L’amore, in ogni forma, è un diritto umano

Giulio Gasperini
AOSTA – Del 1948 è la Dichiarazione universale dei Diritti umani e ancor prima, del 1793, è la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino: il tema dei diritti individuali è antico e dibattuto, fonte costante di confronti e punti di vista. Negli ultimi anni, l’orizzonte dei diritti individuali si è andato sempre più allargando, quando si è affermata l’importanza di altre possibilità di diritti e libertà fino a poco prima non considerate né contemplate. Carlo Scovino, in Love is a human right, edito da Rogas Edizioni nella collana Atena con il patrocinio della sezione italiana di Amnesty International, decide di affrontare la questione dell’omosessualità dall’angolazione del diritto, sottolineando già dal titolo come l’argomento riguardi strettamente i diritti umani.
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Il metodo di Sherlock in materiale inediti

Sherlock. Un uomo, un metodoGiulio Gasperini
AOSTA – Un’opera teatrale interamente progettata da Conan Doyle, due racconti brevissimi e una scaletta apprestata per l’abbozzo di un racconto: questo è il prezioso contenuto di Sherlock: un uomo, un metodo di Arthur Conan Doyle, edito da Rogas Edizioni con la traduzione di Adalgisa Marrocco nella collana #DarcyincontraDupin, nata dall’incontro della collana di letteratura inglese con quella dedicata al giallo e al poliziesco. Particolarmente nell’opera teatrale, intitolata La banda maculata, il celebre detective, col quale Conan Doyle ha da sempre intrattenuto un rapporto complesso e conflittuale, appare in tutta la sua tridimensionalità, la sua scaltrezza, il suo talento nel risolvere complicate situazioni che all’inizio appaiono invece senza logica apparente.
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La letteratura LGBT fuori dai denti e dalla riserva.

la biblioteca ritrovataGiulio Gasperini
AOSTA – La questione se considerare la letteratura LGBT un genere specifico è annosa e, persino, oramai un po’ superata. Perché se è vero che una volta il tema preponderante della scrittura gay era la lenta e difficoltosa accettazione, nonché il tribolato percorso di scoperta del sé (e dell’altro al di fuori), adesso l’attenzione degli scrittori si è spostata sulla contemporaneità, ponendo al centro della loro indagine le nuove forme di socialità, come le famiglie omogenitoriali e i matrimoni. In questo contesto di grandi cambiamenti, la casa editrice Rogas Edizioni, che si sta sempre più affermando sul palcoscenico dell’editoria italiana, ha pubblicato La biblioteca ritrovata, un saggio in cui il giornalista Francesco Gnerre individua dei filoni tematici che sistematizzano alcune esperienze narrativa e saggistiche gemmate all’interno dell’universo LGBT. Continua

Rogas Edizioni, mai rinunciare alla qualità.

Rogas EdizioniGiulio Gasperini
ROMA – Rogas Edizioni è una casa editrice nuovissima, che si è subito caratterizzata sul mercato libraio con una serie di titoli risorti a nuova vita editoriale. A rispondere alla domande di ChronicaLibri, Simone Luciani.

Come nasce l’avventura della casa editrice Rogas Edizioni?
La Rogas nasce dall’esperienza e affianca la libreria Marcovaldo, a Roma. Come ogni casa editrice, nasce dalla passione. E poi, dal desiderio di far arrivare sugli scaffali delle librerie della buona letteratura, che sia nuova o riscoperta. Continua

“La sepolta viva”: storia della Cenerentola della letteratura italiana

La sepolta vivaLuca Vaudagnotto
AOSTA – Ci sono molte ragioni per leggere La sepolta viva, di Francesco Mastriani, edito con coraggio da Rogas Edizioni: si tratta, infatti, della ripubblicazione di un romanzo d’intrattenimento datato 1889 e tradotto in linguaggio cinematografico nel 1948 dal regista Guido Brignone.
“Ah! Che bell’italiano!”, è il primo pensiero del lettore, appena terminate due pagine del libro: si rimane increduli e stupiti dalla qualità della lingua impiegata da Mastriani, pur rivolgendosi a un pubblico vasto ed eterogeneo, dalle espressioni ricche e dal lessico a tratti addirittura aulico (l’uso di verbi come “palesarsi”, o di vocaboli come “il sembiante”, “rivendugliolo” o ancora espressioni come “mettere a parte qualcuno”): sembra, talvolta, di scorrere un libretto d’opera; ma a guardar bene, è ancor più sorprendente trovare in queste pagine espressioni che ci appaiono estremamente contemporanee (“il cuore schiantato” o “gettar luce” su un fatto poco chiaro). Continua

Una fetta di quartiere in piena estate.

