Alessia Sità
ROMA – “Ci fu un attimo di attesa. Ormai ci avevano fatto l’abitudine. Quella sarebbe stata un’altra scossa come le altre. Bastava restare calmi e aspettare che la terra smettesse di sussultare.”
La vita può cambiare o finire in una sola notte. A scoprire questa amara verità è la giovane protagonista di “Terremoto”, il romanzo di Ermanno Detti edito da Bohem Press Italia, nella collana Bohemracconta. La tranquilla e serena esistenza della vivace Marina viene sconvolta drammaticamente prima dalla scoperta di essere stata adottata, a pochi mesi dalla sua nascita, e poi da una devastante scossa di terremoto, che in pochi minuti distrugge completamente la sua amata città e la sua casa. Sfuggita miracolosamente alla catastrofe e ignara della sorte toccata a famiglia e amici, la piccola ragazzina inizia un lungo viaggio alla ricerca della propria identità e dei propri genitori biologici, di cui conserva un unico ricordo: un anello. L’incontro con due bizzarri personaggi, Bill e Betty, sarà fondamentale per la giovane, che gradualmente tenterà di riappropriarsi del futuro che le è stato strappato violentemente in una sola notte. Il desiderio di conoscere le proprie radici diventa il presupposto principale per poter ricominciare, per poter iniziare a costruire un domani, ma senza dimenticare il passato. “Il terremoto poteva tutto, ma non poteva togliere a Marina la possibilità di immaginare il suo futuro”. Con uno stile semplice e scorrevole, Ermanno Detti ci regala una toccante storia dei nostri giorni, riuscendo a riaccendere la speranza anche nei momenti più difficili, quando la disperazione e la paura sembrano prendere il sopravvento.
Categoria: storia
Vita romana- un tuffo nel quotidiano dei sette colli
Marianna Abbate
ROMA – Roma è un bel posto. Ve l’assicuro, e ve lo ho anche dimostrato in un’antica recensione di un’insolita guida romana. Ma in questo periodo autunnale, con l’arrivo del fresco e del profumo di castagne mi è venuta un po’ di nostalgia. Ho riesumato dalla libreria del mio fidanzato un vecchio libro di buon gossip storico, e carteggiando ho ripercorso i momenti salienti della sua gloriosa storia. Il testo in questione è “Vita romana” di Ugo Enrico Paoli pubblicato nella collana Oscar Saggi Mondadori. Continua
Dante stasera viene a cena
Agnese Cerroni
ROMA – Cosa si mangiava nel Medioevo? E perché? Cosa è rimasto di tutto ciò nell’alimentazione di oggi? La storia del cibo raccontata da Anna Pischedda in “Alighieri passatemi il sale. L’arte di mangiare nel Medioevo” Edizioni Effequ, è una storia affascinante perché, come quella del pensiero, ricca di scoperte e di imprese anonime, ma non per questo meno importanti e meno appassionanti: nell’alimentazione l’atto più fisiologico e materiale diventa anche momento rivelatore di cultura e simbolismo. D
“Cecilia. Comunità anarchica sperimentale”: storia di vita sociale.
Fra non poche difficoltà, legate alla scarsità di conoscenze in campo agricolo e alla mancanza delle strutture necessarie, si dipana la storia di questo gruppo di socialisti che decide di intraprendere uno stile di vita libero da vincoli legislativi, privo di organizzazione sociale, ma sostanzialmente basato sul rispetto reciproco. Nel suo puntuale racconto, Cardias si sofferma anche sull’analisi dell’amore libero, riportando l’esperienza diretta dell’unico episodio accaduto all’interno della colonia, e sull’emancipazione economica e affettiva della donna. Dopo poco più di tre anni, però, l’esperimento della Cecilia si conclude miseramente per diverse ragioni: il Governo brasiliano, il Clero e la terribile epidemia, causata dalle scarse condizioni igieniche, che costrinse la maggior parte delle persone a rientrare in Italia.
In questo libretto, Giovanni Rossi offre uno straordinario documento storico-sociale che invita a riflettere attentamente sull’essere umano e sulle sue capacità di riuscire a vivere civilmente, anche al di sopra delle regole che governano la società.
"Il segreto del castello di Milano", guida al Castello Sforzesco
ROMA – “Il punto di vista col quale ci siamo avvicinati allo studio e alla conoscenza del Castello Sforzesco, vero e proprio simbolo di Milano, è stato quello sotterraneo, terreno prediletto delle nostre indagini storiche e architettoniche.”
