Roma e i suoi muri tatuati di vita.

Giulio Gasperini
AOSTA – Le parole graffiano: è questa la loro inesauribile fonte di potere. Spesso sono anche graffiate; o ancor di più pitturate dipinte disegnate. Occupano spazi e prendono dimensioni che trasfigurano e trasformano gli spazi, dando loro un nuovo significante. Nel nuovo libro di Carla Cucchiarelli, Quello che i muri dicono, edito da Iacobelli Editore, prende vita una Roma sconosciuta e che spesso affrontriamo distrattamente: quella allietata dai writers, ma non solo, anche da artisti famosissimi in tutto il mondo che hanno finalmente consacrato la street art a espressione artistica dignitosa e straordinariamente creativa. Ecco che la potenza espressiva di Roma esplode al di fuori dei musei e delle gallerie d’arte ma si squaderna in tutto il tessuto urbano, aggrappandosi ai muri, agli angoli delle strade, alle facciate dei palazzi, alle nicchie più segrete.
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“Quando gli animali andavano a piedi”: le fiabe che non hanno mai confini

Giulio Gasperini
AOSTA – Le fiabe non hanno mai confini. Lo sa bene il maestro elementare Franco Lorenzoni, che ha elevato la narrazione collettiva a strumento didattico imprescindibile nelle sue classi. Quando gli animali andavano a piedi, la storia che ha pubblicato per Orecchioacerbo editore, accompagnata dalle splendide illustrazioni di Eva Sànchez Gòmez, è una fiaba di una ricchezza tracimante e incontenibile, che conferiscono alla Natura una forza tellurica e dirompente.
La storia è quella che Yusif, pastore immigrato in Italia per lavorare con le pecore, racconta a suo figlio Teoramin. È una fiaba che, come tutte le fiabe importanti, si carica di simbologie universali ed esemplari, scontornando i volti dei (presunti) protagonisti e assumendo i connotati e le fisionomie di ogni lettore, presunto o immaginario, che abbia la dolcezza e la delicatezza di avvicinarsi a una storia come questa.
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Un cantico per chi viene definito straniero

Giulio Gasperini
AOSTA – Una vicenda strettamente locale e localistica ha fatto desiderare a Teresa Charles, insegnate di francese in pensione e, per qualche anno, Assessore regionale all’istruzione in Valle d’Aosta, di scrivere una sorta di pamphlet, dedicato ai migranti. In particolare, una rivolta da parte dei cittadini di un piccolo centro in Valle d’Aosta, Donnas, che hanno cercato di opporsi in ogni modo all’apertura di un Centro di accoglienza straordinario di una ventina di persone in una casa nel borgo. Il razzismo, il terrore immotivato, il pregiudizio, la xenofobia che si sono manifestati in maniera persino drammatica in quella piccola società sono stati la causa prima della stesura de Il cantico dei migranti, edito da End Edizioni – Edizioni non deperibili.
Nel suo pamphlet, la Charles attraverso venticinque punti, porta avanti un ragionamento serio e coerente su cosa significhino le migrazioni, cosa sia l’accoglienza e quali siano le forme possibili di integrazione.

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Le tante novità di VerbaVolant Edizioni

Giulio Gasperini
AOSTA – Tante, tantissime sono le novità editoriale di VerbaVolant Edizioni, coraggiosa casa editrice di Siracusa. Continuano le pubblicazioni di Libri da parati, ovvero contemporaneamente albi illustrati e poster d’autore, da leggere e da appendere alle pareti. Questa volta, è il turno di Litania per un lettore lamentoso, divertentissima storia scritta da Laura Mango e illustrata da Marco Petrella, che ci racconta, con una deliziosa e ipnotica allitterazione in l-, di un lettore che si lamenta di non trovare libri interessanti; sarà compito di un libraio, linguacciuto, fargli scoprire una ricchezza inesauribile e indomabile di volti e storie.
Una storia che riguarda tutti noi lettori, più o meno viziati, più o meno insaziabili e incontentabili. Ma con lo straordinario lietofine.  Continua

Marco Valerio Edizioni: la storia di quattro italiane e italiani

Giulio Gasperini
AOSTA – Un uomo e una donna greci, e un uomo e una donna italiani: quattro storie che si intrecciano nella contemporaneità, sfumando tra letteratura, arte e politica. Oriana Fallaci e Maria Callas, Pier Paolo Pasolini e Alekos Panagulis sono i protagonisti di Una storia italiana, racconto scritto da Alessia De Santis e edito da Marco Valerio Edizioni nella collana I Faggi. Quattro personalità di grandissimo spessore, al di là di quello che i loro comportamenti e le loro idee abbiano avuto sull’opinione pubblica. Le loro storie si sono intrecciate in maniera indelebile, mescolandosi e sovrapponendosi, allacciandosi e sciogliendosi come in una gara al consumarsi del destino.
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Le istuzioni d’uso di una Vita futura.

