LeggendoCrescendo, la letteratura per ragazzi e le sue novità

bottoni d'argento_ChronicalibriROMA – Sarà tra le novità della letteratura per ragazzi già dalla prossima settimana (l’uscita è prevista per l’8 maggio) il nuovo libro di Bob Graham pubblicato nella collana Giralangolo Picture Books di EDT. E’ Bottoni d’argento, la storia della piccola Giulia e del suo estroso disegno. Alle 9.59 di un giovedì mattina Giulia disegnò un’anatra. Sugli stivali dell’anatra mise dei bottoni d’argento: uno… due… fino a quando il pennarello di Giulia indugiò a mezz’aria prima di posarsi sul foglio per l’ultimo bottone. In quell’istante suo fratello Leo si alzò lentamente in piedi e fece il suo primo passo.

Dai 4 anni

 

ilcastoro_chronicalibriIn libreria già da qualche settimana, invece, è Le stelle brillano su Roma, il libro per ragazzi scritto da Elisa Castiglioni Giudici e pubblicato da Il Castoro. Ambientata nell’antica Roma dell’Imperatore Traiano, questa è l’avventura di Iris, 12 anni, una ragazzina del popolo, curiosa e determinata, figlia di un centurione e di una ex-schiava. Divide le sue giornate tra il forno di sua madre Tecla e la scuola. Ma la sua vita serena sta per crollare: i figli dell’antico padrone della mamma ricompaiono dal passato e pretendono di riavere la loro schiava, figlie incluse. Quando gli adulti si arrendono, Iris capisce che sta a lei trovare il modo di proteggere la sua famiglia. E con la complicità del suo amico Aureliano, escogita un piano: tra fughe notturne, astute trappole e coraggiose spedizioni per le campagne romane, comincia così un’avventura nella letteratura per ragazzi in difesa della libertà e della giustizia.

Dai 9 anni

Salone Internazionale del Libro di Torino 2014: il via giovedì 8 maggio

saloneinternazionaledellibrotorino_2014TORINO – Torna l’appuntamento più atteso con il libro: è il Salone Internazionale del Libro di Torino 2014. Da giovedì 8 a lunedì 12 maggio il Salone occuperà quattro padiglioni del Lingotto Fiere di Torino (via Nizza 280, 10126 – Torino) per presentare le novità, le notizie e le curiosità legate al mondo dell’editoria. Il Salone, giunto quest’anno alla ventisettisima edizione, è promosso e coordinato dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, presieduta da Rolando Picchioni, con la direzione editoriale di Ernesto Ferrero.

Tema conduttore del Salone Internazionale del Libro di Torino 2014 è il Bene; il Bene nelle sue implicazioni filosofiche, etiche, storiche, letterarie e neuroscientifiche. Il concetto di Bene comune. La suggestione di Primo Levi del «lavoro fatto bene» per riscoprire la cura artigianale anche nella creazione e produzione editoriale. Paese Ospite d’onore è la Santa Sede, presente nel Padiglione 3 con un grande spazio espositivo che riproduce il selciato di Piazza San Pietro e la cupola della Basilica nel progetto originario di Donato Bramante, di cui nel 2014 ricorrono i 500 anni dalla morte. Gli altri Paesi rappresentati al Salone:  Albania, Arabia Saudita, Brasile, Francia, Israele, Perù, Polonia, Romania.

30 le sale e gli spazi che ospitano presentazioni, incontri, dibattiti. Dai 35 posti della Sala Avorio fino ai 1.900 dell’Auditorium Giovanni Agnelli. Nuove la Sala Bianca nel Padiglione 3, dedicata agli incontri sui temi della religione e spiritualità, l’area workshop di Casa CookBook, l’arena esperienziale dell’area start up di Book to the future, la Sala Argento nel Padiglione 2 e l’Independent corner nel Padiglione 1. Inoltre, sono 53 i nuovi espositori che debuttano nel 2014 al Salone, anche grazie ai progetti speciali che ogni anno incentivano la partecipazione di sempre nuove realtà editoriali. In particolare sono 23 i nuovi nomi presenti all’Incubatore, 4 in Book to the future, oltre alle 10 start up digitali innovative selezionate dal bando internazionale, 2 nell’area Editori per ragazzi e 14 con stand nelle aree tradizionali.

