“Io. e l’Ilva” il monologo di un metalmeccanico

Marianna Abbate

ROMA – L’Ilva non rispetta le regole sull’impatto ambientale. L’Ilva è la causa di infiniti tipi di morbi, patologie, formazioni cancerose e problemi respiratori. L’Ilva porta sulla tavola di tutta Taranto un piatto di pasta. Coperto da uno strato sottile di diossina. L’Ilva ti fa comprare la macchina nuova. Che importa se è coperta dal medesimo strato di diossina?

È la “grande contraddizione di Taranto” quella al centro del “Monologo metalmeccanico- Io e L’Ilva” di Giuse Alemanno. pubblicato da Lupo editore. Sì, perché da una parte l’Ilva è il male, dall’altra non si può vivere senza Ilva.

Che poi Ilva è un concetto vago, troppo generalista. Dentro il più grande stabilimento d’acciaieria d’Europa si snodano settori, reparti, calore, facce, tecnologie e arretratezze. Un microcosmo vivace e vivo, estremamente autoreferenziale agli occhi di Alemanno: “partigiani dei cazzi propri”. Gli operai hanno perso quel senso di comunità che li aveva resi forti nelle rivolte socialiste. Ognuno guarda il suo benessere, inclusi i sindacati che cercano l’accordo a tutti i costi, pur di guadagnarci una promozione e tanta tranquillità.

Eppure senza Ilva, il destino di Taranto sarebbe segnato. “C’è uno psichiatra in sala?” continua a chiedersi l’autore del monologo, in un misto di disperazione ed impotenza. Non c’è soluzione neanche agli occhi di quell’operaio acculturato, di quello che conosce tutte le questioni interne ed esterne, che è Giuse Alemanno.

Un vicolo cieco. Un enorme, bruciante, polveroso e ricco vicolo cieco.

“Tre amiche sul ghiaccio”: fermata Parigi

Marianna Abbate

ROMA – Quando non frequenti per tanto tempo un posto, tornandoci scopri in ogni crepa del muro il tempo che è passato. È stato così anche per me quando ho di nuovo preso in mano un libro della collana “Il battello a vapore” di Piemme. I libri per ragazzi hanno cambiato stile, genere e soprattutto forma e aspetto.

A partire dalla copertina, che ricorda moltissimo i disegni dei comics per ragazze. La disegnatrice è Caterina Giorgetti, quella di “Witch” per intenderci, sono stata una grande fan di quel fumetto eme ne sono accorta subito.

I tempi sono cambiati e si sente ad ogni pagina di questo libro. Scritte un po’ grandi, le parole si intrecciano ai disegni, aiutando l’immaginazione di chi non è abituato a leggere.

Per fortuna i valori sono ancora gli stessi: l’amicizia prima di tutto, la lealtà, lo spirito sportivo del fair play, l’impegno e… l’amore. L’autrice della saga “Tre amiche sul ghiaccio” è Mathilde Bonetti, un’appassionata pattinatrice eterna ragazzina, che in questa puntata ci racconta il viaggio delle ragazze del Palastella a Parigi. Parigi on ice è il titolo del volumetto appena stampato, che racconta le avventure di Angelica Cleo e Sadia, promettenti campionesse del pattinaggio artistico. Insieme realizzano il sogno di pattinare nella Ville Lumiere, e affrontano coraggiosamente le scelte che cambieranno totalmente la loro vita.

Il libro ha il pregio di appassionare allo sport, di stimolare nelle bambine il desiderio di lavorare in gruppo per realizzare il successo.

L’editore consiglia questa lettura per bimbe tra i 9 e gli 11 anni, l’età più sognante.

Jovanotti: le emozioni non finiscono, arriva “Ti porto via con me”

jovanotti_ti porto via con me_libroMILANO“Deve essere una grande festa, e il ruolo del pubblico sarà importante. Voglio prenderlo per mano e accompagnarlo via con me sulle montagne russe della musica”. Lorenzo Jovanotti
26 settembre 2013: arriva in libreria “Ti porto via con me. Backup tour Lorenzo negli Stadi“, il volume che racconta la magia dell’ultimo tour di Jovanotti. Con le foto di Michele Lungaresi e i testi di Lorenzo Cherubini Jovanotti, il libro pubblicato da ISBN, è un viaggio unico ed emozionante negli stadi che hanno visto e ascoltato la musica, l’energia e la grinta di Jovanotti.

