Novità: “L’Ammezzato” arriva alla Milanesiana

bompianiMILANO – Arriva in occasione della Milanesiana – l’ormai storica rassegna in programma a Milano con 40 appuntamenti fino al 9 luglio – “L’Ammezzato” di Nicholson Baker. Pubblicato da Bompiani,  il romanzo parla di Howie, un impiegato alquanto ordinario.

Dopo l’intervallo per il pranzo – un biscotto, un bicchiere di latte – il giovane Howie, torna al lavoro: attraversa l’atrio, sale, diretto al suo ufficio nell’ammezzato, sulla scala mobile… Tutto pare ovvio, consueto – ma oggi, forse, non è un giorno come tutti gli altri. Oggi, prima di rientrare, Howie ha dovuto fare un acquisto: un paio di lacci da scarpe, per sostituire quelli che gli si sono rotti – una stringa ieri, una l’altroieri. Un caso strano, in verità… a partire da questo spunto, la brevissima ascesa del protagonista – una manciata di secondi – si trasforma, per libera associazione, o dissociazione, di idee, in un eccentrico, divertente e insieme spietato itinerario del pensiero e della memoria. Mentre si chiede quando ha imparato a legarsi le stringhe da solo; quali altri tappe hanno segnato la sua crescita; come si usurano le stringhe (nel legarsele o nel camminare? e in modo simmetrico o no?), il quotidiano, il banale, i tic propri e altrui vengono catalogati, spiati, commentati, chiosati con lucido sarcasmo, in una sorta di delirante volontà di dare ordine al caos.

Novità: una graphic fiction per affrontare il tema della maternità

DAMROMA – Tornare a lavoro dopo la maternità è sempre un nuovo inizio. Di questo si parla in “Donne e Matita”, il primo episodio – in uscita oggi – di una nuova graphic fiction. Pubblicata dalla casa editrice Shockdom, “Donne e Matita” è una serie rivolta principalmente alle donne e affronta con ironia il delicato tema del rientro a lavoro dopo il congedo per maternità.

Il primo episodio (il secondo sarà pubblicato il 10 luglio) è intitolato “Il primo giorno di scuola”, perché tornare in ufficio dopo mesi di assenza, a volte è un po’ come rientrare a scuola ed essere subito interrogati… Nelle tavole troviamo Sara, impiegata di un’azienda con ruolo di responsabilità, alle prese con il rientro in ufficio dopo la nascita della sua prima figlia. Ad attenderla ci saranno sorprese tutt’altro che piacevoli e un ambiente lavorativo completamente diverso. A Sara non resterà che cercare il conforto delle storiche amiche, sempre pronte a dispensare consigli e pareri e aspettare il secondo episodio…

Sulla falsa riga del noto telefilm americano “Sex and the city”, il primo episodio di “Donne a matita” si rivolge a tutte quelle donne che si sono viste costrette a scegliere tra carriera e famiglia e, soprattutto, a coloro che, con grande fatica, lottano per il loro diritto a non dover fare questa scelta.

“Donne a Matita” sarà disponibile sul sito www.donneamatita.it e scaricabile dal sito di BusinessMum (www.businessmum.it), associazione per la tutela del diritto alla genitorialità delle donne lavoratrici, che ha da subito espresso grande entusiasmo per l’iniziativa, al punto da voler inserire le tavole nel proprio sito web per poterle condividere con tutte le iscritte.

 

LA CASA EDITRICE
Shockdom è la casa editrice italiana leader nel settore dei webcomics, ma presente anche nel mercato cartaceo tradizionale, oggi punto di riferimento per chi legge e crea fumetti online in Italia. Shockdom è stata la prima casa editrice in Italia a creare fumetti non per la carta ma per il web e su cellulari. Attraverso la piattaforma WEBCOMICS, permette a qualunque autore di aprire un blog di fumetti ed entrare a far parte di una community molto unita e attiva che viene visitata da oltre
cinquantamila lettori ogni mese. Shockdom si rivolge non solo al pubblico dei lettori, ma anche alle imprese, fornendo contenuti per siti, fan pages, spot, video, ideando e realizzando progetti speciali. Inoltre offre spazi pubblicitari sui propri fumetti digitali.

