Laureata in Editoria e Giornalismo, da sempre coltiva l’amore per il teatro, la lettura e la poesia. Passioni che si sono concretate nel gruppo culturale “Il Carro dell’anima”, nato molti anni fa nel suo piccolo e splendido paese. Per lavoro, si interessa anche di televisione, intrattenimento e serie TV. Ama trascorrere il tempo libero andando al cinema o facendo un salto in libreria (adora, infatti, immergersi nella letteratura chic lit e perdersi in tutte le forme che la cultura può assumere). La sua filosofia di vita si ispira essenzialmente a una delle poesie più belle di Emily Dickinson: “Non esiste un vascello veloce come un libro per portarci in terre lontane né corsieri come una pagina di poesie che si impenna questa traversata può farla anche il povero senza oppressione di pedaggio tanto è frugale il carro dell’anima.”

“Come godersi la vita e lavorare meglio”: una piccola guida per ritrovare la serenità.

Alessia Sità

ROMA – Vivere e lavorare senza avere preoccupazioni è il sogno di tutti, ma realizzarlo non è semplice. Ogni giorno ci lasciamo turbare da mille pensieri e da problemi di ogni tipo. Il risultato: tanta ansia e scarse capacità di analizzare lucidamente la fonte del nostro turbamento.  “Come godersi la vita e lavorare meglio” di Dale Carnegie, pubblicato da Bompiani, nella Collana i grandi Tascabili, ci offre ottimi spunti di riflessione, per capire quali sono gli errori più frequenti commessi nel valutare il nostro approccio alla vita e alla gente.
Partendo dal presupposto che per stare bene con se stessi non è necessario imitare gli altri, l’autore ci invita a non perdere di vista quello che noi siamo realmente. Mettersi alla prova è fondamentale per sapere cosa siamo in grado di fare. Imparare ad accettare le critiche – senza però lasciarsi travolgere eccessivamente dalla negatività che proviene da esse – è la strada giusta da perseguire, per poter affrontare serenamente la vita di tutti i giorni.  Ricordare essenzialmente le cose belle che ci riguardano, ci permetterà di limitare ansie e paure varie. “Circa il novanta per cento delle cose della vita va bene, e solo il dieci per cento ci va di traverso. Se vogliamo esser felici, pensiamo soltanto al novanta per cento che va bene e ignoriamo il dieci per cento che va di traverso.” Cercare di fare del nostro meglio ci permetterà di evitare rimpianti o rammarichi. Il segreto per lavorare bene è: farlo con entusiasmo sempre e comunque, evitando per quanto sia possibile l’ipertensione. Trattare e comunicare con la gente nel modo più opportuno, ci consentirà di non incorrere in stupidi errori o fraintendimenti, che spesso e volentieri sono alla base delle nostre preoccupazioni. “Come godersi la vita e lavorare meglio” è una piccola guida su come imparare a fare leva sui nostri punti di forza, esternando le nostre migliori capacità per arrivare al successo. Relativizzare, decentrare e controllare. Sono questi i dettami da seguire per conquistare la serenità di cui abbiamo bisogno per vivere bene.

 

