“Ostriche rosse per Napoleone”, una food novel ricca di storia

ostricheFIRENZE – Quando il cuoco fiorentino Igor Rogi arriva all’Elba il giorno di Natale, sa poco o nulla dell’amore clandestino tra Napoleone e Maria Walewska, e si trova a seguire le tracce di una vicenda che la storia ufficiale non ha mai svelato. A cavallo tra verità storica e finzione, si intreccia un racconto che dal 1814 attraversa i secoli per approdare all’oggi, con la scoperta di un antico ricettario di specialità elbane e non solo. “Ostriche rosse per Napoleone”, il nuovo libro di Fabio Picchi ha tutte le caratteristiche di una food novel, nella quale il cibo entra da protagonista. Ma poiché il personaggio di Igor altri non è che l’alter ego dell’autore, tra le pagine riaffiorano di continuo tracce del suo vissuto: all’Elba Picchi è di casa.

 

I dialoghi con i pescatori e i bottegai dell’isola, i personaggi che dentro le loro cucine creano “superbe” alchimie, le veleggiate lungo le coste con una vecchia lancia, i sapori, i profumi e le atmosfere del racconto hanno la rara autenticità che conferisce l’esperienza diretta di questo cuoco e affabulatore.

“Fatto da Dio”, un entusiasmante viaggio nel passato

Fatto da Dio
Silvia Notarangelo

ROMAUn’esplosione, poi più nulla, il buio. Un corpo irriconoscibile, distrutto, una mente che ha cancellato qualunque traccia di memoria. Eric Ashworth si risveglia, in una prigione di Los Angeles, senza sapere il perché. È lui il protagonista di “Fatto da Dio”, l’intenso thriller di Craig Clevenger pubblicato da Fanucci. Una storia originale, spiazzante, capace di ricreare una realtà parallela e di addentrarsi, con ipnotiche descrizioni, nelle ferite più profonde.

Eric non ricorda nulla. Del suo passato, su cui sembra calato definitivamente il sipario, continua a resistere un solo minuscolo frammento, un nome: Desiree. Chi è Desiree? Che ruolo ha nella sua vita? Perché basta nominarla per far accelerare il suo ritmo cardiaco? Trovare una risposta non è facile quando, all’improvviso, tutto diventa nuovo, sconosciuto, oscuro. E, fidarsi di perfetti estranei, potrebbe non essere una buona idea.
Così, a catturare l’attenzione del protagonista, sono gli odori, i colori, i rumori e un misterioso pacchetto tra le mani della Fata Dietro al Vetro. A poco a poco, uno squarcio di luce comincia ad aprirsi sul suo passato. Il recupero della memoria procede a intermittenza, i ricordi vanno e vengono sotto forma di allucinazioni, a volte sono più nitidi, altre avvolti da una nebbia difficile da dissipare.
Eric inizia a rimettere insieme i pezzi, proprio a partire da quelle molecole e da quegli atomi che lo hanno sempre affascinato fino a trasformarlo in un chimico speciale, in un uomo che “ha passato la vita a dare alla gente il suo di Più”. Per lui, “dare di Più” è un imperativo, un gioco attraente e pericoloso, in cui il limite tra artefice e vittima può essere estremamente labile.
Alla fine, i suoi sforzi saranno premiati. Una verità, straziante, si farà strada. Tutto quello che non ti sei ancora ricordato lo hai dimenticato per una ragione. Tagliala. Eric era stato avvisato, ma niente ha potuto fermarlo.

Un “Dizionario Bilingue” per migliorare il dialogo Madre/Figlia

DizioMadre-FigliaGiulia Siena
ROMA
“Questo dizionario è un atto d’amore verso le madri e, insieme, un atto d’accusa contro le madri che comportano da mamme, e cioè da genitrici, madri biologiche. Esse per fortuna non rappresentano tutte le madri, diciamo che una “vasta minoranza” di loro infatti si dedica a offrire ai propri figli un avvenire migliore e un’educazione più adeguata possibile”. Partono da qui Joseph e Caroline Messinger nel loro “Dizionario Bilingue. Madre/Figlia – Figlia/Madre. 101 frasi che possono uccidere”.