 

Consulta QUI il PROGRAMMA DETTAGLIATO del Salone Internazionale del Libro di Torino 2014

Rimaniamo qui per raccontarlo.

Anteprima: Leggi su ChronicaLibri i primi capitoli de “Il Rintocco”, il nuovo libro di Irene Vella

Irene VellaROMAIrene Vella, scrittrice e giornalista vulcanica, sorprendente e coraggiosa dopo il grande successo di Credevo fosse un’amica e invece era una stronza torna con un nuovissimo libro, Il Rintocco. Tolling death.

Emma è un’adolescente di sedici anni che vive con il padre, maestro internazionale di tennis, attraversando l’Europa in lungo e in largo, porta sempre con sé uno dei suoi manga , sogna di diventare una disegnatrice di fumetti e di trasferirsi in Giappone. Ma, un giorno, tutto si ferma; arriva una lettera da Venezia di un’agenzia immobiliare che comunica di aver finalmente trovato il compratore per la villa dove lei ha passato l’infanzia prima della tragedia.
Aveva solo sei anni quando sua madre scomparve, nel nulla. La cercarono per ore, giorni, mesi, poi alla fine il padre non reggendo lo strazio, decise di scappare da quella casa che sembrava aver inghiottito la moglie e con lei tutta la sua felicità.
La lettera arriva come un uragano nella vita di Emma costringendola a fare i conti con il passato, con un dolore mai sopito, con domande che mai hanno avuto risposta.
Sarà proprio quando tornerà in quella villa che i pezzi del puzzle cominceranno ad incastrarsi.

 

In esclusiva per i lettori di ChronicaLibri i primi tre capitoli di questo attesissimo libro che riesce a coniugare la freschezza del genere young adult con il coinvolgimento emotivo di un grande romanzo e il fascino dei luoghi descritti (una villa veneta del 1637 – nella foto – è la stessa nella quale vive l’autrice), il tutto condito dall’astuta penna di Irene Vella.
Primo Capitolo

