Con l’editore tra gli editori: una visita indipendente al Salone del Libro

Viviana Rosi di End EdizioniLuca Vaudagnotto
TORINO – “Sono venticinque anni che vengo al Salone, ci sono sempre venuta; è un’esperienza imprescindibile, fonte di riflessioni, non sempre positive però”. L’auto si mette in moto e partiamo: iniziamo così il nostro viaggio alla volta del Salone del Libro di Torino 2015 chiacchierando con Viviana Rosi di End Edizioni, che ci dà un passaggio e uno sguardo attento sulla manifestazione. “È un evento particolare – continua l’editrice – Ti permette di percepire dove sta andando l’editoria ed è una bella vetrina per i nuovi editori; spesso però si incontra anche chi approccia il libro solo in quell’occasione, anche per tutto il contorno che c’è, o che frequenta solo gli stand delle grandi case editrici”. Ed è proprio questo che ci interessa e ci preme raccontare. Una volta dentro gli immensi spazi del Lingotto, andiamo a caccia di editori indipendenti e delle loro esperienze: insomma, vogliamo capire “il Salone dei piccoli”. Continua

Una cartolina dalla Torre Eiffel

Torre EiffelLuca Vaudagnotto
AOSTA – È stata dipinta, fotografata, disegnata; è stata sfondo di racconti gialli, romanzi d’amore e ritratti; è stata ispiratrice di versi, dibattiti e accese polemiche. Ora è oggetto, o meglio soggetto, di un “pacchetto”: un libro-cartolina completamente dedicato a lei, la Torre Eiffel, del quale è appunto la protagonista indiscussa, viva e palpitante. Nel volumetto Torre Eiffel. Due o tre cose che so di lei, curato da Eusebio Trabucchi e pubblicato per i tipi di L’Orma Editore (nella collana I paccheti dei luoghi), troviamo una completissima raccolta di informazioni di ogni genere, dai dati tecnici agli orari di apertura fino a ogni sorta di aneddoto e pettegolezzo che la riguardi; una biografia, insomma, della sola e incontrastata première dame de France, checché ne dicano i suoi detrattori.
Dopo un primo capitolo dedicato ai numeri e alle date della Tour Eiffel, tra cui figura un’affascinante carrellata di immagini storiche che testimoniano le tappe costruttive a partire dall’agosto 1887 fino al marzo del 1889, si prosegue con l’alfabeto della Torre, in cui, lettera per lettera, il lettore viene catturato dalle piccole e grandi storie, vecchie e nuove, che hanno riguardato e tuttora riguardano la dame de fer: troviamo la creazione dei Calligrammes del poeta Apollinaire, uno dei quali ha la forma della Nostra, il resoconto del più grande raggiro della storia, in cui tale Victor Lustig tentò di vendere i pezzi della Torre ma anche la realizzazione di imitazioni sparse nel mondo e le panoramiche di Google. A seguire, un’interessante raccolta dei testi comparsi sulla stampa parigina all’epoca della costruzione che riporta la polemica che accese la realizzazione di un’inutile mostruosità nel VII arrondissement; a chiudere il volume, invece, proposto in questa accattivante veste grafica che trasforma il libro in una vera e propria cartolina da spedire, troviamo una collezione di poesie ispirate alla Tour, tra cui spiccano i versi di Majakovskij (Parigi – due chiacchiere con la Tour Eiffel) e Éluard (Sogno).
Abbiamo tutti visto un’infinità di volte la Tour Eiffel e tutti la conosciamo nei particolari: con questo omaggio, L’Orma Editore ci regala occhi nuovi per guardare come se fosse la prima volta l’unica vera regina di Francia dopo Maria Antonietta.

“Ricordarmi di”, tra aforismi e appunti sparsi.

Ricordarmi diGiulio Gasperini
AOSTA – “Ricordarmi di”, di Yves Pagès, edito da L’Orma Editore, è come fosse una raccolta di post-it colorati; una serie di promemoria, di appunti, di anomali aforismi per non dimenticare dettagli importanti, particolari imprescindibili, minuzie che diventano pietre angolari.
Attraverso un incalzante procedimento anaforico, che diventa quasi salmodiante, lo scrittore francese, famosissimo Oltralpe, inanella e squaderna una serie di considerazioni, personali e generali, sul mondo che si organizza e si sviluppa attorno a lui, squadernando un campionario vasto ed eterogeneo: si va da ricordi personali, dell’intimità e della quotidianità dello scrittore (ricordi della nonna e dei genitori) a post di rilevanza sociale, politica e civile. Persino satira, nei suoi scritti, come il post dedicato all’origine rom del cognome Sarkozy. O che riaprono ferite mai sanate della storia francese, come il post sulla Guerra d’Algeria e i campi di concentramento di Reggane, Oued Namous e Aïn M’guel. C’è la polemica religiosa (il post dedicato a San Luigi di ritorno nel 1254 dalla Crociata e all’ordinanza di tingere i capelli rossi delle prostitute) ma anche la polemica ambientalista, come nel post che riguarda la morte atroce delle api a causa dell’utilizzo dei pesticidi in agricoltura. Molti post, ancora, sono dedicati alle migrazioni e ai migranti, mettendo in evidenza, con affondi profondi e senza possibilità d’appello, le mancanze e i peccati di un occidente smemorato. C’è un po’ di tutto, in questo libro (anche se c’è molto – forse troppo, per noi – del mondo e della società francese), come fosse una miscellanea di punti di vista, di considerazioni, sempre però condotti dallo stesso sguardo spietato e severo, che sa individuare i nemici e li sa sbaragliare senza concedere loro nessuna possibilità di difesa né di rifugio. Gli attacchi sono affondi, diretti e consapevoli, talmente repentini da sembrare morsi velenosi di serpente: dopo, rimangono pochi secondi di vita, e pochi passi ancora da fare per poter tentare una fuga.
È una collana di perle, questo libro. Da centellinare e non divorare, da meditare e non fagocitare nello scorrere sfrenato della vita. E proprio qua sta un’importante chiave di lettura: la fruizione è la calma, la lentezza, il lungo respiro. Come antichi testi di proverbi e salmi, di sentenze e motti popolari che nascondono una ricchezza di visione e di valutazione.
Il modello parodiato pare essere quello della nuova comunicazione globale, in particolare dei post di facebook e dei cinguettii di twitter; è lo scrittore stesso, in un post, che però ne fa il verso e ne mette in evidenza la distanza: “Di non dimenticare che nessuno di questi Ricordarmi di rispetta il tetto di 140 caratteri di Twitter, tranne questo”.
Un tesoro, una ricchezza, questi appunti di Yves Pagès. Perché offrono la possibilità, a ogni lettore, di cominciare a considerare quanto importanti siano i dettagli della vita di chiunque; e di quanta letteratura inconsapevole, spesso, possa esserci dietro.