 

Pubblicato dalle Edizioni Sonda, il libro è “uno studio semiologico, ma anche epidemiologico, sul discorso madre-figlia e sull’incidenza dei suoi messaggi che avvelenano l’evoluzione della figlia.” Nata come una “guida” ai comportamenti tra madre e figlia, il libro analizza le situazioni, il linguaggio e le abitudini che con il tempo possono uccidere le relazione parentale. Non solo, a venir meno potrebbe anche essere la felicità futura dei figli e della famiglia perché un rapporto conflittuale madre/figlia potrebbe influire su quest’ultima, tanto da farla diventare, a sua volta, una madre incompleta. Le analisi dei due autori (entrambi psicoterapeuti e psicologi esperti di decriptazione verbali) partono dall’osservazione dei comportamenti e delle reazioni di madre e figlia. Fin dalla nascita della bambina, infatti, la madre assume un ruolo che poi, con il tempo, si modificherà in base al periodo evolutivo della bambina: dapprima “chioccia” la madre diventerà esempio, rivale e “coscienza” della figlia. I ruoli vengono tutti descritti partendo da una affermazione della madre nei confronti della figlia e, anche attraverso le belle illustrazioni di Nives Manara, si cerca di capire il motivo scatenante dell’affermazione, si interpreta tale asserzione e si valutano i modi di reazione, quasi a voler proteggere chi parla e chi ascolta. Il volume, poi, si conclude con una sezione “Grandi temi trasversali: dialoghi e testimonianze” in cui si affronta l’identità della madre, l’identità della figlia, la scoperta del genere la sessualità.

Un libro importante per non commettere errori!

 

“È l’inizio dell’autunno e gli alberi si colorano di giallo, di rosso, di marrone; la piccola stazione termale al centro dell’amena vallata sembra stretta da un incendio. Sotto i portici ci sono donne che vanno e vengono e si chinano verso le sorgenti. Sono donne che non possono avere figli e sperano di trovare in queste terme la fecondità. Qui tra i pazienti gli uomini sono molto meno numerosi, ma comunque ce ne sono, perché pare che le terme, miracoli ginecologici a parte, facciano bene anche al cuore. Ad ogni modo, la percentuale è di nove donne per ogni maschio, cosa che fa molta rabbia alla giovane infermiera nubile che si occupa, nella piscina, delle signore sterili!”

 

IL VALZER DEGLI ADDII di Milan Kundera – Adelphi 1997

“Petit Bodiel” e l’importanza di raccontare.

Petit BodielGiulio Gasperini
AOSTA – La letteratura africana non è fatta di semplici favole. Anche se per decenni il patrimonio letterario del continente più antico si è basato sull’oralità, l’importanza della Parola e della trasmissione ereditaria è sempre stata un faro di civiltà: la cultura viene trasmessa, come regalata, in un impegno morale tra generazioni, senza per questo patire un’inferiorità di cultura e di sviluppo umano – “Il non aver avuto scrittura non ha mai privato l’Africa del suo passato, della sua storia e della sua cultura” (Hampâté Bâ). E fondamentale, in tal senso, è la figura del griot, il depositario dell’oralità e unico in grado di dare vigore e vita alle storie. In nessun’altra cultura, come in quella africana, questo legame tra racconto cultura e persone è ancora così vivo e potente. Amadou Hampâté Bâ si è sempre impegnato nella conservazione e nella trasmissione di questo immenso patrimonio culturale, facendo fiorire sulla carta le favole e le storie dell’arte subsahariana e in particolar modo del Mali, dove già nel XIV secolo esisteva un’intensa attività scrittoria, legate alla magnifica biblioteca di Timbuctu, incendiata alcune settimane fa da militanti islamici.
La Sinnos Editrice, nella sua collana ‘Zefiro. Racconti portati dal vento’, ha edito nel 1998 in formato bilingue e con i disegni di Claudia Melotti, una favola di Hampâté Bâ: “Petit Bodiel”, la storia di un giovane leprotto, pigro e vagabondo, che spronato dalla madre decide di raggiungere il Dio Padre Allawalam per chiedergli l’attitudine alla furbizia. Attraverso una serie di aiuti e di peripezie riesce nel suo intento e tornato sulla Terra si lascia sopraffare dall’avidità e dalla perfidia, ingannando e truffando gli altri animali e cercando di farsi nominare loro re.
La storia, come tutte le fiabe, ha un obiettivo educativo e didascalico: insegnare qualcosa era la finalità suprema per un cantore di fiabe il quale doveva tramandare i valori supremi del proprio bagaglio culturale. Infatti, “in Africa quando muore un anziano è una biblioteca che brucia” (Hampâté Bâ), secondo un concetto rilanciato anni fa dall’UNESCO, del quale Hampâté Bâ era stato, per lungo tempo, membro del Consiglio esecutivo. I personaggi della fiaba sono tutti animali, secondo i canoni letterari, ma ognuno si scontorna e viene antropomorfizzato, trascendendo il momento storico e la cornice africana ma diventando portatore di un messaggio universale. Tutto questo perché, come anche Hampâté Bâ ha scritto: “Il racconto è uno specchio. Ognuno deve specchiarsi e ritrovarsi. Bisogna guardare in sé stessi”.

