“La proprietà transitiva”: romanzo d’utopia rivoluzionaria. Intervista agli autori, Nelson Martinico e Federico Ligotti

La proprietà transitiva_chronicalibriGiulia Siena
PARMA – E’ un argomento affascinante e coinvolgente; una tematica che, ultimamente, sta prendendo piede nella narrativa italiana contemporanea. Stiamo parlando del futuro, ma non uno qualsiasi, bensì un futuro non troppo lontano fatto di scontri, sotterfugi, lotte, drammi, piccole conquiste e grandi silenzi di un’Italia in subbuglio.
La proprietà transitiva, il romanzo scritto a quattro mani da Nelson Martinico (alias Giuseppe Elio Ligotti) e Federico Ligotti (padre e figlio) e pubblicato dalle Edizioni Spartaco, ci catapulta nel 2040. La storia si muove fluida tra la Sicilia – terra di Don Raìsì, l’imprenditore che muove i fili di una tragica commedia in cui i protagonisti, i suoi stessi operai, escono di scena a causa di misteriose “morti bianche” – e Roma. Qui, nella Capitale d’Italia, la situazione è allo sbando: disoccupazione, corruzione, malcontento e cattiva politica sono gli ingredienti di un mix sociale davvero letale. Continua

“L’amore, forse”: il lungo percorso dell’amore nel romanzo di Barbara Fabbroni

Barbara-Fabbroni_CHRONICALIBRIMILANO – Charlotte era convinta che nessun uomo potesse più violare il suo cuore; nessun uomo dopo che quella sera a New York, a pochi mesi dalle nozze, scoprì che Bernardo la tradiva. Nessuno, se lo era giurato, nessuno potrà mai più farlo. Ma la vita, si sa, è imprevedibile. Comincia così L’amore, forse, il primo romanzo di Barbara Fabbroni – psicologa e psicoterapeuta aretina – pubblicato da Edizioni CroceContinua

Emiliano Reali: “Maschio o femmina?” torna Bambi insieme a una manciata di nuove vite

maschio o femmina_realiGiulia Siena
ROMA – Partiamo dalla fine. Bambi torna ed è pronta. Ma pronta per cosa, e dove è stata tutto questo tempo? Dopo Se Bambi fosse trans? la protagonista della penna di Emiliano Reali torna con Maschio o femmina? (arriva anche la nuova edizione del precedente romanzo, entrambi pubblicati da Meridiano Zero) e lo fa attraverso un romanzo ricco di vite ed enigmi.  Continua

Daniela Cursi Masella: “Imperfetta”, l’e-book-analisi per sorridere delle proprie imperfezioni

Giulia Siena
Imperfetta daniela cursi masellaROMA – L’imperfezione non è un punto debole, un difetto, un errore da correggere. L’imperfezione è un modo di essere, un punto di vista, un momento nella vita delle donne che, per loro natura, tendono alla perfezione continua. Le donne non si accontentano: non sono solo donne, sono spesso lavoratrici, compagne, madri, figlie, amiche, sorelle, mogli, cuoche, donne delle pulizie, tassiste e infermiere, ascoltatrici instancabili e maratonete. Nonostante questo, non si accontentano… vogliono fare tutto e vogliono farlo al meglio. Forse per questo rimangono sempre un po’ imperfette. Soprattutto ai propri occhi. Lo stesso capita a Viola, quarantenne sola e un po’ depressa in un mondo ancora troppo maschilista. Viola è la protagonista di Imperfetta, il nuovo libro (esclusivamente in formato e-book) di Daniela Cursi Masella pubblicato da Baldini & Castoldi. Già autrice di Come trovare nel modo giusto l’uomo sbagliato, poi diventato un film con la regia di Salvatore Allocca e della stessa Cursi Masella, Daniela torna alla scrittura e torna a parlare di donne. Questa volta lo fa con un piglio diverso. Continua

“La meccanica delle ombre” e generazioni alla ricerca di miracoli

Stefano Solventi_La meccanica delle ombre_chronicalibriGiorgia Sbuelz
ROMA – Benni ha quarant’anni, un divorzio, una figlia adolescente e la minaccia della cassa integrazione. Nulla di straordinario ci verrebbe da dire, tutto in linea con i soliti parametri generazionali, invece qualcosa di straordinario Benni la possiede.
La meccanica delle ombre di Stefano Solventi, pubblicato da Cicorivolta Edizioni, è la storia di un uomo che pare sventi le sciagure con la sua sola presenza: le persone escono illese da incidenti paurosi, le malattie regrediscono e le rapine non avvengono. Gli amici coetanei gridano al miracolo, Benni invece se ne infischia e ignora, o prova ad ignorare, il rumore che si fa intorno a lui, sulle sue “doti” di portafortuna in carne e ossa. Continua

Via del Vento pubblica “Una notte”, il racconto della donna che ammaliò Nietzsche

Lou Andreas Salomé una notte via del ventoGiulia Siena
PARMA – I passi di Elly si avvicinano veloci alle camere dei giovani assistenti medici. Lei, quell’ospedale, lo conosce bene da quando è stata ricoverata per la sua scarlattina; ora, però, questa visita è differente, ora – tra il sospiro affannoso e la paura di essere scoperta – lei è in attesa di quell’unico ragazzo che le ha rapito il cuore.

