8tto Edizioni: Fino ad agosto

Josephine Rowe e il racconto delle cose immobili

Giulia Siena
PARMA
– Dieci racconti in bilico tra senso di smarrimento e voglia di fuga. Una sensazione “strana” quella che regala la scrittura di Josephine Rowe, autrice australiana classe 1984, nel libro Fino ad agosto (con la traduzione di Cristina Cicognini). Il volume, pubblicato da alcuni giorno da 8tto Edizioni – con una bellissima veste grafica,- raccoglie le vite, le solitudini e le scelte di personaggi che si muovono con facilità tra i diversi continenti spinti dall’esigenza di correre per poi fermarsi, cambiare aria e modificare il finale.

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“Cannibalismo italiano”

Ponte alle Grazie: Gli affamati di Mattia Insolia

Daniela Distefano
CATANIA
“Paolo Acquicella era avido di distruzione. Quando si svegliò, sudato, il fiato corto, la sua rabbia senza nome era lì. Gli sedeva sul petto e pretendeva la sua attenzione. Non aveva ragione di esistere quella mattina, ma c’era e Paolo non poteva ignorarla. Sentiva la brama della lotta premere contro la cassa toracica. Selvaggia come ogni insorgenza spontanea, insaziabile come ogni necessità primordiale. Ce l’aveva sottopelle da che potesse ricordare. Combatteva feroce e implacabile per uscire dal suo corpo e dare mostra di una bestialità spettacolare. Spesso decideva di non battersi con quella rabbia. E la assecondava, quasi la seguiva”.

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Ricette per adulti

Quattro menu che esplorano il piacere dei sensi e del palato

Giulia Siena
PARMA
– Ottanta spassosissime pagine che parlano al piacere dei sensi: dal palato al corpo. Ricette per adulti è il libro nato dalla collaborazione tra la chef Chiara Gambarini e l’illustratrice Michela Candi. Il volume, diviso in cinque sezioni (Per le serate a lume di candela – o smorzacandela, Per le serate a botta sicura, Riaccendi la passione addormentata – o narcotizzata, Senza carnazza e Apericena) si apre con gli ingredienti del piacere ovvero quei cibi afrodisiaci che danno il giusto slancio all’attrazione.

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Adelphi: “Racconti brevi e straordinari”

Jorge Luis Borges, Adolfo Bioy Casares per un racconto essenziale

Daniela Distefano
CATANIA
– “Questo libro intende proporre al lettore alcuni esempi relativi ad avvenimenti sia immaginari che storici. Abbiamo quindi interrogato testi di nazioni e di epoche diverse, senza trascurare le antiche e generose fonti orientali. L’aneddoto, la parabola e il racconto trovano qui ospitalità, a condizione che siano brevi. In questi brani sta, osiamo ritenere, l’essenziale di ciò che è narrazione; il resto è episodio illustrativo, analisi psicologica, felice o inopportuno ornamento verbale. Ci auguriamo, lettore, che queste pagine divertano te come hanno divertito noi. J.L.B. e A.B.C. Buenos Aires, 29 luglio 1953”.

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Biancoenero Edizioni: nono titolo della collana Minizoom

Giacomino, il rivoluzionario seduto

Giulia Siena
PARMA
– Quindicesimo compleanno per la casa editrice biancoenero edizioni che festeggia con due nuovissime uscite, La supergita dei supereroi (di Davide Calì con le illustrazioni di Alice Piaggio) e Giacomino già che sei in piedi (di Angelo Mozzillo con le illustrazioni di Umberto Mischi). Quest’ultimo titolo, nono della collana Minizoom ad alta leggibilità e dedicata alle prime letture, racchiude la piccola ribellione di Giacomino.

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Marsilio: Florencia Etcheves

“Scomparsa”, la dolorosa ricerca ai piedi del Tunik

Daniela Distefano
CATANIA
Florencia Etcheves è una giornalista argentina che da anni si occupa di cronaca nera, per ben due volte ha ricevuto il “Premio Martín Fierro”, ed è conosciuta anche per il suo militante impegno contro la violenza sulle donne. Con il romanzo Scomparsa (edito quest’anno da Marsilio, tradotto da Valeria Raimondi e che ha ispirato, nel 2018, il film “Perdida”), l’autrice leva alta la sua voce contro la vile barbarie dei nostri giorni, cioè la tratta delle donne, narrando la dolorosa ricerca di una ragazza scomparsa nel corso di una gita a “El Paraje”, paesino della Patagonia ai piedi del vulcano Tunik.

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Feltrinelli: un viaggio alla scoperta del Medioriente

“La polvere del mondo” di Nicolas Bouvier

Daniela Distefano
CATANIA
“Solo un grande libro può farvi venire voglia di andare fino a Prilep, in Macedonia, un buco polveroso dove non si ferma quasi nessun turista, perso tra alture brulle e minareti, con un fiumiciattolo torbido, bancarelle di peperoni e rivendite di burek. Ebbene, dopo aver letto questo libro, rischierete di andarci apposta per verificare se ci sono ancora quelle facciate dai “balconi panciuti rosi dal verderame” di cui parla
Nicolas Bouvier. E magari ci andrete d’agosto, come è capitato a me, con un caldo bestiale, a cercare quelle “lunghe gallerie di legno” dove, appunto in agosto, si mette a seccare “uno dei migliori tabacchi del mondo”, sperando di incontrare i “turchi installati in città dai tempi di Solimano”, che “vivono tra di loro, si aggrappano alla loro moschea o ai loro campi sognando solo Smirne o Istanbul”. Paolo Rumiz

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Tunué: “Per sempre”, una graphic novel per imparare l’amore

Dalla penna di Petricelli e Riccardi un nuovo toccante racconto per parole e immagini

Giulia Siena
PARMA
Assia Petricelli e Sergio Riccardi insieme – parole e immagini – in Per sempre, la graphic novel che è un piccolo e robusto romanzo di formazione. Pubblicato da Tunué (collana Ariel), Per sempre è una storia d’amore e di crescita costellata di scoperte, interrogativi, incertezze e forti legami.

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Il genio di Simenon nelle pagine di un grande romanzo

Adelphi: “La morte di Belle”

Daniela Distefano
CATANIA
La morte di Belle (Adelphi) è un romanzo di Georges Simenon, finito di scrivere nel 1951 mentre soggiornava nel Connecticut e venne dedicato all’amico Sven Nielsen, proprietario della casa editrice parigina presso cui il libro uscì l’anno successivo. Nel 1961 ne è stato tratto il film “Chi ha ucciso Bella Shermann?”. L’edizione italiana è stata curata da Mondadori nel 1958 nella traduzione dal francese di Bruno Just Lazzari e poi nel 1994 da Adelphi nella traduzione di Laura Frausin Guarino.

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Via del Vento Edizioni

Cinque racconti inediti dal genio di Bertolt Brecht

Giulia Siena
PARMA
– Personalità non semplice del Novecento artistico internazionale, Bertolt Brecht (1898-1956) rimane il più grande drammaturgo che la Germania abbia mai conosciuto. La sua produzione fu fortemente influenzata dalla necessità di esaltare il lato emotivo della realtà; il teatro – genere in cui Brecht trovò la sua massima espressione – divenne “epico”: lo spettatore doveva distaccarsi, provare straniamento, evitare di immedesimarsi. Brecht, quindi, fu un rivoluzionario, al punto che, quando aderì al marxismo nel 1926, il teatro divenne per lui il mezzo attraverso il quale il pubblico dovesse prendere una posizione nei confronti della realtà.

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