News: scelta la cinquina del Premio Campiello

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PADOVA – La cinquina del Premio Campiello 2013 è stata scelta. Saranno “L’ultimo ballo di Charlot” (Sellerio) di Fabio Stassi, “La caduta” (Nutrimenti) di Giovanni Cocco, “Tentativi di botanica degli affetti” (Bompiani) di Beatrice Masini, “Geologia di un padre” (Einaudi) di Valerio Magrelli e “L’amore graffia il mondo” (Mondadori) di Ugo Riccarelli a contendersi la 51esima edizione del Premio Campiello. Nella mattinata odierna nell’Aula Magna Galileo Galilei del Palazzo del Bo dell’Università degli Studi di Padova è stato assegnato anche il Premio Opera Prima a “Kate, io” di Matteo Cellini pubblicato da Fazi Editore con la seguente motivazione: “Opera di forte maturità e di elegante felicità stilistica, Cate, Io di Matteo Cellini (Fazi editore) racconta con leggerezza la condizione sofferente propria di chi, diciottenne e smisuratamente obesa, si trova a fare i conti non solo con se stessa e il proprio fisico, ma anche con una famiglia di autentici “eroi della dismisura”. Il racconto si sviluppa nel segno d’una tenera, amabile, sorridente autoironia proprio grazie allo spirito combattivo di Cate, tanto da farne quasi uno “stile di sopravvivenza”.

 

Istituito nel 1962 per volontà degli industriali del Veneto, il premio viene assegnato a opere di narrativa italiana. Nella sua storia il premio ha visto il successo delle opere in concorso confermato sia dalle vendite ma anche dalla trasposizione cinematografica di alcuni di esse. Oggi il Premio, ritenuto uno tra i più prestigiosi d’Italia e tra i più importanti nel panorama editoriale italiano, è un canale con il quale gli Industriali Veneti intendono offrire il loro contributo alla promozione della narrativa italiana e a incentivare e diffondere il piacere per la lettura nella consapevolezza che un premio trovi la sua massima ragion d’essere nel “creare nuovi lettori”.

 

“Attimi paralleli”, la vita e la storia che non ti aspetti

attimi paralleli_recensione_chronicalibriGiulia Siena
ROMA 
“Ho sempre pensato a lei come ad una pesca, un frutto delicato, facilmente attaccabile in superficie, ma con dentro un nocciolo duro capace di resistere ad ogni avversità. Alex, al contrario, mi era sempre apparso come una noce, con un guscio duro e apparentemente impenetrabile, che se solo intaccato rivelava un’anima morbida e fragile”. La vita è fatta di coincidenze. Per una coincidenza Alex e Loreley si incontrano. Siamo a Roma, in una stazione in cui i binari collegano le vite di molti pendolari. Alex e Loreley sono tra questi. Una sera, come succede spesso, Alex fa tardi in tribunale e deve accontentarsi di prendere il convoglio delle nove. Nel vagone, però, la stanchezza lascia il posto alla sorpresa perché davanti ai suoi occhi si materializza la bellezza. Su quel treno per Ostia lo sguardo di Alex incontra due occhi “custodi di un fascino irresistibile”.
Comincia così “Attimi paralleli. Un libro a due voci”, il romanzo di Antonio Di Giovanni e Carmela Ferrara pubblicato dalle Edizioni Psiconline. In libreria da poco meno di un mese, “Attimi paralleli” è la storia di due esistenze che si incontrano e si raccontano ognuno con la propria voce lungo il percorso che li porta alla consapevolezza di amare.

