“Incontriamoci all’Inferno” con un Dante spensierato.

Giulio Gasperini
ROMA – E se Dante diventasse meno austero e istituzionale? E se fosse possibile scherzare con la Commedia, la più grande opera che l’umanità letteraria abbia mai pensato e partorito? E se immaginarsi le liti, i bisticci, le incomprensioni tra Dante e la moglie Gemma non sottraesse nulla alla magia dell’opera ma, anzi, ce l’avvicinasse e la rendesse più familiare? Cinzia Demi, toscana di origine, lancia un invito e una sfida: “Incontriamoci all’Inferno”, edito da Pendragon nel 2007 e ripubblicato in nuova edizione nel 2010, non è una semplice “parodia” dei fatti e dei personaggi che formano quel “racconto di incontri” che è la Commedia, ma è una maniera nuova e quasi rivoluzionaria di penetrare nella complessità della materia e della forma poetica. Come strumento la Demi utilizza quella stessa ironia con la quale Dante aveva così sapientemente tessuto il suo poema, le sue sillabe poetiche, le sue metafore e le immagini ricche di vita e di quotidianità. Dante aveva scherzato su tutto, su ogni aspetto dell’uomo, della vita, della religione, senza farsi problemi e senza timori reverenziali sulla materia trattata.
Si comincia con una lettera che un fiorentino invia al suo illustre concittadino, rimproverandolo per aver seminato il terrore su quello che, nell’oltretomba, i morti avrebbero trovato: “Va bene che c’avevi rabbia ‘n corpo e core / ma la paura ci fe’ ghiacci marmati / e pe’ secoli s’è tramandato ‘l terrore”. Poi si prosegue con il catalogo delle donne più importanti, da Bice Portinari (che, insieme a Rossana Fratello, canta “sono una donna non sono una santa”), al dialogo tra Pia de’ Tolomei, Francesca da Rimini e Piccarda Donati, infastidite tutte dalla presunzione di un Dante che crede di poterle ridurre loro e le loro vite a una manciata di sillabe: “Nessun uomo, nemmen’il Poeta / ha, in nessun tempo, mai afferrato / di quanta giustizia è fatta la meta / che può raggiunger sol chi ha capito / quanto noi donne siamo speciali / nel sentimento e nella ragione / e che ‘un siamo tutt’uguali / ma ognuna di noi è pur’emozione!”. Poi ci sono gli uomini, da Ulisse al Conte Ugolino; e poi ci sono i demoni, da Caronte a Pluto, che affermano, in tutta onestà, qualche lato divertito e divertente della loro personalità. E poi la Demi crea dei contrasti, delle dispute verbali sul modello della tenzone, così tanto di moda ai tempi di Dante: Gemma Donati litiga con Dante per la sua infedeltà di sguardi (“Madonnina mia che attaccabottoni! / Tu e tu’ amici rimatori e la sapete lunga: / ‘n chiesa co’ santi e ‘n taverna co’ ghiottoni, / e la lista de le conquiste qui s’allunga! / E io a casa: co’ tutto quello ch’ho portato ‘n dote / oberata di figli, mai nelle tu’ opere citata: / che forse ti riscordi cosa disse ‘l sacerdote? / Che so’ meno gentile e onesta di ‘sta Bice dannata?”), Bonifacio VIII e Celestino V si confrontano ironicamente sui loro peccati, Virgilio protesta con Dante di averlo sfruttato per accompagnarlo e gli angeli e i demoni si offendono con lieve sarcasmo.
La lingua della Demi è corposa, densa, plastica. È una lingua tangibile, deittica perché figura un hic et nunc applicabile a ogni momento, ogni attimo, a ogni realtà che possa presentarsi a ognuno di noi. È la lingua che si usa correntemente in Toscana, è quella che ribolle come magma e fluisce come acqua potente. È una lingua che può essere giustamente declinata anche negli incontri che caratterizzano la Commedia, negli incroci di persone e di realtà, nella varietà delle situazioni. Con Dante, insomma, si ride e si scherza, senza per questo perdere la potenza delle sue parole e del suo messaggio ma, anzi, calandolo in una ricca quotidianità e capendo più intensamente la grandezza della poesia.

