“Il vegan in cucina”: vegano senza rinunciare al sapore.

Il vegan in cucinaGiulio Gasperini
AOSTA – Si può cucinare vegan senza rinunciare al sapore. Ce lo insegna Stefano Momentè in “Il vegan in cucina”, edito da Macro Edizioni, ricettario con oltre 300 formule magiche senza l’utilizzo di carne, pesce, uova e latticini. Dura la vita del vegano: rigorosa scelta alimentare che ignora tutti i derivati animali, incluso il miele e il pane quando lavorato con lo strutto. Allora, come cucinare? Cosa inventarsi per avere il medesimo apporto di elementi nutritivi e senza dimenticarsi che mangiare è soprattutto gratificare sé stessi? Facile, con questo ricettario.
Dopo aver spiegato cosa sia la piramide vegana, Momentè comincia a illustrare i piatti, dai fondamentali ai dolci, sicuramente le portate più difficili da sostituire per chi rinuncia a uova, latte, burro. Accanto a ogni ricetta, esaustivamente descritta, uno specchietto riassuntivo con gli ingredienti, il tempo di preparazione e il livello della ricetta, così da poter sempre valutare cosa poter cucinare magari nei ritagli di tempo a cui siamo oramai condannati.
Senza indulgere in foto o eccessive spiegazioni ampollose, le ricette sono semplici ed essenziali, affrontabili anche da chi si può considerare un novello cuoco, in particolar modo nel campo vegano. Interessanti le sals e i patè e i tanti modi in cui si può cucinare il riso. Ampia attenzione è invece rivolta al seitan e al tofu, due alimenti essenziali per chi rinuncia alla carne. Un ricettario, insomma, che soddisferà la fantasia dei vegani ma che incuriosirà e premierà la fiducia dei “carnivori”, offrendo esempi di piatti gustosi e saporiti.
Un ricettario, però, che allo stesso tempo aiuta a far riflettere e a capire meglio la decisione vegan; perché non bisogna mai dimenticarsi che il veganesimo, più che una scelta alimentare, è “una scelta di vita a tutto tondo, priva di crudeltà nei confronti di noi stessi, dell’ambiente e degli animali”.

Libri per ragazzi: 10 Libri per la tua estate CHRL scelti da Luca Vaudagnotto

foto-36-300x225TORINO – La lunga estate di consigli letterari di ChronicaLibri si chiude con i 10 Libri per la tua estate CHRL scelti da Luca Vaudagnotto, insegnante della scuola primaria che chiude la nostra rassegna con suggerimenti di libri per ragazzi.  Termina, così, l’avvicendarsi su queste pagine dieci tra scrittori, comunicatori, librai, illustratori, bibliotecari, agenti letterari  e donne e uomini della scuola che hanno dato il loro contributo per invogliare alla lettura. I 10 Libri per la tua estate CHRL scelti da… sono 100 consigli letterari che rimarranno per tutto l’anno.

 

Non è facile orientarsi nella letteratura per l’infanzia, per la varietà di titoli esistenti e la quantità di pubblicazioni più diverse, che mettono in difficoltà anche gli addetti ai lavori. Si è voluto qui operare una scelta evitando le mode del momento, scegliendo i titoli per i temi proposti o gli stimoli che possono dare ai giovani lettori, con un occhio di riguardo alle piccole case editrici e al tema della diversità, qui presente in alcune delle sue molteplici forme. Buona lettura!