Loreley è un medico che non si risparmia mai. Ogni giorno in corsia dona tutta se stessa; per il resto ha quasi dimenticato di essere donna.  Gli sguardi che attira, la radiosità che emana e la bellezza che si porta addosso sono stati per Loreley solo elementi di sofferenza. Gli uomini attingevano il buono e davano in cambio poco o niente. Ora è stanca. Non vuole più nessuno e non cerca più niente. Ma allora perché subire in questo modo il fascino di quell’uomo sul treno? Perché pensare che l’avvocato dal fascino pretenzioso potesse essere diverso? Perché rimanere così attratta da uno spavaldo dagli occhi di ghiaccio? Loreley se lo chiede anche dopo, anche quando Alex, l’uomo del treno delle nove, non si è presentato all’appuntamento del giorno seguente. Doveva aspettarselo, doveva già sapere che dopo il loro incontro fortuito, la bella chiacchierata sul treno e l’attrazione iniziale, lei sarebbe diventata solo un’altra donna da inserire nella lista di un Don Giovanni qualunque. Ma Alex, così coinvolto da quella bellezza sconosciuta, non tenne fede al suo impegno, non andò all’appuntamento con Loreley. Alex era stato bloccato da un incidente. Una macchina, quella stessa sera, gli portò via le certezze e fece vacillare ogni sua forza. Ci volle qualche settimana per ricominciare a vivere. Nel frattempo, però, Alex non aveva mai smesso di pensare a Loreley. Ma come poteva continuare a piacere a una donna? Come poteva accogliere una nuova passione nel suo abbraccio così lacerato dai bisturi? Il destino, però, li fa incontrare ancora e questa volta confondendo entrambi. Alex dopo l’incidente è un uomo cambiato e Loreley non ha più difesa di fronte a quegli occhi così belli e così veri. Si incontrano, si esplorano, fuggono, si ritrovano, si ascoltano, imparano a conoscersi, ad aspettarsi e a viversi. Il loro è un rapporto fatto di passione e paure, un continuo avvicinarsi e perdersi che porta a un amore completo. Un amore, quello tra i due protagonisti, che sarà messo a dura prova dalle situazioni, un amore che non conosce ritrosie e che si lascia cullare dal destino. Il destino, però, gioca brutti scherzi e Loreley e Alex sono pronti a mettersi in gioco anche grazie all’aiuto di Andrea.

 

Un racconto incalzante, una tecnica narrativa originale (il libro è diviso in 36 capitoli e lo stesso capitolo viene scritto da due punti di vista differenti) che trascina il lettore nella storia e lo coinvolge fino all’ultima pagina. Il finale, infatti, è qualcosa che non ti aspetti. Un libro scritto per commuovere.

 

VEDI QUI la video intervista di ChrL e ITVRome ai due autori.

“Il ragazzo selvatico” e la montagna come specchio dell’anima

Il ragazzo selvaticoMichael Dialley
AOSTA – “Il ragazzo selvatico” è il nuovo romanzo di Paolo Cognetti, pubblicato da Terre di mezzo editore: racconta di un ragazzo che dalla città è partito per andare a ritrovare se stesso, ritrovare le sensazioni vissute da bambino, in montagna. È un viaggio reale quello che il ragazzo ha intrapreso, ma dalla lettura emerge il potere straordinario della montagna, delle sue difficoltà e delle sue bellezze, che rispecchiano appieno l’interiorità dell’uomo alla ricerca di qualcosa, nella speranza di raggiungerla.
La vita cittadina è frenetica, caotica, mentre nel romanzo si dice che la montagna rappresenta “l’idea più assoluta di libertà”. Si cerca, quindi, un ritorno a ciò che è semplice ed essenziale; tra le molte citazioni, potenti e belle, di cui è disseminato il romanzo, c’è anche il manifesto di Thoreau, filosofo e scrittore statunitense del XIX secolo, in cui si racconta: “Andai nei boschi perché volevo vivere secondo i miei princìpi, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, per vedere se fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, di non aver vissuto”.
Una montagna che è sia immagine da cartolina, fatta di scorci stupendi, paesaggi e panorami incontaminati che si possono solamente trovare nei sogni, ma anche una montagna sempre più urbanizzata: purtroppo è il destino delle Alpi in questi anni, andare incontro a una sempre maggiore urbanizzazione per creare un terreno di gioco per i cittadini che vanno in vacanza.
Sempre più spesso si dimentica il valore della montagna, valore che i montanari sentivano nel profondo del loro animo e che nel romanzo emerge grazie a questa fuga dalla città in cerca degli antichi valori e delle emozioni infantili vissute; ma anche una presa di consapevolezza dell’importantissimo lavoro che nei secoli è stato fatto: “Il paesaggio intorno a me, dall’aspetto così autentico e selvaggio, fatto di alberi, prati, torrenti e sassi, era in realtà il prodotto di molti secoli di lavoro umano, era un paesaggio artificiale tanto quanto quello della città”.
Nei secoli questo lavoro è stato graduale, ma ha cercato sempre di non stravolgere l’aspetto della montagna. Oggi, però, c’è l’amara consapevolezza della realtà e la modernità viene raccontata così: “Con la fine del ‘900 arrivò anche quella del vecchio albergo: venduto, demolito e ricostruito per farne un condominio”. Ciò che rattrista, però, è che “di quel luogo, come scriveva Stern, sono rimaste ora solamente queste mie parole”.
Questo romanzo breve, ma intenso e denso di significati, è un’analisi della realtà delle Alpi, di ciò cui vanno incontro e di come la visione della montagna sia diversa, tra un montanaro e un cittadino e turista.