“L’enigma della pietra”: l’intrigante romanzo di Maurizio Agostini

Alessia Sità
ROMA – “Aelia Laelia Crispis/né uomo ne donna, né androgino / né bambina, né giovane, né vecchia / né casta, né meretrice, né pudica /ma tutto questo insieme. / Uccisa né dalla fame, né dal ferro, né dal veleno, / ma da tutte queste cose insieme. / Né in cielo, né nell’acqua, né in terra, / ma ovunque giace, / Lucio Agatho Priscius / né marito, né amante, né parente, / né triste, né lieto, né piangente, / questa / né mole, né piramide, né sepoltura, / ma tutto questo insieme / sa e non sa a chi è dedicato”.
Un intrigante mistero legato a un’antica iscrizione latina, probabilmente del XVI secolo, fa da sfondo a “Aelia Laelia Crispis. L’enigma della pietra”, il nuovo romanzo di Maurizio Agostini pubblicato dalle Edizioni Pendragon.

La  tranquilla vita di Marcello viene scombinata dalla misteriosa morte dell’amico Piero.L’improvvisa tragedia spinge l’uomo a fare chiarezza sulla strana vicenda che, sorprendentemente, sembra essere collegata alla falsa iscrizione funeraria della Pietra di Bologna. Ad alimentare i sospetti sulla morte di Piero contribuiscono anche una serie di mail datate simbolicamente venerdì 13 ottobre 2007, e alcuni doni apparentemente casuali. Il desiderio di scoprire cosa si nasconda dietro tutta questa strana vicenda, spinge Marcello a coinvolgere anche l’affascinante e sagace Francesca. La loro determinazione e il loro desiderio di verità li porterà fino ad Edimburgo; ed è proprio nella bellissima città, sede di un importante esperimento genetico, che l’indagine giunge finalmente ad una svolta importante e decisiva.
Con grande capacità narrativa, Maurizio Agostini ci riporta indietro nel tempo, alla scoperta di uno dei misteri più noti della Bologna esoterica, facendoci rivivere i segreti dei Templari e, al contempo, scoprire i misteri dell’Ordine dei frati Gaudenti.
Con uno stile brillante e lineare, l’autore ci regala un romanzo-verità sull’intrigante mistero di Aelia Laelia Crispis, un ‘giallo’ che da secoli è al centro delle divergenti interpretazioni degli studiosi e che ancora oggi suscita la curiosità di molti studenti.

“Brutti caratteri. Persone proprio così”. Storie e profili di personaggi dal carattere un po’difficile

Alessia Sità
ROMA – Se pensate di avere un brutto carattere consolatevi, non siete i soli. Riuscire ad avere un buon rapporto con le persone che ci circondano, a casa, a lavoro, in giro, non è semplice né tantomeno una cosa facile.
Per imparare a comprendere noi stessi e soprattutto gli altri, Paola Gelsomino ci offre un valido spunto di riflessione in “Brutti caratteri. Persone proprio così” edito nel 2011 dalle Edizioni Pendragon.

Attraverso una serie di racconti, l’autrice, nonché esperta di comunicazione interpersonale e sociale, mette in evidenza la diversità dei comportamenti umani analizzandoli in diverse situazioni della vita. In ogni storia emerge un particolare che spinge il lettore ad un’attenta autoanalisi di sé e dei singoli individui.

