Appuntamenti: dal 25 settembre al via il festival della scienza e delle curiosità

Padova: CICAP Fest 2020, quanto la pandemia influirà sul nostro futuro

PADOVA – La terza edizione del CICAP Fest, il Festival della scienza e della curiosità, inaugurerà in live streaming venerdì 25 settembre alle ore 20.30, in diretta dall’Auditorium dell’Orto Botanico di Padova. L’edizione di quest’anno, “La sfida è adesso. Ri-partire con la scienza affrontando il cambiamento, l’imprevisto e l’improbabile”, si interrogherà – spesso avvalendosi dell’aiuto di un buon libro e del suo autore – su quanto la pandemia impatterà sul nostro futuro. Fondato nel 1989 da Piero Angela e, tra gli altri, da Margherita Hack, Umberto Eco, Rita Levi Montalcini, Carlo Rubbia e Umberto Veronesi, il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) è un’associazione educativa e pedagogica con sede a Padova, volta a diffondere una mentalità scientifica e a contrastare irrazionalità e superstizione.

Continua

Usborne e le grandi rivoluzioni: “La storia della scienza per immagini”

Giulia Siena
PARMA
– Come far conoscere la scienza ai più piccoli? Come mettere a conoscenza i giovani lettori delle evoluzioni che il mondo scientifico ha fatto nei secoli? L’argomento è sicuramente uno dei più difficili ma, allo stesso tempo, uno dei più affascinanti e coinvolgenti. La storia della scienza per immagini (Edizioni Usborne),scritto da Abigail Wheatley, illustrato da Ian McNee e tradotto da Delia Prosperi, è un lungo e dettagliato percorso nella scienza.

Continua

Cataratta, o la smemoratezza degli occhi.

CatarattaLuca Vaudagnotto
AOSTA – “Cataratta”, dal greco kataractes, cascata o inferriata, ostruzione che scende dall’alto: così principia lo scritto di John Berger e così ha inizio l’avventura di cui ci narra, ovvero la riscoperta della vista e del vedere.
Berger, scrittore e saggista, ma soprattutto critico d’arte tra i più noti ed influenti, decide di condividere con noi lettori l’esperienza di un’operazione di asportazione della cataratta all’occhio sinistro (2009) e poi destro (2010) in una sorta di “vademecum della visione”, una raccolta di appunti e osservazioni, edita da Gallucci Editore nel 2015 col titolo di Cataratta.
L’autore conduce quasi una ricerca scientifica, corredata da esperimenti di visione e osservazioni empiriche, sulla sua vista e la sua capacità di visione prima e dopo l’asportazione di questo medium che modifica la percezione del mondo: Berger indaga lo spazio, la distanza, la luce che rende possibile la visione, l’oscurità come preludio alla visione, il colore ma anche la natura come categorie primitive del vedere; e alla luce di questa sua nuova capacità di vedere le cose, le rifonda, le riconcepisce attraverso la nitidezza di un nuovo cristallino, trasformandole così in chiavi di lettura del mondo, in un modo per dare senso a ciò che quotidianamente sta e si muove attorno a noi.
Arricchiscono questi appunti di scienziato i disegni di Selçuk Demirel, che illustrano in modo a volte ironico, a volte onirico o inaspettato o ancora malinconico il lavoro di Berger, amplificandone la ricerca e fornendo al lettore infiniti ulteriori spunti di riflessione.
Leggere e guardare questo diario permette al lettore di condividere l’esperienza di “rimozione di una particolare forma di smemoratezza”, quella relativa al vedere, e di guadagnare una vera e propria rinascita visiva: quella che non solo consente ai propri occhi di contemplare il proprio orizzonte, ma che invita ciascuno di noi a “immaginare una moltitudine di orizzonti alternativi”.

Carthusia: “Io ricordo. Se le molecole potessero parlare racconterebbero questa storia”

Giulia Siena
ROMA –  “La chimica è la lingua in cui si esprime il mondo delle cose. Le sue lettere sono gli elementi che circolano sulla Terra: idrogeno, ossigeno, carbonio, e così via. Se unisci questi elementi, formi le molecole, che a loro volta formano le rocce e l’aria, i fiori e i loro profumi, e tutto quello che esiste, vivo e inanimato, e che ora sarebbe troppo lungo da elencare qui”. Tutto comincia con una scintilla proveniente da ogni parte del Cosmo; la luce forma una piccola spirale che si lascerà ricordare nei millenni. E’ “Io ricordo”, il libro con i testi di Sabina Colloredo e le illustrazioni di Annalisa Beghelli pubblicato da Carthusia.

Apriamo il magnifico albo illustrato ed entriamo nella scienza. Infatti, la chimica è nella vita di tutti giorni: è nell’aria che respiriamo, è nell’acqua che beviamo, è nei castelli di sabbia che costruiamo e nel gelato alla vaniglia che mangiamo.
La chimica è nel nostro mondo, è in noi. Per questo è facile per la bambina dai riccioluti capelli biondi spiegare al protagonista che la chimica si può amare, allo stesso modo in cui si amano le persone. I due bambini si incontrano su una spiaggia; lui è felice di aver compiuto 9 anni – l’età che lo conferma un giovanotto – e lei è alle prese con una gara di castelli di sabbia. Lei ha una spiccata parlantina e un amore incondizionato per la chimica. Sì, proprio quella materia che a scuola annoia gli alunni e sembra non abbia alcuna utilità al di fuori dei banchi scolastici. Ma la chimica è in tutto e, dal loro incontro, fino alle peripezia negli anni per ritrovarsi, i due protagonisti ne sono affascinati.