“Innamorarsi a Notting Hill” se ti impegni, puoi.

Marianna Abbate

ROMA – Quante volte al cinema, avete chiuso gli occhi proprio poco prima di quel magnifico bacio romantico, immaginando che le morbide labbra di Johnny Depp accarezzassero le vostre, invece di quelle insipide dell’insulsa attrice protagonista? Scarlett O’Brien lo ha fatto spesso.

Si è vista protagonista accanto ai più sexy divi del cinema, follemente innamorata e corteggiata dal bello che più bello non si può.

E poi ha pensato bene di trasportare i sogni nel mondo reale.

E’ questa, molto semplicemente, la trama del nuovo bestseller di Ali McNamara: “Innamorarsi a Notting Hill”. La giovane protagonista approfitta dell’inaspettata offerta di abitare per un mese a Notting Hill, scenario dell’indimenticabile film con Hugh Grant e Julia Roberts, per cercare insistentemente l’amore.

Nella vita vera, se ci fossimo trasferite a Notting Hill, avremmo avuto come vicini nell’ordine: una coppia di simpatici vecchietti, un parrucchiere molto in voga forse gay, un vecchio marpione, due giovani sposini, una coppia di lesbiche, una famiglia con sei figli urlanti, un fan sfegatato del heavy metal che non ci avrebbe fatto mai dormire. Invece Scarlett ha pure il vicino hot. Capiamoci: un romanzo di fantascienza.

Beh ora sapete benissimo cosa aspettarvi, un pomeriggio piacevole in compagnia di un po’ di fantasia femminile.

“Macelleria Equitalia”, l’unica macelleria che possiamo permetterci

Marianna Abbate
ROMA  Equitalia è un nome che incute timore. Un nome che toglie il sonno, che agita. Non sono lontane le notizie di cronaca che presentavano disperati mentre entravano negli uffici del riscossore tributario armati fino ai denti. Perché Equitalia arriva inaspettatamente, colpisce quando sei tranquillo.

Alzi la mano chi negli ultimi due anni non ha ricevuto nessuna cartella dal famigerato ente? Io personalmente ne ho ricevute diverse, principalmente per multe finite nel dimenticatoio. Ma se il mio sacrificio è stato abbastanza ridotto (sotto i mille euro), non mi è difficile immaginare il dramma di una famiglia che si vede arrivare una cartella da 10.000 euro, quando il reddito annuo non supera i 14.000. E tutto magari per un impagato da poche centinaia di euro cui si aggiungono multe su multe.

 

Ed ecco qui la storia delle storie raccontate da Giuseppe Cristaldi nel suo “Macelleria Equitalia”, pubblicato da Lupo Editore. Cinque racconti brevi, immagini di vita vissuta. Non sono storie complicate, sono storie vere. Fatti nudi e crudi, inquietanti nella loro inesorabilità. Microstorie racchiuse nella macrostoria che si sta compiendo ora nel nostro Paese.

Quello Stato che aveva fatto di tutto per includere, per diffondere, per uniformare… beh quello stesso Stato oggi esclude. Traccia una linea netta tra chi è nel giusto e chi ha peccato del più grave dei peccati: l’indigenza. Non avere diventa una colpa gravissima: A chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.