Lou Andreas Salomé comincia così Una notte, il racconto pubblicato in Germania nel 1899 e giunto recentemente in Italia grazie a Via del Vento Edizioni (I quaderni, n.73). Curato da Claudia Ciardi, lo scritto narra la storia di due giovani che cominciano ad amarsi in un’unica notte, fatta di attese e rimandi, parole, carezze e tensione. Continua

“Inchiostro di Puglia”: 36 voci per una rivoluzione che parte dal basso, parte da Sud

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PARMA“Perché per noi meridionali è così: quando ci si allontana da casa il cordone ombelicale non si spezza ma si allunga”. Da questa consapevolezza nasce Inchiostro di Puglia, il libro – pubblicato da Caracò Editore – che raccoglie le voci di 36 autori pugliesi che ci accompagnano, attraverso le parole, in lungo e in largo per la Puglia. Idealmente siamo su un “trerrote”, mezzo di locomozione buffo ed essenziale, umile, deciso e fedele; il trerrote è una certezza, tranquillità in un tempo che si ferma tra strade asfaltate e viottoli sterrati. Questo carretto parte dal basso, parte da Sud ed è l’emblema di un progetto complesso: mostrare che dalla Puglia, la regione che legge meno in un Paese che legge pochissimo, può partire una vera e propria rivoluzione. Continua

“La firma del puparo”: vecchie ferite e nuove emozioni nel nuovo, avvincente libro di Roberto Riccardi

la firma del puparo_CHRLGiulia Siena
PARMA“Portare a termine quel compito era ormai un’ossessione, sapere che il pentito Calabrò si era macchiato le mani di sangue mi aveva spezzato l’animo. Che finisse per affiliarsi alla ‘ndrangheta era un fatto scontato, suo padre ce lo avrebbe infilato a forza, ma che arrivasse a compiere un omicidio era una deriva che non avevo previsto. La scoperta mi trasmetteva una rabbia sorda ed era quella a spingermi, più di qualunque ideale di giustizia”.

Che ruolo ebbe Calabrò, il bambino che scelse di diventare uomo d’onore? E’ un interrogativo a cui Liguori non può e non riesce a essere indifferente. Continua

Paola Rondini e Il salto della rana, racconto visionario

Il salto della rana_FernandelGiulia Siena
PARMA“Come tutti i sognatori, come i bambini lasciati troppo soli, come gli adolescenti tappezzeria alle feste, io amavo la fantascienza, il silenzio ferroso dello spazio, gli sbuffi di decompressione delle astronavi, l’ordine asettico dei moduli lunari, i pianeti desertici abitati da un’umanità bizzarra, più bizzarra di me e della mia famiglia“. Comincia così, con questa descrizione che è quasi un monito, Il salto della rana, il romanzo di Paola Rondini pubblicato da Fernandel.

 

 

Emma è giovane, fantasiosa, libera e lavora giocando con le parole, come fosse una normale abitudine. Questa abitudine, forse, è un dono genetico da parte di sua madre Rita, la viaggiatrice bella ed evanescente che ora si è fermata in una casa di cura e lì parla mettendo le parole in rima. Rita è cambiata ed Emma con lei; è lontano, infatti, il tempo in cui Emma bambina seguiva quella mamma bellissima e distratta, un’anima vagante e silenziosa, irrequieta e fascinosa. Ora sono divise, distanti e lontane; entrambe hanno la propria vita. Quella di Emma, ora, in una mattina presto nel centro di Milano la pone di fronte al civico 16, alle soglie di un portone socchiuso dopo che il rombo di una macchina ha scosso, all’improvviso, una tranquilla giornata di una strada elegante. Immaginazione e intuito si rincorrono, ma Emma non ha tempo per farsi domande, deve pensare a un nuovo viaggio. Dall’agenzia di pubblicità dove lavora, infatti, le hanno comunicato che dovrà partire: destinazione Arizona per cercare un nome, come sempre, legato a una nuova pubblicità. Arriva – o viene catapultata, fate voi –  in un mondo immaginifico fatto di paesaggi preistorici e costruzioni di ultima generazione. Il Cubo, il palazzo meta del viaggio di Emma, non è altro che un luogo di mistero: qui, tra queste pareti di vetro dove tutto è possibile ma nulla è reale, è racchiusa l’occasione della sua vita. Ma mentre Emma vive in questa perfezione quasi cinematografica, le condizioni di Rita peggiorano, il tempo si ferma, inverte e confonde. Il viaggio si arresta, prende una nuova strada.

