Novità Topipittori: “Scompiripiglio”, la storia di Talfino la decidi tu!

ScompiripiglioGiulia Siena
ROMA
– “Quante avventure lungo la strada! Ma alla fine Talfino è arrivato sano e salvo. E a voi Talfini che cosa è successo?” Talfino, il protagonista di “Scompiripiglio” – un nuovo nuovissimo libro di Topipittori – è un animaletto curioso, un ibrido tra una talpa e un delfino. Questo simpatico personaggio, nato dalla fantasia nipponica dello Studio Euphrates, è il protagonista del primo di una serie di tre libri che ha già spopolato in Giappone. Così come Talfino, i suoi amici protagonisti di queste avventure, sono degli Scompiripigli, animaletti simpatici, divertenti mix molto diversi tra loro: c’è Formiglio, un formichiere + coniglio, il cuoco della Scompiripappa; Polnacchia, polipo + cornacchia, brava a cucinare le torte e il Girachiere, giraffa + formichiere addetta alla vendita delle ciambelle.

 

Il libro, diviso in tre mini avventure, ci fa entrare nel quotidiano di Talfino: per prima cosa il nostro simpatico amico deve decidere cosa mangiare, meglio le uova o le polpette? Dovrà scegliere tra l’hamburger, il gelato, le ciambelle e molte altre delizie. Ma la scelta continua; nella seconda storia Talfino deve portare un bel regalo alla sua amica Polnacchia, cosa regalarle e come arrivare a casa senza smarrirsi? Nell’ultima storia, poi, il protagonista decide di fare una passeggiata… ma il sentiero non è poi così semplice! Talfino è sempre molto indeciso, forse per questo la sua storia può seguire strade differenti e può farsi guidare dal lettore. Nel libro, infatti, ognuna delle tre mini storie ha percorsi alternativi che portano, sempre e comunque, al lieto fine.

Interviste: Cristina Bellemo, la forza delle storie

leggerezzaGiulia Siena
ROMA  
– Parlare con Cristina Bellemo è entrare nelle sue storie, capire che la scrittura è un esercizio necessario, continuo e costante che regala emozioni.  Le emozioni e le suggestioni dell’autrice hanno dato vita a “La leggerezza perduta” (Topipittori), un racconto per spiegare e dare il giusto peso alle parole, anche quelle più complicate e temute.

 

 

 

Che cosa sono le storie per Cristina Bellemo?
Le storie, per me, sono una ragione di vita. La vita è racconto. Credo che il nostro quotidiano, le relazioni con noi stessi e con gli altri siano intessuti di storie: storie che ascoltiamo, storie che narriamo, storie che ci cambiano, ci insegnano, ci trasformano, ci avvicinano, ci danno gioia e piacere, attribuiscono valore sacro ed esemplare alle esperienze, ci fanno crescere e ci attrezzano per affrontare ciò che ci accade. Leniscono la nostra solitudine. Le storie mi donano emozioni, mi fanno sentire viva: mi piace moltissimo raccontarle, perché possano contagiare le emozioni intense che io stessa ho vissuto; ma adoro anche ascoltarle, incontrarle, imbattermi in esse in maniera imprevista. Mi incantano, mi catturano. Se uno ha una buona storia da narrarmi, sono “in suo potere”. Sono sempre alla ricerca di storie, al punto che talvolta me ne devo difendere: impormi una pausa, allentare la tensione, fare in me un vuoto salutare, “le pulizie di primavera del cuore”, per tornare ad essere accogliente e capace di sorpresa e di meraviglia.

 

Cosa significa scrivere per bambini nel 2013?
I ragazzi, oggi, hanno la possibilità di utilizzare molti media, tutti straordinariamente accattivanti. E, accanto a questo, hanno vite molto “piene”: li vogliamo pianisti, calciatori, ballerini, poliglotti, violinisti, cantanti… e possibilmente geni. Quegli interstizi “vuoti” preziosissimi, indispensabili per prendere consapevolezza di sé, per dare forma alla propria identità sono sempre più rari. I libri, la letteratura, devono puntare sulle loro caratteristiche peculiari, inimitabili, irraggiungibili dalle altre forme di comunicazione e di narrazione, che li rendono affascinanti, ne sono convinta, esattamente come lo erano per i bambini vent’anni, o cinquant’anni fa. Prime fra tutte, la qualità e la bellezza, che poi sono strettamente interdipendenti. Anzi, forse sono proprio la stessa cosa.