Le parole dell’evangelista vengono interpretate nella concretezza più assurda e rimangono chiaramente incomprese.

Ad essere colpiti sono principalmente coloro che hanno da sempre fatto la ricchezza del paese, quei piccoli imprenditori che altro non sono che contadini, agricoltori, allevatori e artigiani. Quelli che hanno peccato nel modo più grave: non hanno pagato la Decima.

Ma se nel medioevo la Decima corrispondeva ad un decimo del raccolto, le tasse di oggi sono al 44%. Un peso insostenibile per chi già avrebbe problemi a contribuire con il 10%.

Tra guadagni presunti, valore aggiunto e scontrini il gioco non vale la candela, e così moltissime imprese sono costrette a chiudere i battenti. O non pagare le tasse.

Ma l’atto stesso di non pagare, di chiedere un dilazionamento, di cercare un po’ di respiro è un marchio indelebile sulla carne del malcapitato. Un segno che lo indica come parassita, grazie alla martellante pubblicità, come delinquente. Non importa se quelle tasse sono state sempre pagate: se hai mancato all’appuntamento non è perché sei povero, perché hai bisogno di aiuto, ma perché hai rubato. Hai nascosto nel materasso chissà quali tesori per acquistare una villa nei paradisi fiscali.

Ognuno giudica con il suo metro, e questo potrebbe farci comprendere molte cose. Forse lo Stato non riesce ad accettare l’idea che ci siamo impoveriti così tanto. Forse teme che tutto questo sia vero, nascosto dietro ai (poco) rassicuranti e (tanto) freddi numeri dell’Inps.

Ѐ questa l’Italia che ci racconta Cristaldi, l’Italia che cerca di rimanere a galla, che cerca di risalire il fiume. L’Italia che ogni giorno dimostra coraggio e forza di volontà e che un giorno tornerà a pagare tutte le tasse. Che, speriamo, non verranno più spese per pagare cenette romantiche e vacanze in yacht ai nostri cari politici.

I 12 candidati al Premio Strega 2013

ROMA – Il Comitato direttivo del Premio Strega, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci in collaborazione con Liquore Strega, ha selezionato i dodici libri che si disputeranno la sessantasettesima edizione tra i 26 presentati lo scorso 5 aprile dagli Amici della domenica:

1.       Apnea (Fandango) di Lorenzo Amurri

Presentato da Clara Sereni e Sandro Veronesi

2.       El especialista de Barcelona (Dalai editore) di Aldo Busi

Presentato da Alessandro Barbero e Stefano Bartezzaghi

3.       Romanzo irresistibile della mia vita vera (Marsilio) di Gaetano Cappelli

Presentato da Gian Arturo Ferrari e Marina Valensise

4.       Cate, io (Fazi) di Matteo Cellini

Presentato da Filippo La Porta e Paola Mastrocola

5.       Sofia si veste sempre di nero (minimum fax) di Paolo Cognetti

Presentato da Diego De Silva e Lorenzo Pavolini

6.       Mandami tanta vita (Feltrinelli) di Paolo Di Paolo

Presentato da Gad Lerner e Rosetta Loy

7.       Il cielo è dei potenti (e/o) di Alessandra Fiori

Presentato da Giovanna Botteri e Paolo Sorrentino

8.       Atti mancati (Voland) di Matteo Marchesini

Presentato da Massimo Onofri e Silvia Ronchey

9.       Le colpe dei padri (Piemme) di Alessandro Perissinotto

Presentato da Gianluigi Beccaria e Eva Cantarella

10.    Figli dello stesso padre (Longanesi) di Romana Petri

Presentato da Alberto Asor Rosa e Salvatore S. Nigro

11.    Resistere non serve a niente (Rizzoli) di Walter Siti

Presentato da Alessandro Piperno e Domenico Starnone

12.    Nessuno sa di noi (Giunti) di Simona Sparaco

Presentato da Valeria Parrella e Aurelio Picca

 