 

Con Il salto della rana Paola Rondini, alla sua terza esperienza da romanziera, dimostra che la scrittura, in uno stesso libro, può essere evasione, indagine, racconto e confessione. Il salto della rana, infatti, è romanzo visionario, un thriller, un racconto familiare e un diario: un buon mix, certo, ma volevo leggere di più. Forse 142 pagine sono troppo poche per contenere tutto?

 

“Breve trattato sulle coincidenze”: il postino che fece la storia

DomenicoDara-Coincidenze_chronicalibriGiulia Siena
PARMA“In alcune giornate particolarmente malinconiche, quando ogni oggetto sfiorato, ogni pensiero perso, ogni azione cominciata era nostalgia, il postino si fermava a rimirare il suo archivio, come se vagheggiare la torna di esistenze evocate nelle lettere potesse consolarlo della sua vita inerte. Apriva i cassetti, sfogliava i fascicoli, ridestava per un momento vecchie parole dal lungo letargo”. Il postino di Girifalco aveva racchiuso gli accadimenti, le storie e le vite dei suoi compaesani in quell’archivio. Lo aveva fatto costruire ad arte, perfetto per tenere in ordine, secondo la tematica, il nome e una propria logica, tutto quello che era passato dai sacchi postali alla scrivania, dalla mente e la penna dei mittenti al suo sguardo indiscreto prima di arrivare nelle ansiose mani dei destinatari. Siamo sul finire degli anni Sessanta e questo è il romanzo di Domenico Dara, Breve trattato sulle coincidenze, libro pubblicato da Nutrimenti e finalista al Premio Calvino 2013.

 

Qui, a Girifalco, in Calabria, il tanto sospirato boom economico arriva quasi sussurrato dalle parole scritte degli emigranti e dallo scempio dei politici. Qui, a Girifalco, la vita è sempre uguale, o quasi. La vita qui viene spesso filtrata da un burattinaio buono e misterioso, da un postino che “appartiene al folle e inerme gruppo di uomini che si credono eterni fanciulli, che vedono di fronte a loro una vita infinita” e sicuramente solitaria. Il postino appartiene a quella categoria di uomini distratti dalla solita vita, indifferenti al tempo che cambia ma attenti alle piccole cose, alle coincidenze, tanto da appuntarle e lasciarsi guidare, come Pollicino e i suoi sassolini, e contarle tutte, ben 464 coincidenze. Il postino è sempre stato attento a queste cose, alle piccole cose, forse per questo aveva quel dono. Durante le scuole medie il postino scoprì che sapeva imitare la calligrafia dei compagni. Ma per molti anni questo suo talento rimase lì fermo, l’occasione si presentò molti anni dopo, quando per inerzia e per noia decise che il suo lavoro potesse essere quello di postino, annunciatore di novelle. Il suo ruolo, spesso sottovalutato, era di primaria importanza poiché poteva con i suoi messaggi cambiare il corso degli eventi e la vita della gente. Memore di questa sua capacità e curioso per quello che una lettera d’amore alquanto misteriosa poteva celare cominciò ad aprire la corrispondenza altrui. Solo lui – nel piccolo ufficio postale cittadino – aveva questa possibilità, perché non farlo? Si accorse, così, che i politici del luogo stavano svendendo il patrimonio di tutti, il monte Covello per farne una discarica; seppe di tradimenti e di passioni; conobbe le ansie delle mamme di figli lontani; di dolori, lutti e amori non corrisposti. Seppe i piccoli segreti e le aspirazioni di tutti, di tutti coloro che ricevevano o inviavano lettere. Il suo compito ora, quello del postino, era quello che gli prescrisse il fato, farlo messaggero di notizie, ma non solo; la sua capacità calligrafica gli permetteva di addolcire, modificare o assecondare il messaggio.

 

Domenico Dara dà vita un romanzo in cui intreccia varie storie e vari personaggi, tutti legati all’esistenza di un postino senza nome, un “postino custode”, che veglia sulle sventure e le gioie di altri uomini e di altre donne. In questo racconto costruito ad arte, mentre il dialetto calabrese si alterna all’italiano per sottolineare i legami e gli eventi, la figura del postino da sommessa e solitaria si fa quasi eroica perché il racconto continua e veicola, attraverso il protagonista, il racconto di tempi che cambiano e si susseguono, i sogni sperati e le quotidiane prove di vita.

 

“Egli poteva inserirsi nelle vicende della gente e talvolta cambiarle, e forse in questo cambiamento stava la ragione del suo esistere, nel tessere trame di vita usando frammenti di esistenze altrui. La certezza di aver trovato il bandolo della matassa d’una vita fino ad allora ingarbugliata lo aiutò a interpretare e disciplinare le ferite del passato, rendendolo meglio disposto verso gli uomini e il mondo”.