 

“La leggerezza perduta” è un racconto in cui ogni parola trova la sua naturale posizione all’interno del testo poiché l’andamento del racconto coincide, quasi in maniera perfetta, con l’intensità del messaggio che si vuole trasmettere. Come è nato questo libro?
Questa storia nasce da una domanda bambina. Quando, qualche anno fa, ha cominciato a ricorrere la parola “crisi”, i bambini mi hanno chiesto cosa significasse, probabilmente anche intimoriti dall’atteggiamento degli adulti, a loro volta spaventati (e, dunque, ben poco rassicuranti) dagli scenari che questa parola prefigurava. Ho riflettuto, innanzitutto, sul valore, e sul peso, che le parole che noi adulti buttiamo in mezzo, come macigni, spesso con superficialità, hanno per i bambini. E mi sono interrogata su come raccontare la crisi ai bambini attraverso la metafora di una storia: ecco, più che un messaggio da trasmettere, cercavo proprio una storia da raccontare. La prima chiave di interpretazione che mi è venuta in mente è stata quella più facile: distinguere tra ciò che è necessario e ciò che è superfluo. Tra le cose leggere e le cose pesanti. Ma questo punto di vista, anziché circoscrivere, definire lo scenario, lo spalancava infinitamente. Fatti salvi i bisogni primari, i diritti fondamentali di ogni persona, la discriminazione tra ciò che è indispensabile e ciò di cui possiamo anche fare a meno ha molto a che fare con la nostra singolarità, con la nostra identità. Non esiste (meno male!) un elenco valido per tutti di ciò che è da conservare e di ciò che è da buttare via: questo sarebbe stato un approccio un po’ presuntuoso e moralistico.

 

In questo libro tutto gravita attorno a quello di cui ci circondiamo: oggetti inutili, azioni sbagliate e pensieri poco piacevoli. Quanto è difficile spiegare ai bambini cosa è il superfluo?
Credo che sia più difficile dialogare sul superfluo con gli adulti, stimolarli a interrogarsi: gli adulti manovratori, e prime vittime, del mercato, che ci crea subdolamente bisogni, necessità addirittura, che non sapevamo nemmeno di avere, che ci vuole perennemente insoddisfatti, che ci insinua la sensazione stabile di inadeguatezza. I bambini hanno dalla loro, fortunatamente, la purezza e l’autenticità che fanno magari considerare un oggetto senza apparente valore meravigliosamente indispensabile, semplicemente perché bello o perché legato a un vissuto importante e specialmente significativo.

 
OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl grande merito del tuo libro è quello di insegnare al lettore che, se si vuole, si può. E la dimostrazione è la volontà di un re sbadato e pigro che, pur di mantenere quello che ha di più glorioso, la leggerezza del suo regno, si arma di pazienza e voglia di fare. La voglia, il coinvolgimento e la volontà, si possono insegnare?
Nella mia idea re Celeste non è così… eroico! Il fatto che, per qualche momento, si riscuota dalla sua distrazione per assumersi, una volta tanto, i doveri legati al suo ruolo ha più della casualità e della svagatezza, o forse della preoccupazione per se stesso e per la propria incolumità, che della progettualità e della generosità nel servizio. Mi sembrano più “eroici”, nel loro piccolo, i sudditi che, nonostante la loro semplicità e la poca dimestichezza con i ragionamenti filosofici, in maniera molto pratica accettano di mettersi in gioco con molta serietà e disponibilità, arrivando persino al punto di poter rinunciare anche a ciò che hanno di più caro, e vitale, per salvare il castello. L’unica intuizione “geniale” di Celeste centoventitre è la creazione del museo del superfluo, determinata nel suo caso più che altro, probabilmente, dalla sua personale difficoltà a rinunciare alle cose: ma un museo del superfluo, fuor di metafora, è uno stimolo costante a interrogarci su ciò che ha davvero valore per noi, per la cui difesa siamo disposti a lottare. La voglia, il coinvolgimento, la volontà, più che insegnare, si possono contagiare col nostro modo di essere.