Inevitabilmente ci si ritrova ad interrogarsi sulla propria condizione esistenziale e sulle persone che fanno parte della nostra vita. Reale, sconvolgente e senza intenti moralistici, questo libro vi farà capire quanto sia importante non farsi accecare da sentimenti come rabbia, rancore, lussuria.
Con “Brutti caratteri” Paola Gelsomino mette a disposizione la propria personale esperienza professionale, delineando accuratamente il profilo di numerosi personaggi: violenti, ipocondriaci, insicuri, malati.
Se desiderate misurarvi con il vostro ‘lato oscuro’ o con la vostra fragilità non perdetevi quest’occasione, scoprirete che non sempre avere un brutto carattere è poi così utile per farsi valere o per difendere ciò che vi appartiene.

La vera Formentera, svelata da Stefania Campanella

Stefano Billi
ROMA – Il rischio più grande, quando si parte per la vacanza, può essere quello di incappare in una località turistica che, seppur intrinsecamente bellissima, tuttavia può non risultare così affascinante. Questo accade non perché il posto non sia affascinante, ma perché non si è a conoscenza di ciò che di entusiasmante c’è da scoprire. Proprio da questa consapevolezza nasce allora il libro “Formentera senza vie di mezzo” di Stefania Campanelli, per le edizioni Pendragon. Infatti Formentera è una delle mete turistiche più frequentate e conosciute in Europa, e in particolare dagli italiani. È una delle isole più suggestive del Mediterraneo.

Formentera, la regina delle Baleari, va però conosciuta a fondo: ha infatti ancora tanti lati nascosti, tante possibilità non sfruttate, tanti angoli di paradiso incontaminati e numerosi divertimenti più o meno noti. Tutte le domande e le curiosità su questa splendida isola trovano risposta in questa guida insolita e completa, anticonformista e divertente, che attraverso 66 “si” e 66 “no” fornisce al turista una serie di ottimi suggerimenti su cosa fare e cosa non fare, cosa vedere e non vedere, dove andare e dove non andare, per non prendere fregature, per sfruttare al meglio il tempo a disposizione e per poter godere di tutto il meglio disponibile. Da Cap de Barbaria a Cala Saona, dalla colazione alla moda Adlib; dalla paella da evitare alla sera alle chicche del Can Gavinu, dal mercatino alla globalizzazione, dagli hostal alle casette bianche di Es Calò. Un viaggio a trecentosessanta gradi nel cuore pulsante dell’isola, passando anche per tutti i must della vita notturna e gli eventi imperdibili, nonché per i personaggi protagonisti della vita di Formentera: il “figlio illustre” dell’isola Gabrielet, l’opera del fotografo Beni Trutmann, l’italianissima creatività cosmopolita di Alessandro Negri.