“Come leggere un libro”: i preziosi consigli di lettura di Virginia Woolf

Alessia Sità

ROMA“Il lettore comune, come suggerisce il dottor Johnson, differisce dal critico e dallo studioso. E’ meno istruito, e la natura, quanto a talento, non è stata così generosa. Legge per il proprio piacere e non per impartire conoscenza o correggere l’opinione altrui.”
Così scriveva Virginia Woolf (1882-1941) – una delle più grandi icone letterarie del Ventesimo secolo – nel prologo a “The Common Reader. First Series, 1925”.
Per carpire ogni piccolo segreto su come il lettore dovrebbe approcciarsi alla lettura di un testo, Passigli editore ha pubblicato “Come leggere un libro”, una piccola preziosa guida. La raccolta è costituita dal prologo al saggio ”Come si dovrebbe leggere un libro?” – testo originariamente pensato come conferenza per una scuola femminile e poi pubblicato sulla “Yale Review” nell’ottobre 1926 e inserito in “The Common Reader. Second Series, 1932 – e da “Che effetto fa un contemporaneo”. Quest’ultimo apparve sul “Times Literary Supplement” il 3 aprile 1923 e solo dopo qualche revisione venne pubblicato in “The Common Reader. First Series, 1926.
Con grandissima attualità e accuratezza, Virginia Woolf descrive e spiega l’ambiente letterario. La lettura di un romanzo non è mai un atto semplice, ma richiede sensibilità, fervida immaginazione e capacità di confronto con le passate esperienze. Avere un termine di paragone è fondamentale per poter gettare le basi del nostro giudizio in previsione delle opere future. Non sempre, però, il “lettore comune” dispone di strumenti adeguati per comprendere testi particolarmente complessi, un esempio citato dalla scrittrice è “Ulysses” di James Joyce, pubblicato proprio in quegli anni. Infine, riferendosi ai contemporanei Viriginia Woolf scrive: “La nostra è un’epoca di frammenti. Alcune strofe, alcune pagine, un capitolo qua è là, l’inizio di questo romanzo, la fine di quello corrispondono al meglio di qualsiasi epoca o autore. Ma davvero possiamo passare alla posterità con un fastello di pagine sciolte, o chiedere ai lettori del futuro, con tutta la letteratura di fronte a loro, di separare con il setaccio le minuscole perle dai nostri cumuli di spazzatura?”. Arriverà il momento in cui il lettore, un tempo amico dello scrittore, si trasformerà in giudice e condannerà tutti quei libri poveri intellettualmente. Con estrema delicatezza e acuta lucidità, Virginia Woolf propone idee e suggerimenti su come ogni lettore possa scegliere in totale libertà cosa leggere, seguendo semplicemente il proprio istinto e tralasciando qualsiasi altro giudizio che non sia quello personale.

 

ChronicaLibri ha intervistato Veronica Elisa Conti, autrice de “Le nebbie di Vraibourg”