Libri per lettori in erba o ascoltatori navigati (4-7 anni):
1. “La grande fabbrica delle parole” di Agnès de Lestrade e Valeria Docampo, Terre di Mezzo editore
Perché è un’avventura che fa riflettere sulle parole che usiamo, su quanto sia importante sceglierle con cura. È un libro che ha il grande pregio di far incontrare ai bambini parole e modi di dire strani, ‘difficili’, in modo curioso, con ottimi spunti ortografici (questa è chiaramente una deformazione professionale!).
2. “Un tappeto davvero speciale” di Jeong-Ah Seo, Sironi Ragazzi edizioni
Perché è un’avventura ambientata in Iran ed è così importante far conoscere ai bambini altre culture e altri angoli di mondo: uno piccolo inizio per migliorare la qualità dell’integrazione in Italia. Punto di forza di questo libro sono le illustrazioni, a cura di Ali Boozari, che tuffano il lettore nelle atmosfere magiche dell’iconografia islamica.
3. “La storia del leone che non sapeva scrivere” di Martin Baltscheit e Marc Boutavant, Motta Junior edizioni
Perché questo leone non aveva mai avuto bisogno di scrivere. Poi, un giorno, qualcosa di inaspettato scombussola la sua vita, e ruggire non gli basta più. È una bella storia da leggere ai bambini che a settembre inizieranno la prima elementare, per dare, prima degli esercizi, un senso all’apprendimento della scrittura. E può essere significativa anche per i più grandi, che magari perdono di vista l’importanza dell’imparare a scrivere.
4. “Vieni a prendermi” di Javier Marias, edizioni Gallucci
Perché è un’avventura estiva che ruota attorno all’esplorazione di un bosco e al ritrovamento di una misteriosa scatola, che nasconde una fotografia e una lettera. Un libro per invogliare a scrivere o dettare una lettera, seppellirla e vedere cosa succede; un invito a vivere un’avventura, per capire che la vita vera e i libri hanno molto in comune.
Libri per lettori più esperti (7-10 anni):
5. “Pupa” di Loredana Lipperini, Rrose Sélavy editore
Perché affronta il tema del rapporto a volte difficile, a volte inesistente nel mondo contemporaneo, tra bambini e anziani: Pupa, questo il nome della nonna acquisita, aiuterà la giovane protagonista Adele a superare stereotipi e preconcetti che spesso investono la terza età.
6. “Lettere dello scoiattolo alla formica” di Toon Tellegen, Feltrinelli Kids edizioni
Perché è una storia di amicizia tra animali che si svolge a suon di missive, in cui i protagonisti si confidano, scherzano, ricordano, si raccontano. Un bel modo per avvicinare i ragazzi al genere letterario della lettera e uno stimolo invitante a creare un proprio epistolario con gli amici, che magari durante le vacanze sono lontani.
7. “Don Chisciotte raccontato ai bambini” a cura di Rosa Navarro Duràn, Mondadori edizioni
Perché è di fondamentale importanza far conoscere ai bambini i classici (seppur in forma adattata, come in questo caso) e soprattutto perché, in base alla mia esperienza a scuola, i bambini amano le storie ricche e intramontabili come questa e ne rimangono affascinati.

Per tutti:
8. “Il ladro di polli” di Béatrice Rodriguez, Terre di Mezzo editore
Perché è un libro illustrato da raccontare, senza parole, e ogni età può trovare la sua storia. Affronta con leggerezza e simpatia, attraverso gli animali protagonisti, il tema dell’amore ‘diverso’ e il finale lascia piacevolmente spaesati, grandi come piccini. Tra i migliori libri illustrati del 2010 secondo la rivista americana Publishers Weekly.
9. “Nella terra dei sogni” di Robert Louis Stevenson, edizioni Rizzoli
Perché è un altro autore classico, ma in una veste inconsueta: scopriamo lo Stevenson poeta, contornato dalle delicate illustrazioni oniriche di Simona Mulazzari. Il consiglio è di leggere o farsi leggere una poesia prima di dormire, per avvicinare piccoli e grandi a questo modo speciale di esprimersi e raccontare. E chissà che, una volta terminata la lettura, non si trasformi questo momento nel gioco d’inventar rime e poesie.
10. “Chi gioca non fa la guerra” di Elio Giacone, edizioni Elledici,
Perché un libro può essere anche uno strumento per fare delle esperienze. Vengono proposti duecento giochi da tutto il mondo, da fare in coppia, con gli amici o con tutti i bambini della spiaggia. Un libro dove i più grandi possono spiegare i giochi ai più piccoli, dove si legge assieme per capire le regole, dove si impara che dappertutto, nel mondo, i bambini sono bambini e giocano.

 

Luca VaudagnottoLuca Vaudagnotto, insegnante di scuola primaria, da dieci anni insegna nelle scuole della Valle d’Aosta, prima nella scuola dell’infanzia, poi primaria, ora come insegnante di sostegno. Laureato in Scienze della Formazione Primaria ad Aosta, specializzato in sostegno all’Università di Torino, ha partecipato come tesista ad un gruppo di lavoro misto tra Università della Valle d’Aosta e Università di Genova con uno studio, poi pubblicato, sul fenomeno delle pluriclassi nella sua regione. Appassionato di teatro, danza, arte, musica, opera e letteratura, oltre a riempirne il suo tempo libero, cerca di portare nel suo lavoro tutti i suoi interessi, convinto che la scuola possa essere davvero un’esperienza unica e insostituibile nella crescita dei bambini.

Anteprima: Flavio Pagano ci presenta “I tre giorni della famiglia Cardillo”, da domani in libreria

imageGiulia Siena
ROMA – Arriverà domani in tutte le librerie d’Italia I tre giorni della famiglia Cardillo, il nuovo libro di Flavio Pagano. Pubblicato da Piemme, il libro è una vera e propria novità: è nuovo nel genere – è una mafiaba; è nuovo nella tematica – si parla di mafia, strappando sorrisi e lacrime; è nuovo per la location – è ambientato nel suggestivo e affascinante Cilento; è, infine, un nuovissimo esercizio per l’autore. Pagano, infatti, dopo il successo di Perdutamente (Giunti, 2013) torna con una voce diversa: con I tre giorni della famiglia Cardillo attraversa i generi finora provati e approda a una storia che unisce realtà e grottesco, spensieratezza, avventura, suspense e sorriso amaro. In attesa di immergersi nella lettura di questo nuovo romanzo pulp, ChronicaLibri intervista, per voi, l’autore.

