Frontiere e orizzonti sul limite di Lampedusa.

Le rughe sulla frontiera. Lampedusa: restiamo umani!Giulio Gasperini
AOSTA – Lampedusa è un’isola di undici chilometri di lunghezza per 2,5 di larghezza: quasi uno scoglio. È quasi esattamente orizzontale rispetto alla linea dell’orizzonte. È una piega di terra, una ruga che interrompe la frontiera. Proprio quest’aspetto è stata la molla che ha spinto Gianpiero Caldarella, giornalista e autore satirico siciliano, a curare nel 2011 “Le rughe sulla frontiera. Lampedusa: restiamo umani!” per Navarra Editore: una raccolta di vignette satiriche dei più importanti disegnatori e illustratori italiani, da Altan a Vauro, che per il progetto non hanno percepito nessun compenso. Esposte durante l’edizione del LampedusaInFestival, organizzato ogni anno dal Collettivo Askavusa, tutte queste illustrazioni hanno come protagonisti Lampedusa, i migranti, i politici e le tante direzioni dell’umano peregrinare.
Anche la dedica a Vittorio Arrigoni, con il richiamo al suo motto “Restiamo umani!”, morto a Gaza il 15 aprile 2011, è un evidente richiamo alla vocazione ultima di questa raccolta, che vuole proprio essere un’opportunità di riflessione attraverso l’arte, il disegno, il colore. Abbandonando le usuali e più complesse forme di partecipazione, anche arrabbiata, ma concedendosi una pausa. Che pausa, comunque, in definitiva, non è, perché seppur con il sorriso le implicazioni sociali, umane, politiche che stanno alla base di questi disegni sono tutt’altro che spiritose e divertenti. Sono amare, feroci, persino crudeli nella loro capacità di cogliere il lato più disumano e grottesco della vicenda.
Nessun aspetto viene risparmiato, nessuno viene perdonato. Si smascherano le responsabilità e si cerca di far luce sulle cause, sulle conseguenze, sui paradossi e le vergogne della gestione di un’emergenza che emergenza, in realtà, non è. E soprattutto si cerca di fare luce su cosa Lampedusa rappresenti, su quali siano i ruoli di cui è stata suo malgrado investita e quale gioco si porti avanti sulla sua pelle. Ellekappa, Giuliano, Makkox, Staino, Vincino sono soltanto alcuni dei nomi presenti in questa antologia su e per Lampedusa: su un’isola che spesso è teatro aperto e smascherato del caso.
Dal 2011 la situazione è un po’ cambiata: tanti ministri dell’Interno si sono succeduti al Viminale, tante operazioni sono state messe in piedi e portate a termine, è finita l’epoca dei respingimenti in mare e la violazione, almeno, della Convezione di Ginevra sui rifugiati. Ma tante cose, invece, sono rimaste inalterate: come il nostro senso di smarrimento di fronte a quella che assume la sostanza di una gravissima crisi umanitaria e i muri che, dentro la mente e nella realtà, pensiamo di poter innalzare per stare al sicuro. Senza capire mai bene da che cosa.

“A Sud di Lampedusa” prende vita grazie a una mostra di Eloisa Guidarelli

a sud di lampedusaPARMAA Sud di Lampedusa (minimum fax) di Stefano Liberti non è solo un libro: dopo il successo di pubblico è diventato un documentario di Andrea Segre con la sceneggiatura nata dalla collaborazione proprio con l’autore e Ferruccio Pastore. Ora, A Sud di Lampedusa prende vita, forme e colori diversi e diventa una vera e propria galleria di immagini create da Eloisa Guidarelli, in mostra alla Libreria Diari di Bordo di Parma fino al 16 novembre. Si comincia oggi, 16 ottobre ore 18 con una reading in libreria davanti alle bellissime immagini create dalla Guidarelli nell’ultimo anno.

 

Stefano Liberti – vincitore con questo libro del Premio Indro Montanelli – è uno dei pochi giornalisti italiani che seguono gli aspetti meno conosciuti dei movimenti migratori dell’Africa verso l’Europa: senza fidarsi dei luoghi comuni o dei proclami ufficiali, ha scelto di esplorare la «geografia del transito» tra il Sahel e il Maghreb, risalendo alla sorgente di un flusso umano di cui spesso vediamo solo la foce. Ha incontrato migranti che preferiscono chiamarsi avventurieri, politici africani sudditi dei diktat europei, gruppi di clandestini bloccati in mezzo al deserto e piccole città sorte dal nulla, e ci restituisce il quadro vivo e sfaccettato di un fenomeno che l’appiattimento mediatico riduce e generalizza, ingestibile «emergenza».