Il Comitato direttivo del Premio Strega – composto da due esponenti della Fondazione Bellonci, Tullio De Mauroe Valeria Della Valle, due rappresentanti di Strega Alberti S.p.A., Giuseppe D’Avino e Alberto Foschini, dall’assessore alle Politiche culturali di Roma Capitale, Dino Gasperini, da due autori premiati nelle precedenti edizioni, Melania Mazzucco Ugo Riccarelli, e da due personalità rappresentative dei quattrocento Amici della domenicaGiuseppe De Rita e Fabiano Fabiani – ha selezionato i dodici libri in gara. “Siamo stati piacevolmente sorpresi dal gran numero e dalla qualità complessiva dei libri presentati dagli Amici della domenica, che riflettono i caratteri di una stagione letteraria ricca di proposte letterariamente mature,” dichiaraTullio De Mauro, presidente del Comitato direttivo e della Fondazione Bellonci, “le scelte del Direttivo sono state perciò il frutto di una discussione accurata e appassionante. Ora spetta alla giuria del premio, nelle sue varie articolazioni, il compito di selezionare i finalisti prima e il vincitore poi, quest’anno avvalendosi anche dell’opportunità di votare telematicamente”.

 

Per la prima volta, sul nuovo sito del premio, www.premiostrega.it, i giurati potranno votare i libri concorrenti con un sistema sicuro e anonimo che sostituisce quello espresso via fax o tramite telegramma. Il nuovo sistema di voto, a cui si accede da un’area del sito espressamente riservata ai giurati e attiva dal 29 aprile, si aggiunge al voto tradizionale effettuato tramite la consegna o l’invio della scheda cartacea.

 

La rosa dei 12 candidati sarà presentata ufficialmente venerdì 10 maggio al Teatro San Marco di Benevento. La prima votazione si terrà come di consueto in Casa Bellonci, sede della Fondazione, dove sarà effettuato,mercoledì 12 giugno, lo spoglio dei voti dei quattrocento Amici della Domenica. Agli Amici della Domenica si aggiungono sessanta “lettori forti” (segnalati da altrettante librerie indipendenti associate all’ALI-Associazione Librai Italiani) e i gruppi di lettura coordinati da 10 Istituti Italiani di Cultura all’estero, ciascuno titolare di un voto collettivo. La seconda votazione e la proclamazione del vincitore avverranno nel consueto scenario del Ninfeo di Villa Giulia giovedì 4 luglio

“Atti mancati” il romanzo d’esordio di Matteo Marchesini

Alessia Sità
ROMA “Stavolta so di non poter più reagire. Non trovo in me stizza, né paura, soltanto una grande stanchezza”

Nella vita di ognuno di noi c’è sempre un atto mancato che ci tormenta. Freud li definiva come un errore di azione, ovvero l’incapacità di fare realmente ciò che si desidera. Quante volte aspettiamo immobili in attesa che il destino faccia il proprio corso, senza contribuire in qualche modo al suo compimento? L’ultimo romanzo di Matteo Marchesini, “Atti mancati” edito da Voland e candidato alle selezioni del premio Strega, racconta una profonda storia d’amore e d’amicizia segnata da ‘alcune’ occasioni perdute e da inconsolabili rimpianti.
La vita di Marco, giornalista del Corriere di Bologna, viene stravolta quando durante la cerimonia di assegnazione del Bolognino d’oro al critico Bernardo Pagi – un docente universitario che in passato rappresentò per lui un modello da seguire – rivede la sua ex fidanzata Lucia. L’inaspettato ritorno della ragazza a Bologna, catapulta l’intellettuale trentenne in un vortice di ricordi, seppelliti sotto la corteccia di asetticità creata nel tempo. Tra Bassa e Appennini, osterie, cliniche, paesi,  campagne e  vecchie conoscenze, Lucia spinge Marco a rianalizzare le zone più oscure del loro passato, della loro storia e del loro legame con Ernesto, l’inseparabile amico di sempre. “Atti mancati” è un continuo avvicendarsi di un passato felice e un presente doloroso, in cui gli errori e i vecchi fantasmi, prendono gradualmente forma fra la paura di crescere, sconvolgenti scoperte e un romanzo mai finito. Il desiderio di raccontare, narrare, scrivere, sembra improvvisamente essere l’unica speranza per poter mettere ordine nel caos generato dalla vita. Si ha costantemente la sensazione di sfiorare una qualche presunta verità, che purtroppo perde quasi di valore nel dolore di una logorante malattia e nel dramma della consapevolezza di non poter più rivivere quel passato spensierato e quell’amor perduto. Per Marco è arrivato il momento di affrontare la realtà e di terminare il suo romanzo, che per troppo tempo ha lasciato in sospeso.
“Atti mancati” è una toccante storia di vita, che commuove e spinge a riflettere su quanto sia fondamentale agire senza aspettare che le cose accadano per caso (“Ho solo scritto, scritto per dovere, aspettando che succedesse qualcosa”).
Con uno stile brillante ed elegante, Matteo Marchesini ci regala un bellissimo romanzo di formazione, guidandoci nel cuore di una splendida Bologna, in cui ogni angolo, ogni piccolo dettaglio della città diventa funzionale al racconto e alla storia dei suoi personaggi.