 

“I tre giorni della famiglia Cardillo” domani sarà in tutte le librerie e c’è grande attesa; ma come è nata questa storia?

Non lo so. È nata da sé, all’improvviso. La prima versione, che in effetti era già la storia completa, la scrissi in pochi giorni. Pensavo da tempo a scrivere una storia diversa. E volevo che fosse una storia d’azione, all’americana. Volevo un tema forte, e pensavo a uno schema di base da film horror: la famiglia che si perde… grandi spazi… uno scenario naturale a tinte forti… un incontro fatale… e quindi una brutale escalation di follia. Insomma, avrebbe dovuto essere un thriller. Ma the unexpected always happens, diceva Conrad, e infatti, mettendo insieme tutti gli ingredienti, è venuta fuori una commedia, anche se nera, anzi nera che più nera non si può… Anche se non appartiene alla letteratura “di genere”. Ne I tre giorni della Famiglia Cardillo si toccano tanti registri letterari, e c’è uno sfondo polidialettale se mi passi il termine, che mi ha affascinato moltissimo, perché ai personaggi (romani, milanesi, o «terroni» che siano) do voce lasciandogli le loro inflessioni: è stato il mio modo di rendere omaggio alla meravigliosa polifonia della lingua italiana. È un libro tutto da scoprire, credimi.

Una commedia nera dunque, truce e decisamente esilarante, che però promette di fare scalpore per il ritratto graffiante che fa della società italiana e per l’originalità della vicenda che tocca senza pudori il tema del rapporto tra mafia e potere. Nasce così la mafìaba, cos’è questo nuovo genere?

Tocchi tutti i temi, tutti insieme. Sì, alla base ci sono, per così dire, due grandi brand italiani: la mafia (ahimé), e la bellezza del territorio, il Cilento in questo caso. Mafiaba è evidentemente la fusione delle parole «mafia» e «fiaba». Come i lettori più attenti noteranno, ogni tanto nel testo s’incontrano citazioni dal contesto (e dal lessico) tipico della fiaba. Le fiabe del resto erano storie terrificanti, e anche I tre giorni della Famiglia Cardillo è così. La storia possiede tutta la brutalità dell’innocenza, e tutto il languore della malvagità, i mafiosi, in fondo, fanno parte del catalogo degli orchi: in questo senso è decisamente fiabesca, però bisogna riconoscere che anche la vita reale possiede questi ingredienti… Ci sono molte situazioni (troppe) della nostra vita, anche di quella pubblica, che sembrano altrettante mafiabe! Quanto al ritratto della società italiana, sì, ho descritto credo senza indulgenza, ma anche senza barare, il mondo dei media, che è decisamente allo sbando, non meno dei suoi fruitori. Lettori, e comununicatori, sono entrambi confusi. Lo sono, lo siamo, un po’ tutti. Ma i mafiosi no, loro sono di un’altra razza come credo il libro – e proprio perché è una commedia – metta bene in evidenza. I «miei mafiosi» sono divertenti, ma soprattutto sono liberatori per il lettore perché sono l’incarnazione (anzi il trionfo) del «politicamente scorretto», e questo ha un suo innegabile fascino, perferso se volete, ma potente. C’è un problema che la società contemporanea deve risolvere: se quello che abbiamo da opporre a forze come la mafia, sono tweet e proteste su facebook, o marce della pace, la guerra è persa. Perché in realtà di quello si tratta. Lo disse anche Falcone: i mafiosi non hanno paura di niente, nemmeno di morire. Non ce ne dobbiamo dimenticare mai: è una guerra.

imageNonostante, però, si parli di mafia e lo si faccia anche in modo tragicomico, ironizzando su modalità e credenze di questi moderni boss della malavita, il linguaggio che tu usi non è mai indulgente verso la mafia. Come si riesce a ottenere questo brillante ed equilibrato risultato narrativo?

Se ci sono riuscito, è stato perché lo sento profondamente. In questa storia i Cardillo sono “vittime”. E questo li rende apparentemente simpatici. Ma, e cerco di non farlo perdere di vista al lettore mai, i mafiosi sono belve. Ce l’ho sempre ben presente: per questo ho deciso di non castrare le «qualità» del mafioso (il suo «coraggio» bestiale, ad esempio) ma non ho mai utilizzato le situazioni o i personaggi per costruire delle «macchiette» da teatro di Scarpetta. Credo che i lettori per certi versi s’indentificheranno profondamente nei protagonisti, ma credo che ne avranno anche orrore. Del resto l’amore, il desiderio, sono inscindibili dalla paura: se una cosa non fa paura, non può attrarci davvero.