Lo show dell’estate 2013 è iniziato il 7 giugno allo Stadio del Conero, ad Ancona. Lorenzo Jovanotti e la sua band hanno attraversato l’Italia da Nord a Sud, da San Siro all’Olimpico, dal Dall’Ara di Bologna al Della Vittoria di Bari, per suonare l’accordo conclusivo del BackUp tour allo stadio di Cagliari, il 20 luglio. Più di 300 persone coinvolte nella produzione di un tour che ha registrato il tutto esaurito a ogni tappa, uno spettacolo vissuto da più di mezzo milione di spettatori, una vera e propria festa mobile sulle note dei più grandi successi di Lorenzo, di cui l’album Backup è la raccolta definitiva. Le immagini di questo libro ritraggono l’artista prima, durante e dopo i concerti, l’occhio dietro la macchina è quello del suo fotografo ufficiale, Michele Lugaresi detto Maikid, che il tour l&rs quo;ha vissuto da dietro le quinte. L’obiettivo di Maikid non inquadra solo il palcoscenico, ma anche il pubblico: i volti di chi ha atteso sin dal pomeriggio in prima fila e di chi ha partecipato a questo show, ballando, ridendo, alzando le braccia al cielo, saltando, e qualche volta commovendosi. I testi di Lorenzo, il diario registrato sull’immancabile taccuino che porta sempre con sé, accompagnano le fotografie ripercorrendo i momenti più emozionanti del tour.
Sono venticinque anni che Lorenzo fa ballare l’Italia. Chi se lo ricorda Walking, uscito nel 1987, primo segno musicale d’esistenza dell’entità chiamata Jovanotti? Qualcuno sì, e moltissimi ricordano Gimme Five, tormentone tardo-Eighties che dominò la scena pop italiana l’anno seguente. Ma nessuno di loro avrebbe mai potuto immaginare che oggi, nell’anno di grazia 2013, ancora lui, ancora Jovanotti, sarebbe stato ancora uno degli avvenimenti più interessanti della scena pop italiana.

 

«È un’opera d’arte! Bellissimo fare una raccolta fotografica del mio pubblico! È un’Italia bellissima… Perché non ne facciamo un libro? Titolo possibile: BELLA»

“Il Vurricatore” e i mestieri della mafia.

il vurricatoreGiulio Gasperini
AOSTA – Sovente – molto sovente – la realtà sa offrire materiale narrativo più perfetto che se partorito della fantasia stessa. Basta soltanto cambiare qualche nome, fare chiarezza su alcuni snodi, analizzare un po’ più profondamente gli sguardi e i pensieri. Nulla più. E “Il Vurricatore” di I.M.D., sovrintendente della Polizia di Stato, ne è un esempio abbacinante. Il protagonista del romanzo, edito da Edizioni Leima nel 2013 nella collana “Le stanze”, è in realtà Gaspare Pulizzi, un mafioso legato alla famiglia di Carini. Un personaggio storico, pertanto, che non tutti possono ovviamente conoscere ma la cui parabola all’interno della scalata mafiosa è indicativa ed esplicativa di come la mafia si organizzi e funzioni alimentando sé stessa e mai scoraggiandosi.
Il racconto di I.M.D. è sorprendente per la chiarezza, per la fluidità della narrazione. Pare quasi un rapporto di servizio, purgato dei termini del burocratese spinto, ma ugualmente chiaro e lineare, dove ogni parola ha il suo spazio, dove niente è superfluo né estraneo. La semplicità delle azioni descritte, la modestia nell’utilizzo degli aggettivi, la snellezza delle descrizioni, la maestria di pochi dati per giustificarci un sentimento, un pensiero, una reazione: tutto concorre a far deporre l’attenzione del lettore sulle pratiche del fenomeno mafioso, analizzato e descritto con grande precisione e puntualità, fin nei più assurdi rituali d’iniziazione e nella gestione degli affari direttamente sul territorio. Tante vite si muovono in questo che potremmo definire faction novel, ovvero un romanzo di fatti e fiction. Tanti personaggi lo popolano, tante coscienze lo animano: la mafia è un fenomeno corale, che si regge su singole potenti e carismatiche identità ma che coinvolge e avvolge larghe fasce di popolazione, tra chi si dedica all’omertà e chi all’opposto decide la lotta, la resistenza fiera. E nel romanzo c’è spazio anche per la Polizia, per le forze dell’ordine, di cui vengono messi in luce i successi ma anche gli insuccessi, i buchi nell’acqua, le vane difese, i falliti piani. Perché “Il Vurricatore” è una storia “normale”, un racconto che non ha nulla di stra-ordinario, ma che ci trascina in un luogo che potrebbe essere il nostro, in un intenso scambio di favori e privilegi nel quale ciascuno può cogliere un aspetto della sua vita vera. È un “romanzo” che ci fa quanto meno socchiudere gli occhi: proprio perché la mafia è un fenomeno banale; che si basa, ovvero, su semplici legami, su ovvi rapporti. Ed è forse questa la sua più sorprendente caratteristica, quella che le consente di rinnovarsi ogni volta, dopo ogni apparente insuccesso. E sono anche i legami contro cui è più difficile, in nome della legalità, combattere.