Dal 17 al 19 ottobre va in scena CartaCarbone, il primo festival letterario di Treviso

cartacarboneTREVISO – Arriva CartaCarbone, il primo festival letterario di Treviso. A CartaCarbone la scrittura è “Autobiografia e dintorni” perché le letteratura sarà un punto di ritrovo per scrittori, editori, critici, giornalisti e lettori. Dal 17 al 19 ottobre,infatti, oltre 40 appuntamenti tra incontri con gli autori, reading, laboratori di scrittura e concerti si svolgeranno attraverso le principali vie del centro storico della città, nei luoghi che ne raccontano la storia: Palazzo Rinaldi, Loggia dei Cavalieri, Ca’ dei Ricchi, Museo di Santa Caterina, Biblioteca Città Giardino, Quartiere Latino. Non saranno solo gli scrittori famosi ad animare per tre giorni i luoghi più belli di Treviso: sotto la Loggia dei Cavalieri sarà allestita la Biblioteca Vivente dove a farsi leggere non saranno i libri ma le persone. Tutti, inoltre, potranno partecipare, tramite bando, al concorso letterario CartaCarbone, che prevede, per i racconti selezionati, la pubblicazione in un’antologia edita da Kellermann editore. Sono previsti laboratori di scrittura e di fumetto autobiografico in collaborazione con Il Portolano e Treviso Comic Book Festival, presso la Casa Editrice Canova.

 

Il festival è patrocinato dal Comune di Treviso, dalla Provincia di Treviso, dalla Regione Veneto, dalla Camera di Commercio e Confcommercio. È inserito nel circuito Rete Eventi della Provincia di Treviso.

 

Gli autori protagonisti di Carta Carbone

Nicolò Ammaniti, Silvia Ballestra, Silvia Battistella, Matteo B. Bianchi, Antonio Bortoluzzi, Stefano Brugnolo, Annalisa Bruni, Giulia Calore, Giulio Casale, Saveria Chemotti, Mitia Chiarin, Emilia Bersabea Cirillo, Mauro Corona, Alisa Del Re, Duccio Demetrio, Fulvio Ervas, Gianni Favero, Stefano Ferrari, Enrico Gusella, Patrizia Magli, Valerio Magrelli, Rosa Matteucci, Renzo Mazzaro, Carla Menaldo, Vasco Mirandola, Bruna Mozzi, Lorenza Natarella, Anna Negri, Giuliano Pasini, Martina Pittarello, Sara Salin, Tiziano Scarpa, Patti Spinetta, Mariapia Veladiano, Lello Voce, Gustavo Zagrebelsky, Viola Zampieri.

 

Vedi QUI il Programma di CartaCarbone

Il Salone dell’editoria sociale, a Roma dal 16 al 19 ottobre per parlare dell’Europa che cambia