Emma

Lunghi capelli castani ad incorniciare un viso dai tratti latini, carnagione olivastra, occhi verdi, un filo di eye liner e un po’ di mascara, unico vezzo da “femmina”, due piccole trecce che le incorniciavamo i lineamenti, infagottata nei suoi jeans e nei suoi maglioni extralarge, Emma da lontano poteva sembrare una teenager come tante.
Ma bastava guardarla un po’ più a lungo per capire che ogni suo gesto, ogni suo sguardo, tradiva una profondità che non rispecchiava i suoi anni.
Era il dolore che parlava per lei, la sofferenza di una bambina cresciuta senza madre, ma di cui sembrava la copia esatta.
Dieci anni, erano passati dieci anni da quel terribile 21 giugno 2003, giorno in cui sua madre scomparve nel nulla, inghiottita dalla stessa casa dove abitavano, in paese dicevano fosse scappata volontariamente, ma solo Emma e suo padre sapevano che mai Lucrezia si sarebbe allontanata sua sponte.
Le era successo qualcosa, e quell’incertezza, quel non sapere, avevano fatto fuggire Andrea da quel posto che le aveva rubato la sua donna, il suo amore, la madre di sua figlia, condannato a vivere nel dubbio, aveva accettato il primo posto all’estero, che il suo procuratore e amico di vecchia data, Vincenzo gli aveva proposto.
Due anni in Francia come maestro internazionale di tennis, con possibilità di rinnovo, avrebbe affidato la prestigiosa scuola che dirigeva al suo socio e amico fraterno Francesco, così nulla in quel luogo lo avrebbe potuto trattenere.
In fondo era quello che voleva: scappare lontano dai ricordi e “sopravvivere” anche se ogni anno che passava, Emma si trasformava in una piccola Lucrezia, ed entrambi sapevano che nessun’altra avrebbe preso il posto nel suo cuore.
Poi era venuta l’Inghilterra, la Spagna, e dopo dieci anni l’occasione di rientrare in Italia, come allenatore personale di Igor Draga, promessa del tennis, e non sapeva come dirlo ad Emma, aveva paura di un suo rifiuto.
Era appena rientrata da scuola, sedici anni portati con garbo, nonostante la bellezza “sfacciata” ben distante dalle sue coetanee, sembrava appartenere ad un’altra epoca, suonava il flauto traverso come se non avesse mai fatto nient’altro nella vita, ma tirava di boxe come una professionista, in lei coesistevano due anime, e nessuna delle due poteva fare a meno dell’altra.
A. “Emma devo dirti una cosa, vieni qua.”
E. “ Aspetta un attimo, sono al telefono con Pilar” e via di spagnolo.
Gli spostamenti frequenti avevano portato anche dei benefici, la ragazzina parlava correntemente oltre l’italiano, l’inglese, il francese e lo spagnolo, il padre se l’era cavata con le frasi base e tecniche che servivano per insegnare tennis, ma di sicuro non aveva la padronanza linguistica della figlia.
E. “ Eccomi che succede?”
A. “ Mi ha telefonato Vincenzo, c’è un incarico di prestigio, mi ha proposto di allenare Igor Draga, di tornare in Italia.”
E. “ No dico stai scherzando vero babbo? Quel bamboccio “sonofigosonobello” che pensa di essere chissà chi, antipatico come la morte? ”
A. “ Frena la lingua bambolina, punto primo Igor ha la tua età, quindi ti sei data della bamboccia, punto secondo quando si tratta di lavoro non hai le competenze per giudicare, punto terzo lo conosci solo attraverso le parole dei giornali, e dei sentito dire. Sai anche tu come spesso nel mondo dello sport, e non solo, si cerchi di costruire un personaggio intorno ad una persona, in ogni caso questa volta potrai scoprirlo da sola, lunedì abbiamo l’aereo prenotato.”
E. “ Ecco come al solito il mio parere non conta nulla..”
A. “ Certo che conta, però quando si tratta di lavoro sai che non abbiamo scelta, e tu sei ancora troppo piccola per prendere decisioni che ti riguardino in autonomia. Quando sarai maggiorenne, potrai decidere cosa fare, per adesso ti tocca seguire il tuo vecchio babbo.”
E. “ Ecco tanto per cambiare, mi ero appena ambientata, mi ero fatta degli amici nuovi, ma tu hai idea di cosa significhi stravolgere la mia vita ogni due/tre anni (se va bene)?
A. “dai vedila in modo positivo: quando sarai più grande potrai viaggiare a scrocco facendoti ospitare da tutti gli amici sparsi per il mondo, come diresti tu: non è una figata?
E. “Non mi fai ridere per niente, e smettila di utilizzare un linguaggio che non ti appartiene, sei ridicolo.”
A. “Emma adesso sono serio, prepara la valigia che tra due giorni partiamo, quando saremo sul posto sceglieremo anche la scuola dove iscriverti.”
E. “ Ti devo anche ringraziare visto che parli al plurale quando dici di scegliere la scuola? Come sei umano. Bel modo di iniziare le vacanze estive. ”.
E concluse il discorso sbattendosi la porta della camera alle spalle, come faceva sempre quando sapeva che tanto non sarebbe servito a nulla parlare, la decisione era stata presa, il dado tratto: sarebbe tornata in Italia.
Si buttò sul letto si mise le cuffie e accese il suo ipod a tutto volume, cercando di stordirsi per non pensare, ma come sempre appena chiudeva gli occhi vedeva il viso di sua mamma sorriderle e venirle incontro a braccia aperte, con la sua risata cristallina e quella massa di capelli color rame ad incorniciarle l’ovale perfetto.
Iniziò a piangere in silenzio, quelle immagini sembravano così vere che a volte aveva persino sperato di addormentarsi per sempre solo per poterla riabbracciare, per sentire di nuovo il suo profumo, per ascoltare ancora una volta la sua voce.
La ferita rimaneva sempre aperta nonostante il passare degli anni, ma la cosa che le provocava più dolore era non poterne parlare proprio con suo padre, l’unico che avrebbe dovuto (e potuto) capirla.
Andrea pensava che non parlarne aiutasse Emma a dimenticare, non sapendo che sua figlia custodiva gelosamente i ricordi di sua madre, e che desiderava solo poterli condividere con lui.