Novità Editoriali, primavera estate 2011

ROMA – Cosa ci aspetta in libreria per questa primavera/estate 2011? Sicuramente c’è tutto quello che volete: graffianti saggi politici per non perdere niente dell’attualità, romanzi dalle tinte fosche del noir o dai colori accesi della passione, pagine ricche di avventure fantastiche e tante gustose ricette. Inoltre, interessanti novità anche per i lettori più giovani e curiosi. E’ un giugno ricco, quello editoriale! Si parte con le novità che in questi giorni Bompiani porta sugli scaffali italiani: “Eldorado” di Vladimir Luxuria, “3096 giorni” di Natasha Kampusch, “Facciamolo a skuola. Storie di quasi bimbi” di Maria Lombardo Pijola, “Daccapo” di Dario Franceschini,  “Costruire il nemico” di Umberto Eco e “Senti questo” del critico musicale Alex Ross. Molte anche le novità targate Edizioni Piemme: “Semina il vento” di Alessandro Persinotto, “Terroni” di Pino Aprile, “Una passione tranquilla” di Helen Simonson, “Mangia che ti passa” di Filippo Ongaro e una delle prossime recensioni di ChronicaLibri, “Sex and the Vatican” di Carmelo Abbate. Il sempre più caotico mondo del calcio fa scalpore sui giornali e arriva in libreria con “Quarto tempo. Una storia di sesso e doping” di Claudio Gavoli pubblicato dalla Aliberti. Tra le novità della stessa casa editrice possiamo trovare anche “La Marchesa, La villa e il Cavaliere. Una storia di sesso da Arcore ad hardcore” di Luca Telese, “Italiani! La storia che ride” di Maurizio Garuti e  “Memoria a Mozzichi. Le ricette della cucina romana secondo un grande chef” di Arcangelo Dandini e Betta Bertozzi. A trent’anni dall’uscita del best-seller “I viaggi di Jupiter”, Elliot Edizioni pubblica “Sognando Jupiter”, l’ultimo libro di Ted Simon. Inoltre, la casa editrice romana presenta “Momento Zero” di Luca Di Persio, “L’ultima lettera d’amore” di Joyo Moyes e “Il gioco degli occhi” di Sebastian Fitzek. Le Edizioni Pendragon presentano “Indifesa” di Marco Lamberti, “Folli giardinieri. Storie d’amore e di verde” di Maury Dattilo e “E’ pronto in tavola. Le mie ricette e quelle di famiglia” dell’attore emiliano Vito. E’ in libreria da qualche settimana per O Barra O  Edizioni  “Una vita da dissidente”, il nuovo libro di Win Tin, il braccio destro di Aung San Suu Kyi nella resistenza contro la giunta militare birmana e cofondatore della Lega Nazionale per la democrazia. La casa editrice toscana Effigi presenta “Versacci e discorsucci” di Morbello Vergari e “Aggiungi un piatto a tavola” di Italia Baldi Labanca ed Ennio Graziani. Da meno di una settimana potete trovare su tutti gli scaffali d’Italia “La pulsione culturale” di Mario Smerigli e “Il volto oscuro della perfezione” di Roberto Lepri, entrambi pubblicati dalla Avagliano Editore. Invece sono editi Fermento “Appuntamento al tramonto” di Christian Bergi, “L’odio. Una storia d’amore” di Emanuele Ponturo e “Come gli alberi che non muoiono mai” di Lodovica Palazzoli.

I giovanissimi si potranno avventurare nelle ultimissime uscite delle Nuove Edizioni Romane: “Il sosia di Napoleone” di Federico Appel e “Storie di eroi greci e romani” di Noemi Ghetti. Sarà in tutte le librerie da domani, mercoledì 8 giugno, il libro “Effetti collaterali” 

 di Maurizio A. C. Quarello pubblicato da Orecchio Acerbo.

"Siamo stati diseducati alla sopportazione della sofferenza". ChrL intervista Lorenzo Minoli.

Giulio Gasperini
ROMA – Capita spesso che autore e recensore non si accordino sulla comprensione di un romanzo. E che il confronto tra i due sia faticoso e finanche un po’ arido, se non si ha la possibilità di confrontarsi serratamente per edificare, insieme, una possibile chiave di lettura. In queste situazioni sarebbe più opportuno realizzare un’intervista con l’arte del contraddittorio. Ma, si sa, non sempre è possibile, soprattutto in quest’epoca dove, se si può affidare tutto alla procura d’un computer, nessuno riesce a sottrarsi. In questo caso è avvenuto così: non ho avuto la possibilità di confrontarmi passo dopo passo con l’autore, Lorenzo Minoli, sui tanti luoghi del suo romanzo, “Il momento perfetto”, sui quali mi sarei, con lui, confrontato apertamente.

Come prima domanda le darei l’opportunità d’un chiarimento (che serve in primo luogo a me). Dopo aver letto la mia recensione, lei mi ha scritto che l’aveva trovata un po’ “cattiva” e che, a suo parere, non avevo centrato il tema. Vorrei che mi chiarisse questa prospettiva, per la quale avrei frainteso il suo romanzo.