 
“La leggerezza perduta” è un bellissimo albo illustrato; quanto contano le immagini in un libro del genere e come si riesce a equilibrare il ruolo della parola e quello dell’illustrazione?
Il lavoro di Alicia Baladan, in questo libro, è straordinario, tanto che non riesco più a pensare la storia slegata dalle illustrazioni di Alicia: sono diventate il mio “immaginario”, come se fossero originariamente l’ambientazione del racconto, e Alicia avesse acceso la luce per illuminarla. Ma Alicia è andata anche ben oltre le parole, ha raccontato altre sfumature della storia, altre storie direi. C’è una tavola, in particolare (ne sono innamorata!), in cui Alicia ha restituito il turbine di oggetti di cui i sudditi si liberano, dopo il proclama di Celeste. Sono a mezz’aria, sospesi tra il volo e la caduta: tra gli altri, ci sono questo fantastico cappello a due piazze, e questo ombrello “da compagnia”, a tre manici, che non compaiono nel testo. Oggetti inutilissimi (un po’ come le macchine munariane) ma meravigliosamente indispensabili, che richiamano, secondo me, anche alla responsabilità sociale di chi crea un oggetto. Aggiungo che, curiosamente, questa storia ha avuto per entrambe, senza che lo sapessimo, il medesimo sottofondo letterario: Dino Buzzati. “Il deserto dei tartari”, per me, “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” per Alicia. E infatti i nostri disegni sono pieni di orsi!

 

In che direzione sta andando la letteratura per ragazzi?
Credo che vada formandosi, nella letteratura per ragazzi, una sempre più profonda coscienza della sfida di raccontare il mondo affrontando anche i nodi tematici più spinosi. Con i ragazzi si può, e si deve, parlare di tutto. Questo è molto importante. Viceversa, dovrebbe essere più disponibile ad affrancarsi dai dettami del mercato ma, in questi tempi difficilissimi per l’editoria, temo sia quasi un’utopia.

 

 

“Le finestre del mistero”, con Zoom Gialli il divertimento del libro è per tutti

Le finestre del mistero_biancoeneroGiulia Siena
ROMA
– Marta è sola a casa e per le prossime settimane ci dovrà stare spesso, anzi sempre. Tutta colpa della sua gamba ingessata che la costringe alla solitudine, mentre la mamma è a lavoro, suo fratello Eugenio a comportarsi da secchione a scuola e il suo amico Francesco tra la scuola e il coro. Per fortuna la mamma è stata così buona da spostarle il letto vicino la finestra, in modo che ora non sia più così estraniata dal mondo. Dalla finestra può vedere la vita del quartiere che continua tranquilla. Ma qualcosa attrae, più di altre, la sua attenzione. E’ la finestra di fronte, quella dell’appartamento dei signori Rossi.

Comincia così, come ogni buon giallo che si rispetti, “Le finestre del mistero”, il libro di Alberta Nobile con le illustrazioni di Eleonora Marton, pubblicato nella collana Zoom Gialli della biancoenero edizioni.

 

Marta non ha dubbi, da quello che lei può vedere dalla sua finestra, i signori Rossi si comportano in maniera alquanto curiosa: non lavorano, ricoprono le finestre con pezzi di carta e sono alquanto schivi poiché non salutano nessuno e sono sempre sospettosi. Allora Marta decide di condividere i suoi dubbi con Eugenio e Francesco. I “2+1” – questo il nome del trio – passeranno all’azione: dapprima con un’osservazione hitchcockiana dalla finestra, poi passeranno a un metodo infallibile, la perlustrazione della spazzatura. Qui scopriranno che i coniugi Rossi non cucinano, mangiano cibi in scatola, latte e banane. Gli elementi per l’indagine aumentano e loro sono pronti a mettersi a lavoro: Marta continuerà la sua osservazione, Eugenio farà ricerche in biblioteca e Francesco si farà aiutare dalla zia a esaminare alcuni campioni di elementi sottratti dalla spazzatura. Tutto questo li porterà a una grande scoperta.