Villa Maria_VellaMa la parte più difficile doveva ancora arrivare, insieme al nuovo incarico, era
arrivata una mail dell’agenzia immobiliare che comunicava di avere trovato degli acquirenti per Villa Maria.
La verità era che il lavoro era stata una diretta conseguenza della mail, e della successiva telefonata con Nicoletta, la mediatrice immobiliare, che aveva chiaramente fatto capire ad Andrea che la villa necessitava di ristrutturazioni, ergo la sua presenza diventava indispensabile ai fini della vendita.
Prima di decidere sul da farsi, si era dovuto consultare con Vincenzo, vagliare proposte lavorative in Italia, e quando nell’arco di ventiquattro ore era arrivata la possibilità di allenare Igor (Draga) lo aveva preso come un segnale del destino.
Andrea in fondo era sempre stato molto fatalista, non credeva nelle coincidenze, credeva nel destino, ed era profondamente convinto che le cose accadessero per un motivo ben preciso, e che quest’ultimo presto o tardi si sarebbe palesato.
Il ragazzo prodigio abitava a Mirano, a due passi da Dolo, proprio sulla Riviera del Brenta, dove si trovava villa Maria, troppe cose si stavano incastrando alla perfezione, sembrava che ci fosse un burattinaio che stesse organizzando il loro rientro.
Qualche anno prima si sarebbe opposto con tutte le sue forze, ma adesso forse era arrivato il momento di smettere di combattere ed assecondare questo strano fato che a distanza di un decennio lo riportava dove tutto era cominciato.
Tornava da Lucrezia.

 

 

I prossimi due capitoli saranno pubblicati nei prossimi due lunedì. Il resto de Il Rintocco sarà presto in tutte le librerie.

“Sotto il cielo di Lampedusa” le parole di dolore.

sotto-il-cielo-di-lampedusaGiulio Gasperini
AOSTA – Fu nel 2011 che i poeti Michael Rothenberg e Terri Carrion lanciarono un appello mondiale: far tornare la poesia al suo antico – e oramai dismesso – ruolo sociale e civile. Utilizzare la parola poetica, cioè, per chiedere cambiamenti umani, civili, culturali, economici, ambientali. Nacque il movimento 100 Thousand Poets for Change, che giorno dopo giorno, poeta dopo poeta, si è esteso fino a comprendere 115 paesi del mondo. A Bologna esiste il gruppo più produttivo e attivo dell’Italia, che ha già organizzato manifestazioni ed eventi collettivi. All’indomani del tragico episodio del 3 ottobre, quando morirono 366 migranti per il naufragio della loro imbarcazione, è nato il progetto editoriale di “Sotto il cielo di Lampedusa”, edito da Rayuela Edizoni (2014).
Un progetto collettivo, in cui raccogliere poesie e autori che ponessero l’attenzione sul dramma del Mediterraneo, sull’inaccessibilità della “Fortezza Europa”, sugli “annegati da respingimento”. Tante le voci che hanno aderito al progetto, tante le accuse rivolte ai veri responsabili di queste tragedie marine, che potrebbero essere tutte evitabili, semplicemente, con una politica più attenta di visti e cordoni umanitari.
“Un confine per segnare la linea / in una retta si chiude perfetta / in una traccia / su un figlio senza abbracci / senza identità né case a cui ritornare”, scrive Meth Sambiase. I motivi per cui si parte sono tanti, troppi. E non dovrebbero essere sempre giustificati; perché si parte anche semplicemente per il desiderio di farlo, senza doversi sentire in colpa del danno e della noia che si recano agli altri. “Ma tornare indietro / è difiscile / stare qui / difiscile / il mio tempo te lo do / la schiena il corpo te lo do / in cambio di un cartoccio / ma la faccia l’espressione degli occhi / la bocca // se vuoi sparare spara in cielo / noi non siamo / uccelli” (Maria Luisa Vezzali). E di fronte a questa sconvolgente realtà, anche la poesia trema e si sente in un certo senso impotente, inutile: “Io resto nella mia cuccia a guardare che piove / mentre la morte si veste di ottobre e di vento / mi sento cadere di foglie e parole svendute / inutile, come un verso che non dice poesia” (Annamaria Giannini). Ma, come scrive Giacomo Sferlazzo del Collettivo Askavusa, “Il mare non ha colpe”, perché le colpe sono tutte degli uomini, delle loro leggi assurde, delle loro paure archetipe, del capro espiatorio che sempre, in ogni momento, deve essere creato per alleggerirsi le coscienze – come se dalla Storia non si potesse mai imparare nulla: “Il popolo italiano sempre innocente, sono loro, quelli che stanno / al Governo e in Parlamento, che hanno fatto le leggi / sui respingimenti, loro hanno firmato i trattati con Gheddafi, / e poi è evidente che tutta questa gente qua non ci può stare” (Francesco Sassetto).
E l’orrore, il disgusto delle 20.000 vite perse per sempre nel fondo del mare, durano poco, quasi solo il tempo di un errore. E poi si finisce, come sempre, nel silenzio dell’omertà, nella frenesia dell’informazione che fa notizia, crea lo scoop, e poi si rigira pigramente verso altri interessi più attraenti, come scrive Sassetto: “Noi dalle nostre rive sfogliamo stancamente il giornale / che già annuncia nuovi barconi in avvicinamento, assuefatti / alla compassione ad intermittenza, noi coristi del coro / che grida forte e freme, / e tace nuovamente il giorno dopo”.