“Il bacio del pane”: il nuovo romanzo di Carmine Abate

libro-bacio-pane-258Alessia Sità

ROMA – “Quel giorno aveva imparato che si può essere cacciati di casa per troppo amore. E la partenza, qualsiasi partenza per forza, è una ferita che brucia a lungo o sempre, anche se non si vede”.
Carmine Abate, vincitore del Premio Campiello 2012, ritorna in libreria con un nuovo toccante romanzo: “Il bacio del pane” edito da Mondadori. A fare da sfondo all’indimenticabile estate di un gruppo di adolescenti è Carfizzi, paese d’origine dell’autore, cui nel libro attribuisce il nome fantastico di Spillace. Fra ruderi, profumi e natura incontaminata, proprio a pochi passi dal piccolo paese, l’allegra comitiva scopre un meraviglioso paradiso che sembra non conoscere tempo. Si tratta del Giglietto, un luogo incantevole che, però, nasconde uno sconvolgente mistero. In uno dei mulini abbandonati, infatti, Francesco e Marta – la sua bellissima compaesana che vive a Firenze e scende in Calabria per l’estate – incontrano un vagabondo armato e poco socievole. Il muro di diffidenza dell’uomo presto, però, verrà scalfito dalla bontà e dall’infinita generosità dei due ragazzi, che scopriranno la terribile ferita che ha costretto Lorenzo a nascondersi nel Giglietto. Ad accompagnare i giorni afosi di un’estate unica e irripetibile non sarà solo il mare scintillante, ma anche vecchi ricordi e antichi sapori, come quello dei fichi maturi, delle olive in salamoia, del pane preparato in casa come si faceva un tempo. “Il bacio del pane” è molto più di un romanzo, è una metafora dei “valori che si incarnano nel gesto antico e attuale di baciare il pane, per celebrarne il dono e il mistero”. Carmine Abate ha ancora una volta il merito di saper raccontare la Calabria in tutti i suoi aspetti: dalla ‘ndrangheta alle grandi emozioni umane che veicolano le scelte dei personaggi.
La voglia di dire no alla mafia, il dolore di dover lasciare la propria terra e i propri affetti fanno da cornice a questo commovente romanzo, che conduce il lettore ad assaporare la fragranza della vita e di una terra che ha ancora tanto da offrire.

“Siamo ponti senza saperlo”: come le vite s’intrecciano.