 

“Le finestre del mistero” è un racconto spassosissimo (consigliato per ragazzi di 10-11 anni) di un piccolo grande mistero che nasce dall’osservazione dell’altro. Di chiara ispirazione hitchcockiana, la storia di Alberta Nobile pone l’attenzione sul gioco di squadra dei tre protagonisti, sulla loro capacità di analisi e sulla stessa capacità di dialogo e discussione con gli adulti. All’interno del libro – in modo semplice e curioso – vengono abbattute le barriere tipografiche e la comprensibilità del testo è facilitata dall’inserimento di parole “difficili” spiegate e inserite nel contesto.
Dopo Zoom, la collana di “storie divertenti” ad Alta Leggibilità pensata per ragazzi dagli 8 agli 11 anni, la casa editrice biancoenero – una delle prime realtà ad affrontare il tema della dislessia con un progetto editoriale ad Alta Leggibilità – porta in libreria Zoom Gialli. Zoom Gialli è divertente come Zoom, è leggibile come Zoom (grazie alla nuova font biancoenero©, disegnata rispettando accorgimenti visivi che facilitano la lettura di tutti, in particolare dei lettori dislessici) e così come tutti i libri della collana Zoom anche questa collana è Letta e approvata dalla Redazione Ragazzi all’interno di un progetto che biancoenero edizioni porta avanti con le scuole e le biblioteche. Ma a differenza di Zoom questa nuova collana è dedicata ai gialli: tiene il lettore sulle spine e racconta storie strabilianti di piccoli detective e segreti da svelare.

Nella stessa collana anche “Detective al mare”, il libro di Mila Venturini con le illustrazioni di Sara Gavioli, perfetto per una facile e avvincente lettura anche sotto l’ombrellone.

10 Libri per ragazzi per “Amo chi legge… e gli regalo un libro”

Mongolfiera_amo chi legge_chrLROMA – C’è tempo fino a lunedì 27 maggio per acquistare e regalare un libro. Grazie alla campagna “Amo chi legge… e gli regalo un libro” possiamo aiutare le scuole e le biblioteche ad arricchire la troppo scarna offerta bibliografica. Con “Amo chi legge” si contribuisce a donare ai bambini e ai ragazzi storie e avventure tutte da leggere. Qualche suggerimento? ChronicaLibri oggi vi propone 10 dei “100 libri per ragazzi imperdibili di oggi”.
1. “TORTINTAVOLA” di Thé Tjong-Khing, Beisler (0-3 anni)

2. “SOLO PER AMORE” di Sabina Colloredo, Carthusia (0-3 anni)

3. “LIBRO!” di Kristine O’Connell, Interlinea (0-3 anni)

4. “SAREMO ALBERI” di Mauro Evangelista, Edizioni Artebambini (4-6 anni)

5. “FAVOLE AL TELEFONO” di Gianni Rodari, Einaudi Ragazzi  (4-6 anni)

6. “IL RE DEI VIAGGI ULISSE” di Roberto Piumini, Nuove Edizioni Romane (7-10 anni)

7. “IO DENTRO GLI SPARI” di Silvana Gandolfi, Salani, (11-14 anni)

8. “PIANO FORTE” di Patrizia Rinaldi, Sinnos Editrice (11-14 anni)

9. “UN ALTRO ME” di Bernard Friot, Topipittori  (11-14 anni)

10. “I FRATELLI NERI” di Lisa Tetzner, ZOOlibri (11-14 anni)

Novità dalle Edizioni Coccole e Caccole

ROMALe Edizioni Coccole e Caccole presentano diverse novità nella collana I Quaderni della Scuola; tra queste c’è “Una bidella per amica”, il libro di Sandro Natalini con le illustrazioni di Antongionata Ferrari. Il racconto è un piccolo universo di personaggi femminili visti con gli occhi curiosi di un bambino nei cinque anni passati alla scuola Giuseppe Mazzini: bionde, brune, basse, magre, più larghe che lunghe, truccate come dive di holliwood, affettuose come nonnine, persino tatuate motocicliste… sono loro, le impavide eroine della scuola: le bidelle!