Novità: Kite Edizioni e due nuove storie di amore e amicizia

Kite-edizioniGiulia Siena
ROMA
 – Kite Edizioni, la casa editrice di Piazzola sul Brenta, porta in libreria due nuove storie per bambini. Niente di niente, la favola moderna scritta e illustrata dall’argentina Yael Frankel e pubblicata nella collana Albi Illustrati, è il racconto di quello che può succedere a una pietra. Inerme, silenziosa, inosservata e indifferente, la pietra non sente e non fa niente, niente di niente: tutto le succede attorno senza che lei possa prendere parte a niente, ma proprio niente di niente. Allo stesso tempo, non troppo lontano, troviamo un bambino a cui non succede niente, fino a quando – così, all’improvviso – inciampa in una pietra. Si incontreranno, dopo un inutile susseguirsi di niente di niente, per farci capire che tutto accade…nella vita si inciampa nelle cose, nelle situazioni e negli eventi, altrimenti tutto sarebbe “Niente di niente” (dai 5 anni).

L’altra spassosissima novità è Quando un elefante si innamora (collana Albi Illustrati), con le delicate e romantiche parole di Davide Calì e le ironiche e piacevolissime illustrazioni di Alice Lotti. Cosa succede quando un grosso e timido elefante viene colpito dalla freccia di Cupido? Nonostante la sua maestosa e possente figura, l’elefante arrossisce alla presenza dell’amata; lei, un passerotto leggiadro e veloce, non sembra proprio accorgersi del romantico animale. L’amore, il romanticismo, la tenerezza e la sorpresa si mescolano in questo divertente albo illustrato dedicato ai romantici dai 5 anni in su.

 

Buone Letture!

 

“Il Maggio dei Libri”, i libri fioriscono dove meno te lo aspetti

il-maggio-dei-libriROMA – Torna, per il quarto anno consecutivo, Il Maggio dei Libri, la campagna nazionale promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO. Nata nel 2011 con l’obiettivo di sottolineare il valore sociale della lettura come elemento chiave della crescita personale, culturale e civile, la campagna inizia il 23 aprile, in coincidenza con la Giornata mondiale UNESCO del libro e del diritto d’autore, e si conclude il 31 maggio.