Alessia Sità

ROMA – ChronicaLibri ha intervistato Veronica Elisa Conti, autrice de “Le nebbie di Vraibourg” edito da MUP. La giovane e brillante scrittrice racconta come è nato il suo primo romanzo – vincitore nel 2011 del prestigioso Premio Luigi Malerba di Narrativa e Sceneggiatura – svelando i retroscena di un lungo lavoro nato dall’amore e della passione per la letteratura francese e inglese e non solo.
Cosa ha ispirato “Le nebbie di Vraibourg”?
In questo lavoro, che per me è il primo in assoluto, confluiscono tutti gli autori, i luoghi, le opere che ho amato, sognato, letto e riletto. Il gioco dei nomi riconduce alla tradizione letteraria francese e inglese del Romanzo Gotico, ma ci sono dei testi a cui mi sono riferita come una vera e propria documentazione. Innanzitutto l’amato “ Il ritratto di Dorian Gray “. Ho immaginato che la madre del “mio” Dorian avesse letto questo capolavoro e, consapevole della bellezza del figlio, l’avesse così nominato. Il grande Dorian Gray vive un’evoluzione dall’innocenza al piacere senza coscienza, sino all’orrore per se stesso e il contrappasso della morte. Dorian Des Essarts è portatore di bellezza, ma non la cerca, si crede libero, ma la sua presunta libertà è data solo dalla paura che suscita. Finita questa, anche lui rimane prigioniero dello squallore della vita. Altri due titoli sono stati per me fondamentali. “ Il calore del sangue “ di Irène Némirovsky , il cui  ritratto della profonda provincia francese, delle sue meschinità, di quel passato che perseguita il presente mi ha condotto per mano in ogni parola. Infine il meraviglioso “Thérèse Desqueyroux” di Mauriac. Come nel libro di Irène Némirovsky, siamo immersi nella provincia della Francia che tanto amo. Mauriac riesce a far amare la figura di Thérèse , carnefice e vittima, persa tra i sogni e i suoi pini secolari. Una grandissima opera dallo stile moderno, immediato, che suscita mille interpretazioni, il cui finale aperto ci porta a nuove domande, come nella vita. Potrei citare ancora mille opere, immagini e suoni, ma credo e spero che ciascun mio lettore possa trovarli da solo e dare una sua personale risposta.
Il tuo romanzo ha vinto nel 2011 il Premio Luigi Malerba di Narrativa e Sceneggiatura. E’ una bellissima soddisfazione. Secondo te, qual è stato il vero punto di forza del tuo lavoro?
Credo la consapevolezza di quello che stai facendo, di chi sei e chi non puoi ancora essere. Ho cercato, seppur nel mio piccolo, di essere me stessa, riconoscendo con quanta più obbiettività, le mie caratteristiche e potenzialità. Questo mi ha portato a una scrittura personale, nata dalla scuola delle mie numerose letture, ma anche dal sincero riconoscere quanto lungo possa essere il proprio passo.
Leggendo “Le nebbie di Vraibourg” mi sono completamente immersa nell’atmosfera gotica che avvolge il mistero del Castello della Guyenne e dei personaggi che vi abitano. Sei appassionata di letteratura gotica? C’è un autore in particolare che ha determinato il tuo approccio a questo genere letterario?
La Letteratura Gotica di stampo settecentesco, romantico sino a quella del Novecento mi ha appassionato in tutte le sue declinazioni. Potrei citare , andando alla mia libreria, autori dai più celebri a quelli di nicchia  che ho amato e che mi hanno fatto tremare. Tra di loro c’è una  grande Signora del Novecento che mi ha ispirato: Dafne  du Maurier. Personalmente ritengo il suo lavoro gotico, come si può vedere nel suo romanzo più famoso “Rebecca la prima moglie”: il castello, i segreti, l’abile gioco di manipolazione psicologica, portano ad uno stato di tensione che, pur non presentando componenti surreali, sono propri dell’anima nera del Gotico. Poi ci sono i suoi bellissimi racconti: “ Non voltarti ” , “Monte Verità“ , “Il melo“ , “Il piccolo fotografo“ , “L’alibi“ , dove la paura s’ingigantisce in forme inaspettate, surreali e magnetiche, predette da una vecchia indovina o nascoste sulla vetta di un’ impenetrabile montagna. Infine nel romanzo “ Il capro espiatorio “ la realtà della vita dei personaggi, abitanti di un castello francese, è abilmente tagliata in mille sfaccettature che portano il lettore a riflettere sulla natura umana.  Per questo amo Dafne du Maurier: una grande scrittrice, una signora della tensione e dell’insinuazione, maestra nel presentare le maschere della realtà.
I personaggi che popolano il tuo romanzo sono molto ben delineati. Qual è stato quello più complicato da descrivere e in un certo senso da ‘animare’?
E’ stato Etienne.
Ho cercato di rendere credibile sia la sua ingenuità iniziale sia il bisogno di affetto e stabilità che lo immobilizzano in uno schema prestabilito da altri. Mentre scrivevo mi dicevo: “io farei proprio diversamente“ . Ma io non sono in miei personaggi. Pensavo alla sua infanzia,  al suo forte desiderio di stabilità affettiva e anche al contesto temporale in cui viveva. E’ forse il personaggio  per me più difficile da giudicare : avrei voluto da lui più forza, più durezza. Ma Etienne non è così. Non potevo fare diversamente.
Durante la costruzione dell’intreccio narrativo, c’è stato un momento in cui ti sei ritrovata a dover tornare sui tuoi passi per poter garantire al lettore il finale decisamente inaspettato?
Fortunatamente no. Ho cercato di creare con cura un’ “impalcatura“ narrativa che sostenesse bene il gioco in maschera dei personaggi. Sin dal principio ho avuto chiara la fine, o meglio, è proprio dalla fine che ho ricostruito ogni singolo passo della storia. Una tela tessuta a ritroso, ma così ho evitato i nodi.
Cosa vuol dire per te scrivere?
Scrivere è per me avere una seconda vita, quella circolare delle parole. E’ costruire una nuova realtà, ma anche trasporla su carta seguendo non le tue leggi, ma le sue. E’ conoscere intimamente ciascun personaggio e guardarlo fino a renderti conto che anche lui guarda te e che, anche se tu lo hai creato, non ne conosci il più profondo segreto. E’ costanza, esercizio, disciplina, ma soprattutto necessità.
Tre aggettivi per descrivere “Le nebbie di Vraibourg”.
Ambiguo
Ironico
Vendicativo