Da Detroit i Cardillos arrivano in Italia e si spostano in Cilento; qui, tra le selvagge e affascinanti montagne che guardano al mare, vivono un’avventura senza eguali. Quanto conta l’ambientazione per un romanzo del genere e perché hai scelto di ambientare “I tre giorni della famiglia Cardillo” proprio in Cilento?

Prima di tutto l’ho scelto perché il Cilento, ed in particolare Petina – il paese reale accanto al quale ho inserito quello immaginario di Belcolle – è parte della mia vita. Ci sono andato da ragazzino, per anni. Erano gli anni settanta, e feci in tempo a conoscere – ciò che considero una fortuna inestimabile – il mondo contadino vero, quello, come si suol dire di una volta. Poi ci sono tornato da adulto, trovando intatti i miei ricordi e le suggestioni profonde di quel paesaggio quasi selvaggio e di bellezza sconvolgente che è il Cilento. I Monti Alburni sono una cattedrale naturale di un fascino semplicemente irresistibile, dalle vette si vede il mare, la costiera amalfitana. E dall’altro lato tutta la piana del Sele. Sono luoghi incontaminati, ancora tutti da scoprire: andateci, perché Petina è i suoi dintorni sono magici! L’artigianato gastronomico è semplicemente sublime, se mi si consente una nota di colore, e si sposa con luoghi che sembrano scivolati silenziosamente fuori del tempo. Montagne, boschi, ruscelli… Per avere un’idea degli spazi e della purezza di questo habitat, basti pensare che già da anni sono ricomparsi i lupi. I lupi, capite? L’animale più simbolico della cultura occidentale… E poi il Cilento è il territorio simbolo splendido della Campania felix, che ancora resiste e che dobbiamo difendere con le unghie e con i denti: l’opposto della martoriata «terra dei fuochi».

La Campania, comunque, è la culla di molti tuoi romanzi e uno di questi, Perdutamente (Giunti) torna alla terra in cui è ambientato e a settembre, possiamo anticiparlo, approderà in grande stile al Pompei Cinema Festival.

Sì, a Perdutamente è stato dato il premio «Un libro per il cinema» ed è un riconoscimento di cui sono felice e orgoglioso. Perdutamente è stato un libro che mi ha dato e mi dà grandissime soddisfazioni, non solo perché si è dimostrato valoroso in libreria, entrando in classifica, ma perché ne ho avuto un eccezionale ritorno dai lettori. Lettere e lettere di persone che mi dicono di essersi ritrovate in ogni situazione, in ogni parola, in ogni virgola, che mi dicono di essere state «aiutate» da questo libro: ecco, quando la letteratura riesce a uscire dall’artefazione, da quello stare un po’ in posa che oggi l’affligge, quando l’emozione dello scrivere e quella del leggere s’incontrano, allora la letteratura vive. E si scopre come un libro sia il mezzo di comunicazione più potente, dopo lo sguardo. Il premio del Pompei Cinema Festival tra l’altro – che quest’anno è dedicato al grande Troisi, si avvale della collaborazione dell’associazione «Ricomincio da te», presieduta da Antonella Esposito – ed è un evento straordinario in una città straordinaria. È stato il presidente Raffaele De Luca a volere fortemente anche un premio letterario, e ha scelto di chiamarlo “Un libro per il cinema”. La statuetta, una riproduzione del celeberrimo fauno pompeiano, è più bella di un Oscar! Un onore che abbiano scelto Perdutamente, e una grande soddisfazione che nella motivazione sia stata riconosciuta la qualità letteraria della scrittura, ma anche la capacità del libro di parlare per immagini.

10 Libri per la tua estate CHRL scelti da Alessandro Coppola

foto-36-300x225ROMA – Il disegno è una splendida maniera di accompagnare le parole, la narrazione scritta. Offrono la possibilità di prendere il largo con la fantasia, di aprirsi un varco nello spazio e di approdare in paesaggi tutti nuovi, magari anche incontaminati dal suono, teorizzati solo da forme e colori. Il disegno è un’esplorazione, lo sconfinamento in un mondo di creatività che abbiamo, spesso, lasciato in un angolo della nostra mente, nei ripostigli più segreti della nostra intimità. Il disegno, l’illustrazione, non sono pretese infantili; sono la possibilità di riappropriarsi di una dimensione irrinunciabile. Alessandro Coppola è un disegnatore eccellente: i suoi disegni, mai banali né semplicistici, accompagnano storie di scoperte e di crescite, di contatti e maturazioni. I libri di oggi sono suoi consigli, un’antologia di libri e disegni che sapranno farvi conoscere la letteratura e i disegni sotto una luce completamente nuova e inedita. Oggi, per noi, i 10 Libri per la tua estate CHRL scelti da Alessandro Coppola.

