Lepre e Porcello che stavano morendo di fame”. La storia di Ranocchio comincia quando comincia la pioggia: dapprima come semplice temporale passeggero, la pioggia imperversa fuori dalla casa di Ranocchio. La pioggia continua e il fiume cresce e l’acqua invade la casa del nostro protagonista. Ma se la sua casa è tutta allagata – pensa Ranocchio – cosa ne sarà delle dimore di Lepre, Anatra e Porcello? Allora Ranocchio decide di uscire di casa e andare a trovare gli amici. Le case di ognuno di loro sono invase dall’acqua e l’unico modo per mettersi in salvo e correre a casa di Lepre.

 

Comincia così “Ranocchio è un eroe”, il racconto di Max Velthuijs – curato da Alfredo Stoppa – e pubblicato da Bohem Press. Ranocchio è un eroe perché l’amicizia rende tali, perché finite le provviste Ranocchio ha deciso di tuffarsi in acqua e chiedere aiuto. Doveva farlo, doveva farlo per i suoi amici.

 

Una storia di paura, coraggio e amicizia. Una storia in cui l’affetto degli amici rende forti e determinati a sconfiggere tutte le intemperie.