 

Invece, dalla penna del bravissimo Antonio Ferrara nasce “La maestra è un capitano” (illustrazioni di Anna Laura Cantone) Il racconto in prima persona di una coraggiosa maestra dei nostri giorni, alle prese con i mille impegni paralleli della professione e della vita privata. La nostra impavida e umanissima maestra, eroicamente, a volte in solitudine, affronta con la stessa intraprendenza i virus influenzali e la carenza di carta igienica, la convivenza e le tabelline… Sempre con entusiasmo, con tenera tenacia. Con un formidabile rispetto per i suoi bambini.

“Confessioni di un gatto killer”, Tuffy Tuffy…

ROMA “Okay, okay. Ho ucciso io quell’uccello. Per amor del cielo, sono un gatto. In fondo è il mio lavoro.”
Il gatto in questione è Tuffy, sagace felino dall’animo irriverente che si diverte a impaurire chi lo circonda. Tuffy è il protagonista della felice penna di Anne Fine, autrice di “Confessioni di un gatto killer” il libro illustrato da Andrea Musso e pubblicato dalle Edizioni Sonda.

 

Tuffy vive in una graziosa casetta insieme alla padroncina Ellie e alla sua famiglia ma, da qualche tempo a questa parte, tutti si rivolgono a lui con un’espressione delusa e con termini quali: “come hai potuto?”, “Perché fai questo?” e continui rimproveri. Ma a Tuffy questo non interessa, lui sa di essere un gatto e sa che Ellie è una personcina ipersensibile: lo difende a spada tratta ma piange per qualsiasi cosa! Non è mica colpa di Tuffy se in una settimana, dopo aver portato in casa un uccellino morto, entra in cucina con Tippete, il coniglio dei vicini. E questa volta non è per un gioco, Tippete è senza vita e quasi irriconoscibile. Cosa sarà successo? Tuffy è così cattivo come sembra?

 

Anne Fine riesce ad architettare una storia davvero divertente in cui l’astuzia di un gatto esalta gli elementi pedagogici di un racconto fatto di amicizia, affetto e sincerità.

10 Libri del Natale dei bambini

ROMA – Cosa regalare ai bambini per Natale? Scartare un libro può avere ancora il suo fascino. Allora regaliamo letture ai nostri ragazzi, doneremo loro non solo la gioia di esplorare nuove strade e nuove storie, ma anche la semplicità e il calore che solo le parole sanno offrire. Ecco a voi i 10 Libri del Natale dei bambini.

1. “Buon Natale, Samira” di Bolliger e Manna, Bohem Press Italia (dai 5 anni)

2. “I tre doni del giullare” di Bolliger e De Conno, Bohem Press Italia (dai 5 anni)

3. “Lotje e la Principessa delle befane” di Lieve Baeten, Aer (dai 5 anni)

4. “Una stella nel buio” di Lucia Tumiati e Joanna Concejo, Topipittori (dai 6 anni)

5. “Il pupazzo di neve e le Fate del Natale” di Rachel Williams e Kim Martin Campanila editore (dai 4 anni)

6. “Il mio nome è NO” di Marta Altés, Sinnos (dai 4 anni)

7. “Le avventure di Huckleberry Finn” di Antonio Tettamanti e Lorenzo Mattotti, Orecchio Acerbo (dagli 8 anni)

8. “I racconti di Punteville Ovvero le mirabolanti cronache degli uomini che viaggiarono nelle città della punteggiatura” di Gianluca Caporaso e Rita Petruccioli, Lavieri Piccole Pesti (dai 7 anni)

9. “Il coraggio dei piccoli”, di Graziella Favaro, Carthusia (dai 7 anni)

10.“Gioca e impara. 10 Libri in pila” Sassi Junior (dai 2 anni)