 

1. L’aggiusta Cuori di Arturo Abad illustrato da Gabriel Pacheco, edito da LOGOS
2. Questi è il buio di Gianna Braghin illustrato da Vessela Nikolova, edito da BACCHILEGA JUNIOR
3. Tre desideri di Eva Mejuto illustrato da Gabriel Pacheco, edito da LOGOS
4. Ho lasciato la mia anima al vento di Roxane Marie Galliez illustrato da Eric Puybaret, edito da EMME EDIZIONI
5. Attacchino, di Bruno Tognolini illustrato da Gianni de Conno, edito da GALLUCCI
6. Senzaparole di Roger Olmos illustrato da Roger Olmons, edito da LOGOS
7. Un piccolo cappuccetto rosso di Marjolaine Leray illustrato da Marjolaine Leray, edito da LOGOS
8. Daddy e Mirko di Liborio Palmeri illustrato da Carla Manea, edito da BUK BUK
9. Piccolo uovo di Francesca Pardi illustrato da Altan, edito da LO STAMPATELLO
10. Bianca e il Rubasogni di Luca Nocella illustrato da Alessandro Coppola, edito da DI MARSICO LIBRI

 

Foto Alessandro CoppolaALESSANDRO COPPOLA nasce in Sicilia nel 1982, e fin da piccolo mostra una naturale attitudine per il disegno, una passione particolare per i cartoni animati e per i libri di fiabe che leggeva…
Dopo svariati anni di formazioni artistica nelle scuole pubbliche, un master di specializzazione ed esperienze lavorative inerenti e non, decide alla tenera età di trentanni di dedicarsi totalmente all’illustrazione, entrando anche a far parte dell’Associazione Italiana Autori di Immagini.
Partecipa a diversi concorsi di illustrazione e tramite la Fondazione Malagutti Onlus, per Diritti a Colori network per la salvaguardia dei diritti dei bambini, pubblica le sue due prime opere nel catalogo “We are the Future”, edito da Red Publishing.
Ha pubblicato alcuni libri illustrati, tra cui “Gufilastrocche” edito da Toletta Edizioni e “Bianca e il Rubasogni” edito da Di Marsico Libri, collabora con le agenzie di comunicazione come disegnatore e collabora anche con il portale “Bambini a Venezia” (www.bambiniavenezia.it).
Il suo motto è: “L’albo illustrato è la prima galleria d’arte che un bambino visita” (Kveta Pacovska).

www.alessandrocoppola.com
illustratorecoppola@gmail.com

I nostri 10 Libri per l’estate 2014 per gli incontentabili: “L’estate di Sgt. Pepper”

LepreROMA – Scegliendo tra i libri che quest’anno ci hanno regalato piacevoli momenti è nato #Sonoioiltuolibroperlestate2014, lo slogan che accompagna le nostre migliori letture.  Tra questi c’è “L’ESTATE DI SGT. PEPPER Come i Beatles e George Martin crearono Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” di George Martin, con la prefazione di Stefano Bollani pubblicato da La Lepre edizioni.

 

“La musica è fatta di movimenti meccanici: gente che batte, soffia, pizzica, gratta; ma alla fine il risultato non è tangibile,è sogno. La musica non si può toccare, o guardare. Si ha la sensazione di poterla vedere quando si osserva uno spartito, ma quello è soltanto un pezzo di carta. La musica non esiste senza un paio di orecchie funzionanti, e senza il tempo di poterle usare. Ecco il motivo per cui penso che sia la più bella di tutte le arti e mi manda a tal punto in estasi. Più che di ogni altra cosa, la musica ha bisogno di tempo”.

“La voce dei libri”: le declinazioni delle librerie resistenti.