Quest’anno sono tre i claim scelti per rappresentare e accompagnare l’iniziativa: Un libro ti accende, Cresci con noi e Leggere non è mai un pacco. Tre suggestioni – testuali, grafiche, ideali – che racchiudono lo spirito dell’intera campagna e lo straordinario potenziale dei libri: strumenti che permettono di ampliare gli orizzonti e migliorarsi (crescere significa anche imparare a leggere la realtà, ad affrontare la crisi) a qualsiasi età, senza dimenticare che le esperienze vissute da bambini ci accompagneranno anche da grandi.
Oltre a riproporsi con nuove parole-chiave e nuovi eventi, l’edizione 2014 conferma la propria ispirazione originaria, determinante per il successo della campagna, anno dopo anno: l’impegno a far evadere i libri dai loro contesti abituali (conquistando scuole, circoli, parchi, associazioni culturali e persino uffici postali, supermercati, treni e ristoranti grazie a un accordo di partnership con Poste Italiane, UniCoop Tirreno, Librerie Coop, Italo, Eataly, Librerie Feltrinelli), e l’obiettivo di coinvolgere soprattutto coloro che ancora non hanno scoperto il piacere della lettura, grazie all’attenzione particolare rivolta a settori fondamentali per la ripresa economica, sociale e generazionale del paese, come il Web, la scuola e i giovani.

 

Torna, inoltre, l’appuntamento con il tour itinerante La Valigia dei Libri, alla sua terza edizione: quest’anno il tema è “…Blog, social e Web un nuovo modo di raccontare”, con il coinvolgimento di Teresa Ciabatti e Christian Raimo. Non cambia l’obiettivo: far rivivere le biblioteche scolastiche coinvolgendo i ragazzi e donando alle scuole più attive una serie di libri considerati indispensabili per la crescita e lo sviluppo dell’individualità dei futuri grandi lettori.

 

Si rinnova Amo chi legge… e gli regalo un libro, la proposta a favore e in sostegno delle biblioteche, anche scolastiche, la cui situazione negli ultimi anni ha raggiunto livelli di criticità preoccupanti. Dall’esigenza di fare qualcosa per migliorare la situazione è nato il progetto con cui l’Associazione Italiana Editori -in collaborazione con AIB (Associazione Italiana Biblioteche) e ALI (Associazione Librai Italiani)- ha voluto coinvolgere tutto il mondo del libro, ma anche e soprattutto i cittadini lettori, per rimettere in moto il circolo virtuoso che porta i libri nelle biblioteche, e poi da lì nelle case e nelle mani di tutti.

“Il signore è servito”: storia di un ménage-à-cinq.

Il signore è servitoGiulio Gasperini
AOSTA – È la storia di un ménage-à-cinq, questo “Il signore è servito” di Barbara Alberti, edito nel 1983 da Arnoldo Mondadori Editore. Un ménage-à-cinq, in realtà, più complesso di quanto la definizione non faccia intendere. Perché oltre alla sfera sessuale, piuttosto sublimata, presunta, comunque descritta in sottrazione, ci sono masochismo e sadismo, violenza e sottomissione, sublimazione e affascinazione, malia e magia.
A raccontare la vicenda è il “servitore”, alla maniera di un Leporello contemporaneo che tiene aggiornato il catalogo delle conquiste del suo padrone. Un servo fedele, che solo in vecchiaia decide di dedicarsi alla stesura dei suoi ricordi, per non farli finire nell’oblio e rassegnarli alla dimenticanza. Il servo, in realtà, è da sempre innamorato del padrone, del grande attore Ruggeri; ma non ottiene nulla da lui, se non la possibilità di rimanergli vicino occupandosi dei suoi affari. Assistenza che ben presto diventa morbosa curiosità, quella un po’ tipica di tutti i maggiordomi. Grazie alle sue capacità di voyeur, il servo riesce a non farsi scappare (quasi) nulla di quello che accade nella villa. E (quasi) nulla della complessa storia di amore-persecuzione che tra quelle mura si squaderna prepotente.
Il signore è omosessuale, con una predilezione per i giovani ragazzi. Che arrivano in grande quantità, nelle sue stanze. Ruolo di primo piano lo avrà il ragazzino Tom, che tiranneggia il signore e lo piega a tutti i suoi progetti. Ma poi entra in scena “la russa”, che ha un marito tiranno e geloso. Lei si innamora di Tom, ma Tom si diverte a non amarla, soltanto per tenerla in ostaggio con l’idea di un amore che sia solo tensione attrattiva ma mai compimento dell’atto. E, sullo sfondo, si muove Enrico, il nuovo “passatempo” del signore, che tutti considerano una nullità ma che sarà il più potente tra tutti. Perché amerà tutti, dell’amore più crudele, che è quello che si utilizza per usare gli altri. E poi c’è il servitore, sempre di sottofondo, che si concede le sue scappatelle, le sue imboscate d’amore, ma che segretamente è attratto da tutti, e ne fa pensieri impuri. Ma non c’è nulla di impuro, in questa storia. È un percorso di nobilitazione e sublimazione degli impulsi più primitivi e primordiali, che nella maggior parte dei casi gli uomini reprimono e finiscono per ammalarsene.
Barbara Alberti è scrittrice che ama raccontare l’amore nelle sue sfaccettature più recondite, anche più spaventose. Non la fenomenologia più diretta ma quella più abissale, più ripida, più oscura. Converte le atmosfere più prevedibili in mosaici non disordinati ma inusuali, creando nel lettore uno straniamento che infierisce, crudelmente, sul buonismo della pianificazione preconcettuale. Un gioco semplice, che lei riesce a portare avanti con estrema perizia e abilità, e con uno sguardo divertito, con un sorriso ironico sulle labbra, come a dire al lettore “guarda un po’ cosa ti combino adesso!”. Ed è questo, senza dubbio, il motivo che ce la fa amare.