Etica di un amore impuroMichael Dialley
AOSTA – Le vite degli uomini creano reti invisibili che collegano le esistenze e intrecciano i sentimenti e le emozioni. Questo avviene anche a distanza di anni, decenni: vite apparentemente lontane, anche geograficamente, che si incontrano grazie ad altre esistenze. “Etica di un amore impuro”, di Alessandro Savona, edito da Edizioni Leima nel 2013, racconta proprio l’intreccio delle vite di uomini e donne, separate da molti anni, ma che si ricongiungono grazie a questa “corrispondenza di amorosi sensi” che è stata edificata.
Un amore fittizio che ha dato alla luce un bambino abbandonato alla madre e, ben presto, lasciato orfano; un amore forte, che resiste agli anni, alle difficoltà, alla “vita di strada”, ma che veniva (e purtroppo ancora oggi) considerato un “amore impuro”; legami di amicizia, progetti, idee che diventano ponte a collegare tutti questi diversi amori.
Un libro breve, che si legge con leggera scorrevolezza, ma che è davvero intenso e vissuto: molti rimandi geografici, paesaggi e scorci reali, dipinti con le parole cosicché per il lettore è spontaneo vedere nella propria mente le scene che avvengono a Parigi; sentimenti veri, sinceri, potenti che si possono toccare con mano, sentirne la consistenza e il peso.
Perno delle vicende è la figura di Roland Barthes: saggista e semiologo francese che ha vissuto la Parigi di metà Novecento; un uomo che ha avuto moltissimi incarichi e, grazie a questi, ha potuto viaggiare molto; e viaggiando sperimentando e conoscendo.
Savona permette in questo modo al lettore di apprendere e approfondire la consapevolezza di un importante letterato francese, analizzato nel romanzo sotto una luce diversa, nella dimensione più privata e personale della sua vita.
Alla conclusione della lettura, capiamo come le parole siano fondamentali: ma quali sono più giuste per raccontare un amore? Si può esporre con parole perfette l’armonia dell’imperfezione? Sono un po’ le riflessioni suggerite al lettore attento e che legge il romanzo non solo con gli occhi, ma anche con la mente e il cuore.

Novità: “Andirivieni”, una vita in viaggio

andirivieni_200pxROMA “Si dice che la testa non serva solo a usare il cappello. Si dice anche che le gambe e i piedi non esistano solo per usare le scarpe. Con le gambe e i piedi camminiamo, corriamo… viaggiamo”. Il viaggio è il tema centrale di “Andirivieni”, il libro di Isabel Martins Minhós e Bernardo Carvalho pubblicato in queste settimane da La Nuova Frontiera Junior.

 

L’andirivieni degli uomini, che percorrono chilometri e chilometri in automobili, navi e aerei, ci sembra al giorno d’oggi facile e scontato. Ma sulla terra non siamo gli unici: come noi, molti uccell mammiferi e pesci si muovono in cerca di cibo o di un buon clima. E questi incredibili viaggiatori non solo ci sorprendono per le distanze che percorrono, ma anche per l’enorme rispetto che, al contrario di noi, hanno nei confronti della natura e dell’ambiente.

 

Andirivieni è colori, viaggio e cultura del viaggio. Andirivieni è un libro illustrato (adatto dai 5 anni) ci sfida a riflettere sul nostro arrogante stile di vita quando viaggiamo, perché spesso, ignorando le esigenze e le culture dei luoghi che visitiamo, possiamo mettere a repentaglio il fragile equilibrio del pianeta.

 

 

Novità: da fine agosto “Noi non dormiamo”

NOI-NON-DORMIAMO_MILANO – Si presenta come una delle uscite più attese dell’estate. E’ “Noi non dormiamo”, il libro di Kathrin Röggla,  pubblicato ISBN Edizioni e in tutte le librerie dal prossimo 29 agosto. “Noi non dormiamo” è un romanzo, un’inchiesta, un’opera teatrale. Dopo aver raccontato la Berlino alternativa della techno e dei lounge bar, Kathrin Röggla si dedica a indagare uno degli oggetti più misteriosi della moder­nità: il sonno di manager, web designer, consulenti aziendali, sta­gisti, accounter e programmatori, attraverso una storia ambientata in una fiera di settore alla quale partecipano tutti i protagonisti, interagendo tra loro.  L’autrice plasma un’avvincente narrazione polifonica, una sorta di flusso di coscienza a più voci, dove l’attuale rapporto fra persona e sistema emerge in tutta la sua complessità.

“Noi non dormiamo” è il ritratto di una società insonne e fondata sul concetto di efficienza, che ha ormai dimenticato la sacralità del riposo: stanchezza cronica, ansia da prestazione, gerarchie ferree e il lavoro che avvolge ogni cosa.
Tra crisi e precariato, ambizioni e arrivismi selvaggi, una generazione votata all’efficienza è disposta a tutto pur di non perdere il lavoro e scalare la gerarchia: persino a smettere di dormire.