La voce dei libriGiulio Gasperini
AOSTA – La crisi, tutt’attorno a noi, sta causando l’evidente chiusura di molti esercizi commerciali. E le librerie sono probabilmente tra i negozi più pericolanti, in un’Italia che tanto scrive ma tanto poco legge. In questo clima depressivo per il settore, ci sono alcuni esempi di librerie che non solo resistono ma persino prosperano, imponendosi per la loro capacità di adattarsi ai cambiamenti, di saper affrontare le sfide sempre nuove imposte dal mercato, nella versatilità imposta dal cambio di pubblico e lettori.
“La voce dei libri”, a cura di Matteo Eremo, edito da Marcos y Marcos, è uno splendido viaggio nell’Italia di dieci librerie che resistono, esempi di un modello di cultura che continua a valorizzare il libro, sia come prodotto che come lavoro culturale, ma che sa accogliere proficuamente le potenzialità di un mercato sempre in cambiamento. Il percorso, in realtà, comincia dalla Svizzera, dalla città di Bellinzona, dove dal 1924 la famiglia Casagrande si dedica ai libri e alla loro promozione. Fu Libero Casagrande, nei primi anni Ottanta, a “inventarsi” il programma Libris, per una gestione informatizzata della libreria: uno strumento non certo agevole, né immediato ma che ha contribuito a rivoluzionare la gestione delle librerie da lì per tutto il futuro. Poi c’è la libreria Fogola, di Pisa, che affonda le radici della sua vocazione nell’esperienza dei librai ambulanti della Lunigiana, in memoria dei quali è stato fondato il Premio Bancarella. A Roma esiste dal 2002 la libreria Altroquando, nata dalla passione di Alessandro Alessandroni per il cinema, mentre la soluzione escogitata da Daniela Bonanzinga è stata quella di lavorare in stretto contatto con le scuole di Messina, creando una stretta sinergia tra la pagina scritta e l’azione degli studenti, valorizzando tutte le loro capacità più spiccate. A Vicenza, invece, dal 1880, esiste la libreria Galla che, accanto alla vendita dei libri, ha da sempre proposto anche penne, cancelleria, e raffinata oggettistica e che, ad un certo punto, per non soccombere alla contrazione del mercato, ha stretto un accordo con Libraccio per la vendita dei libri usati e dei remainders. Ad Empoli, undici libraie riescono a condurre la libreria Rinascita, nata nel 1977 con una forte impronta politica e sociale, e a gestire un festival noto in tutta Italia, Viruslibro, che riempie piazze e materialmente produce cultura.
“La voce dei libri” ci fa ascoltare direttamente le voci delle tante persone che popolano le librerie. Le librerie sono, innanzi tutto, persone: in particolare, nel libro vengono descritti librari capaci e totalmente dediti al loro lavoro; librari che hanno risposto a una vocazione familiare o librai che si sono scoperti tali durante il corso della loro esistenza, magari cambiando bruscamente direzione e vita, rinunciando ad alti stipendi e a sicurezze maggiori. Storie di uomini e donne coraggiose che non hanno saputo rinunciare al vizio di leggere, alla perversione di raccontare e consigliare storie, all’illusione (un po’ persino masochista) che la parola scritta fosse un bisogno irrinunciabile dell’uomo a qualunque latitudine e a qualunque età.

10 Libri per la tua estate CHRL scelti da Carlo Maria Biscaccianti

10 libri chrlROMA – Qualche settimana fa abbiamo intrapreso un viaggio nei titoli che potrebbero accompagnare le vostre letture estive e abbiamo voluto farlo facendoci guidare dai protagonisti del mondo editoriale, della scuola e della comunicazione. Con loro il nostro cammino fatto di suggerimenti e consigli si arricchisce di professionalità, competenza ed esperienza. Dalla casa casa editrice alla libreria, dalla scrivania dello scrittore a quella del giornalista, passando per banchi scolastici e stand di grandi eventi, arriviamo, oggi, al tavolo di una biblioteca e, ad accoglierci, c’è il sorriso rassicurante di Carlo Maria Biscaccianti. Carlo Maria è un bibliotecario e lui con i libri ci lavora tutti i giorni, ma, parlare di bibliotecario è riduttivo: Carlo Maria è un lettore attento e curioso, un ottimo conoscitore dei “suoi” testi, tanto da diventare spesso – passatemi il termine – un farmacista dei libri perché lui sa sempre quale libro fa al caso tuo. Oggi, per noi, i 10 Libri per la tua estate CHRL scelti da Carlo Maria Biscaccianti.

 
1. L’ultimo ballo di Charlot di Fabio Stassi, Sellerio
Quale occasione migliore per celebrare i cento anni dalla nascita dell’immortale Charlot, se non questo romantico e fantasioso omaggio al più grande regista della storia del cinema?
2. Stanza 411 di Simona Vinci, Einaudi
Forse una lettura poco “estiva” per chi associa l’estate alla spensieratezza, ma perdersi tra le atmosfere malinconiche del romanzo della Vinci sarà certamente un’esperienza da ricordare
3. Tre camere a Manhattan di Georges Simenon, Adelphi
Dal genio francese, un viaggio nostalgico tra le pieghe nascoste dell’amore e del mistero
4. Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra di Claudia Durastanti, Marsilio
L’esordio di una scrittrice di talento, tra personaggi “perduti” che non mancheranno di restare fissati nella memoria
5. Il privilegio di essere un guru di Lorenzo Licalzi, BUR
Un libro divertente e pieno di spunti di profonda riflessione esistenziale, a cui hanno fatto seguito altri due riusciti capitoli
6. Il peso della farfalla di Erri De Luca, Feltrinelli
Un breve ma intenso romanzo sulla sfida, sulla costanza, sul coraggio e sulla lealtà, nello stile unico e riconoscibile di De Luca
7. Giggino l’iperbole e altre storie di Francesco Raimondi, Guida
Divertente e appassionato squarcio sulla napoletanità in sei coinvolgenti racconti
8. L’alba dei libri di Alessandro Marzo Magno, Garzanti
Un libro avvincente per scoprire tanti segreti e curiosità sulla nascita dell’editoria
9. Le lettere di Berlicche di Clive Staples Lewis, Mondadori
Geniale romanzo epistolare dove il protagonista, il diabolico Berlicche, presenta il suo contrario, Dio, in un gioco di specchi e rovesciamenti con una logica stringente e ammaliante
10. Vita di un perdigiorno di Joseph von Eichendorff, Newton Compton
Il mito romantico del viaggio, sviluppato in uno stile, alternativamente, ironico e nostalgico. Pagine che condurranno il lettore in epoche lontane, ricche di fascino, amore e avventure.