Innanzitutto mi pare che ci sia una differenza importante tra il commento/giudizio in generale e le stelle date (si tratta del sistema di voto di http://www.anobii.com/ N.d.I.). Non che onestamente mi importi più di tanto ma mi piacerebbe capire come si va da quel che viene scritto sul libro ad una valutazione così bassa. Infine non ho proprio capito il penultimo paragrafo “Le prove si susseguono, con i soliti padri autoritari, le madri soffocanti d’affetto, le fidanzate asfissianti, le crisi prodotte dalla fine delle illusioni: ogni volta la storia pare un copione perfetto, con ritardi più o meno bilanciati, ma pur sempre con tappe obbligate, che non possono esitare nel presentarsi. Lorenzo Minoli gioca a riscrivere la sua personale versione del perfetto copione del perfetto adolescente: che ogni volta ha un nome e un carattere diverso, un fisico e un colore di occhi nuovo, ma che, alla fine, indaga sempre per le stesse risposte.” In realtà sembra che si sia letto un altro libro, non ritrovo nulla di tutto questo nella storia. Le fidanzate non sono asfissianti: sono incerte e spaventate dall’insicurezza del giovane che non ha gli strumenti emotivi e culturali per capire cosa succede intorno a lui. Di madri soffocanti d’affetto non ce n’è neanche una, semmai una (quella di Francine) comprensiva e “madre”; l’altra proprio l’opposto della madre affettiva. Infine proprio non ho capito il concetto di riscrittura della stessa storia con caratteri diversi. Quali sono questi caratteri diversi?

Mi pare persino troppo banale chiederle che tipo di apporto abbia avuto, nella stesura del romanzo, la sua esperienza come sceneggiatore. Quel che invece mi interessa chiederle è se, secondo lei, sia facile scrivere la sceneggiatura di un film, cosiddetto, “di formazione”. Ne abbiamo visti tanti, di codesti film, ma molti sono tutt’altro che riusciti; e tanti altri ancora contrabbandati come tali ma totalmente lontani dall’essenza della definizione stessa…
Non è banale, la domanda, perché in realtà questo è sempre stato il mio modo di scrivere ispirato dalla letteratura sudamericana; da certa letteratura nordamericana. Certo l’essere anche sceneggiatore mi da i “tempi” ma è tutto li. In quanto a film di “formazione” la definizione mi pare molto ampia: Qualcuno volò sul nido del cuculo, Zabriski Point, Blow Up, Un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Uomini contro tanto per citarne alcuni mi sembrano films di “formazione” in quanto tendono a “formare” animo e cuore. Certo se si vuol parlare di Laura Antonelli e Momo allora sono d’accordo quelli erano films lontani dall’essenza della formazione, ma così non lo erano, ad esempio, La guerra dei bottoni e I ragazzi della via Paal.

Fausta Cialente, nel suo racconto Pamela o la bella estate, condanna la sua eroina a un destino simile al protagonista del suo libro. E anche Woody Allen, in Vicky Cristina Barcelona, pare sottostare allo stesso concetto di fondo: l’estate è la stagione in cui, più di altre, si rischia la crescita, la maturazione, il compimento un cammino cominciato magari altrove ma mai concluso. La sua scelta dell’estate, come scenografia temporale del romanzo, sottostà a questi ragionamenti o ha altre motivazioni?
Nella mia storia l’estate è casuale ed è anche una breve presenza. La storia è in flash back, copre tutte le stagioni. Poi si può dire che l’estate facilita certe situazioni sentimentali ed esistenziali perché col tempo libero specie quando si è studenti si pensa di più al proprio “io” perché ce lo si può permettere e io credo anche perché lo “spogliarsi” fisicamente dei vestiti ci spinge quasi naturalmente verso una libertà esteriore e interiore più difficile quando siamo “vestiti”, “protetti” da vari strati di indumenti. Una mia ipotesi, forse troppo cinematografica anche questa.