untitledROMA – E’ dedicata a “L’Europa in cammino” la sesta edizione del Salone dell’editoria sociale, l’iniziativa in programma a Roma (Porta Futuro) dal 16 al 19 ottobre 2014. Promossa dalle Edizioni dell’asino, dalla rivista Lo Straniero, dalle associazioni Gli Asini e Lunaria, in collaborazione con Redattore sociale e Comunità di Capodarco, il Salone dell’editoria sociale 2014 avrà comprenderà 40 incontri, tra tavole rotonde, dibattiti, presentazioni di libri, video e letture musicate, promossi da case editrici e organizzazioni del terzo settore. Ormai da anni, il Salone dell’editoria sociale rappresenta un’occasione per riflettere sui deficit dell’Europa attuale e sulle risorse con cui costruire un nuovo spazio europeo democratico e inclusivo, a partire dalla questione della giustizia sociale, di cui discuterà il filosofo ed economista belga Philippe Van Parijs, intervistato dal giornalista Giuliano Battiston.
Ai confini culturali e simbolici dell’Europa è dedicata la lezione del geografo Franco Farinelli, mentre gli storici Paul Ginsborg e Mario Isnenghi spiegheranno l’importanza della famiglia nel Novecento e l’eredità della Grande Guerra. L’economia e la politica sono al centro dell’incontro su “L’Italia, l’Europa, l’austerity”, con Giorgio Airaudo e Giulio Marcon, Stefano Fassina e il vicepresidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio. Tra le tavole rotonde, da segnalare gli omaggi agli scrittori Thomas Bernhard e Toni Morrison e al teologo valdese Tullio Vinay, oltre al dibattito sull’attivista ed ecologista Alexander Langer, con Adriano Sofri, Goffredo Fofi e Giulio Marcon. Anche quest’anno molti gli incontri sui diritti, la pace e le guerre: la presentazione del Terzo libro bianco sul razzismo in Italia, a cura dell’associazione Lunaria, con Grazia Naletto, Guido Caldiron e Annamaria Rivera; l’incontro su “La Fortezza Europa” con gli studiosi Giuseppe Bronzini, Chiara Favilli e Gianfranco Schiavone; la presentazione in anteprima del libro La crisi irachena, a cura dell’associazione Un Ponte per… Uno spazio particolare è dedicato all’arte di raccontare la realtà con i fumetti e le illustrazioni, grazie alla partecipazione del disegnatore svizzero Armin Greder, di Paolo Bacilieri, Marco Corona, Alessandro Sanna e del più noto fumettista italiano, Gipi, che sabato 18 ottobre verrà intervistato dalla giornalista Maria Teresa Carbone. Alle responsabilità degli scrittori e dei giornalisti nel raccontare l’Italia che cambia è dedicato l’incontro con Paolo Di Stefano, Giorgio Falco e Lorenzo Pavolini. Domenica 19 ottobre alle 21 la tavola rotonda su “Il cinema italiano dopo Venezia” chiuderà la sesta edizione del Salone dell’editoria sociale, con i registi Saverio Costanzo, Francesco Munzi e Mario Martone.

 

Consulta QUI il Programma completo della manifestazione

 

10 Libri per combattere il Lunedì

LunedìROMA – Abbiamo assistito all’invasione sui social network delle lunghe liste di libri, musica e film. Noi, i 10 Libri, li avevamo ideati nascendo, per sopperire alla carenza di idee quando sorgeva la domanda: “E ora, cosa leggo?”. Abbiamo pensato a 10 Libri per combattere la noia, i 10 Libri per la Giornata Mondiale della Terra, i 10 Libri delle donne, i 10 Libri per una notte insonne, libri per bambini, ragazzi, lettori attenti, lettori svogliati, feste, festività, occasioni e regali. Abbiamo dato centinaia di consigli – sempre in liste da dieci – anche quando nessun social network si intrometteva tra le tue carte. Abbiamo pensato a tante occasioni per leggere e ci siamo lasciati sfuggire la più “banale”: quella per sopravvivere al lunedì leggendo. Oggi, per voi, i 10 Libri per combattere il Lunedì.

 

1. Anch’io sono scrittura. L’autobiografia di Octavio Paz, SUR
Combatte il Lunedì perché ci permette di conoscere la vita e l’opera dell’autore in ordine cronologico, dall’infanzia fino agli ultimi giorni, passando per la formazione letteraria, la passione politica, l’amore per la poesia, i viaggi, i riconoscimenti, la malattia, i ricordi personali.
2. Shotgun Lovesongs di Nickolas Butler, Marsilio
Combatte il Lunedì perché è un vibrante inno alle cose che contano davvero nella vita, l’amore e la lealtà, il potere della musica e la bellezza della natura.

3. Causa di forza maggiore di Nothomb Amélie, Voland
Combatte il Lunedì perché quando irrompe l’imprevisto comincia una nuova vita, nel bene e nel male.

4. Mare d’inverno di Grazia Verasani, Giunti
Combatte il Lunedì perché è un romanzo ironico, amaro e vero sull’amicizia tra donne.

5. Taipei di Tao Lin, ISBN
Combatte il Lunedì perché seguire Paul, il protagonista, da Brooklyn fino in Taiwan attraverso social network, disastri e amori è un gran bel viaggio.

6. Gli eroi imperfetti di Stefano Sgambati, Minimum fax
Combatte il Lunedì perché questa è una storia oscura e sensuale, che mescola giallo, eros e romanzo di formazione, popolata da personaggi le cui vite si intrecciano illuminando in modo indimenticabile le paure, i desideri e le speranze che pulsano sotto l’apparente normalità di tutti noi.