“Una casa di petali rossi”: un romanzo che profuma di India

Alessia Sità

ROMA – Nulla è più eccitante che cercare la verità e trovarla”.
E’ questa la certezza che anima totalmente “Una casa di petali rossi”, il romanzo di Kamala Nair pubblicato da Editrice Nord. La storia di Rakhee ha inizio da una misteriosa lettera, che la spinge a ritornare in India a distanza di moltissimi anni dal suo primo viaggio. Quello compiuto da Rakhee non è solo un ritorno alle proprie radici, ma è una sorta di catarsi, necessaria per poter intraprendere una nuova vita, accanto all’uomo che sta per sposare. Lentamente la giovane donna rivive, in un lunghissimo flashback, l’estate in cui lei e Amma lasciarono Aba e Plainfield per trasferirsi in India, nel villaggio natale della madre. Il ritorno alle antiche radici segnerà per sempre la vita di Rakhee, stravolgendo completamente anche l’esistenza delle sue ziee e delle sue chiassose cugine. Improvvisamente, quel segreto tenuto nascosto per troppo tempo riemerge, riportando con sè vecchi demoni difficilmente occultati. La scoperta della verità però ha sempre un prezzo da pagare e comporta anche qualche perdita, compreso l’amore. Rakhee ne è consapevole fin da bambina; ma nonostante le terribili conseguenze che la sua sete di conoscenza può avere, persiste tenacemente nella sua ricerca. Il desiderio di vincere la paura la spinge ad addentrarsi oltre l’impenetrabile giardino, che la sua famiglia ha tentato di difendere con tanta ostinazione per molti anni. La casa dei petali rossi non è semplicemente custode di un segreto, ma rappresenta allo stesso tempo l’unica chiave per la libertà. Fra profumi, antiche leggende e intensi sapori dell’India – illuminata da splendidi raggi di sole e talvolta annerita da cortine di pioggia – Rakhee ripercorre la storia della sua misteriosa famiglia. La scoperta di un passato doloroso, difficile da accettare, sarà per la giovane donna un passo fondamentale per spezzare definitivamente il legame con la vita precedente e per aprirsi a un futuro di promesse di gioia e, forse, anche di perdono. Attraverso il racconto delle mille sfumature dell’anima umana, Kamala Nair ci regala una storia intensa, fatta di emozioni, profumi e colori sgargianti.

 

ChronicaLibri ha intervistato Rossella Calabrò, autrice delle “50 sbavature di Gigio: il lato B della trilogia più hot dell’anno”