Parte il Premio Bancarella, ecco i 6 libri vincitori del Premio Selezione 2014

Bancarella_2014PONTREMOLI – Si è inaugurata presentando i 6 libri vincitori del Premio Selezione 2014 la sessantaduesima edizione del Premio Bancarella che si svolgerà a Pontremoli il 19 e 20 luglio sotto la direzione organizzativa di Giuseppe Benelli, Presidente della Fondazione Città del Libro.

I librai, interpreti del gusto dei lettori, tra il 4 marzo 2013 e il 28 febbraio 2014 hanno individuato, per il successo di pubblico conseguito, i volumi candidati che si disputeranno la finale del Premio Bancarella il prossimo luglio. Ecco la selezione:

 

VOLEVO SOLO AVERTI ACCANTO di Roland Balson,  (Garzanti)
ALL’OMBRA DELL’IMPERO di Alberto Custerlina (Baldini & Castoldi)
BRACCIALETTI ROSSI di Albert Espinosa (Salani)
PER DIECI MINUTI di Chiara Gamberale (Feltrinelli)
IL SUO PEGGIOR NEMICO di Veit Heinchen (Edizioni E/O)
L’AMORE È TUTTO di Michela Marzano (Utet)

 

Nei prossimi mesi il Bancarella sarà impegnato in una serie di eventi in cui presenterà romanzi ed autori. La prima tappa sarà a Ravenna giovedì 29 maggio dove gli autori incontreranno gli studenti delle scuole superiori della città. Venerdì 6 giugno si sposterà a Cesena dove, nel corso della serata, verranno consegnati agli Autori il “Premio Vincitore Selezione Bancarella 2014”. Lunedì 16 giugno, in serata, il Bancarella sarà protagonista a Sesto San Giovanni, per concludere il ciclo di presentazioni, a fine giugno a Carrara.

 

“Il disagio della modernità” Taylor ci illustra i nostri errori

taylorMarianna Abbate

ROMA – Viviamo in un mondo relativamente libero, che ci permette di scegliere a cosa dedicare la nostra vita. E abbiamo scelto: la dedichiamo a noi stessi.

È proprio l’individualismo, secondo Charles Taylor, il maggiore dei mali della nostra società. La causa di tutti i disagi e cioè della perdita di un fine e della libertà politica. Nel saggio “Il disagio della modernità” il filosofo canadese ci illustra i passaggi che portano l’uomo a rinchiudersi nella gabbia dorata dell’adorazione di sé, dimenticandoci dell’aspetto fondamentale della nostra essenza umana: la socialità.