Il Maggio dei Libri: fino al 31 maggio Leggere fa crescere

il maggio_ROMA  Da fine aprile al 31 maggio, 1785 appuntamenti in tutta Italia dedicati al libro e alla lettura. Questo è Il Maggio dei Libri, la campagna nazionale promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO. La campagna, arrivata alla sua terza edizione, si avvale inoltre del supporto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, dell’Unione delle Province d’Italia e dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani.

 

Nata nel 2011 con l’obiettivo di sottolineare il valore sociale della lettura come elemento chiave della crescita personale, culturale e civile, la campagna inizia il 23 aprile, in coincidenza con la Giornata mondiale UNESCO del libro e del diritto d’autore, prosegue con la Festa del Libro che si amplia dal 23 al 27 maggio e, novità dell’edizione 2013, si prolunga fino al termine del mese, concludendosi il 31 maggio.

Appuntamenti, incontri, reading, conferenze, eventi e laboratori disseminati sul territorio nazionale. Confermando l’approccio delle precedenti edizioni, Il Maggio dei Libri non coinvolgerà solo spazi consolidati e vitali per il mondo dei libri (biblioteche, associazioni culturali, librerie), ma andrà alla conquista di location inedite, come uffici postali (grazie alla partnership con Poste Italiane), supermercati (in collaborazione con Unicoop- Tirreno), treni (in collaborazione con Italo). Diverse iniziative stimoleranno la fantasia di studenti di tutte le età (con i concorsi e le iniziative legate ad Amo chi legge… e gli regalo un libro, Cartoline da un libro, É-BOOK, Leggere… mi piace, La valigia dei libri).

 

Vuoi sapere quali sono gli appuntamenti nella tua regione? Scarica QUI il programma!

Al via il Premio Letterario ITALIA MIA

concorsi letterariROMA – L’Associazione Italiana del Libro bandisce il Premio Letterario ITALIA MIA. VIAGGIO SENTIMENTALE IN ITALIA. POESIE E RACCONTI, ideato dalla poetessa e scrittrice Anna Manna. La giuria del Premio è presieduta per la sezione Poesia da Corrado Calabrò e per la Sezione Narrativa da Neria De Giovanni.
I partecipanti, anche residenti all’estero, dovranno scrivere racconti o versi ambientando una storia d’amore in luoghi italiani, inviare una poesia di non più di 50 versi ambientata o ispirata a una città italiana, in epoca moderna o antica, oppure  inviare un racconto di non oltre 25.000 caratteri, spazi inclusi, ispirato o ambientato in una città italiana entro il 30 settembre 2013. Le migliori 20 opere di ciascuna sezione saranno premiate con la pubblicazione.

 

Le opere vanno inviate a: premi@associazioneitalianadellibro.it
Informazioni: premi@associazioneitalianadellibro.it
www.associazioneitalianadellibro.it

“Innamorarsi a Notting Hill” se ti impegni, puoi.

Marianna Abbate

ROMA – Quante volte al cinema, avete chiuso gli occhi proprio poco prima di quel magnifico bacio romantico, immaginando che le morbide labbra di Johnny Depp accarezzassero le vostre, invece di quelle insipide dell’insulsa attrice protagonista? Scarlett O’Brien lo ha fatto spesso.

Si è vista protagonista accanto ai più sexy divi del cinema, follemente innamorata e corteggiata dal bello che più bello non si può.

E poi ha pensato bene di trasportare i sogni nel mondo reale.

E’ questa, molto semplicemente, la trama del nuovo bestseller di Ali McNamara: “Innamorarsi a Notting Hill”. La giovane protagonista approfitta dell’inaspettata offerta di abitare per un mese a Notting Hill, scenario dell’indimenticabile film con Hugh Grant e Julia Roberts, per cercare insistentemente l’amore.

Nella vita vera, se ci fossimo trasferite a Notting Hill, avremmo avuto come vicini nell’ordine: una coppia di simpatici vecchietti, un parrucchiere molto in voga forse gay, un vecchio marpione, due giovani sposini, una coppia di lesbiche, una famiglia con sei figli urlanti, un fan sfegatato del heavy metal che non ci avrebbe fatto mai dormire. Invece Scarlett ha pure il vicino hot. Capiamoci: un romanzo di fantascienza.