Alessia Sità

ROMA – Dopo aver letto e recensito “Le 50 sbavature del Gigio” (Sperling&Kupfer editore) non ho potuto fare a meno di scrivere a Rossella Calabrò e ringraziarla personalmente per aver saputo cogliere l’aspetto più ironico e divertente del Gigio nostrano. Certamente Christian Grey è l’uomo che ha fatto innamorare tutte le lettrici delle “50 sfumature”, ma il Gigio ha quel ‘quid pluris’ che lo rende unico (forse) ed eccezionale allo stesso tempo. ChronicaLibri ha intervistato la brillante scrittrice che, con la sua solita ironia, parla del suo ultimo grande successo e della trilogia più famosa dell’anno.
Come è nato ‘Il lato B della trilogia più hot dell’anno’?
E’ nato mentre finivo di leggere l’ultimo volume della trilogia. Sono saltata giù dal divano – il gatto si è offeso moltissimo – e sono corsa davanti al mio Mac. Non ho resistito, avevo bisogno di riderci su, per iscritto.
Per descrivere così accuratamente ogni singola sbavatura del Gigio, ha osservato qualcuno in particolare oppure si è semplicemente basata sull’esemplare maschio presente sul pianeta Terra?
Be’, ho cinquantatré anni, un po’ di Gigi li ho conosciuti. E poi faccio un sacco di aperitivi con le amiche, e ovviamente, di cosa parlano le donne quando sono insieme?
Che cosa pensa della trilogia di E. L. James?
Un’operazione commerciale perfetta, sono stati bravissimi. Dal punto di vista letterario, non va giudicata, secondo me, ma va presa per quello che è, un Harmony molto, molto ben costruito. Chi la prende sul serio, e l’attacca, secondo me fa delle grandi pedalate a vuoto.
Si è parlato moltissimo del personaggio di Mr. Grey e poco della sua amata Anastasia Steele. Cosa pensa di questo esemplare di Gina? Che idea si è fatta a riguardo?
Mah, a dire la vera verità, a me Anastasia non è stata molto simpatica. Prima una specie di talpetta buona, poi diventa più prepotente del Grey.
Il mio motto è: ‘l’ironia ti salva la vita’. Dopo aver letto le “50 sbavature del Gigio” sono pronta a dichiarare che l’ironia salva anche la coppia. E’ stato quasi un sollievo leggere che il Gigio nelle sue molteplici sbavature sia quasi uguale per tutte. Magari tutte le Gine che fino a oggi credevano di aver scelto l’uomo sbagliato – smemorato, disordinato e strampalato – potranno finalmente ricredersi e consolarsi all’idea che l’uomo perfetto esiste solo fino a quando non suona la sveglia. Fra tutte le sfumature descritte, quale rappresenta perfettamente il Gigio universale?
Pensa che ci sono donne (forse giovanissime???) che mi hanno scritto, quasi offese, dicendo che il loro moroso non è come il Gigio, ma assomiglia a Mr Grey. Va be’, fantascienza a parte, il Gigio universale lo si può trovare descritto scientificamente (ops, volevo dire: ironicamente) in un altro mio libro scritto l’anno scorso, un ebook che si intitola “Perché le donne sposano gli opossum?” edito da Emma Book. La questione è che l’opossum, in natura, è un animaletto che in caso di situazione difficile da gestire si finge morto stecchito. Non pensa che anche i nostri Gigi facciano lo stesso?
Parlando da Gina a Gina, cosa dovrebbe avere il Gigio del Mr Grey e cosa Mr Grey del Gigio per essere perfettamente in equilibrio con l’ideale maschile sognato da ogni Gina?
Il Gigio dovrebbe rimanere più a lungo come si presenta i primi mesi della relazione con noi Gine, invece di svaccare al terzo mese. Il Mr Grey dovrebbe smetterla di ringhiare (è il verbo che viene usato nella trilogia) e magari farsi scappare qualche risata.
Durante la stesura del libro, ha avuto qualche esitazione o qualche difficoltà?
A parte il fatto che non ho avuto tempo nemmeno per respirare, figurarsi per esitare, scrivere è un amore e un lavoro, da trent’anni. E poi so che, se mi diverto mentre scrivo qualcosa, di solito succede che poi si diverte anche chi legge.
Che effetto fa ritrovarsi al centro del caso letterario dell’anno divenendone, in qualche modo, una delle protagoniste?
Non mi sono ancora ripresa. E soprattutto non so cosa mettermi.
Dal blog alla carta stampata. Come avviene questo passaggio? Chi o cosa determina questa scelta?
In realtà prima di essere una blogger avevo già pubblicato un paio di libri, e comunque avevo alle spalle, come dicevo, anni e anni di scrittura, per la pubblicità, per la musica, per i fumetti, per l’editoria. Cambiano i mezzi, ma il mestiere è lo stesso. Si tratta di sfumature. 😉
La sua scrittura è brillante e ironica. Si può dire che l’ironia sia il Suo tratto distintivo?
Io sopravvivo solo se scherzo. Nella scrittura e nella vita.
Ha altri progetti in cantiere?
Sì, ma mpffnon mmmmposso ancora mmmppfffdirlo.
Tre parole per descrivere le “50 sbavature di Gigio” e tre parole per descrivere le “50 sfumature”.
Sbavature di Gigio: gioco, controinformazione affettiva, realtà.
Sfumature di Grigio: sogno, contenuti retrogradi, romanticismo.
E l’erotismo? Poco.