7. Felici i felici di Yasmina Reza, Adelphi
Combatte il Lunedì perché la felicità – nell’a­more o nell’assenza di a­more, all’inter­no di una coppia o al di fuori di ogni legame – è un talento.

8. Mala Castra di Remo Teglia, Avagliano
Combatte il Lunedì perché è narrazione, racconto e amara cronaca di una umanità che cambia.

9. Il Malpensante di Gesualdo Bufalino, Bompiani
Combatte il Lunedì perché leggere aforismi, pensieri e umori e malumori è sempre un buon esercizio di distrazione.

10. 10 Modi per imparare a essere poveri ma felici di Andrea Pomella, Laurana
Combatte il Lunedì perché imparare a svincolarsi dalle logiche del danaro potrebbe essere la ricetta per il futuro.

 

 

Il trentesimo anno e un albero da piantare.

Il trentesimo annoGiulio Gasperini
AOSTA – I trent’anni possono essere un momento cruciale, nella vita. Un passaggio che forse può significare la necessità di tracciare i primi bilanci, di gettare uno sguardo sulla strada percorsa e valutarla. Ingeborg Bachmann, una delle più interessanti scrittrici della letteratura del Novecento, ha esplorato l’approdo al trentesimo anno in un racconto lungo di inaudita potenza e profondità. “Il trentesimo anno” (Das dreißigste Jahr) uscì nel 1961, in una raccolta di racconti a cui dette il titolo complessivo. Fortemente autobiografico, vinse tanti premi internazionali e consacrò la scrittrice austriaca.
Nel racconto, il punto di vista è quello di un uomo che si trova a fare i conti con l’arrivo di un’età anagrafica che lo spaventa e lo atterrisce. Si sveglia, alla luce del nuovo giorno, consapevole che qualcosa sta cambiando. Prima “s’immaginava di avere innumerevoli possibilità e credeva, per esempio, di poter diventare qualsiasi cosa”. Pensava che il tempo potesse non finire mai ma andare sempre avanti e avanti. Poi la trappola comincia a stringerglisi addosso, intorno, piano piano. “Non gli basta partire per un viaggio, deve proprio andarsene. In quell’anno deve sentirsi libero, lasciare tutto, cambiare luogo, abitazione e persone”. L’irrequietudine diventa un imperativo morale, un bisogno intenso e potente. Spostarsi, cambiare per cercare di acquietarsi, di scongiurare la crisi.
L’anno procede, le stagioni si alternano in una progressione incalzante e soffocante. E la sua percezione del mondo cambia: “Cercò un dovere da compiere, voleva rendersi utile. Piantare un albero. Generare un figlio”. Assieme a scrivere un libro, le tre cose che anche Garcia Lorca, secondo tradizione, indica come indispensabili per dare un senso alla vita. E proprio il senso della vita il protagonista trentenne ricerca, in questo racconto della Bachmann che è insieme analisi e valutazione, esame e verdetto, ricerca e soluzione. Un precipitare, con una lingua elegante e misurata, in un vortice del pensiero che trasforma l’irrequietudine del movimento in agitazione del pensiero. Però, “come tutti gli esseri umani non arriva a nessuna conclusione”. Destino comune di chiunque cerchi di arrabattarsi con pensieri, meccanismi, derive e approdi troppo complessi e complicati, per l’intelligenza di un singolo. Ma arriva l’incidente; l’imprevisto che crea una rottura nell’evolversi della situazione: un incidente automobilistico lo costringe a letto, ferito e spaccato, con tutte le ossa rotte. Ma proprio allora, tornando a vivere dopo la distratta morte, ha la rivelazione, contemplando un capello bianco che si ostenta nella specchio: “Finalmente si disse: ma io vivo e quel che desidero è vivere ancora a lungo. […] Ma io vivo! Presto sarà guarito. Presto compirà trent’anni. […] Ti dico: alzati e cammina! Non hai un solo osso rotto”. I trent’anni, alla fine, possono essere un momento di riflessione, di paura, di bilanci e di attese. Ma forse nemmeno.