Adesso una domanda un po’ campanilista: come mai è così affezionato (come parrebbe dalla lettura del romanzo) a quelle che sono i miei luoghi, le mie coste, i miei piccoli angoli di paradiso, ovvero alla Maremma grossetana?
Sono arrivato in Maremma nel 1963. C’erano stradine di terra (poche), cinghiali (tanti) zanzare (tantissime e grandi come elicotteri). Pochi coraggiosi villeggianti e tanta, tantissima libertà e felicità. Da allora ho passato TUTTE le mie estati in Maremma almeno per un mese. Anche durante i miei vent’anni di USA ho portato tutte le estati i miei figli a passare le vacanze in Maremma, che per me è Maremma non Toscana. Amo le pinete, i venti, i rumori dei boschi, il mare, la durezza della terra e la bellezza della stessa. È nel mio cuore, scolpita e indelebile.

La feroce ma fredda rabbia (per l’impotenza e magari il rimpianto) di Gianni, lo smarrito e impacciato dolore di Maria, la presenza incombente di Francine: crede possibili tali sentimenti ancora ai nostri tempi, nei quali la velocità delle nostre vite rende ogni scalino umano di crescita più un inciampo che un’occasione per maturare?

Credo che il problema, perché è un problema, al giorno nostro è che siamo stati diseducati alla sopportazione della sofferenza, non fine a se stessa ma come necessario e certe volte ineluttabile, passaggio per il raggiungimento dei nostri traguardi crescita compresa. La sofferenza (della quale non ci si deve compiacere ovviamente) è una parte necessaria per prepararci alla separazione finale. Ma la cultura attuale ha diseducato particolarmente i giovani ed ha fatto un pessimo servizio perché la continua ricerca ad evitare la sofferenza devia certe volte la vita di alcuni di noi e ne varia le aspirazioni finali, abbassandone la qualità. Lo sport lo insegna: con allenamenti duri, con determinazione e tenacia si può aspirare a vincere. Senza si può aspirare semmai eventualmente forse certe volte quando le gare sono proprio facili a partecipare.

Una domanda, per concludere, che noi di ChronicaLibri rivolgiamo a ogni scrittore: potrebbe dirci quali sono (e per quale motivo) le sue tre parole preferite?
Preferite non so; importanti:
Morte. È la fine, oppure l’inizio? E’ un dilemma che mi intriga.
Speranza. Senza non si vive, senza non si butta il cuore oltre l’ostacolo ed allora si vive una vita noiosa
Donna. È tutto. Continuità, madre, moglie, piacere, folle incomprensione, totale coinvolgimento. È tutto e il contrario di tutto.

"Il momento perfetto": basta un’estate per tutta una vita.

Giulio Gasperini
ROMA –
Che cosa sia “il momento perfetto” non ve lo dico, ovviamente. Però sappiate che tutto il romanzo è una ricerca, stagione dopo stagione, errore dopo errore, (quasi una battuta di caccia con appostamenti e trappole) di codesto momento. E la ricerca, come su un set cinematografico, si compone di fotogrammi, che si legano uno all’altro, in una striscia continua di primi piani e di fermo immagine. Gli inquadramenti, in effetti, in questo “Il momento perfetto” (romanzo primo di un, guarda caso, sceneggiatore: Lorenzo Minoli, pubblicato dalla bolognese Pendragon nel 2011), sono in sovrapposizione e in continuo spostamento, tra un flashback e una proiezione nel futuro.
Quella che si squaderna per tutto il libro è l’educazione sentimentale del protagonista, un giovane studente di giurisprudenza, che si trova a conoscersi e a lentamente smascherarsi durante soprattutto l’estate (a Punta Ala, nella Maremma grossetana), la stagione che più di tutte è stata scelta come miglior scenografia della maturazione e della presa di coscienza della nostra stessa libertà di scegliere, di un puramente umano libero arbitrio.