 

“Le nebbie di Vraibourg” il romanzo di esordio di Veronica Elisa Conti

Alessia Sità
ROMA – Durante il tragitto vide la città di sfuggita, ma quel poco bastò a deluderlo: era piccola, poco più di un paese e sembrava non offrire molte occasioni di vita mondana. Addio sogni di cene lussuose, serate all’Opera e nei locali di musica. La campagna era secca, sferzata dal vento, corteggiata dai boschi che infine la conquistavano. La carrozza si introdusse in un viale fiancheggiato da pini secolari. Etienne pensò che sembrava la strada del camposanto. Alla fine del viale si apriva un giardino con una fontana al centro. Al di là il castello e tutto intorno il bosco. Etienne scese dalla carrozza e guardò davanti a sé: il castello della Guyenne si stagliava contro il cielo scuro. Qualcuno lo osservava da dietro una tenda.” È questo lo scenario che si presenta al giovane Etienne Dorin non appena giunge nel piccolo paese normanno di Vraibourg.
Vincitore nel 2011 del Premio Luigi Malerba di Narrativa e Sceneggiatura, il romanzo di esordio di Veronica Elisa Conti – “Le nebbie di Vraiborug” edito da MUPci trasporta in una gelida Normandia dall’atmosfera gotica e misteriosa. Protagonista della storia è un giovanissimo ragazzo di appena diciotto anni, che dopo essere stato chiamato dal nobile Tancrède Des Essarts, per istruire l’enigmatico Dorian -‘volto bianco nell’oscurità’-  decide di trasferirsi nel freddo castello di Guyenne. Ad alimentare il senso di inquietudine che aleggia nei luoghi della piccola cittadina è anche l’atteggiamento ambiguo dei personaggi che la abitano. La tranquillità apparente di Etienne presto è sconvolta dall’incontro con l’indipendente e schietta Ophélie De Clary e la solare fanciulla parigina, Madeleine Muset. Ben presto, il giovane viene coinvolto, suo malgrado, nella ‘nebbia’ che avvolge l’anima e il passato dei vari personaggi che incontra sulla sua strada. Tutti a Vraibourg sembrano nascondere qualcosa ed essere a conoscenza di strane storie sulla famiglia Des Essarts; ma l’ipocrisia della società borghese è difficile da scalfire e questo Etienne lo sa bene. La ricerca della verità per il giovane istitutore diventa sempre più insidiosa. La realtà con la quale dovrà fare i conti è molto diversa da come sembra. Sangue, menzogne e rancore sono al centro di tutte le vicissitudine di Vraiborug.

 

Con uno stile sobrio ed essenziale, Veronica Elisa conti ci regala una straordinaria storia senza tempo, in cui il mistero permea l’intreccio narrativo, basato sostanzialmente sulla continua dialettica fra verità, mistero e falsità.

 