 

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Carlo Maria Biscaccianti, è nato a Roma nel 1973. Lavora circondato dai libri in una biblioteca di un Ateneo romano. Si è formato in diverse realtà bibliotecarie (Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele II, Biblioteca di Psicologia della Lumsa, Biblioteca della Società Dalmata di Storia Patria) e ha sempre coltivato la passione per la scrittura e la lettura. Ha partecipato come collaboratore a diverse pubblicazioni editoriali. Ama l’arte in tutte le sue manifestazioni, con una particolare predilezione per la Settima, in special modo per il cinema delle origini.

I nostri 10 Libri per l’estate 2014 per gli incontentabili: “Migrando”

MigrandoROMA – Sono tanti i nostri libri per questa estate 2014. Abbiamo scelto di farci consigliare 10 libri da 10 nomi dell’editoria, della comunicazione e della scuola, arrivando così, per tutta l’estate, a 100 libri. Non contenti, come al solito, abbiamo voluto aggiungerne dei nostri, scegliendo tra quelli che ci hanno regalato piacevoli momenti in questo anno e che vorremmo ne regalassero anche a voi. Questi ultimi sono diventati… #Sonoioiltuolibroperlestate2014, lo slogan che accompagna le nostre migliori letture. Se volete condividere con noi attraverso i social le letture e i libri che vi accompagnano durante l’estate 2014 non dovete far altro che partecipare a #Eccoilmiolibroxestate. Come? Seguiteci su FB!

 

Tra I nostri 10 Libri per l’estate 2014 c’è sicuramente Migrando, il libro di Giulio Gasperini pubblicato da End Edizioni. In questo libro il viaggio, da semplice e poetico andare per piacere e irrequietezza, si fa migrazione, diventa viaggio di speranza, di salvezza e di emergenza. La mutazione prende vita dall’abilità poetica dello scrittore maremmano che ci trascina tra i migranti che non conoscono le parole e che non hanno voce, tra i disperati che nel viaggio cercano l’asilo, tra coloro che spesso, ai nostri occhi, diventano solamente “il problema”.

10 Libri per la tua estate CHRL scelti da Eleonora Tiliacos

10 libri chrlROMA – La passione per i libri è una sorta di spazio felice nel quale si entra e ci si sente i benvenuti. In questo spazio non conosci nessuno, ma tutti quelli che sono li, come te, lo sono perché hanno una passione coinvolgente per l’oggetto libro e tutto quello che contiene. Sorridi, chiacchieri e ti senti parte di qualcosa, grazie alla curiosità e quella “insana” passione che con il tempo è diventato un faticosissimo e splendido lavoro. I sorrisi e le chiacchiere sono familiari e spontanee; anche se la persona che hai di fronte è li da pochi minuti ormai è parte di una trama. Quello spazio è il mondo editoriale – le dinamiche economiche, di classifiche e di vendite in questo spazio iniziale ancora non voglio farle entrare – che si colora ogni giorno della passione delle persone che lo fanno. Eleonora Tiliacos, la protagonista dei 10 Libri per la tua estate CHRL di oggi è una di quelle. Il suo sorriso e la sua passione irradiano quello spazio, abbattono le barriere e creano coinvolgimento: da qui il nostro incontro e da qui la voglia di conoscere i suoi suggerimenti di lettura. Oggi i 10 Libri per la tua estate CHRL sono scelti da Eleonora Tiliacos.

 

 

Cari amici di ChronicaLibri, ecco una lista tirata giù di getto, passibile di infiniti cambiamenti, costellata di miliardi di omissioni… Per oggi è questa, domani chissà! Grazie per il coinvolgimento nella vostra iniziativa e complimenti per il vostro bel lavoro 🙂

 

1. “Karoo” di Steve Tesich, Adelphi
L’epos di uno sceneggiatore di Hollywood, umanissimo antieroe che spende un’intera vita per appropriarsi del sentimento. Straordinario, imprevedibile, indimenticabile.

2. “Lucia a Londra” di Edward Frederic Benson, Fazi Editore
Le avventure di una vanesia zarina di provincia nell’Inghilterra anni Venti. Divertente, brillante, irresistibile.

3. “Gli occhi dell’amore” di Margery Sharp, Astoria
Una favola moderna sull’amore ai tempi dell’imperfezione. Non c’è nessun Darcy, ma fa molto pensare a Jane Austen. Ironico, spietatamente sincero, eppure consolatorio.