Fu eretto grazie alla perizia e alla fatica di generazioni di muratori, carpentieri e scalpellini, diretti da figure di spicco nel campo dell”architettura quali Antonio Averlino detto Il Filarete, Leonardo da Vinci e Bartolomeo Gadio.Non tutti sanno però che esiste anche una parte nascosta: sono i sotterranei del Castello, un vero e proprio mondo sommerso tutto da scoprire, che conserva intatta la sua bellezza architettonica.
In queste pagine, un viaggio appassionante tra cunicoli, gallerie e casematte seguendo gli esploratori della S.C.A.M. (Speleologia Cavità Artificiali Milano) che per primi si sono calati sotto le mura della fortezza milanese.
“Una pallottola per Garibaldi. Dall’Aspromonte a Pisa e Livorno.” Un affresco inedito dell’Italia risorgimentale
“Una pallottola per Garibaldi” ha il merito, non solo di offrire un affresco inedito dell’Italia risorgimentale (Sicilia, Torino, Roma, Calabria, La Spezia, Pisa, Livorno …) ma anche di raccontare l’impresa di un “Santo laico” attraverso la storia dei ‘piccoli’ personaggi.
"Italia Buon Paese", Clara e Gigi Padovani fanno un regalo all’Italia: ne raccontano la storia culinaria
ROMA – “Non solo una storia sociale della gastronomia nell’Italia unita, ma anche uno sguardo curioso e documentato sulla nostra memoria culinaria.” È questo lo scopo di Clara e Gigi Padovani in “Italia Buon Paese. Gusti, cibi e bevande in 150 anni di storia”. Il libro, pubblicato da Blu Edizioni, è un vero e proprio prontuario che percorre la storia d’Italia attraverso le tradizioni agroalimentari, le innovazioni culinarie e le ricette simbolo di ogni decenni trascorso. Mentre si cercava di dare unitarietà a una Nazione spossata dalle forti diversità linguistiche, culturali e sociali, l’Italia si è costruita a tavola. Sicuramente sono state e sono tante le differenze alimentari di ogni regione, ma la pasta, le conserve, i ristoranti e i grandi marchi sono quelli che poco a poco hanno creato la grande cucina degli ultimi tempi. Infatti, “negli anni Duemila, il crescente successo della cucina ha affiancato il primato della moda e del design di fine Novecento.” Ed è in quest’ultimo periodo – dalla fine degli anni Novanta – che l’Italia, da Paese della buona cucina, è diventata la Nazione delle certificazioni alimentari di qualità: DOC, DOCG, IGP, DOP sono oggi sinonimo di innovazione, cultura e qualità. Ma il lavoro di “unificazione” alimentare è stato costruito sinergicamente sia negli anni di stenti che in quelli di crescita economica. Sicuramente, i primi anni della neonata Nazione furono i più difficili, ma con il tempo e con la diffusione dei mezzi di comunicazione, l’unificazione a tavola è stata quella più efficace. Infatti, con il boom economico negli anni Sessanta del Novecento arrivarono le pubblicità e i grandi marchi alimentari poterono puntare su una larga diffusione dei propri prodotti: Cinzano, Barilla, Cirio, Lavazza, San Pellegrino e molti altri divennero la prova della piccola “globalizzazione” all’italiana. Inoltre, i professionisti dell’arte culinaria furono importanti per la diffusione e la crescita della cucina come “arte”; tra questi gli autori fanno un excursus ricordando Amedeo Pettini (capocuoco del Re e definito dagli autori chefstar ante litteram), Giovanni Vialardi (pasticciere della casa reale), Pellegrino Artusi, Nino Bergese, Peppino Cantarelli, Guido Alciati, Angelo Paracucchi, Gianluigi Morini, Gualtiero Marchesi, Ezio Santin, Alfonso Iaccarino e Mauro Uliassi.
Così l'”Italia Buon Paese” festeggia i 150 di Unità nazionale partendo dalle tavole grazie alle quali la storia si è costruita e tramandata.
"Fare l’amore a Roma", tra guida e gossip storico
Marianna Abbate
“Brodo senza pollo”, da Giuntina un doloroso diario di vita
Frans Pointl ci regala un racconto di vita sofferto, ma abbastanza lucido nel ricordo della ormai lontana tradizione ebraica e nella descrizione di una società indifferente ed egoista
I 10 Libri sulla Libia
ROMA – Negli ultimi giorni abbiamo accompagnato le vostre visite al nostro giornale consigliandovi dei libri che parlassero della Libia non solo come terra di guerra. I 10 Libri sulla Libia scelti per ChronicaLibri da Giulio Gasperini vogliono ripercorrere la storia del territorio nord africano attraverso le parole di vecchi romanzi, nuovi saggi e una storia per bambini.
10) Fiumi di pietra, Angelo e Alfredo Castiglioni, Giancarlo Negro, Lativa
E per i prossimi 10 Libri quale tematica suggerite?