La ricerca insistente dell’approvazione, di un elogio che dimostri la nostra unicità, l bisogno di diversificarsi dagli altri, diventano fini a se stessi, perdendo un’oggettiva utilità. L’estro artistico viene ricercato da tutti, senza spesso saper riconoscere il talento oggettivo.

Bene, Taylor non condanna completamente questo innamoramento egoistico, ma lo vorrebbe educare ad una funzione sociale. La socialità infatti, è l’unico aspetto a dare un fine alle nostre azioni. Così come lo è l’impegno politico in senso lato di impegno sociale. Senza il contesto le nostre scelte perdono di significato, perdono ogni valore.

Un tempo il destino dell’uomo veniva definito alla sua nascita. Nelle civiltà moderne non è così: il cambio di posizione sociale è possibile, seppure con sforzi sensibili. In questo modo l’uomo si arroga il diritto di assumere delle posizioni diverse da quelle tenute dal proprio governante, che un tempo era l’unico a poter decidere della vita dei suoi sudditi.

Se riuscissimo ad indirizzare i nostri interessi contestualizzandoli ad un bene maggiore, come quello comunitario, potremmo restituire alle idee la loro giusta valenza e il loro stesso ruolo di idee. Soprattutto in un mondo globalizzato che permette la circolazione di queste idee e la loro funzionalità cosmopolita.

Charles Taylor ha insegnato a Oxford, Princeton, Berkeley. Attualmente è docente di Scienza della politica e filosofia presso la McGill University, dedicandosi alle scienze sociali e alla filosofia politica. Sono importanti i suoi studi sulla tematica della secolarizzazione e sui rapporti tra modernità e religione.

Federico Appel: “Pesi massimi. Storie di sport, razzismi, sfide”, passioni e tolleranza ad alta leggibilità

pesi-massimi_sinnos_chronicalibriGiulia Siena
ROMA
“Le vere vittorie non sono quelle sportive, per quanto possano essere memorabili, ma sono quelle sociali. Combattere per la libertà del proprio popolo come stai facendo tu è la cosa più importante che un uomo possa fare nella sua vita”. La partita è andata bene, il piccolo si sente un gran campione… è riuscito, infatti, a parare il rigore di quel ragazzino nero che ora può tornare nella giungla a tirare calci con i leoni. Ah sì, oggi il piccolo portiere può tornare a casa soddisfatto, è un gran campione! All’improvviso, però, senza essere invitato da nessuno, un grosso omaccione di colore compare a casa dell’aspirante portiere. I due non si conoscono, ma qualcosa li lega, lo sport: il “gigante” è Cassius Clay-Mohammed Alì, il campione di pugilato. Alì compare, come un fantasma o un grillo parlante, per insegnare a questo bambino la tolleranza e lo spirito sportivo. Il grande pugile comincia, così, a raccontare le vicende di uomini di sport, le loro vite e le loro sfide. Comincia, così, Pesi massimi. Storie di sport, razzismi e sfide, il nuovo libro scritto e illustrato da Federico Appel per Sinnos.

 

Il libro, una grapfhic novel ad alta leggibilità (con font Leggimigraphic, pensata per chi ha difficoltà di lettura o problemi di dislessia) è una carrellata di grandi nomi e grandi storie di sport e vita: dalla storia del leggendario Jesse Owens che vinse quattro medaglie d’oro a Berlino nel 1936 davanti a Hitler; passando, poi, al tennista Arthur Ashe che nel 1975 fu il primo atleta di colore ad arrivare a Wimbledon e a vincere nel tempio del tennis. Conosciamo le storie di Gino Bartali e della sua bicicletta durante la grande guerra, la determinazione e la forza di John Carlos, Tommie Smith e Peter Norman che rinunciarono alla carriera per la loro rivolta in favore dei diritti umani. Incontriamo la squadra di rugby del Sudafrica e l’avventura di Carlos Caszely.

Storie di sport e di vita raccontate in maniera leggera e, allo stesso tempo, dirompente. Storie per tutti.

 

“Alla fine ho capito che non sempre serve diventare campioni del mondo per essere veramente dei pesi massimi”.