4. “Zia Mame” di Patrick Dennis, Adelphi
L’apoteosi del femminile non banale. Fantasioso, scintillante, splendidamente lieve.
5. “Povera piccina” di Patrick Dennis, Adelphi
Fenomenologia della gattamorta. Esilarante, assurdo, caleidoscopico.

6. “La pazzia di Dio” di Luigi De Pascalis, La Lepre Edizioni
Il romanzo di un giovane italiano nel primo ventennio del Novecento. Classico, potente, memorabile.

7. “L’estate incantata” di Ray Bradbury, Mondadori
Una meraviglia da rileggere ogni volta che si può. Poetico, metafisico, universale.

8. “Il maestro e Margherita” di Michail Bulgakov, Einaudi
Il reale e l’immaginario si spartiscoon equamente un capolavoro assoluto. Fondamentale, teatrale, travolgente.

9. “Stoner” di John E. Williams, Fazi Editore
L’eroismo della normalità. Toccante, autentico, appassionante.

10. “Viaggi e scritti letterari” di Cesare Brandi, Bompiani
Lo sguardo sul mondo e sull’arte di uno degli uomini di cultura più brillanti del Novecento. Memoria, conoscenza, bellezza.

 
eleonora tiliacosEleonora Tiliacos è nata nel 1964 a Roma, dove vive e lavora. Dal 2012 collabora con La Lepre Edizioni, in qualità di editor e addetta stampa. Oltre che pubblicista e redattrice editoriale, è stata archivista, artigiana, segretaria di redazione, ricercatrice iconografica. È sposata dal 2008 con il chitarrista classico Pierluigi Potalivo. Ha collaborato tra l’altro con Gambero Rosso, Editoriale Domus, Il Clandestino di Vauro e Vincino, Procom Communication Group, Ulisse magazine, Ilaria Cooperazione, Bang Art. Ama principalmente i libri, la musica, i gatti e la pace, in tutte le loro possibili manifestazioni.

“Immagina di essere in guerra”: e se i profughi fossimo noi?

Immagina di essere in guerraGiulio Gasperini
AOSTA – Assumere un altro punto di vista non è compito semplice. Né immediato. Come potrebbe cambiare l’angolazione se ci si mettesse dall’altra parte del banco degli imputati? Spesso la difficoltà sta nella paura di sentirsi colpevoli. Il piccolo volume di Janne Teller ci chiama proprio a questo: deporre la maschera dell’ipocrisia, soffocare l’omertà, ripudiare la latitanza e avere il coraggio di capire. E se fossimo noi, in guerra? E se fossimo noi bombardati, inseguiti, uccisi, trucidati? “Immagina di essere in guerra”, edito da Feltrinelli (2014) con le illustrazioni di Helle Vibeke Jensen, ha il formato di un passaporto: il documento fondamentale per scappare e salvarsi. Che noi teniamo distrattamente in un cassetto del comodino ma che per tante altre persone al mondo rappresenta l’unico strumento di salvezza. Pensato anche per i più piccoli, il testo della scrittrice danese è uno strumento potente di pensiero e di riflessione, in un momento storico come il nostro di grandi cambiamenti e di imponenti forzate migrazioni.
In realtà, la nostra immedesimazione non sarebbe così complessa se ci ricordassimo della nostra storia recente, recentissima. Quella dei primi decenni del secolo scorso, di quei 29 milioni di italiani che dall’Unità d’Italia se ne sono andati all’estero, profughi, per cercare un domani migliore. Ma quando osserviamo i barconi che si avvicinano alle nostre coste, la paura dell’invasione ci paralizza, o piuttosto ci scatena un’irrazionale paura. Tutti gli altri problemi, i veri responsabili, finiscono per essere tralasciati in nome di un pericolo inesistente e inconsistente ma più presente, evidente, più facilmente codificabile e identificabile. Non pensiamo mai a cosa possa significare essere costretti ad abbandonare il proprio paese, la propria casa, i propri affetti, i propri familiari orizzonti per affidarsi a un caso furioso, più spesso crudele e feroce che non risparmi nessuno e di nessuno ha rispetto. Che siano uomini, donne o ancora bambini. Se non addirittura neonati. Non ci chiediamo mai cosa possa significare affidarsi a percorsi ignoti, lasciarsi in mezzo alla sabbia e alla confusione delle rotte, consegnarsi a un mare nero che è stretto nella notte e non accoglie, ma al massimo respinge e rompe in naufragio. Non ci chiediamo mai cosa davvero significhi il termine “casa”: “Ma dov’è casa?” si chiede, infatti, Janne Teller terminando il volume, come se la ricerca non finisse mai, indipendentemente dall’approdo, dallo sbarco ultimo e definitivo.
L’Europa (vincitrice di un improbabile Premio Nobel per la pace) fonda i suoi principi su quelli della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: “Tutti gli essere umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Ma così veramente ci comportiamo? Se fossimo noi, in guerra, ci sentiremmo accolti da un paese come l’Italia?