“Cannibalismo italiano”

Ponte alle Grazie: Gli affamati di Mattia Insolia

Daniela Distefano
CATANIA
“Paolo Acquicella era avido di distruzione. Quando si svegliò, sudato, il fiato corto, la sua rabbia senza nome era lì. Gli sedeva sul petto e pretendeva la sua attenzione. Non aveva ragione di esistere quella mattina, ma c’era e Paolo non poteva ignorarla. Sentiva la brama della lotta premere contro la cassa toracica. Selvaggia come ogni insorgenza spontanea, insaziabile come ogni necessità primordiale. Ce l’aveva sottopelle da che potesse ricordare. Combatteva feroce e implacabile per uscire dal suo corpo e dare mostra di una bestialità spettacolare. Spesso decideva di non battersi con quella rabbia. E la assecondava, quasi la seguiva”.

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