Come un pandoro a FerragostoLuca Vaudagnotto
AOSTA – Varchiamo il cancello del parco e subito veniamo accolti dalla sua ombra rasserenante, l’unica che sa dare pace nelle infernali giornate estive di Torino. Non è un parco famoso, è uno di quei giardini serrati tra i condomini, resistiti per caso alla cementificazione. Facciamo pochi passi e sentiamo delle voci; allunghiamo lo sguardo e vediamo giubbini grigio-blu adagiati su panchine disposte in cerchio, cappelli che si muovono, alcuni bastoni appoggiati qua e là, maniche di camicie arrotolate che seguono il gesticolare. Ci avviciniamo e ascoltiamo una delle tante, curiose e uniche storie di quartiere. Leggere Come un pandoro a Ferragosto, scritto da Roberto Marzano per Rogas Edizioni, significa fare un’esperienza di questo tipo; ed è l’autore stesso a suggerirci questa interpretazione, con la sua presenza forte e appassionata, a volte fin troppo coinvolta, di narratore più che onnisciente, compartecipe. Continua

Oroonoko, il nobile schiavo della letteratura inglese

OroonokoGiulio Gasperini
AOSTA – Aphra Behn è una scrittrice che in ben pochi, se non amanti e cultori della letteratura inglese, conosceranno. Assente dalle librerie dei più, anche perché i suoi libri difficilmente reperibili. Fino ad oggi, quando la coraggiosa casa editrice Rogas Edizioni, nata “come ‘sorella minore’ (ma solo per età…) della libreria Marcovaldo (come recita il sito stesso), ha deciso di ripubblicare, in un’edizione con testo a fronte (tradotto da Adalgisa Marrocco), il suo romanzo più significativo: Oroonoko, nobile schiavo, edito nella prima edizione nel 1688. La collana inaugurata è “Darcy”, dedicata a capolavori della letteratura inglese “(non) dimenticati, fino a ieri introvabili”.
Aphra Behn, definita da Virginia Woolf la prima scrittrice inglese professionista (perché visse con la sua attività di poeta, scrittrice e drammaturga), ha avuto una vita che potrebbe parere un vero e proprio romanzo, anche per via delle poche notizie certe che se ne hanno. Probabilmente nel 1663, quando lei aveva circa 23 anni, la famiglia si trasferì nella Guyana olandese, dove rimase per circa un anno. Questa esperienza fornì la base e il materiale per il romanzo che l’ha resa celebre ed è considerato il suo capolavoro, “Oroonoko”. Il romanzo, il cui sottotitolo originario recitava “A true history”, racconta la storia di un principe, nipote di un sovrano africano, e Imoinda, stupenda donna figlia di un valoroso condottiero. L’amore dei due giovani viene ostacolato dal nonno dell’impavido principe, che sposa con l’inganno la giovane. A questo punto, i due si ribellano, finendo schiavi e trovando, dopo una serie di sfortunate peripezie, una morte gloriosa.
Il romanzo, che si fonda sull’affermarsi un esotismo che in quegli anni cominciava a prendere forma e sostanza letteraria, pur se breve, è denso di elementi significati, anche legati alla società del tempo, non ultimo lo schiavismo e il significato che aveva per gli europei; atteggiamento legato anche alla religione e alla sua diffusione tra gli “indigeni”, che Aphra Behn descrive con occhio benevolo ma persino un po’ compatente. Sicuramente, splendida è la descrizione di questa terra lontana, il Suriname, di cui la Behn ne aveva saputo cogliere il potenziale, a differenza della Corona inglese, che la cedette all’Olanda. La scrittura della Behn è deliziosa, ben calibrata, essenziale nel dire, senza superfluo. I personaggi, in particolare Oroonoko, dai tratti eroici e fortemente tragici, sono quasi sculture antiche, perfette nella loro statuaria comportamentale e caratteriale, che parlano con un’eloquenza tipica dei grandi condottieri antichi, tutti calati in questo “nuovo mondo” che, in quella lontana fine di ‘600, faceva sognare e fantasticare senza limiti.