“Nati sotto il segno del cavolo”, tutto quello che le mamme perfette non ti dicono

natisottoilsegnodelcavolo_anteprima_chronicalibriGiulia Siena
PARMA 
– Con gli anni sono diventata scettica. Cominciai a scrivere di libri perché volevo rimanesse qualcosa di quello che leggevo; volevo che lo spiccato spirito di osservazione che mi tiene in ostaggio servisse agli altri nel districarsi nella contorta logica delle librerie generaliste. Così, cominciai a parlare di libri e a diventare, con il tempo, sempre più scettica. Ora, appena prendo un libro in mano, sono scettica… in senso buono! Lo scetticismo mi ha portato ad un’analisi ancora più profonda (si cade quasi nella paranoia da lettore consapevole) su ciò che vado a leggere. Voglio che quel libro mi tolga ogni titubanza: mi coinvolga, sia attinente con ciò che promette, si faccia ricordare! Per farlo, ogni volta, mi chiedo dove si voglia arrivare e poi, alla fine del libro, tirare le somme: era quello che volevano (editore-editor-autore)?

 

Vi ho detto, lo faccio con ogni libro, ogni giorno. L’ho fatto anche con Nati sotto il segno del cavolo e, nonostante Irene Vella sia una garanzia di scrittura spassosa e coinvolgente, questa nuova, nuovissima esperienza letteraria – infatti sarà in libreria da martedì 14 ottobre – poteva essere rischiosa. Il libro, scritto a quattro mani con Roberta Giovinazzo (insieme nella foto a lato) – sorprendente per freschezza narrativa e ironia – e IReneVella RobertaGiovinazzopubblicato da Novecento Editore, correva il rischio di lasciarsi fraintendere. La storia è scritta da due differenti punti di vista, quello di Irene e di Roberta, che poi sarebbero quattro, ci sono anche loro, i piccoli protagonisti, Gnomo (figlio di Irene) e Biscotto (figlio di Roberta). Queste due mamme, per loro definizione, sono “mamme che si sentono sbagliate”. Sì, proprio così, perché mentre le mamme perfette sono sempre puntuali, ben pettinate con tailleur o le ballerine o il cardigan di cachemire, le nostre due mamme sono “normali”, ovvero in perenne ritardo, stanche, giramondo e un po’ spettinate. Con loro, in questa avventura, i loro figli, piccoli ometti cinici e diretti. Nati sotto il segno del cavolo, infatti, vuole sfatare quel mito che vuole tutti i bambini buoni, educati e gentili, ci sono infatti veri e propri “bimbi-merda”, quelli che non si vergognano di dire la loro, quelli che, nonostante figli di “mamme-merda”, riescono a mettere quest’ultime in grande imbarazzo. Da zero a dieci anni (più o meno) la vita di Gnomo e Biscotto viene raccontata dalle loro madri attraverso episodi quotidiani di divertimento, gioia, difficoltà e amore. La penna ironica, narrativa, descrittiva e generosa di Irene Vella – quella della Giovinazzo non è da meno! – è un vero e proprio regalo per il lettore che varca la porta di casa ed entra in questo caotico e bellissimo mondo.

 

La mission, per le due autrici, era difficile: giocare poteva portare a calcare un po’ la mano e risultare l’opposto di perfettine, risultare stronze senza amore. Ma il risultato è stato amore puro, amore senza regole, amore smisurato nonostante le difficoltà della vita, la diversità di approccio, di età, di bisogni, di famiglia. E, per tornare all’inizio, hanno fatto dileguare ogni mia titubanza.

 

Il libro, con le prefazioni di Cristina Parodi e Rita dalla Chiesa, si chiude con i racconti di cinque genitori alle prese con figlio più o meno “bimbi-merda”.

Anteprima esclusiva: leggi con Chronicalibri le prime pagine di “Nati sotto il segno del cavolo”

natisottoilsegnodelcavolo_anteprima_chronicalibriROMANati sotto il segno del cavolo. Manuale di sopravvivenza per mamme che si sentono sbagliate (Novecento Editore) sarà in libreria da martedì 14 ottobre. In attesa di leggere le spassose avventure di Gnomo e Biscotto, i fantastici ed esilaranti “bimbi-merda” figli, rispettivamente, di Irene Vella e Roberta Giovinazzo, un po’ di quella energia, di quel divertimento e di quell’affetto che le autrici narrano lo potrete leggere nelle prime pagine del libro; oggi, qui, in esclusiva per i lettori di ChronicaLibri. 