Un sogno ad occhi aperti: “Il paese del caos”

Silvia Notarangelo
ROMA – Alcuni lo sognano, altri lo temono. C’è chi lo considera un habitat ideale, chi inorridisce soltanto al pensiero. Il caos non mette tutti d’accordo, anzi. Ordine, norme, disciplina fanno parte della nostra vita, ma è innegabile quanto le imposizioni di qualunque genere, siano mal digerite. Cosa potrebbe succedere, allora, se ad essere imposti per legge fossero il caos, il disordine, l’illusoria assenza di regole? Sarebbe un mondo fantastico o, almeno, così deve averlo immaginato Flavia, la piccola protagonista de “Il paese del caos”, il nuovo libro di Marcella Russano pubblicato da Fanucci.

Niente cameretta da sistemare, niente giochi e barbie da mettere a posto, pena la tanto temuta e detestata punizione. Un “sottile ricatto” messo in atto da molti genitori a cui i bambini (non tutti) si piegano più o meno coscientemente. Niente e nessuno può, però, arginare la loro fervida immaginazione. Anche l’autrice si lascia guidare dalla fantasia in un viaggio magico ed entusiasmante, lungo il quale non mancheranno risposte a quei piccoli e grandi dubbi che già si insinuano nelle menti dei bambini.
È un sogno ad occhi aperti, un’avventura piena di insidie e di sorprese, quella in cui si ritrovano catapultate Flavia e Martina, la sua migliore amica.
La “Repubblica libera del caos” le accoglie rivelando tutta la sua stravagante normalità. È un mondo apparentemente alla rovescia, un mondo in cui tutti sono alla ricerca di qualcosa perché non si trova mai nulla e nessuno, per legge, ha il potere di mettere ordine. Per chiunque disobbedisce le porte del carcere sono pronte a spalancarsi.
Il “sottile ricatto”, insomma, si ripete, sotto diverse spoglie, ma con analoghe, odiose conseguenze. Venire a contatto con questa realtà, dominata da regole-non regole e caratterizzata dall’infelicità dei suoi abitanti, si trasformerà in una sfida avvincente per le due bambine, chiamate a superare le loro paure, a battersi per una giusta causa, scoprendo, non da ultimo, un’amara verità: talvolta, le regole, se giuste e condivise, possono servire a qualcosa.

Sassi Junior, i libri dal cuore verde

ROMA – Dalla casa editrice Sassi Junior nasce Nina e Nello e la natura, la prima collana biologica interamente dedicata ai bambini, stampata con inchiostri ecologici su carta certificata. Nina e Nello sono due bambini curiosi e osservatori che, attraverso le loro avventure, avvicinano i giovani lettori alle leggi della natura o, più semplicemente, li invitano a rispettarla ed amarla.

Dalla penna di Laura Novello e Matteo Gaule arriva in libreria “Evviva il riciclo!”; in questa avventura, i due protagonisti vogliono scoprire dove vanno a finire i rifiuti e se si possono far sparire con la magia. Arriverà in soccorso di Nina e Nello una fatinao… Alla fine, una scheda di approfondimento e un gioco-test.

Una raccolta per stimolare i bambini ad amare la natura e a sapere tutto sulla raccolta differenziata.

“La pesciolina innamorata” e la stagione delle letture

ROMA – Con la fine della scuola comincia la stagione delle tante letture di svago. In estate la letteratura per ragazzi propone molte novità: dagli albi illustrati ai romanzi, passando per i racconti, le favole e i classici. Tra le tante novità di questa stagione c’è sicuramente “La pesciolina innamorata”, il libro di Vivian Lamarque pubblicato da Emme Edizioni.

La prima volta che la pesciolina lo vide, lui era in un sacchetto di plastica. E anche lei era in un sacchetto di plastica. Poi finirono nell’acqua fredda di due bocce di vetro, separati per sempre. Erano tristi, e non restava loro altro che sognare. Sognare di stare insieme in un’unica boccia di vetro.Una poetica storia d’amore raccontata da Vivian Lamarque e illustrata da Sophie Fatus.