Dalle “50 sfumature di Grigio” alle “50 sbavature del Gigio” nostrano

Alessia Sità
ROMA – Più di 18 milioni di copie vendute in meno di 10 settimane. Primo posto in classifica sul “New York Times”, “Sunday Times” e “Amazon”. E’ ormai considerato un vero e proprio bestseller mondiale. Ha superato anche Harry Potter. La fortunata trilogia delle “50 sfumature” (Mondadori) scritta da E. L. James – pseudonimo di Erika Leonard – ha travolto letteralmente il mondo intero. Non a caso, il “Time Magazine” ha incluso la quarantottenne scrittrice britannica tra le 100 donne più influenti. Ispirata dalla saga di Twilight, la ‘mummy porn’ ha iniziato cimentandosi sul web con una ‘fan-fiction’ che, in poco tempo e grazie soprattutto al passaparola fra donne, si è diffusa clamorosamente. Romantica, erotica, scandalosa, bollente. Sono solo alcuni degli aggettivi attribuiti all’appassionante storia d’amore e di sesso, che vede protagonisti il bel Christian Grey e la dolce Anastasia Steele. Lui è tenebroso, intrigante, tormentato, intraprendente. Lei è sensibile, ingenua e romantica. Quella che sembrava dovesse essere solo un’impetuosa passione erotica, in breve tempo stravolge completamente la loro esistenza. Fra sottomissione, contratti, amore, libertà si dipana un’elettrizzante storia dalle 150 sfumature cromatiche. Dal grigio degli occhi del bel Chris, al nero che aleggia nel suo animo, per finire in un rosso di emozioni e colpi di scena. Le “50 sfumature” hanno ossessionato il mondo. Tutte le donne ne parlano e tutte sognano l’affascinante Amministratore Delegato. Non tanto per il suo lato dominatore, piuttosto per l’uomo sensibile e protettivo che dimostra di essere in più di un’occasione. Christian Grey non mente, anzi mette subito in chiaro cosa vuole realmente e quale sia la sua vera natura. Lui ricorda tutto, copre di regali e di attenzioni la sua amata. Le fa vivere mille emozioni, la porta in giro in yacht, in aliante, in elicottero … Insomma, con lui non ci si annoia mai. Appurato che uomini così sono più rari che veri, non resta alle lettrici che sognare a occhi aperti, immedesimandosi in Anastasia Steele. Fortunatamente, a riportarci con i piedi per terra ci pensa il nostro Gigio. Vi state domandando chi sia? Per usare le parole di Rossella Calabrò – blogger autrice delle “50 sbavature del Gigio” (Sperling&Kupfer editore) – il Gigio non è altri che “il maschio umano medio”. Il nostro compagno, marito, amante che ci ritroviamo accanto non appena smettiamo di fantasticare sul caso letterario dell’anno. Sicuramente non sarà ricco e bello quanto Christian Grey, ma è molto più divertente. Del resto, è solo una questione di sfumature: Mr Grey è misterioso, ma lo è anche il nostro Gigio, infatti “non ha mai rivelato il motivo per cui è incapace di azionare il tasto ON della lavatrice”. Rossella Calabrò ci regala una brillante e spietata parodia del porno soft che ha incantato il gentil sesso. “Mr Grey è bellissimo. Occhi grigi come il cielo prima di una tempesta ormonale. Mani: grandi come l’amico single che sta sotto la cintura. Capelli: da farci un nido. E il Gigio? Occhi: due. Mani: anche. Capelli: eroici: si possono ammirare presso il monumento dei Caduti eretto in loro onore.” Se siete ‘vittime’ del caso editoriale dell’anno e vi state chiedendo chi sia l’uomo che non pensa sempre alla fellatio, ma vi regala tanta ridatio, “Le 50 sbavature del Gigio” è proprio il libro che fa per voi. “Perché, in fondo, ridere è la cosa più erotica che c’è.”

 

“La Diamond Editrice si aggiudica il primo Cortegiano. Un omaggio al libro nel paese che ha dato i natali ad Aldo Manuzio”

Alessia Sità
ROMA – Quella che sta volgendo al termine è stata un’estate ricca di soddisfazioni per la Diamond Editrice. L’ultimo riconoscimento è arrivato il 5 agosto, sul finire di Stradaria – la manifestazione artistica- letteraria- enogastronomica ideata dalla cooperativa sociale Utopia 2000 a Bassiano – con l’assegnazione del Premio “Cortegiano”. La manifestazione ha voluto rendere omaggio al libro, proprio nella casa del padre dell’editoria moderna: Aldo Manuzio, nato nel 1449 nel paese lepino. La kermesse, decisamente unica nel suo genere, ha celebrato il libro in quanto prodotto: carta, caratteri usati, copertina, immagini e idee inerenti al “packaging”.
A vincere il primo premio Nazionale, istituito in memoria dell’illustre tipografo, è stato l’ultimo lavoro di Antonio Veneziani: “D’amore e di libertà”. Il volume, concepito come un libretto d’opera dell’Ottocento e illustrato da Giampaolo Carosi, è un ritratto immaginario della brigantessa Maria Elisabetta. Pagina dopo pagina, si ripercorre la storia del brigantaggio femminile, soffermandosi particolarmente sul cuore di una donna, poeta e briganta allo stesso tempo. L’editore Simone Di Matteo è stato premiato dall’attrice Valentina Riccio con il libro d’arte “Barca e costruttori” di Serge Uberti, artista francese trapiantato a Roma, considerato erede di Giacometti. Il giovanissimo editore ha voluto dedicare la vittoria a Latina, agli autori e a tutti i lettori.
Quello vinto dalla Diamond non è solo un premio al miglior libro, ma è soprattutto un riconoscimento per la piccola casa editrice che da sempre punta all’originalità e alla riscoperta del vero sapore letterario, offrendo ampio spazio a nuovi testi e a nuovi talenti letterari.