Giulio Gasperini
AOSTA – Difficile definire cosa sia Vita: istruzioni per l’uso di Ahmed Nàgi, edito da Editrice Il Sirente nella collana Altriarabi dedicata alle voci contemporanee in lingua araba. Il romanzo, pubblicato in traduzione con il Patrocinio della Sezione italiana di Amnesty International e arricchito dalle imprescindibili illustrazioni di Ayman Al Zorgani, ha causato all’autore, nel 2016, la condanna a due anni di carcere per oltraggio al pudore; sicché è sicuramente un romanzo scomodo, un testo che racconta una Cairo convulsa, in preda alla violenza e alla follia, attraverso una narrazione fortemente metaforica e parzialmente traslata in un futuro fin troppo anteriore.
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Dove finisce tutta l’acqua della Terra.

Giulio Gasperini
AOSTA – L’acqua è un bene preziosissimo. Ogni sua goccia è più importante, più essenziale alla vita, di qualsiasi altra umana presunzione. E non è mai troppo tardi per capire l’importanza del suo spreco. D’acqua a là, realizzato da Dario Villa e Laura Trovalusci, con le illustrazioni di Emiliano Ponzi, e edito da Gribaudo, più che un libro è una presa di consapevolezza, attraverso un trucco artistico: assieme al libro si trova un piccolo pennarello azzurro e chiunque – non importa se grande o piccolo – è chiamato a colorare le tavole del libro in successione, che rappresentano diversi usi e consumi dell’acqua. Se il pennarello si scarica prima della fine è evidente che l’acqua non basti per tutto, e che bisognerebbe ripensare alle umane “abitudini”.
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Tanti gesti, perché le parole non bastano

Giulio Gasperini
AOSTA – Gli italiani sono più famosi di altri nell’utilizzare gesti, come strumento paralinguistico di comunicazione. Ne conoscono tanti, molti diventati famosissimi anche in film e video. Ma il ricorso al gesto è pratica comune in ogni lingua; e persino indispensabile, laddove la lingue non basta, dove i fonemi sono insufficienti e il lessico poco performante. Iacobelli Editore ha dato alle stampe Il dizionario dei gesti, compilato da Lilia Angela Cavallo, una sorta di inventario – compilato in tre lingue – che raccoglie ben 243 gestualità diverse, di diverse culture e provenienze, con un ricchissimo apparato fotografico (a ben spiegarle e descriverle) e un’esaustiva parte esplicativa, nella quale si indagano i significati, i contesti d’uso, le radici, le provenienze, le sfumature.
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Sulla pelle di Roma le tracce della Storia

Giulio Gasperini
AOSTA – Roma è uno di quei luoghi dove la Storia è passata, tutta, e ha lasciato tracce inestinguibili. Non solo nei monumenti, che l’hanno resa una delle città più belle e visitate al mondo, ma anche nei luoghi: di passaggio, di soggiorno, di visita, semplicemente di tangenza. Tante personalità del passato hanno popolato Roma, abitato le sue stanze, calpestato i suoi sampietrini: di queste, non rimane niente se non il ricordo, comunque un’enorme portata comunque emotiva e sentimentale. Fabrizio de Prophetis accompagna per mano il lettore in una passeggiata alternativa per le vie di Roma, con lo sguardo sollevato a cogliere tutte le epigrafi di cui i muri e le strade dell’Urbe sono seminate. Di qui passò…, edito da Iacobelli Editore, ci insegna un nuovo modo di vivere la Città Eterna, arricchendosi con le letture di testimonianze particolari della storia universale.
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Quando l’uomo è libero nel suo diverso abitare

Giulio Gasperini
AOSTA – L’abitazione rientra nella definizione dell’essere umano. Nel senso che, per certi versi, ne contribuisce a definire i limiti, i contorni. Ogni popolazione del mondo ha un diverso modo di abitare, una diversa idea della casa: nessuna di queste è più vera né più legittima. L’insegnamento dell’antropologia è questo, da sempre; ma adesso Andrea Staid, nel suo volume Abitare illegale. Etnografia del vivere ai margini in Occidente, edito da Le Milieu Edizioni, sposta lo sguardo su un aspetto del vivere umano che spesso passa in secondo piano: l’abitazione e la casa.
L’abitare ha da sempre condizionato la storia del genere umano. Il tentativo di cercare un luogo è sottinteso al bisogno di “esserci”, tra una divisione – come sostiene Remotti – tra un’esigenza di intimità e una spinta all’aprirsi al mondo intero, che sta fuori. L’etimologia del verbo abitare, come ben sottolinea Staid nel primo capitolo del suo pamphlet, si riferisce all’“aver consuetudine in un luogo”; ovvero, a frequentarlo così tanto e così compiutamente da conoscerlo bene, in tutti i suoi aspetti.
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