 

“Lo slogan: “potrò dormire quando sarò morto”, non lo adatterebbe pari pari adesso, si usava piuttosto una volta, “verso la metà degli anni novanta questo era lo slogan per an­tonomasia”, almeno per la sua generazione. verso la metà degli anni novanta si pote­va ancora dire. certo, a tutt’oggi qualcosa di valido ci sarebbe, ma allora lo si metteva in pratica, appunto. e a pensarci bene, deve dire che era sorprendente, la sua generazione. bisogna immaginarsi quanto sapere veniva accumulato in pochissimo tempo e quanta esperienza. sì, quello che ragazzi poco più che ventenni non avevano raccolto come espe­rienza. adesso naturalmente erano a pezzi, ma una volta che si fossero ripresi avrebbero potuto ripartire da tutt’altro livello”.

“Certe strade semideserte” sono piene di vita

Marianna Abbate

ROMA – Sicilia. Una parola carica di emozioni, di sensazioni e di profumi. Un sottofondo leggero di musica dal vivo, colori accesi, arance, afa, silenzio. In “Certe strade semideserte” non succede nulla, eppure accade di tutto.

Prende spunto dal verso di Thomas Stearns Eliot, questa antologia di otto racconti pubblicata nella collana Le stanze di L.E.I.MA., la nuova casa editrice palermitana.

Racconti, tutti diversi nello stile, nel messaggio e nel significato. Accomunati da un unico e forte senso dell’immagine. Piccoli quadri, scorci, ritratti e paesaggi. Sogni materializzati e realtà illusorie sono il punto focale di questa curiosa ed elaborata raccolta.

Gli autori hanno un bagaglio culturale molto vario: ci sono i giornalisti/scrittori Giacomo Cacciatore e Valentina Gebbia, il libraio Alessandro Locatelli e Fabio Ceraulo scrittore/blogger che lavora nel campo del turismo, Marco Pomar impegnato tra sport e legalità. C’è anche un’eclettica artista che crede nella contaminazione dei linguaggi Elvira Seminara, Maria Grazia Sclafani presidente di un’associazione di volontariato e Alessandro Savona, di professione architetto, ma scrittore di successo per passione.

Autori molto diversi tra loro, accomunati da un forte talento per la scrittura e dalla passione per la propria terra d’origine.

Le storie sono molto brevi, quanto basta per affezionarsi al protagonista, per poi salutarlo in tutta fretta e innamorarsi di quello successivo.

 

Un libro costruito ad arte, adatto ad una lettura frammentaria, come anche ad essere divorato tutto insieme, come in un variegato menù di letture.

Pickwick: un nuovo marchio, tanti libri

PickwickROMA – Pickwick è un pesce di colore arancio e, vista anche la stagione, comincia oggi a nuotare sulle copertine di 80 nuovi libri. Nato da Sperling & Kupfer Editori ed Edizioni Piemme, Pickwick è un nuovo marchio editoriale che si pone l’obiettivo di conquistare una posizione di leadership nel mercato italiano dei tascabili con un’offerta completa che va dai romanzi ai self-help, passando per thriller, storici e young adult, fino ad arrivare ai saggi e alla spiritualità. Tra i primi Pickwick c’è “The Dome” di Stephen King (da cui la serie Under the dome in onda su Rai2 dal 14 luglio), “Il sangue dei vinti” di Giampaolo Pansa (con una nuova prefazione dell’autore) e molti altri successi di scrittori del calibro di  Khaled Hosseini, Stephen King , Jo Nesbo Lauren Weisberger, Nicholas Sparks, Michael Connelly, Pietro Grasso, Guillaume Musso, Danielle Steel, Yann Martel, Hernan H. Mamani, Barry Sears, Gigliola Braga, Anna Guglielmi, Deepak Chopra.

Riprendendo il nome del celebre romanzo di Charles Dickens del 1836, “Il circolo Pickwick” appunto, il nuovo marchio punta sulla varietà di generi, sui grandi autori e sul pratico formato, senza dimenticare il prezzo vantaggioso. Infatti, i primi libri in catalogo saranno venduti a un prezzo compreso tra gli €8,90 ai €10,90, a cui si aggiungerà uno sconto del 25% dal 12 luglio all’11 agosto.