“Francesca e il cavaliere- La singolare storia della fidanzata di Berlusconi”

Marianna Abbate

ROMA – Su facebook gira una divertente vignetta che rappresenta una donna corrucciata con un foglio in mano, mentre dice “Belèn ha partorito (o qualsiasi altra news del momento) fammelo aggiungere alla lista delle cose di cui non me ne frega un…”. Ora sono convinta che leggendo il titolo di questo articolo, questo pensiero sia balenato nella testa di molti di voi. Allora spiegatemi perché lo state leggendo?  E’ un po’ la stessa cosa che è successa a me quando mi sono trovata davanti la copertina di “Francesca e il cavaliere”, con la bella immagine che potete vedere anche voi. La scelta strategica del bianco e nero copre le orribili discrepanze di colore del fondotinta, sul volto della statua di cera in cui si è ultimamente tramutato il Cavaliere, mentre la donna sulla destra assume sembianze familiari. Quella bocca a impostata e lo zigomo pronunciato ricordano vagamente Alba Parietti oltre ad una lunga lista di protagoniste della vita pubblica italiana, tra cui l’onorevole Santanchè. Sarebbe tutto giustissimo, se non fosse che la signora ritratta non ha raggiunto le 50 candeline, ma si aggira intorno alle 27/28, ed è la prescelta ad assumere l’arduo compito di “fidanzata” della statua di cera di cui sopra.

Ora noi possiamo anche far finta di credere che Ruby sia la nipote di Moubarak, ma la storia del vero amore è veramente tanto difficile da mandare giù. Spinta da un’immensa curiosità sociale (chiamiamola così) ho guardato una serie infinita di slideshow su internet, che mostravano una elegantissima Pascale vestita turchese dal vestito, al soprabito, alle scarpe che neanche la regina Elisabetta, mentre passeggia allegramente per le vie di Roma e incurante dei mille fotografi, chiacchiera e saluta decine e decine di amici. Che ragazza socievole e disinvolta! Un piacere da guardare su tutti i giornali, mentre ci facciamo la piega dal parrucchiere.

Secondo gli autori di questo saggio pubblicato da Centoautori (a produrre questa perla sono in due, Mariagiovanna Capone e Nico Pirozzi, ma non ce l’ho con loro: il libro è scritto bene e l’argomento attira il pubblico) la scelta di fidanzarsi ufficialmente doveva aiutare Berlusconi a coprire qualcos’altro. Ci sono molte discrepanze nei fatti raccontati, elementi che non coincidono o che sono stati modificati nel tempo.

Ora, sinceramente, la vignetta di cui parlavo all’inizio, torna imperterrita alla mia memoria. Perché che Berlusconi sia fidanzato o meno cambia poco al mio quotidiano. Tuttavia, l’implicazione che l’eventuale fidanzata potesse proteggerlo dai capi d’imputazione la fa scomparire. Effettivamente questo punto potrebbe interessarci.

Il percorso della giustizia ci riguarda tutti, e gli escamotage per sfuggirle sono sempre un argomento molto interessante.