Il protagonista gioca, con la sua parvenza di timidezza, a costruirsi un futuro. Gioca a creare e disfare, a esagerarsi supremo giudice della piccola umanità che vede ruotare intorno a sé stesso e alla sua vita. Fino ad arrivare all’epilogo estremo, all’evento che in un’ottica di fatalismo da manuale conclude e suggella la sua crescita emotiva e umana, lasciandoci forse con un po’ di fiele per la non perfetta conclusione sentimentale, è tutto un accelerare di emozioni e di interpretate decisione, in uno scavo che soltanto apparentemente può parere superficiale, ma che perfora la superficie nei punti giusti, andando a toccare i nervi scoperti, quelli che, in ogni ferita, fanno più male.
Le educazioni sono sempre feroci, crudeli, persino un po’ sadiche. Ogni romanzo di formazione si sbilancia tra l’ansia della crescita e la crudeltà della consapevolezza. Le prove si susseguono, con i soliti padri autoritari, le madri soffocanti d’affetto, le fidanzate asfissianti, le crisi prodotte dalla fine delle illusioni: ogni volta la storia pare un copione perfetto, con ritardi più o meno bilanciati, ma pur sempre con tappe obbligate, che non possono esitare nel presentarsi. Lorenzo Minoli gioca a riscrivere la sua personale versione del perfetto copione del perfetto adolescente: che ogni volta ha un nome e un carattere diverso, un fisico e un colore di occhi nuovo, ma che, alla fine, indaga sempre per le stesse risposte. E ricerca sempre per il più perfetto dei momenti.

Novità Editoriali

ROMA“Leggere nuoce gravemente all’ignoranza.” Con questo monito vi esortiamo a leggere le tante invitanti novità di queste ultime settimane. In libreria per Bompiani da domani, mercoledì 9 febbraio, l’unico libro che, dopo secoli di censura, racconta gli usi e costumi della civilità precolombiana: i “Commentari reali degli Inca” di Garcilaso de la Vega. Lo stesso editore propone “Satori” di Don Winslow una nuova avvincente spy story in cui si mescolano storia, seduzione e paura e un classico dello spionaggio, “Shibumi, Il ritorno delle gru” di Trevianan. O Barra O Edizioni (Milano) presenta “Garam Masala”, l’ultimo libro di Bulbul Sharma. Ci spostiamo nella narrativa italiana per segnalare l’uscita tra qualche settimana de “La solitudine degli anni dispari” di Luca Pisanu per Fermento (Roma). Tra le novità delle Edizioni Pendragon (Bologna) c’è il romanzo “Il momento perfetto” di Lorenzo Minoli, il saggio “Un matematico un po’ speciale. Vito Volterra e le sue allieve” di Sandra Linguerri e “Sbagliare umano. Ma la sinistra è diabolica. Breviario per non perdere le elezioni” di Marco Bettini. Nonostante sia ancora un po’ presto per parlare di vacanze e tuffi in mare, l’Editrice La Mandragora (Imola) vi prepara per la prossima stagione marittima portando in libreria il “Manuale di Diritto Pratico per l’Istruttore Subacqueo” di Aldo Cimino e Martina Feltrin e “Raimondo Bucher La vita di un pioniere degli abissi nella cronaca del suo tempo” a cura di Luciana Civico Bucher e Fabio Vitale. Logos Edizioni (Modena) porta in libreria “1000 soluzioni grafiche: graffiti e street art”, “1000 idee per progettare un giardino”, “Loft da abitare” e la guida “Per il fotografo in viaggio”.
Sinnos (Roma) regala ai lettori più giovani “Pioggia Sporca” di Fabrizio Casa e “La casa con le ruote” (italiano e sinti) di Annibale Niemen, due racconti coinvolgenti con al centro il mondo Rom. Visto il clima di festa non poteva mancare la “lettura in maschera”: “Martina al Carnevale di Venezia” di Gilbert Delahaye pubblicato da Gallucci Editore che propone anche  “Il Pinguino e la Gallina” di Giuseppe Lisciani.