“I giorni chiari”: il romanzo quasi fiabesco di Zsuzsa Bánk

 

Alessia Sità

ROMA – “Tengo i giorni chiari, quelli scuri li rendo al destino”.
Sullo sfondo della Germania degli anni Sessanta, si dipana la toccante storia di Aja, Seri e Karl e di tre madri sole, profondamente segnate dalla vita. Sono questi i protagonisti del romanzo quasi fiabesco di Zsuzsa Bánk, “I giorni chiari”, edito da Neri Pozza nella collana I narratori delle tavole.
Ai margini di un villaggio, in una casa fatiscente priva persino di una cassetta per le lettere, vivono Aja e sua madre Évi, una giovane ungherese sposata con Zigi, acrobata del circo. L’unica ricchezza che sembra essere in possesso di questa piccola famiglia è un giardino di alberi da frutta, che circonda la loro sgangherata abitazione. Ed è proprio in quel giardino che la piccola Aja vivrà i suoi indimenticabili ‘giorni chiari’ dell’infanzia, insieme agli inseparabili amici Seri e Karl. L’esistenza dei tre bambini, però, è profondamente segnata da tragici eventi personali; ma come per incanto, il dolore e il lutto sembrano ‘svanire’ nella spensieratezza dei giochi, dei momenti trascorsi nel villaggio a sud della Germania e nel paradisiaco giardino. Sono tutti attimi di vita vissuta intensamente, sempre sotto lo sguardo vigile di tre madri forti e premurose. I giorni chiari sono proprio i giorni trascorsi nell’innocenza della tenera età, quando le dure prove quotidiane, le sconfitte e le illusioni della vita adulta erano ancora lontane. A distanza di vent’anni, i tre ragazzi, ormai maturi, si ritrovano a fare i conti con il passato, con insospettabili segreti e inaspettati tradimenti.
Zsuzsa Bánk ci regala un romanzo dai toni poetici, in cui a parlare non sono solo i personaggi, ma soprattutto è la vita, che con un abile gioco intreccia continuamente i destini dei suoi protagonisti.
Pagina dopo pagina, l’autrice ci fa rivivere i momenti salienti di una profonda amicizia immersa in un’atmosfera magica. Lo stile di Zsuzsa Bánk è lineare e semplice. La sua scrittura molto intensa, inevitabilmente arriva dritta al cuore di chi legge, perdendosi completamente fra le righe del suo romanzo.

“L’orto in cucina – 760 piatti di verdure e legumi”

 

Alessia Sità

ROMA – Se desiderate arricchire la vostra dieta con verdure e legumi, senza però scadere nella monotonia culinaria, leggete “L’orto in cucina – 760 piatti di verdure e legumi” pubblicato da Slow Food Editore. Scoprirete tante ottime idee per cucinare cibi sani e genuini.
Un viaggio nel Bel Paese alla ricerca delle ricette più appetitose, non solo vegetariane, per cucinare gli ortaggi. Verdure, tuberi, legumi, con le loro varietà, il legame con il territorio e le stagioni, la tecnica di coltivazione e la sua influenza sull’ambiente e sul sapore. Le parole chiave sono biodiversità, stagionalità, territorio. Ogni prodotto è corredato da una scheda esplicativa seguita da ricette alcune complesse, altre di facile esecuzione fornite da cuoche e cuochi di Osterie d’Italia.
Nella parte introduttiva troverete, inoltre, utili suggerimenti su negozi specializzati e mercati, modalità di taglio e utensili, cotture e metodi di conservazione.