 

 

Gnomo e Biscotto
The Terrible Two // Attenti a quei due
Intro

A volte il destino scrive la storia per te. E così capita che mentre pensi di avere sottomano quello che sarà il bestseller degli anni a venire, quello da cui sarà tratta una trilogia che manco Twilight e Harry Potter, facebook ti fa un regalo inaspettato.
Tramite amici ti viene segnalata (tipo soffiata alla polizia) una mamma “ganza” con bimbo cinico al seguito, soprannominato il Biscotto, che sembra lo Gnomo con solo un anno in meno, ma che è tutt’altro che discepolo o follower: certe caratteristiche sono innate. Bimbi merda si nasce e loro lo nacquero.
E così, dopo aver letto la sua bacheca, aver lurkato i suoi status e le uscite di suo figlio, mi sono convinta che sì, esisteva un altro gnomo, appartenente a mamma separata, e che aveva tutte le caratteristiche necessarie per entrare a far parte di questo libro.
La convinzione maxima mi è arrivata quando, dopo aver esposto l’idea a Roberta (la mia coautrice) e averle chiesto in poche parole di descrivere il suo rapporto con il figlio, mi ha mandato queste righe: “Lui mi ha insegnato che non devo mai abbassare la guardia, perché col suo delizioso cinismo infantile mi riporta sempre alla realtà. Come quando, tempo fa, partecipando a una manifestazione con la scuola, non vedeva l’ora di venir via per guardare una partita in tv.
Allora mamma, chiamami tra poco davanti a tutti dicendo che dobbiamo andare via in fretta, ok?
Sì amore, dico che c’è mio marito fuori ad aspettarci e dobbiamo far presto.
Silenzio.
Ehm… mamma… è meglio se dici che è morto qualcuno, perché in quell’altro modo pensano subito che è una balla.
Che carini i bambini, carini, carini, carini”.
Il mio, invece, guardando le mie tette una sera con invitati a cena ha detto: “Mamma ho scoperto che alle donne si ingrossano le tette quando devono avere dei bambini: forse non sei ingrassata, magari ne devi deporre qualcun’altro?”
E allora mi sono convinta che là fuori c’è un esercito di terrible child che aspetta solo di essere scoperto e, soprattutto, che la coppia (Gnomo e Biscotto, mi sembra non ci sia altro da aggiungere) rappresentava perfettamente la realtà.
Lo Gnomo, secondogenito infilato in una famiglia in cui la mamma ha ceduto in comodato d’uso un rene al babbo (solo per fare le vacanze in camper, sia chiaro), con sorella al seguito con cui si mena e si ama ogni tre per due. Biscotto, nato da una coppia (la cicogna non esiste bambini, sapevatelo tutti) che poi però è scoppiata; così Alessandro si è trovato a vivere un rapporto simbiotico con la mamma, ma ad alternare weekend e vacanze anche con il padre, e a stare talmente bene in questo ruolo da consigliare ai suoi compagni di scuola: “Datemi retta, fate separare anche i vostri genitori. È una figata: tutto doppio, non so se mi spiego”.
Insomma, per farla breve, Gabriele e Alessandro rappresentano le due facce della stessa medaglia (quella fatta come la pizza di fango del Camerum, citando la cara Cinzia Leone); così ogni bambino incompreso che leggerà il nostro libro, che di sicuro non verrà vietato ai minori, potrà identificarsi nello Gnomo o nel Biscotto, a seconda della famiglia di appartenenza. E scusate se è poco. Di questi tempi la par condicio in un libro ti assicura quanto meno un’ospitata sia nel salotto di Cristina Parodi (io la amo, guai a chi me la tocca), che in qualche plastico del dottor Vespa, magari rappresentante una delle scuole distrutte dai succitati. E così anche i media ce li siamo assicurati.
Poi a me e a Roberta ci manderanno gli assistenti sociali, ma questa è un’altra storia. Perché noi nel frattempo saremo emigrate a Bora Bora, dove finalmente potremo vivere una vita felice e ricca, dopo aver sputtanato i nostri figli (con il loro consenso però).
Ma questo sarà il seguito che scriveremo dopo: I Terrible Two. Gnomo e Biscotto, attenti a quei due, vanno a Bora Bora. E altro che Vacanze di Natale dei Vanzina; il botteghino straborderà. E il bottino sarà nostro. Dopotutto ogni bimbo merda ha la madre che si merita.