Novità Editoriali

Giulia Siena
ROMA – Letture, letture e ancora letture! Le novità editoriali sono davvero tante e per tutti i gusti. Romanzi, poesia, teatro, tempo libero e letteratura per ragazzi sono i generi che racchiudono le tante proposte di alcune case editrici che ChronicaLibri ha selezionato per voi. 
Le  Edizioni Nottetempo (Roma) portano sugli scaffali delle librerie, l’ultimo romanzo di Mariolina Venezia, “Rivelazione all’Esquilino”. “Non mi ricordo gli occhi” di Giuliano Trentadue e “L’ultima passeggiata” di Gabriella Guidi Gambino sono i nuovissimi romanzi pubblicati da Mursia (Milano). La poesia universale di Sylvia Plath rivive nella raccolta “La luna e il tasso” pubblicata nella collana Acquamarina della Via del Vento Edizioni (Pistoia). 

Dopo il successo teatrale della scorsa stagione, gli Oblivion portano da domani in libreria “I promessi esplosi”, libro con dvd edito da Pendragon (Bologna). Tra qualche settimana si festeggerà la festa più romantica dell’anno… “San Valentino dei fessi”, il titolo provocatorio della raccolta di racconti pubblicato da 80144 Edizioni (Roma).
Se volete fuggire dalla routine della città, tra qualche giorno potrete trovare in un libro quello che fa per voi: “Vado a vivere in campagna. Dieci regole per passare dal sogno alla realtà” di Roberta Ferraris pubblicato da Terre di Mezzo Editore (Milano). Aspettando l’estate, il fascino del mare lo potrete trovare ne “L’altalena del sogno” di Alberto Muro Pelliconi pubblicato dall’Editrice La Mandragora (Imola). Per i lettori più giovani arriva fresco di stampa da Sinnos “An dan des, filastrocche per giocare insieme” con le illustrazioni di Paola Cadutti. Il gioco del calcio raccontato ai ragazzi? “Autobiografia della mia infanzia” di Ugo Cornia pubblicato da Topipittori (Milano). “Fino a sfiorarle il viso”, il romantico thriller di Kate Brady e”Altri regni”, il fantasy di Richard Matheson pubblicati da Fanucci Editore (Roma).

"Il Tao e l’arte dei fornelli", la saggezza orientale nelle ricette di ogni giorno

ROMA – Come coniugare i ritmi quotidiani a una sana alimentazione? Come l’antica saggezza orientale può aiutarci a vivere meglio partendo dalla tavola? A queste domande risponde “Il Tao e l’arte dei fornelli” pubblicato dalla Pendragon. Le tre autrici, Lena Tritto, Valeria Tonino e Karin Wallnoefer ci regalano uno strumento utile per chi vuole imparare a cucinare secondo quello che prescrive la Medicina tradizionale cinese, utilizzando però prodotti nostrani.
Sempre più persone ricorrono alle cure e alle indicazioni offerte dall’antica tradizione medica cinese: agopuntura, massaggio, qi gong, fitoterapia e alimentazione. Mancava però finora un testo come questo, che sapesse guidarle in cucina suggerendo come preparare con fantasia, gusto e varietà gli alimenti che solitamente vengono consigliati (legumi, cereali, verdure, ma anche carne, pesce, uova, spezie ed erbe aromatiche…). Oltre 230 ricette semplici, rapide da eseguire e fatte con ingredienti che si possono reperire agevolmente, ognuna delle quali è corredata dall’indicazione delle azioni energetiche che svolge. Suddivise in: colazioni, antipasti, salse, piatti unici, primi, sughi, secondi, contorni, dolci e anche bevande, offrono la possibilità di introdurre nella dieta quotidiana cambiamenti utili a migliorare o semplicemente difendere la propria salute, senza rivoluzionare le nostre cucine. A completamento del ricettario un’introduzione che presenta, anche per il lettore non esperto, i principi generali della dietetica tradizionale cinese, tabelle per la cottura di cereali e legumi, un glossario e un’appendice con la classificazione per natura termica, sapori, meridiani destinatari e azioni dei principali alimenti.