Beh ora sapete benissimo cosa aspettarvi, un pomeriggio piacevole in compagnia di un po’ di fantasia femminile.

Le favole e poi l’ultimo viaggio di Antoine de Saint-Exupéry

Dalila Sansone
AREZZO – “Ma se mi va di dimenticare il suo dimenticare e di inventarmi un sogno?”. Già, se a volte volessimo dimenticare e immaginare una realtà diversa? Non per illusione, solo per smettere di non credere più e non correre il rischio di pensare che di qualcosa non sia valsa la pena? Vale sempre la pena, anche solo per inventarsi un sogno.
Non mi sono mai chiesta che fine avesse fatto il Piccolo Principe, se se ne fosse tornato dalla sua rosa o fosse invece rimasto, per sempre bambino, a stupirsi delle illogicità di presunti adulti. Faccio l’errore di molti e lascio i “personaggi” tra la lettera maiuscola della prima pagina e il punto dell’ultima, nel loro eterno presente senza trascorsi e destini con cui riempire pagine non scritte.
Antoine de Saint-Exupéry quel suo Piccolo Principe se lo portava dietro, ché in fondo era un po’ lui, era la parte invisibile di lui; così, quando prima di partire per l’ultima missione (Algeri 1943), la incontra in Algeria, su di un treno un giorno qualunque e agli schizzi di un piccolo principe biondo che lascia raccontare, parlare, chiedere, spesso non capire. Le “Lettere a una sconosciuta” (Bompiani, 2009) sono una bella raccolta degli ultimi fogli sparsi dell’autore del libro più venduto al mondo, acquerelli e righe scarabocchiate. Sulle pagine scorrono qualche frase o lettere per una donna, sposata, algerina che smette di rispondere al telefono e non avvisa se decide di non presentarsi ad un appuntamento. Non c’è nessun filo che collega il bambino che sulla carta parla per l’uomo al libro che li ha resi entrambi liberi dallo scorrere del tempo e dalla dimensione materiale dell’esistenza. Si, perché tra quei pochi pezzi di carta, invece, ci sono proprio il tempo e l’essere esistiti, lì in quel momento. Ci sono emozioni semplici che parlano delle illusioni, di quando le illusioni pretendono che si guardi alla realtà con la logica dei fatti e delle conseguenze.
“Le favole sono fatte così. Una mattina ti svegli e dici: ‘Era solo una favola…’. Sorridi di te. Ma nel profondo non sorridi affatto. Sai bene che le favole sono l’unica realtà della vita.” Sentire riesce quasi sempre a vivere la disillusione e a trovarci dentro la ragione profonda del sentimento, che è fatto di una natura diversa dalla logica; sopravvive a sé stesso come sensazione ed è quella la realtà: la sensazione che non si spiega, non si descrive, capace com’è solo di restare. A volte il piccolo principe continua a non capire, arriva persino a rinunciare, a farlo credendo che sia inutile, distraendosi di amarezza. Ma poi succede anche a lui di rendersi conto che l’essenziale non è invisibile agli occhi, l’essenziale è semplicemente parte di te. Esiste. È inutile credere che si possa restare per sempre bambini, illudersi che l’ingenuità di cui si nutre l’immediatezza delle emozioni sia duratura… però è così stupidamente adulto non custodirne gelosamente la tenerezza!

“Libera tavola”, quando la cucina usa il linguaggio della legalità

MILANO – Terre di Mezzo Editore porta in libreria “Libera tavola. Ricette d’autore dalle terre confiscate alle mafie. Con contributi di Andrea Camilleri, Rita Borsellino, Roy Paci, Allan Bay, Giulio Cavalli e tanti altri”, il volume curato da Jacopo Manni e Lorenzo Buonomini.

 

Diviso in 9 sezioni, il libro esplora attraverso la cucina i territori colpiti dalla mafia. Ottimi ingredienti coltivati sulle terre confiscate sono combinati in preparazioni originali e tradizionali insieme: dalle maglie siciliane al pesto trapanese al pancotto di cavolo nero, mozzarella di bufala e crema di patate, dal timballo di caserecce ai fagottini “primavera” ripieni di verza viola con crema di cicerchie. Sette menu tematici promuovono in modo divertente e gustoso la lotta alla criminalità organizzata direttamente nel piatto.

In più le ricette e i ricordi di chi si è speso in prima persona contro la cultura mafiosa. Scrittori, giornalisti, uomini e donne di spettacolo, politici, ma anche chef stellati, ci hanno regalato piatti speciali che hanno per protagonisti i sapori della legalità.