Patrick Modiano, Premio Nobel per la Letteratura 2014

NObelROMA – Patrick Modiano, scrittore francese classe 1945, è il nuovo Premio Nobel per la Letteratura. Figlio di Albert Modiano, un ebreo francese di origini italiane, e di Louisa Colpijn, un’attrice belga di etnia fiamminga, Modiano è tra i più importanti narratori francesi contemporanei. Introdotto giovanissimo nel mondo letterario da Raymond Queneau, conosce e collabora con l’Editore Gallimard. Del 1967 è il suo primo romanzo, La Place de l’Etoile, che gli vale il Premio Roger Nimier. Con Rue des boutiques obscures, nel 1978, vince il Goncourt. Negli anni, mentre continua a scrivere, è documentarista per Carlo Ponti e paroliere per Françoise Hardy. Nei suoi romanzi, per lo più ambientati nella Parigi occupata dai nazisti e costruiti intorno alla figura dello straniero, dell’esule, dell’ebreo, si intrecciano una vena disperata di ascendenza esistenzialista ed il gusto della rievocazione. L’autore rievoca molto spesso, nei personaggi dei suoi romanzi, l’ambigua figura del padre, un ebreo vittima del Nazismo, che, arrestato nel 1943, si dimostrò pronto a tutto per sopravvivere.

MODIANOTra i suoi libri tradotti in italiano ricordiamo “Caterina Certezza” (Donzelli, 2014), “L’orizzonte” (Einaudi, 2012),”Dora Bruder” (Guanda, 2011), “Bijou” (Einaudi, 2005) , “Un pedigree” (Einaudi, 2006) e “Nel caffè della gioventù perduta” (Einaudi, 2010).

 

 

“Ho sempre pensato che certi angoli delle vie siano degli amanti e che si venga attirati da loro se si cammina nei paraggi”.
(Dans le café de la jeunesse perdue)

“Rottama Italia”: 16 grandi firme per un progetto editoriale totalmente gratuito

cop_ROTTAMAITALIA_LRROMA“Perché vogliamo che l’Italia cambi verso. Ma davvero.
Vogliamo un Paese moderno. E cioè un Paese che guardi avanti. Un Paese che sappia distinguere tra cemento e futuro. E scelga il futuro”. Nasce con questo intento Rottama Italia, un istant book gratuito nel quale 16 autorevoli firme smontano pezzo per pezzo il decreto Sblocca-Italia (in 45 articoli) elaborato dal governo di Matteo Renzi e che dovrà essere convertito in legge entro il prossimo 12 novembre. Rottama Italia, pubblicato da Altraeconomia edizioni per festeggiare il suo primo compleanno e le quindici candeline della rivista “Altraeconomia”, è un’operazione editoriale unica nel suo genere. Il libro, infatti, è scaricabile gratuitamente in formato PDF sul sito di Altraeconomia e spiega perché lo Sblocca-Italia rappresenta una minaccia per la democrazia e per il nostro futuro. Nato da un’idea di Sergio Staino, Rottama Italia (corredato da 13 vignette) è stato curato da Tomaso Montanari e ha visto la partecipazione gratuita di Ellekappa, Altan, Pietro Raitano, Giannelli, Mauro Biani, Paolo Maddalena, Giovanni Losavio, Massimo Bray, Maramotti, Edoardo Salzano, Bucchi, Paolo Berdini, Vezio De Lucia, Riverso, Salvatore Settis, Beduschi, Vincino, Luca Martinelli, Anna Donati, Franzaroli, Maria Pia Guermandi, Vauro, Pietro Dommarco, Domenico Finiguerra, Giuliano, Anna Maria Bianchi, Antonello Caporale, Staino, Carlo Petrini. Gli autori sono partiti dall’articolo 9 della Costituzione, più volte citato nel testo, per ribadire i valori della tutela del territorio e richiamare l’esigenza di legalità e di una visione sostenibile del futuro.

 

“La prima, e più importante, resistenza allo Sblocca-Italia passa attraverso la conoscenza, l’informazione, la possibilità di farsi un’opinione e di farla valere – scrive Tomaso Montanari, docente di Storia dell’arte moderna all’Università di Napoli Federico II – Discutendone nelle piazze e nei teatri, nelle televisioni e alla radio. Richiamando al progetto della Costituzione i nostri rappresentanti in Parlamento. E, se necessario, anche ricorrendo al referendum: se – alla fine e nonostante tutto – questo sciagurato decreto ‘Rottama-Italia’ diventerà legge dello Stato”.